ARTICOLO | Economia

Inflazione: Coldiretti, giù prezzi da -54% arance a-34% latte. È crisi

29 Aprile 2016
Inflazione: Coldiretti, giù prezzi da -54% arance a-34% latte. È crisi

Gli agricoltori devono vendere 15 kg di grano per un filone di pane e 3 litri di latte per un caffè

Ad aprile crollano i prezzi nelle campagne italiane, dal -24 % per il grano duro al – 57% per i peperoni ma si riducono le quotazioni del 34% per il latte, del 48% per i pomodori e del 54% per le arance su valori alò di sotto dei costi di produzione che spingono all’abbandono campagne e stalle. E’ quanto emerge da un’analisi della Coldiretti in occasione della diffusione dei dati Istat sull’inflazione a aprile sulla base delle rilevazioni Ismea alla terza settimana del mese. Se sullo scaffale per i consumatori i prezzi sono praticamente stabili (-0,1%), nelle campagne – sottolinea la Coldiretti – la situazione alla produzione è drammatica con il crollo delle quotazioni su livelli insostenibili. Oggi gli agricoltori – precisa la Coldiretti – devono vendere tre litri di latte per bersi un caffè. quindici chili di grano per comprarsene uno di pane e dieci chili di pomodori ciliegini per comprarsi un pacchetto di sigarette. Anticipo dei calendari di maturazione, accavallamento dei raccolti, varietà tardive diventate precoci, con eccesso di offerta prima e crollo della disponibilità poi, sono – sottolinea la Coldiretti – solo alcuni degli effetti dell’andamento climatico anomalo sulle coltivazioni che subiscono anche la pressione delle distorsioni di filiera e dal flusso delle importazioni, determinate dagli accordi agevolati. E’ il caso delle condizioni favorevoli che sono state concesse al Marocco per pomodoro da mensa, arance, clementine, fragole, cetrioli, zucchine, aglio, olio di oliva, all’Egitto per fragole, uva da tavola, finocchi e carciofi. L’accordo con il Marocco – sottolinea la Coldiretti – è fortemente contestato dai produttori agricoli perché nel paese africano è permesso l’uso di pesticidi pericolosi per la salute che sono vietati in Europa, ma anche perché le coltivazioni sono realizzate in condizioni di dumping sociale per il basso costo della manodopera. Ma a pesare – continua la Coldiretti – sono anche gli effetti dell’embargo russo che ha azzerato completamente le esportazioni di ortofrutta, formaggi, carni e salumi Made in Italy, ma ha anche provocato una devastante turbativa sui mercati agricoli europei che ha messo in crisi decine di migliaia di aziende agricole. Una situazione che – conclude la Coldiretti – ha aggravato la situazione delle stalle italiane che stanno affrontando una crisi senza precedenti a causa del crollo dei prezzi che non copre piu’ neanche i costi per l’alimentazione del bestiame.