11 Gennaio 2018
Maxisequestro a Catania, business agromafie a 21,8 miliardi
Dal controllo dei supermercati a quello della distribuzione dei prodotti agroalimentari, il volume d’affari delle agromafie è salito a 21,8 miliardi di euro con un balzo del 30% nel 2017 con attività che riguardano l’intera filiera agroalimentare. E’ quanto afferma la Coldiretti nel commentare l’operazione della divisione polizia anticrimine della Questura di Catania che ha portato al maxi-sequestro a Catania di beni per 41 milioni di euro, tra cui l’intero patrimonio aziendale della catena di supermercati Gm con oltre una decina di punti vendita nell’area urbana e nella provincia, di proprietà di un imprenditore ritenuto orbitante nell’area di influenza del clan Cappello.
Le mafie – denuncia la Coldiretti (www.coldiretti.it) – condizionano il mercato agroalimentare stabilendo i prezzi dei raccolti, gestendo i trasporti e lo smistamento, il controllo di intere catene di supermercati, l’esportazione del nostro vero o falso Made in Italy, la creazione all’estero di centrali di produzione dell’Italian sounding e lo sviluppo ex novo di reti di smercio al minuto. In questo modo la malavita si appropria – sottolinea la Coldiretti – di vasti comparti dell’agroalimentare e dei guadagni che ne derivano, distruggendo la concorrenza e il libero mercato legale e soffocando l’imprenditoria onesta, ma anche compromettendo in modo gravissimo la qualità e la sicurezza dei prodotti, con l’effetto indiretto di minare profondamente l’immagine dei prodotti italiani e il valore del marchio Made in Italy.
L’agroalimentare è divenuto – denuncia Coldiretti – una delle aree prioritarie di investimento della malavita che ne comprende la strategicità in tempo di crisi perché consente di infiltrarsi in modo capillare nella società civile e condizionare la via quotidiana della persone. Grazie ad una collaudata politica della mimetizzazione, le organizzazioni riescono a tutelare i patrimoni finanziari accumulati con le attività illecite muovendosi ormai come articolate holding finanziarie, all’interno delle quali anche i supermercati rappresentano efficienti coperture, con una facciata di legalità dietro la quale non è sempre facile risalire ai veri proprietari ed all’origine dei capitali.
“Le agromafie vanno contrastate nei terreni agricoli, nelle segrete stanze in cui si determinano in prezzi, nell’opacità della burocrazia, nella fase della distribuzione di prodotti che percorrono migliaia di chilometri prima di giungere al consumatore finale – ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo -, ma anche con la trasparenza e l’informazione dei cittadini che devono poter conoscere la storia del prodotto che arriva nel piatto”.
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