Senza carri e feste in maschera e’ boom dei dolci fatti in casa per più di 1 famiglia su 2 (52%) per dimenticare le ansie dell’emergenza Covid, andare alla ricerca della normalità perduta e ritrovare i “comfort food” della tradizionale. E’ quanto emerge dall’indagine Coldiretti/Ixe’ diffusa in occasione della sfilata dei dolci di Carnevale nel week end di Carnevale con iniziative nei mercati di www.campagnamica.it in tutta Italia, a partire da quello del Circo Massimo a Roma con consigli preziosi su come confezionare le specialità più dolci con le ricette realizzate dai cuochi contadini ma anche per consentire ai consumatori di trovare i prodotti del territorio a chilometro zero.
La necessità di passare il tempo fra le mura domestiche a causa delle misure anti Covid ha spinto al ritorno della cucina casalinga fai da te con – sottolinea la Coldiretti – la riscoperta di ricette e dolci della tradizione. La preparazione dei piatti tradizionali delle feste è – continua la Coldiretti – così un’attività tornata ad essere gratificante per uomini e donne a anche come antidoto alle tensioni e allo stress provocate dalla pandemia. E fra gli strumenti di questa rivoluzione dei fornelli nelle case degli italiani, oltre a mattarello e frusta per le uova è arrivata – spiega Coldiretti – anche la macchina impastatrice entrata ufficialmente nel 2021 nel nuovo paniere consumi dell’Istat.
Fra le specialità fatte in casa e i prodotti acquistati nei mercati di Campagna Amica, negli spacci agricoli, nei forni, nelle pasticcerie, nei negozi di alimentari e nei supermercati durante il Carnevale gli italiani – sottolinea la Coldiretti – consumeranno oltre 11 milioni di chili di dolci tipici con un costo che oscilla fra 5 euro al chilo di chi usa forno e fornelli casalinghi ai 15 ai 30 euro, con picchi anche di 65, per le diverse specialità che si possono trovare nelle panetterie e nelle pasticcerie.
L’Italia offre una scelta che non ha eguali al mondo – evidenzia Coldiretti – dai tortelli della Lombardia alle tagliatelle fritte dell’Emilia, dalla schiacciata toscana ai grostoli del Trentino, fino agli scroccafusi delle Marche ma anche la pignolata bianconera della Sicilia, il migliaccio della Campania, gli aciuleddi della Sardegna.
E se le frappe sono fra i dolci più diffusi da nord a sud dell’Italia, con appellativi e forme diverse, la leggenda racconta che la loro origine risalga – precisa la Coldiretti – ai tempi dell’antica Roma con il nome di “frictilia” ed erano realizzate con un impasto di farina e uova che veniva steso, tagliato e fritte nello strutto bollente e mangiato durante le feste, soprattutto nel periodo invernale.
Il Carnevale – ricorda la Coldiretti – prende le mosse dalla tradizione della campagna, dove segnava il passaggio tra la stagione invernale e quella primaverile e l’inizio della semina nei campi che doveva essere festeggiata con dovizia. I banchetti carnevaleschi – conclude la Coldiretti – sono molto ricchi di portate perché, una volta in questo periodo si usava consumare tutti i prodotti della terra, non conservabili, in vista del digiuno quaresimale.
L’ITALIA DEI DOLCI DI CARNEVALE
ABRUZZO: la cicerchiata – spiega Coldiretti – è composta da gnocchetti grandi come ceci, fritti, guarniti con zucchero caramellato e miele e decorati con i canditi e confettini.
BASILICATA: dalle pastarelle, biscotti ricoperti da glassa fondente e coriandoli, alle chiacchiere al vin cotto o spolverate di zucchero a velo, dalla torta da sanguinaccio ai taralli al nastro con glassa di zucchero.
CALABRIA: la pignolata, fatta da piccole sfere di pasta dolce, fritte in olio di oliva e unite tra di loro dal miele e chiacchiere, e i nacatuli o nacatole.
CAMPANIA: struffoli, palline fritte con zucchero e miele, il sanguinaccio e l’antico migliaccio che – afferma la Coldiretti – nasce da una base di semolino, latte e burro.
EMILIA ROMAGNA: sfrappole e lasagnette, tagliatelle dolci fritte bagnate con succo di arancia e cosparse di zucchero a velo.
FRIULI-VENEZIA GIULIA: crostoli, frittelle e castagnole.
LAZIO: oltre alle classiche frappe e castagnole gustose e morbide palline di pasta fritta riempite di ricotta o crema pasticciera ci sono i cecamariti ciociari preparati durante il carnevale per ingolosire i mariti. Si tratta – spiega la Coldiretti – di golose palline preparate da un impasto abbastanza compatto con cui vengono creati dei grandi gnocchi che vengono arrotolati a mano e fritti.
LIGURIA: le bugie sono nastri di pasta dolce fritti e spolverati di zucchero a velo.
LOMBARDIA: tortelli, dolci fritti cosparsi di zucchero e cannella o farciti con crema o con uvetta.
MARCHE: arancini e scroccafusi, palline di pasta con cannella e scorza di limone spolverate di zucchero e bagnate con alchermes
MOLISE: tortelli dolce campobassano consiste in una sorta di grande tortello con ripieni vari. L’impasto della sfoglia con cui viene creato il dolcetto è ottenuto con farina, uova, zucchero burro e rum. Questa viene poi guarnita con tre tipologie di ripieno (crema, cioccolato, noci e mandorle, o marmellata di amarene) e successivamente fritto in olio bollente. Anche i tortelli con ripieno di crema possono essere conservati più giorni in quanto la crema subisce un processo di cottura.
PIEMONTE: friciò, dolcetti fritti con uvetta e scorze di limone, bugie, rombi o nastri fritti.
PUGLIA: chiacchiere e frittelle.
SARDEGNA: aciuleddi, deliziosi dolcetti sardi a forma di treccia, dall’impasto semplice ma arricchiti da un abbondante strato di miele
SICILIA: la pignolata, che è un dolce metà bianco e metà nero composto da pezzettini di pasta fritti e ricoperti da glassa al limone o cioccolata e iravioli fritti con crema o ricotta.
TOSCANA: schiacciata fiorentina una torta soffice e delicata realizzata con ingredienti semplici e poveri, che solitamente si gusta durante il martedì grasso! Per aromatizzare la schiacciata fiorentina e conferirle il classico colore si utilizzano scorza e succo di arancia, ma in molti aggiungono anche un pizzico di zafferano che rilascia al dolce una tonalità e un sapore più deciso!
TRENTINO ALTO ADIGE: grostoi, nastri di pasta dolce fritti e spolverati di zucchero a velo.
UMBRIA: strufoli, dolci fritti e bagnati con alchermes.
VALLE D’AOSTA: bugie e tortelli con uva sultanina ammorbidita nel liquore e ricoperti di zucchero e panzerotti alla marmellata.
VENETO: frittelle e crema fritta alla veneziana.
Fonte: Elaborazioni Coldiretti
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