Contro i cambiamenti climatici che fanno danni e vittime arrivano 6,6 milioni di nuovi alberi con i fondi del Pnrr per creare corridoi verdi fra città e campagne, mitigare le isole di calore in estate, rafforzare il terreno contro le bombe d’acqua e ripulire l’aria inquinata dallo smog. E’ quanto annuncia il presidente della Coldiretti Ettore Prandini in occasione del summit con i florovivaisti italiani all’assemblea di Assofloro nella sede di Coldiretti a Roma a Palazzo Rospigliosi in vista della prossima Cop27 il vertice mondiale sui cambiamenti climatici.
“Per contrastare concretamente i cambiamenti climatici abbiamo elaborato insieme a Federforeste e Assofloro il progetto di piantare milioni di alberi nell’arco dei prossimi anni nelle aree rurali e in quelle metropolitane anche per far nascere foreste urbane con una connessione ecologica tra le città, i sistemi agricoli di pianura a elevata produttività e il vasto e straordinario patrimonio forestale presente nelle aree naturali” afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che si tratta di “un obiettivo importante che possiamo raggiungere solo sostenendo il settore florovivaistico nazionale fortemente colpito dai rincari energetici contro i quali abbiamo ottenuto dal Ministero lo stanziamento di 25 milioni di euro a favore delle imprese”.
Il contributo – spiega Coldiretti – è pari al 30% dei maggiori costi sostenuti nel periodo tra marzo e agosto 2022 rispetto a quelli dello stesso periodo del 2021, per la gestione delle attività produttive, svolte in serra, per l’acquisto di energia elettrica, gas metano, G.P.L., gasolio e biomasse utilizzate per la combustione in azienda. Il decreto prevede anche la possibilità di un acconto pari al 90% dell’aiuto.
A causa dei rincari energetici i vivai italiani devono affrontare spese raddoppiate (+95%) con punte che vanno dal +250% per i fertilizzanti al +110% per il gasolio o il +1200% per il metano per il riscaldamento delle serre, secondo l’analisi Coldiretti. Ma gli incrementi colpiscono anche gli imballaggi – continua Coldiretti – dalla plastica per i vasetti dei fiori (+72%) al vetro (+40%) fino alla carta (+31%) per i quali peraltro si allungano anche i tempi di consegna, in qualche caso addirittura quintuplicati. E – sottolinea Coldiretti – sono esplose anche le spese di trasporto in un paese come l’Italia dove l’85% delle merci viaggia su gomma.
“Con una differente politica del verde pubblico potremmo affrontare meglio anche l’aumento esponenziale dei costi dell’energia che si è verificato quest’anno” spiega Prandini nel sottolineare che “servono ulteriori risorse per il settore, dobbiamo agire come sistema per creare un Paese diverso e migliore rispetto al passato usando i fondi per gli accordi di filiere con l’utilizzo di piante italiane per creare valore e bellezza sui territori, nelle grandi città come nei piccoli comuni”.
Il florovivaismo – continua la Coldiretti – è un comparto strategico per il Paese che vale 2,5 miliardi di euro e garantisce 200mila posti con 30mila ettari di territorio coltivati da 21.500 imprese coinvolte fra produzione di piante e fiori in vaso (14mila) e quelle di piantine da trapianto (7.500). Un patrimonio del Made in Italy strategico per incrementare gli spazi destinati a piante e fiori nelle città dove si dispone di appena 33,8 metri quadrati di verde urbano per abitante con la situazione peggiore nelle metropoli dove – conclude Coldiretti – i valori vanno dai 15,2 metri quadrati di Messina ai 17,1 di Roma, dai 17,8 di Milano ai 22,2 di Firenze, dai 42,4 di Venezia ai 9,2 di Bari, secondo l’Istat.
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