Un edulcorante al posto dello zucchero: e magari, con la menzione “a ridotto apporto energetico”. Ed il gioco (anche di marketing) è fatto. Certo si dirà, è una norma tecnica: stante la possibilità di usare edulcoranti artificiali in sostituzione allo zucchero già in confetture, gelatine e marmellate, perché non dovrebbe essere consentito in prodotti analoghi e sostitutivi, quali appunto creme da spalmare a base di frutta e ortaggi, analoghe in quanto ad usi alle prime?
La norma è quello che è. Un atto tecnico, che testimonia nuovi usi e la volontà da parte dell’industria di usare ben noti edulcoranti (aspartame, neotame, sale di aspartame –acesulfame).
Tuttavia le certezze su tali dolcificanti sono sempre più messe in discussione. In base ad un autorevole studio pubblicato su Nature, proprio tali dolcificanti, anziché prevenire il diabete o promettere rimedi per chi ha glicemia ematica elevata, aggraverebbero il problema.
Norme e scienza procedono su due livelli e con tempi diversi. E il presente regolamento permette se non altro di esemplifica questo “sfasamento fisiologico”, favorendo qualche riflessione del caso.