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GERMANIA – Psicosi da cetrioli danneggioa il made in Italy (27-05-2011)

27 Maggio 2011
GERMANIA – Psicosi da cetrioli danneggioa il made in Italy (27-05-2011)

Il panico indiscriminato che si è diffuso in Germania a causa dell’epidemia del batterio E.coli provocata dal consumo di cetrioli contaminati provenienti dalla Spagna rischia di danneggiare ingiustamente anche l’Italia che ha esportato nel paese del Cancelliere Merkel verdure e legumi per un valore di 460 milioni di euro nel 2010, in aumento del 28 per cento su base annua. In realtà – sottolinea la Coldiretti – l’Italia esporta soprattutto ortaggi diversi dai cetrioli, ma la psicosi che si è diffusa tra i consumatori tedeschi riguarda anche le insalate e le altre verdure crude in mense aziendali, grandi catene di fast-food, supermercati e panetterie dopo che il batterio Ehec, noto con il nome di Escherichia coli, ha provocato morti e centinaia di intossicati. La Commissione europea ha confermato che il contagio è stato provocato da una spedizione di cetrioli contaminati, provenienti dalla Spagna che hanno causato una epidemia in Germania e problemi, in misura minore, anche in Svezia, Danimarca, Gran Bretagna e Olanda. In Italia bisogna evitare allarmismi, ma – sottolinea la Coldiretti – è consigliabile comunque preferire le ottime produzioni italiane verificando sull’etichetta, obbligatoria per legge, la provenienza dei cetrioli acquistati. L’Italia importa cetrioli e cetriolini dalla Spagna per un quantitativo che ha superato gli 8 milioni di chili nel 2010. La Spagna è uno dei principali fornitori di alimenti dell’Italia con un valore dell’export che è stato pari nel 2010 a 3,5 miliardi di euro in aumento del 19 per cento. L’ortofrutta fresca – precisa la Coldiretti – rappresenta una delle principali voci con un valore di 591 milioni di euro e in questo momento il nostro Paese è invaso da pesche, albicocche, ciliegie e susine provenienti dalla penisola iberica. Questa circostanza – sottolinea la Coldiretti – dimostra l’importanza dell’etichettatura di origine degli alimenti nel garantire la sicurezza alimentare dei cittadini e la necessità di estenderla a tutti i prodotti alimentari, come previsto dalla legge recentemente approvata all’unanimità dal Parlamento italiano, la cui operatività è ingiustamente frenata dall’Unione Europea. Attualmente – denuncia la Coldiretti – la situazione dell’etichettatura di origine degli alimenti è completamente disomogenea: è obbligatoria per l’ortofrutta fresca, ma non per quella trasformata, per la carne bovina, ma non per quella suina, per il latte fresco, ma non per quello a lunga conservazione o per i formaggi.