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Glufosinate ammonio: l’uso del fitofarmaco Basta é vietato fino al 30 settembre 2011

19 Luglio 2011
Glufosinate ammonio: l’uso del fitofarmaco Basta é vietato fino al 30 settembre 2011

Con il DM  30 novembre 2010, "Sospensione delle autorizzazioni all’immissione in commercio ed all’impiego di alcuni prodotti fitosanitari Basta a base della sostanza attiva glufosinate ammonio, registrati a nome dell’impresa Bayer Cropscience S.r.l." il Ministero della Salute ha sospeso, in via cautelativa, fino al 30 settembre 2011, sia l’autorizzazione all’immissione in commercio che l’impiego di alcuni formulati contenenti glufosinate ammonio, tra cui BASTA® (120 g/L).

Pertanto, fino a tale data, questo prodotto non sarà in commercio né potrà essere impiegato dalle imprese agricole. La sospensione è dettata dalla necessità di completare l’esame della documentazione, per la revisione della sostanza attiva, ai sensi dell’Allegato III del Decreto Legislativo 194/95.

Il provvedimento è entrato in vigore il giorno successivo alla data di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana n. 296 del 20 dicembre 2010.

I fitofarmaci contenenti la sostanza attiva glufosinate ammonio di cui viene sospesa l’autorizzazione al commercio e all’impiego (tra parentesi il numero di autorizzazione) sono: BASTA (007989); BASTA 200 (008117); BASTA 45 (13050); FINALE (13146).

Il provvedimento di sospensione è stato previsto perché il prodotto è classificato tossico per la riproduzione (frase di rischio R60) e atto a produrre danni ai bambini non nati (frase di rischio R63). Il Ministero ha ritenuto che, nonostante l’osservanza di misure di sicurezza e l’adozione di Dispositivi di Protezione Individuali, il prodotto non presenti sufficienti garanzie per la tutela della salute umana.

Resta in ogni caso il problema, che il glufosinate ammonio é una molecola importante per la lotta fitopatologica a molte colture e quindi, non essendoci sostanze alternative di pari efficacia, si sarebbe potuto attendere il provvedimento di divieto dell’UE piuttosto che anticiparne la fuoriscita dal mercato, come del resto aveva chiesto Coldiretti con una lettera indirizzata al Ministero della salute.