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Junk food: all’orizzonte il diabete di tipo 3

25 Settembre 2013
Junk food: all’orizzonte il diabete di tipo 3

I casi di demenza e morbo di Alzheimer stanno aumentando vertiginosamente. Nel 2050 si stima che saranno 115 milioni gli affetti rispetto ai 39 di adesso, e la comunità scientifica si domanda se il colpevole non sia proprio l’abuso di cibi spazzatura e i cambiamenti radicali nell’alimentazione delle popolazioni occidentali.  Il famoso proverbio “non c’è due senza tre” sembra una premonizione anche nella salute pubblica. Dopo il diabete di tipo 1, quello di tipo 2 la scienziata Suzanne de La Monte della Brown University di Providence, Rhode Island, propone questo nuovo termine: il diabete di tipo 3. La distinzione sembra infatti necessaria in ragione del nuovo outcome del quadro patologico del diabete: il danneggiamento delle funzioni cerebrali

La ricerca è stata riportata da L’Espresso questa settimana, con un bell’articolo a firma di Agnese Codignola.

 I suoi ultimi esperimenti hanno dimostrato che animali da laboratorio nutriti con cibi ricchi in zuccheri e grassi saturi mostrano un vero e proprio declino cognitivo, fino alla demenza. A tutto ciò si somma una ridotta sensibilità insulinica. L’insulina è l’ormone che regola i livelli glicemici nel sangue, ma la sua funzione non si esaurisce qui. Infatti agisce come un vero e proprio neurotrasmettitore, mediando le interazioni neuronali anche a livello centrale. Nell’obesità e nel diabete di tipo 2 è anche un mediatore dell’infiammazione e da qui la connessione: sembra infatti che l’infiammazione coinvolga anche la sostanza cerebrale aprendo la strada alla demenza. Ciò che desta preoccupazione è che le prove purtroppo si hanno anche sugli esseri umani. L’idea di una correlazione ha solleticato Susane Craft, ricercatrice che da sempre si occupa di Alzheimer. Così ha somministrato una alimentazione ad alto contenuto di zuccheri e grassi ad un gruppo di soggetti e confrontato i dati su soggetti di controllo (con una dieta povera in zuccheri e grassi).

Il risultato è alquanto sconcertante. Nel liquido cerebrospinale si è registrato un aumento della beta amiloide, proteina che danneggia la funzionalità delle aree cerebrali e causa dell’insorgenza del Morbo di Alzheimer. Questi studi hanno spronato la comunità medica che adesso aprono le porte a nuove ricerche in questa direzioni come l’utilizzo di antidiabetici orali per il controllo del Morbo.

In conclusione. Aumento dei livelli di zuccheri nel sangue, obesità, ridotta capacità di rispondere all’insulina, iperinsulinemia, infiammazione.  E ora ci rimette anche il nostro cervello.  Questo  il quadro dipinto dalle colorate confezioni dei cibi spazzatura.

Riferimenti

Agense Codignola. Alzheimer. Quando il junk food è un killer. In “L’Espresso” n.39 anno 2013. p 98.