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Stato di “GRAS”: presunzione sicurezza additivi va cambiata, sostengono consumatori USA

22 Aprile 2015
Stato di “GRAS”: presunzione sicurezza additivi va cambiata, sostengono consumatori USA

La Food and Drug Administration (FDA) vede mettere in discussione la sua procedura di “Generally Recognised as Safe”-GRAS– in cui la storia di uso sicuro, senza una valutazione preventiva approfondita- ha per tanto tempo favorito l’impiego di una ampia gamma di additivi alimentari.

Il Center for the Science in the Public Interest ha lanciato l’attacco: con 80 pagine di commenti, in cui si accusa l’industria alimentare di aver proceduto con una semplice auto-regolamentazione nell’utilizzo di svariati additivi. Additivi “considerati sicuri”, con una certa leggerezza- e tutto nel nome di una normativa  che ha favorito gli interessi di pochi produttori rispetto a quelli di tanti consumatori.

Ma vi sarebbe una base legale per contrastare la posizione della FDA: una legge del 1958 infatti prescrive che ogni ingrediente debba essere valutato come sicuro prima di essere usato come cibo.

Nello stato attuale delle cose, le aziende USA hanno finito per dichiarare GRAS diverse sostanze. In seguito a controlli della FDA, le aziende hanno ritirato gli ingredienti criticati- ma solo dopo la commercializzazione. Un sistema a tutti gli effetti rischioso. Se infatti la FDA chiede più informazioni sulla sicurezza, le aziende possono correntemente optare per l’opzione di ritirare il proprio additivo. Nulla da perdere insomma, con un chiaro incentivo a “scomettere” su sostanze dal profilo tossicologico non sempre chiarissimo.
La policy “GRAS” risale al 1997. Ma il Center for the Science in the Public Interest sostiene che l’interpretazione del 1997 della FDA è una interpretazione erronea di una legge del 1958.

Che fare? La proposta del CSPI va in due direzioni. Intanto, delimitare le sostanze che possono bypassare uno scrutinio più approfondito della sicurezza alimentare. In secondo luogo, vanno stabiliti standard e protocolli scientifici di valutazione chiari, sulla scorta di quanto accade in Europa, al fine di determinare la effettiva bontà del Risk assessment.