Sulla Gazzetta Ufficiale del 13 febbraio è stato pubblicato il decreto del Masaf con le modalità operative del Fondo per lo sviluppo della produzione biologica. Si tratta in realtà della nuova edizione del Fondo istituito con la legge Finanziaria del 2000 che ne prevedeva l’alimentazione con un contributo per la sicurezza alimentare del 2% del fatturato realizzato dalla vendita di alcuni prodotti fitosanitari.
Negli anni successivi, purtroppo, una buona parte delle risorse finanziarie di questo fondo non è mai arrivata al bilancio del Ministero dell’agricoltura, perché dirottata per sostenere differenti interventi emergenziali che di volta in volta si sono presentati. La parte restante del fondo, in linea con le indicazioni della legge istitutiva, anno dopo anno è stata invece correttamente spesa per attività di ricerca nel settore dell’agricoltura biologica.
Lo scorso anno la legge 23 sull’agricoltura biologica, che con tanta fatica è stata approvata dal Parlamento nel marzo 2022, all’articolo 9 ha sostituito il vecchio fondo per la ricerca del 1999 con il nuovo “Fondo per lo sviluppo della produzione biologica”.
Nel nuovo inquadramento restano confermate le previsioni di entrata, pari al 2% del fatturato realizzato dalla vendita di alcuni prodotti fitosanitari, e purtroppo resta anche confermata la possibilità di decurtare tale fondo, destinando solo parte delle risorse all’agricoltura biologica.
Dalla legge vengono invece ampliate di molto le iniziative finanziabili con tale fondo, che non sarà quindi più solo dedicato alla ricerca in agricoltura biologica, con qualche mal di pancia da parte dei ricercatori impegnati in tali attività, ma potrà finanziare interventi diversi per il sostegno del settore.
Il fondo infatti dovrà essere utilizzato per sostenere le iniziative che saranno previste dal «Piano d’azione nazionale per la produzione biologica e i prodotti biologici» ed in particolare:
- promuovere i prodotti biologici realizzati con materie prime coltivate o allevate in Italia;
- promuovere lo sviluppo della produzione agricola, agroalimentare e dell’acquacoltura con metodo biologico;
- favorire la conversione al metodo biologico delle imprese agricole, agroalimentari e dell’acquacoltura convenzionali;
- sostenere la costituzione di forme associative e contrattuali per rafforzare l’organizzazione della filiera dei prodotti biologici;
- incentivare il consumo dei prodotti biologici attraverso iniziative di informazione, formazione ed educazione, anche ambientale e alimentare;
- monitorare l’andamento del settore al fine di elaborare e diffondere le informazioni rilevanti per la produzione biologica;
- sostenere e promuovere i distretti biologici di cui all’art. 13 della legge 9 marzo 2022, n. 23;
- favorire l’insediamento di nuove aziende nelle aree rurali montane;
- migliorare il sistema di controllo e di certificazione a garanzia della qualità dei prodotti biologici attraverso la semplificazione della normativa, l’utilizzo di strumenti informatici e la predisposizione di interventi di formazione;
- stimolare le istituzioni e gli enti pubblici affinché utilizzino i metodi della produzione biologica nella gestione del verde pubblico e prevedano il consumo di prodotti biologici nelle mense pubbliche e in quelle private in regime di convenzione;
- incentivare e sostenere la ricerca e l’innovazione in materia di produzione biologica;
- promuovere progetti di tracciabilità dei prodotti biologici provenienti dai distretti biologici di cui all’art. 13 della legge 9 marzo 2022, n. 23;
valorizzare le produzioni tipiche italiane biologiche; - promuovere la sostenibilità ambientale con la definizione di azioni per l’incremento e il mantenimento della fertilità naturale del terreno e l’uso di metodi di conservazione, confezionamento e distribuzione rispettosi dell’ambiente;
- aumentare la disponibilità delle sementi per le aziende e migliorarne l’aspetto quantitativo e qualitativo con riferimento a varietà adatte all’agricoltura biologica e biodinamica;
- promuovere il miglioramento genetico partecipativo, con la collaborazione di agricoltori, tecnici e ricercatori, per selezionare piante che rispondano ai bisogni degli agricoltori, adattandosi ai diversi contesti ambientali e climatici e ai diversi sistemi colturali;
- sostenere la ricerca tecnologica e applicata nel settore della produzione biologica.
l Decreto ministeriale appena pubblicato ha quindi definito le modalità con cui il Masaf potrà impegnare le risorse del fondo, nonché i requisiti e i criteri per la definizione dei soggetti e delle iniziative che potranno essere finanziate.
Sotto questo punto di vista non sono molte le novità introdotte, in quanto il Decreto prende in considerazione tutte le diverse modalità di spesa che possono essere previste: accordi di collaborazione istituzionale o affidamenti diretti con enti e organismi pubblici o enti o società vigilati e/o istituiti dal Ministero oppure procedure ad evidenza pubblica aperti a diversi soggetti beneficiari.
Il Decreto quindi è ancora solo una ulteriore fase preparatoria, in linea con le previsioni della Legge 23, che serve solo a delineare il campo da gioco, ma non fornisce ancora alcuna risposta.
Crescono quindi ancora di più le aspettative per il Piano di Azione che, in linea con i dettami della legge, il Masaf dovrà emanane, che il settore oramai attende da tempo, e che rappresenterà la prima vera e propria indicazione strategica che il Governo vorrà dare per lo sviluppo del settore.