COMUNICATO STAMPA | Notizie dalle Federazioni

News La Forza del Territorio del 16 gennaio 2023

16 Gennaio 2023
News La Forza del Territorio del 16 gennaio 2023

Primo piano

 

SICILIA, ARRESTO MATTEO MESSINA DENARO

Grazie a magistratura e carabinieri ROS, vince lo stato e la gente onesta

Oggi è una giornata storica per tutto il Paese. L’arresto di Matteo Messina Denaro è una vittoria per lo Stato e per tutta la gente onesta che in questa Regione ogni giorno lavora per la sua crescita sociale ed economica. Lo afferma Coldiretti Sicilia con riferimento all’operazione dei Carabinieri del Ros che ha portato all’arresto di Messina Denaro. Non finiremo mai di ringraziare i magistrati e le forze dell’ordine che hanno messo la parola fine ad una latitanza che ha solo impoverito la reputazione e la forza della Sicilia.

 

Dal Territorio

 

TOSCANA, MALTEMPO: ARRIVO NEVE SALVA DA SICCITA’ E RILANCIA TURISMO INVERNALE

L’arrivo della pioggia e della neve sulle Alpi e sugli Appennini contribuiscono a ridurre il pesante deficit idrico degli ultimi dodici mesi e rilanciano il turismo invernale nei comprensori sciistici. A dirlo è Coldiretti Toscana dopo che il 2022 si è chiuso con il 30% in meno di precipitazioni ed è stato classificato come l’anno più caldo di sempre con temperature medie massime fino a 2 gradi superiori a quelle tipiche del periodo secondo il Consorzio Lamma.

L’arrivo di neve e pioggia è importante per dissetare i campi resi aridi dalla siccità e ripristinare le scorte idriche nei terreni, negli invasi, nei laghi, nei fiumi e nelle montagne dove i ghiacciai perdono di superficie e spessore. Con la neve attesa anche al di sotto dei 1.000 metri possono tornare a sorridere anche le località turistiche collegate ai cinque comprensori sciistici.

Ma se neve e pioggia sono salutati positivamente, a preoccupare nelle campagne è ora il brusco abbassamento delle temperature dopo il caldo anomalo che ha mandato la natura in tilt con le coltivazioni ingannate da una finta primavera che si stanno predisponendo alla ripresa vegetativa con gemme e fioriture anomalo, dalle mimose al susino, dal pesco ai limoni. Lo sbalzo termico repentino rischia di provocare danni a verdure e ortaggi invernali coltivati all’aperto come cavoli, verze, carciofi, finocchi e broccoli. Si tratta – spiega Coldiretti Toscana – degli evidenti conseguenze del mix micidiale determinato dai cambiamenti climatici dove l’eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai la norma che si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi che compromettono le coltivazioni nei campi con perdite della produzione agricola e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne. Una anomalia che quest’anno si è manifestata con 25 eventi estremi secondo l’Osservatorio Nazionale Città Clima di Legambiente.

 

SARDEGNA, CINGHIALI FUORI CONTROLLO: TROPPI PER 7 CITTADINI SU 10, VANNO FERMATI

È emergenza cinghiali in Sardegna e nel resto della Penisola dove se ne contano 2,3milioni, uno ogni 26 abitanti. Un numero fuori controllo che li ha trasformati in un problema sociale. Oltre alle perdite economiche in campagna dove fanno razzie nei terreni arando le colture e distruggendo le recinzioni e altre attrezzatture e in qualche caso attaccando anche gli altri animali (in alcuni ovili hanno ammazzato anche delle pecore), stanno compromettendo anche l’equilibrio ambientale di vasti ecosistemi territoriali in aree di pregio naturalistico con la perdita di biodiversità sia animale che vegetale. Ma i branchi – sottolinea Coldiretti – si stanno spingendo sempre più vicini ad abitazioni dove razzolano tra i rifiuti con evidenti rischi per la salute; causano anche incidenti stradali: i selvatici hanno causato un incidente ogni 41 ore con 13 vittime e 261 feriti gravi secondo l’analisi di Coldiretti su dati Asaps, Negli ultimi dieci anni il numero di incidenti gravi con morti e feriti causati da animali, secondo la stima Coldiretti su dati Aci Istat, è praticamente raddoppiato (+81%) sulle strade provinciali.

Dall’indagine Coldiretti/Ixe’ in riferimento al rapporto Ispra sulla proliferazione dei cinghiali in Italia, quasi sette italiani su dieci (69%) ritengono che i cinghiali siano troppo numerosi mentre c’è addirittura un 58% che li considera una vera e propria minaccia per la popolazione, oltre che un serio problema per le coltivazioni e per l’equilibrio ambientale come pensa il 75% degli intervistati. Oltre sei italiani su 10 (62%) ne hanno una reale paura e quasi la metà (48%) non prenderebbe addirittura casa in una zona infestata dai cinghiali.

“I cinghiali sono considerati dalla maggioranza dei cittadini una emergenza – evidenzia Coldiretti Sardegna -. Lo è per chi lavora in agricoltura ma anche per gli automobilisti e i semplici cittadini come dimostrano i dati. Come Coldiretti da anni stiamo denunciando il problema a tutti i livelli, con proteste ma anche con proposte – per questo riteniamo necessario interventi mirati e su larga scala per ridurne la minaccia”.

 

PUGLIA, FLOROVIVAISMO: AL LAVORO TASK FORCE CONTRO PRATICHE SLEALI

E’ al lavoro la task force contro le pratiche sleali nel settore florovivaistico, con la stangata delle bollette di elettricità e gas rischia di far spegnere le serre di fiori e piante. E’ quanto afferma Coldiretti Puglia nel corso di un confronto con gli operatori del settore a Terlizzi, che ha attivato una cabina di regia con l’obiettivo di combattere la speculazione sui prezzi con una più equa distribuzione del valore lungo la filiera per tutelare il reddito degli agricoltori dalle pratiche sleali e gli stessi consumatori.

Le aziende florovivaistiche – evidenzia Coldiretti regionale – stanno affrontando aumenti di costi a valanga, come +250% per i fertilizzanti, +110% per il gasolio, +15% per i fitosanitari contro i parassiti, +45% per i servizi di noleggio, secondo gli ultimi dati Crea. Ma gli incrementi colpiscono anche gli imballaggi – continua Coldiretti – dalla plastica per i vasetti dei fiori (+72%) al vetro (+40%) fino alla carta (+31%) per i quali peraltro si allungano anche i tempi di consegna, in qualche caso addirittura quintuplicati. E – sottolinea Coldiretti – sono esplose anche le spese di trasporto in un paese come l’Italia dove l’85% delle merci viaggia su gomma.

E se in altri settori si cerca di concentrare le operazioni colturali nelle ore di minor costo dell’energia elettrica – rileva Coldiretti Puglia – le imprese florovivaistiche non possono interrompere le attività pena la morte delle piante o la mancata fioritura per prodotti agricoli altamente deperibili. Le rose, ad esempio hanno bisogno di una temperatura fissa di almeno 15 gradi per fiorire e lo stesso vale per le gerbere, mentre per le orchidee servono almeno 20-22 gradi per fiorire e 14 ore di illuminazione ed in assenza di riscaldamento muoiono.

Il settore florovivaistico in Puglia si sviluppa sul distretto in provincia di Lecce di Taviano e Leverano che si estende anche ai comuni limitrofi di Alliste, Maglie, Melissano, Nardò, Porto Cesareo, Racale e Ugento e quello della provincia di Bari con al centro della produzione e degli scambi Terlizzi, Canosa, Bisceglie, Molfetta, Ruvo di Puglia e Giovinazzo, e altre realtà aziendali sparse nel resto della regione. In provincia di Lecce il settore florovivaistico rappresenta ben il 12,4% della produzione agricola, mentre in provincia di Bari il settore florovivaistico costituisce il 5,8% del valore della produzione agricola. In realtà, confrontando la distribuzione delle aziende per classi di superficie, si registra che, in termini di dotazione in fattore “terra”, le aziende pugliesi sono mediamente più grandi della media nazionale. Delle 853 aziende floricole il 65% si colloca tra 1 e 5 ha mentre a livello nazionale la stragrande maggioranza delle aziende (58,2%) ha una superficie inferiore ad 1 ettaro.

L’impatto sul settore florovivaistico è devastante – denuncia Coldiretti Puglia – con gli imprenditori che non hanno certezze circa i costi dell’energia elettrica e del gas, che stanno subendo fluttuazioni continue delle quotazioni con il rischio crack per i vivai ed effetti devastanti sull’occupazione.

Nel 2022 nei primi 6 mesi – evidenzia Coldiretti – le importazioni di piante e fiori hanno sfiorato i 452 milioni di euro coprendo in sei mesi il 77% del valore registrato in tutto il 2021. In pratica – avverte Coldiretti – 1 prodotto su 5 arriva dall’estero, nonostante la frenata degli scambi internazionali causati dalle tensioni per la guerra in Ucraina con la riduzione nella Ue del 40% del commercio di fiore reciso e della perdita del 30% del potere d’acquisto dei consumatori dell’Unione, secondo le ultime stime del Copa Cogeca.

Occorre combattere la concorrenza sleale di prodotti importati dall’estero facendo in modo che piante e fiori vendita in Italia ed in Europa rispettino le stesse regole su ambiente, salute e diritti dei lavoratori, afferma Coldiretti nel sottolinea nel sottolineare l’importanza di preferire in un momento difficile per l’economia nazionale le produzioni Made in Italy scegliendo l’acquisto di fiori tricolori, direttamente dai produttori o da punti vendita che ne garantiscano l’origine, per sostenere le imprese, l’occupazione e il territorio.

 

LAZIO, VITERBO INCONTRA MINISTRO AGRICOLTURA LOLLOBRIGIDA

Protagonisti del dibattito i giovani e il futuro agricolo della Tuscia

Dall’attenzione all’ambiente e lotta al consumo del suolo agricolo produttivo alla qualità delle eccellenze Made in Lazio con la tutela delle biodiversità, dal Piano di Sviluppo Rurale alla valorizzazione del turismo, fino alla necessità di una burocrazia più snella. Sono alcuni dei temi trattati nell’incontro di ieri con il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, organizzato da Coldiretti Lazio. Un incontro particolarmente partecipato che ha fatto registrare centinaia di presenze. 

A coordinare i lavori, il direttore di Coldiretti Viterbo, Sara Paraluppi. Al dibattito che si è svolto nella Cooperativa olearia Cesare Battisti presieduta da Enrico Dolci, a Vetralla, in provincia di Viterbo, hanno preso parte anche il vicepresidente nazionale di Coldiretti, David Granieri, il Presidente della Commissione Ambiente alla Camera dei Deputati, Mauro Rotelli e il sindaco di Vetralla, Sandrino Aquilani con la moderazione dalla giornalista del TG5, Francesca Cantini 

Protagonisti sono stati gli imprenditori agricoli di Coldiretti Giovani Impresa, che proprio da Viterbo hanno fatto partire nei mesi scorsi la petizione nazionale contro i pannelli solari a terra, che mangiano suolo agricolo produttivo, proponendo l’installazione sui tetti per preservare il terreno fertile. 

Non solo, l’attenzione è stata posta anche sull’importanza di valorizzare il territorio per sfruttare le sue potenzialità turistiche e trasformarle in un’opportunità di crescita, anche professionale, per poter restare nella loro terra e contrastare lo spopolamento dei territori. 

“L’agricoltura per noi è prossimità, lavoro, cibo – ha ricordato Alessandro De Giovanni, uno dei giovani agricoltori di Viterbo – e servizio alle persone. E’ necessario progettare la riqualificazione di tutti i territori, soprattutto attraverso la valorizzazione del turismo per evitare lo spopolamento delle nostre città, dove siamo nati e vogliamo rimanere”, sottolineando quanto sia importante avviare un processo di sburocratizzazione. A fargli eco anche la sua collega, Matilde Frateacci, una delle vincitrici degli Oscar Green, il concorso di Coldiretti che premia le idee innovative dei giovani.

“Nel rispetto delle nostre produzioni locali – ha spiegato Frateacci – c’è il rispetto delle nostre tradizioni, perché nei piatti tipici realizzati con i prodotti a chilometro zero, c’è un bagaglio culturale fatto di storia dei territori e di famiglie, che si tramandano e custodiscono ricette che caratterizzano la nostra terra”, lo ha ricordato raccontando la sua esperienza in azienda, dove ha installato pannelli fotovoltaici sui tetti per evitare di consumare suolo agricolo. “Quello del rispetto delle tradizioni è un altro tema che a me sta molto cuore – ha aggiunto Frateacci – ed è uno dei pilastri della mia azienda e del mio concetto di agricoltura. E’ uno dei valori più apprezzato e richiesto dai turisti che vengono a farci visita. Credo quindi che sia uno dei punti su cui prestare la massima attenzione”. 

 

CALABRIA, I CINGHIALI SONO TROPPI, I CITTADINI DICONO DI FERMARLI!

Dopo le immagini dei cinghiali alla Cittadella Regionale, a dir la verità già riscontrate e segnalate da Coldiretti Calabria sin dal 2019, viene facile affermare: anche le Istituzioni sono assediate! Se qualcuno ancora nutriva e nutre dubbi sulla presenza invasiva dei cinghiali adesso l’avviso è stato recapitato a domicilio.  Insomma è evidente che la presenza diventa sempre più domestica. In riferimento al rapporto Ispra sulla proliferazione dei cinghiali in Italia, dalle campagne alle città con in media 300mila abbattimenti all’anno nel periodo 2015-21, in aumento del 45%, la stragrande maggioranza dei calabresi (80%) ritengono che i cinghiali siano troppo numerosi e li considera una vera e propria minaccia per la popolazione, oltre che un serio problema per le coltivazioni e per l’equilibrio ambientale.  Il risultato – sottolinea la Coldiretti – è che oltre sei italiani su 10 (62%) ne hanno una reale paura e quasi la metà (48%) non prenderebbe addirittura casa in una zona infestata dai cinghiali e ne consegue un evidente depauperamento del patrimonio.

I branchi come riscontriamo ogni giorno – sottolinea Coldiretti – si spingono sempre più vicini ad abitazioni e scuole, fino ai parchi, distruggono i raccolti, aggrediscono gli animali, assediano stalle, causano incidenti stradali con morti e feriti e razzolano tra i rifiuti con evidenti rischi per la salute. La situazione è diventata insostenibile in città e nelle campagne con danni economici incalcolabili alle produzioni agricole che non sono solo quelli per i quali si chiede il risacimento ma – continua Coldiretti – viene compromesso anche l’equilibrio ambientale di vasti ecosistemi territoriali in aree di pregio naturalistico con la perdita di biodiversità sia animale che vegetale senza dimenticare i rischi per gli allevamenti e il Made in Italy a tavola con la diffusione della peste africana.

L’invasione da parte dei selvatici ha causato un incidente ogni 41 ore con 13 vittime e 261 feriti gravi secondo l’analisi di Coldiretti su dati Asaps. Negli ultimi dieci anni il numero di incidenti gravi con morti e feriti causati da animali è praticamente raddoppiato (+81%) sulle strade provinciali secondo la stima Coldiretti su dati Aci Istat.

“Ormai è palese: i cittadini considerano l’eccessiva presenza degli animali selvatici una vera e propria emergenza che incide sulla sicurezza delle persone oltre che sull’economia e sul lavoro, specie nelle zone più svantaggiate” denuncia Coldiretti Calabria nel sottolineare l’esigenza non più rinviabile “di interventi mirati e su larga scala per ridurre la minaccia dei cinghiali”.

 

COMO-LECCO,S. ANTONIO ABATE: ALLEVATORI LARIANI A TUTELA RAZZE RISCHIO ESTINZIONE

Ci sono anche la Capra di Livo, la Verzaschese e la Pecora Brianzola, tra le razze lombarde da tutelare perchè a rischio estinzione. Autentiche eccellenze rare della zootecnia lombarda, il cui futuro “è affidato al lavoro e all’impegno quotidiano degli allevatori che operano sulle montagne lariane e del settentrione lombardo” come rimarca Fortunato Trezzi, presidente di Coldiretti Como Lecco, alla vigilia della giornata di Sant’Antonio Abate, protettore degli animali che si celebra domani (17 gennaio).  

“Una tradizione popolare e secolare che vede anche nelle due province del territorio lariano parrocchie di campagna e città prese d’assalto per la benedizione della variegata moltitudine di esemplari presenti sul territorio”.

Gli animali custoditi negli allevamenti italiani – sottolinea la Coldiretti lariana – rappresentano un tesoro unico al mondo che va tutelato e protetto, anche perché a rischio non c’è solo la biodiversità delle preziose razze italiane, ma anche il presidio di un territorio dove la manutenzione è garantita proprio dall’attività di allevamento, con il lavoro silenzioso di pulizia e compattamento dei suoli svolto dagli animali.

In Lombardia – chiarisce la Coldiretti – sono diverse le razze minacciate di estinzione: un patrimonio composto da veri e propri tesori della natura e della storia come la Varzese, unica razza bovina autoctona della regione diffusasi probabilmente dopo l’arrivo dei Longobardi, e la capra Verzaschese dal caratteristico mantello nero. Tra i bovini a rischio ci sono poi la Cabannina, dalla particolare riga color crema sul dorso, la Bianca di Val Padana, la Rendena razza longeva per eccellenza, la Bruna Linea Carne discendente da animali diffusi in Svizzera, Austria e Baviera, e la Grigio Alpina che può arrivare a pesare fino 650 chili.

A queste si aggiungono le pecore: da quella di Corteno diffusa nella Comunità Montana di Valle Camonica, alla Ciuta che per un periodo si è creduta estinta, fino alla pecora Brianzola. Tra le capre a rischio scomparsa in Lombardia ci sono la Orobica dalle corna imponenti, la capra Frontalasca che prende il nome dal paese dell’alta Valtellina di cui è originaria, la Bionda dell’Adamello e la capra di Livo presente ancora nella vicina provincia di Como.

“Gli animali custoditi negli allevamenti lariani – conclude Trezzi – vanno tutelati e protetti anche perché a rischio non c’è solo la biodiversità, ma anche il presidio di un territorio dove la manutenzione è garantita proprio dall’attività di allevamento, con il lavoro silenzioso di pulizia e di compattamento dei suoli svolto dagli animali. Quando una stalla chiude, infatti, si perde un intero sistema fatto di animali, di prati per il foraggio, di prodotti tipici e soprattutto di persone impegnate a preservare il territorio”.

 

PISTOIA, TERZA CORSIA AUTOSTRADA E ASSE DEI VIVAI

I tecnici di Coldiretti Pistoia sono al lavoro per supportare le aziende agricole che hanno già ricevuto (o che prevedono di ricevere) la comunicazione di Autostrade ai proprietari dei terreni interessati agli espropri per la realizzazione della terza corsia dell’autostrada Firenze-Pistoia e delle opere connesse, come i caselli e Asse viario ‘dei vivai’.

“È un complesso di opere che porterà vantaggi a tutta Pistoia ed in particolare al settore vivaistico, infrastrutture attese da anni –spiega Coldiretti Pistoia-“. Tecnicamente l’oggetto della lettera è: comunicazione di avvio della procedura di apposizione del vincolo preordinato all’esproprio, relative alla realizzazione della terza corsia dell’autostrada Firenze-Pistoia…

I proprietari interessati sono chiamati a fare osservazioni in relazione alle proprie particelle coinvolte dai lavori, magari per evidenziare incongruenze e/o gli effetti che l’esproprio delle stesse potrebbero avere sull’intera attività aziendale. Per esempio: se sulla particella da espropriare insistesse un laghetto per l’irrigazione, se dopo l’esproprio il fondo risultasse senza accesso stradale o altre decine di altre casistiche.

“È evidente che ogni azienda deve valutare l’impatto sulla propria attività per trovare insieme ad Autostrade ed autorità coinvolte la migliore soluzione tecnica ed economica –aggiunge Coldiretti-. Per questo   abbiamo messo a disposizione uno staff che serva a comprendere la situazione, e quindi formulare delle osservazioni contribuendo ad individuare rapidamente la migliore soluzione per tutti i soggetti coinvolti. Non c’è molto tempo per procedere con le osservazioni, solo un paio di settimane. Le imprese interessate possono prenotare un incontro con il nostro responsabile tecnico, Michele Bellandi al numero 0573991041”.

 

RIMINI, MERCATO CONTADINO PALAZZO GHETTI: ARRIVEDERCI IN PRIMAVERA CON PRIMIZIE

E’ un annunciato arrivederci quello del Mercato esclusivo di Campagna Amica del martedì mattina nella corte di Palazzo Ghetti sede della Banca Malatestiana. Il mercato, infatti, dopo un condiviso e diffuso successo in termini di visite e curiosità da parte di tutti i cittadini del comprensorio riminese, sospende l’apertura al pubblico e riprenderà in primavera con l’offerta delle prime primizie stagionali

“Un successo straordinario – afferma Guido Cardelli Masini Palazzi presidente di Coldiretti Rimini – che evidenzia quanto i cittadini hanno apprezzato i prodotti in vendita al mercato che arrivano dai campi degli agricoltori della zona, pronti per finire sulle tavole dei consumatori senza, dunque, percorrere quei lunghi viaggi in nave e Tir che vanno ad incidere pesantemente sulla sostenibilità ambientale. Poi c’è un secondo fattore altrettanto importante, ossia quel rapporto diretto che si instaura al mercato del contadino tra produttori e consumatori, con gli agricoltori che hanno raccontato la loro realtà aziendale, con tutto ciò che esso rappresenta in termini di responsabilità da parte dei primi relativamente a valori come qualità, salubrità e sicurezza delle produzioni”.

Valori di una agricoltura da primato, la vera agricoltura italiana, che Coldiretti, da anni si è impegnata a far conoscere ai consumatori.

“Gli agricoltori di Campagna Amica – aggiunge il direttore di Coldiretti Rimini Alessandro Corsini – proprio per garantire al massimo il consumatore e per contrastare le inefficienze e le distorsioni di una filiera agricola che spesso, dal punto di vista reddituale, penalizza proprio i produttori – ci mettono la faccia e scelgono la vendita diretta dal campo alla tavola, garantendo la massima trasparenza all’acquirente finale”.

“I produttori agricoli – afferma Giorgio Ricci vicedirettore Coldiretti Rimini – propongono in vendita il meglio delle produzioni agricole di stagione tipiche del nostro territorio: frutta e ortaggi e poi succhi di frutta, marmellate, vini, formaggi, legumi, olio extravergine, farine, pane, salumi e carne fresca offrendo ai consumatori la possibilità di un acquisto consapevole in termini di certezza dell’origine che, come noto, in tempi di globalizzazione, rappresenta un valore aggiunto di grande significato e fa la differenza soprattutto con i prodotti di importazione spesso privi di una loro identità specifica. Un modo, inoltre, per ricordare qual è il cibo giusto e per dire un secco no alla politica del cibo sintetico contro il quale continua la petizione con la raccolta delle firme presso gli uffici Coldiretti.

 

VARESE, S. ANTONIO ABATE: NOSTRI ALLEVATORI TUTELANO RAZZE A RISCHIO ESTINZIONE

Un lavoro quotidiano di tutela e presidio del territorio che è importante conoscere

C’è anche la capra “Verzaschese”, introdotta negli Anni Settanta del secolo scorso dalla vicina Svizzera, tra le razze lombarde a rischio estinzione: oggi è oggi diffusa nelle province di Varese e Como, è considerata rustica e sobria ed contraddistinta dal caratteristico mantello nero.

“Il suo futuro è affidato al lavoro e all’impegno quotidiano degli allevatori che operano sulle montagne prealpine e del settentrione lombardo” sottolinea Fernando Fiori, presidente di Coldiretti Varese, in occasione della giornata di Sant’Antonio Abate, protettore degli animali.  “Una tradizione popolare e secolare che vede anche in provincia di Varese parrocchie di campagna e città impegnate per la benedizione della variegata moltitudine di esemplari presenti sul territorio”.

Gli animali custoditi negli allevamenti italiani – sottolinea la Coldiretti – rappresentano un tesoro unico al mondo che va tutelato e protetto, anche perché a rischio non c’è solo la biodiversità delle preziose razze italiane, ma anche il presidio di un territorio dove la manutenzione è garantita proprio dall’attività di allevamento, con il lavoro silenzioso di pulizia e compattamento dei suoli svolto dagli animali.

In Lombardia – chiarisce la Coldiretti – sono diverse le razze minacciate dal rischio estinzione: un patrimonio composto da veri e propri tesori della natura e della storia come la Varzese, unica razza bovina autoctona della Lombardia diffusasi probabilmente dopo l’arrivo dei Longobardi, e la capra Verzaschese dal caratteristico mantello nero. Tra i bovini a rischio ci sono poi la Cabannina, dalla particolare riga color crema sul dorso, la Bianca di Val Padana, la Rendena razza longeva per eccellenza, la Bruna Linea Carne discendente da animali diffusi in Svizzera, Austria e Baviera, e la Grigio Alpina che può arrivare a pesare fino 650 chili.

A queste si aggiungono le pecore: da quella di Corteno diffusa nella Comunità Montana di Valle Camonica, alla Ciuta che per un periodo si è creduta estinta, fino alla pecora Brianzola. Tra le capre a rischio scomparsa in Lombardia ci sono la Orobica dalle corna imponenti, la capra Frontalasca che prende il nome dal paese dell’alta Valtellina di cui è originaria, la Bionda dell’Adamello e la capra di Livo presente ancora nella vicina provincia di Como.

“Gli animali custoditi negli allevamenti italiani – conclude Fiori – vanno tutelati e protetti anche perché a rischio non c’è solo la biodiversità, ma anche il presidio di un territorio dove la manutenzione è garantita proprio dall’attività di allevamento, con il lavoro silenzioso di pulizia e di compattamento dei suoli svolto dagli animali. Quando una stalla chiude, infatti, si perde un intero sistema fatto di animali, di prati per il foraggio, di prodotti tipici e soprattutto di persone impegnate a preservare il territorio”.

 

VICENZA, SEN. LUCA DE CARLO IN VISITA ALL’IMPIANTO DI BIOMETANO DI SCHIAVON

“Riuscire a produrre energia pulita a partire dalle deiezioni animali è un grande passo avanti, che va nella direzione della sostenibilità ambientale e della produzione di energia, più che mai importante in questo momento in cui le tariffe sono letteralmente esplose”. Con queste parole il presidente provinciale di Coldiretti Vicenza, Martino Cerantola, commenta la visita di ieri del sen. Luca De Carlo, presidente della Commissione Agricoltura al Senato, all’impianto di biometano di Schiavon (Vi), dove oltre cento aziende agricole del territorio conferiscono il letame prodotto dai loro animali.

Entusiasta della visita, il sen. De Carlo ha commentato: “L’impianto che ho visitato, su invito del presidente Cerantola, è un impianto moderno, che dimostra come l’ambiente possa essere tutelato attraverso l’innovazione costante e non con i NO ideologici. E le possibilità di crescita e sviluppo che mi sono state illustrate fanno capire che questa è la direzione da percorrere per una vera sostenibilità ambientale, sociale ed economica”.

Soddisfatto anche il presidente Cerantola, che ha evidenziato come Coldiretti abbia sempre spinto alla sostenibilità ambientale ed all’impiego delle deiezioni per produrre energia: “Le deiezioni dei nostri animali sono indubbiamente degli scarti, ma possiamo decidere se sbarazzarcene semplicemente oppure dar loro una nuova vita trasformandoli per produrre energia. Sinceramente, credo sia il caso di valutare questa seconda strada, specie analizzando la situazione economica che stiamo vivendo”.

 

ALESSANDRIA, DA LISTA SPESA A SLALOM TRA NEGOZI PER LE OFFERTE PIÙ CONVENIENTI

Dall’utilizzo degli avanzi al boom degli acquisti a chilometro zero fino all’assalto ai discount

Dalla lista della spesa per mettere sotto controllo gli acquisti d’impulso, che è diventata una abitudine per l’81% degli alessandrini, allo slalom tra i negozi per cercare le offerte più convenienti con l’83% che punta su prodotti in promozione mentre il 72% degli alessandrini si reca direttamente nei discount.

Sono queste alcune delle strategie salva tasche adottate in tempi di inflazione secondo lo studio Coldiretti/Censis sui comportamenti per far fronte al caro prezzi nel carrello favorito dai rincari energetici, con le difficoltà che si trasferiscono dai campi alla tavola lungo tutta la filiera con le famiglie che spendono di più ma consumano di meno.

C’è anche chi, infatti, nella situazione di difficoltà preferisce fare una spesa etica con 8 alessandrini su 10 (80%) che acquistano ovunque possibile prodotti agricoli italiani, perché li considerano di qualità più alta ma anche per dare supporto economico alle imprese agricole italiane e “di prossimità”. 

Quasi sette alessandrini su 10 (69%) cercano regolarmente prodotti a chilometro zero che consumano meno carburanti e garantiscono maggiore freschezza con il 50% che effettua acquisti nei mercati dei contadini con l’obiettivo di sostenere le realtà locali, ridurre l’impatto ambientale dei lunghi trasporti e garantirsi prodotti più freschi che durano di più.

“Dall’utilizzo degli avanzi alla lista della spesa, dal boom degli acquisti a chilometri zero fino all’assalto ai discount sono solo alcune delle strategie adottate dagli italiani per far fronte al carovita, con la crescita dei prezzi che taglia le quantità di cibo acquistate – ha affermato il Presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco -. Con la crisi economica scatenata dal conflitto in Ucraina il 58% degli italiani ha iniziato a cucinare pietanze utilizzando gli avanzi dei pasti precedenti allargando a una fascia importante di popolazione una pratica sino ad oggi seguita da quote più ridotte di persone, coniugando la necessità di risparmiare con l’importanza etica di ridurre lo spreco. Un impegno sostenuto dalla Coldiretti con Campagna Amica, la più estesa rete di vendita diretta al mondo: 15mila agricoltori aderenti in quasi 1200 mercati lungo la Penisola”.

Le difficoltà delle famiglie, infatti, si trasferiscono direttamente sulle imprese dove l’aumento dei costi di produzione colpisce duramente l’intera filiera agroalimentare a partire dalle campagne dove più di 1 azienda agricola su 10 (13%) è in una situazione così critica da portare alla cessazione dell’attività, ma ben oltre 1/3 del totale nazionale (34%) si trova comunque costretta in questo momento a lavorare in una condizione di reddito negativo per effetto dei rincari.

“Per questo è necessario l’esigenza raddoppiare da 5 a 10 miliardi le risorse destinate all’agroalimentare nel Piano nazionale di ripresa e resilienza spostando fondi da altri comparti per evitare di perdere i finanziamenti dell’Europa. A livello nazionale, nell’ambito del Pnrr, abbiamo presentato tra l’altro progetti di filiera per investimenti dalla carne al latte fino alla frutta e verdura con più di 50 proposte – ha aggiunto il Direttore Coldiretti Alessandria Roberto Bianco -. Un impegno che ha l’obiettivo di combattere la speculazione sui prezzi con una più equa distribuzione del valore lungo la filiera per tutelare i consumatori ed il reddito degli agricoltori dalle pratiche sleali”.

 

TREVISO, STANZIATI 824,6 MLN EURO PER AGRICOLTURA 4.0: PUBBLICATI ULTIMI BANDI PSR

L’agricoltura continua ad essere un volano anche per l’occupazione

Le aziende agricole della Marca continuano ad investire sulla qualità e sulla sostenibilità per rimanere altamente competitive nei mercati nazionali e non solo. Lo faranno anche nel 2023 grazie agli ultimi bandi del PSR. Infatti, sono stati pubblicati i bandi del Programma di Sviluppo Rurale che mette a disposizione 117 milioni di euro per la competitività delle aziende agricole. Gli interventi attivati riguardano il ricambio generazionale, la formazione professionale, fino all’utilizzo dei servizi di consulenza da parte delle aziende. Si tratta dell’ultima tranche di risorse previste per il quinquennio di programmazione 2014-2020, poi prorogato fino a fine 2022, che ha registrato una corsa agli investimenti per migliaia di nuovi imprenditori under 40 che hanno potuto apportare innovazioni e alta tecnologia all’attività agricola sviluppando progetti sostenibili e moderni applicati alla tradizione contadina. Oltre alla possibilità del primo insediamento le misure guidano alla transizione ecologica, con opportunità da cogliere per il risparmio della risorsa idrica modernizzando gli impianti esistenti e la sostenibilità ambientale tramite la riduzione delle emissioni.

“Il settore primario – sottolinea Marco De Zotti delegato regionale degli under 30 di Coldiretti Treviso e Veneto – continua a manifestare la centralità nel sistema economico e rappresenta un volano per l’occupazione. La Regione del Veneto dedica massima attenzione alla nuova generazione dei campi – continua Marco De Zotti – tanto che ha già dato l’avvio alla fase complementare del prossimo quinquennio di programmazione comunitaria approvando il testo in Giunta che prevede una dotazione totale di 824,6 milioni di euro a favore di futuri agricoltori che potranno così tradurre i loro sogni in realtà”. 

Il nuovo PSR mette attenzione alla sostenibilità, per rendere ancora più efficienti le imprese agricole nell’utilizzo delle risorse naturali. Alla riduzione dell’impatto ambientale si accompagna l’utilizzo delle tecnologie innovative proprie dell’agricoltura 4.0. Infine, non va dimenticata l’attenzione alle fragilità territoriali (montagna, collina, aree della bassa pianura) che meritano di essere sostenute, stanti le maggiori difficoltà nella realizzazione delle produzioni agricole. Sono territori, questi, in cui il settore primario svolge un ruolo fondamentale per la vivibilità e per la fruizione turistica.

I bandi della nuova programmazione saranno varati a breve, già nella prossima primavera, a partire dalle misure agro-climatico-ambientali e, a fine 2023, avremo il nuovo bando misure strutturali che, nel segno della continuità, consentirà una nuova sessione di investimenti nelle imprese agricole.  

 

FERRARA, CONTRIBUTI REGIONALI AL SETTORE APISTICO

Con Delibera di Giunta regionale n. 27 del 09/01/2023, è stato approvato l’avviso pubblico di applicazione del Regolamento OCM apicoltura per la prima annualità 2023 del Programma regionale poliennale per l’apicoltura 2023. Ne da notizia Coldiretti Ferrara, informando che la presentazione delle domande relative al periodo 1° gennaio – 31 luglio 2023, dovrà avvenire entro il prossimo 10 febbraio.

Si tratta della possibilità per gli apicoltori di ottenere un contributo (60% per apicoltori singoli, 75% per forme associate) per investimenti funzionali alla propria attività che prevedano una spesa minima non inferiore a 250 euro e che siano riferiti agli interventi o azioni da effettuare nel primo semestre 2023.

Possono presentare domanda apicoltori, imprenditori apistici, apicoltori professionisti singoli o associati per lotta agli aggressori e malattie dell’alveare, prevenzione avversità climatiche, ripopolamento del patrimonio apistico attraverso l’acquisto di sciami, nuclei, pacchi di api e api regine, acquisto di arnie, attrezzature e materiali per l’effettuazione del nomadismo, acquisto di attrezzature e materiali per la migliore conduzione degli apiari e miglioramento delle condizioni di lavoro, lavorazione, confezionamento e conservazione dei prodotti aziendali. 

Per la presentazione della domanda occorrono preventivi di spesa (almeno 2), o relazioni tecniche illustrative per beni, attrezzature, impianti o processi innovativi per i quali non sia possibile reperire almeno due preventivi. 

Saranno ammesse a contributo le spese effettuate dalla presentazione della domanda di aiuto in poi.

Per le Associazione degli apicoltori sarà possibile ammettere a contributo anche le attività di formazione ed assistenza agli apicoltori, seminari, convegni, strumenti di informazione e networking.

Per ulteriori dettagli e chiarimenti gli Uffici di Coldiretti in tutto il territorio provinciale sono a disposizione degli interessati.

 

TREVISO, CIBO SINTETICO: I PRIMI DODICI COMUNI DELLA MARCA A DIRE NO

Sono già 12 i Comuni della Marca trevigiana che, ad oggi, hanno approvato una Delibera di Consiglio o di Giunta per dire NO al cibo sintetico proposto da Coldiretti Treviso: Cornuda, Fregona, Loria, Miane, Montebelluna, Pederobba, Ponte di Piave, Resana, San polo di Piave, Sarmede, Valdobbiadene, Vedelago. A questi se ne stanno aggiungendo altri in procinto di formalizzare la loro contrarietà alla produzione e diffusione di “cibo” prodotto in laboratorio. La presa di posizione degli Enti accoglie l’invito di Coldiretti Treviso che ha lanciato un appello ai primi cittadini a mobilitarsi contro il rischio concreto che il cibo sintetico arrivi presto sulle tavole dei cittadini.

La richiesta di supporto che l’Organizzazione ha inviato ai Comuni affianca la raccolta firme per la petizione popolare, promossa da Coldiretti e Fondazione Campagna Amica, Filiera Italia e World Farmers Markets Coalition, per chiedere una Legge nazionale che vieti la produzione, l’uso e la commercializzazione del cibo sintetico in Italia. 

“La chiara presa di posizione da parte dei Comuni, a pochi giorni dal nostro appello, e la conferma che molti altri stanno per deliberare in tal senso – afferma il direttore di Coldiretti Treviso, Giuseppe Satalino – dimostra la bontà della nostra mobilitazione e ci spinge a proseguire in queste azioni di informazione e di contrasto a questi epricoli annunciati”.

L’azione di Coldiretti parte dai presupposti che: il cibo sintetico è prodotto in bioreattori e dunque non salva l’ambiente perché consuma più acqua ed energia di molti allevamenti tradizionali. Come se non bastasse, poi, la produzione di questo “cibo” limita la libertà dei consumatori e omologa le scelte sul cibo; favorisce gli interessi di pochi operatori, monopolizzando l’offerta di cibo nel mondo; spezza lo straordinario legame che unisce cibo e natura e da ultimo non aiuta la salute in quanto non c’è garanzia che i prodotti chimici usati siano sicuri per il consumo alimentare e l’esperienza maturata è ancora troppo breve e non consente di avere alcuna certezza.

Questa mobilitazione vuole contrastare il pericolo, reale, che in poco tempo arrivi sulle tavole dei trevigiani e degli italiani cibo sintetico, ovvero prodotto in laboratorio, rendendo di fatto inutile il lavoro dei nostri agricoltori e allevatori che da millenni forniscono ai cittadini cibi sani e genuini, ottenuti nel rispetto della natura e delle norme che tutelano il benessere animale.

“E’ in atto – aggiunge il Direttore – una precisa strategia delle multinazionali che, con abili operazioni di marketing, puntano a modificare stili alimentari naturali fondati sulla qualità e la tradizione”. Per tali ragioni Coldiretti ritiene che il cibo sintetico non aiuterà nemmeno a perseguire gli obiettivi di giustizia sociale che guidano l’Europa, in quanto viene prodotto su brevetti e tecnologie con alti costi di ingresso e sviluppo, nelle mani di pochi grandi investitori multinazionali e può avere impatti socio-economici molto pericolosi a partire dalla chiusura di migliaia di aziende e perdita di posti di lavoro, portando in breve tempo ad una desertificazione dei territori.

“Coldiretti – spiega il Direttore – è fortemente preoccupata per l’impatto devastante che il latte come pure la carne sintetica avrebbe sulla nostra filiera zootecnica e non ci riferiamo solo agli allevatori ma anche all’industria casearia particolarmente presente nella Marca”.

 

TORINO, LATTE: PREZZI PAGATI AD ALLEVATORI COPRONO SOLO COSTI DI PRODUZIONE

«Quando il consumatore scopre che il prezzo del latte allo scaffale è aumentato di oltre 2 euro deve sapere che non è colpa di esose richieste degli agricoltori: il prezzo di 50-60 centesimi, pagato solo negli ultimi tempi, agli allevatori copre appena una parte dei costi di produzione». Ricorda il presidente di Coldiretti Torino Bruno mecca Cici.

A causa della guerra e della scorsa annata siccitosa la razione di mangime (fieno e cereali) per produrre un litro di latte costa all’allevatore circa 57 centesimi. A questi si devono sommare alcuni centesimi per l’energia elettrica necessaria per mungitrici, frigoriferi per la conservazione del latte, ventole per il benessere animale, drenaggio lettiere. Un altro esempio? I rotoloni di carta da 1000 strappi per pulire le mammelle prima della mungitura pochi mesi fa si pagavano 13 euro ora si pagano 20 euro. Anche il costo dei disinfettanti per le mammelle è aumentato di un terzo. A questi vanno aggiunti i costi dei coaudiutori senza contare il costo del lavoro dell’imprenditore che rimane sempre escluso da qualunque conteggio.

«I 57 centesimi al litro che vengono riconosciuti alle stalle – spiega il presidente di Coldiretti Torino, Bruno Mecca Cici – bastano appena per ripagare i costi di mangimi, paglia per le lettiere, energia che hanno raggiunto importi letteralmente impazziti con la guerra. Non accettiamo più che una parte dell’industria alimentare cerchi di riguadagnare quote di mercato sulla pelle degli agricoltori. Il nostro lavoro va pagato: dal latte alla carne, dalla frutta ai cereali non lasceremo che industria, Grande Distribuzione e grossisti non riconoscano i costi di produzione e i costi del lavoro di chi produce il cibo. Abbiamo ottenuto da pochi mesi la legge contro le pratiche sleali e la faremo rispettare. Proprio la legge vieta, tra le pratiche sleali, anche i pagamenti sottocosto ai fornitori e le offerte di sconto allo scaffale che ricadono sui produttori. Per mettere insieme le esigenze dei produttori e dell’industria alimentare Coldiretti promuove i contratti di filiera. Proprio sul latte esiste un esempio virtuoso proprio in Piemonte con il contratto di filiera del latte piemontese Coldiretti-Inalpi. Questo accordo resiste nel tempo e ogni anno conferma sempre di più il valore dei contratti di filiera che garantiscono qualità ai consumatori, margini all’industria ed equo compenso agli allevatori».

 

MANTOVA, MINISTRO LOLLOBRIGIDA AL CONSORZIO VIRGILIO

Più agricoltura per creare ricchezza

I numeri dell’agricoltura mantovana al ministro dell’Agricoltura e sovranità alimentare, Francesco Lollobrigida, li elenca Paolo Carra, presidente di Coldiretti Mantova e del Consorzio Virgilio, cooperativa di secondo grado dove il ministro è stato in visita nel pomeriggio.

Il presidente Carra e alcuni consiglieri di Coldiretti Mantova e del Consorzio Virgilio lo hanno accompagnato nella visita agli stabilimenti, fra magazzini di stagionatura e linee di produzione.

I numeri. “Siamo la seconda provincia agricola d’Italia, con una produzione di 1,5 milioni di forme di Grana Padano, 400.000 forme di Parmigiano Reggiano, 1,1 milioni di maiali destinati alle produzioni Dop dei prosciutti di Parma e San Daniele – riassume Carra -. Possiamo contare su oltre 6mila ettari coltivati a melone mantovano Igp, una delle punte di diamante a livello nazionale, così come possiamo vantare produzioni di qualità in ambito ortofrutticolo, dall’insalata alla pera mantovana Igp, fino al florovivaismo, che conta 270 aziende ed è leader a livello nazionale. Siamo una provincia di trasformatori, tanto che la produzione agroalimentare del territorio pesa per il 20% della plv dell’intera Lombardia, grazie a 7.300 imprese agricole, 300 delle quali condotte da giovani. Negli anni abbiamo intercettato il maggior numero di risorse a livello di Programma di sviluppo rurale lombardo”.

Le sfide. Restano alcuni nodi da risolvere. “Abbiamo problemi di manodopera – dichiara Carra -. Pensiamo alla raccolta dell’ortofrutta o dell’uva. È positivo il provvedimento di assunzione temporanea, seppure nel periodo limitato di 45 giorni, ma è necessario essere più veloci per decidere i flussi”.

Un altro tema è legato “al costo dell’energia, insieme al costo del denaro, che diventerà uno dei limiti per la crescita – afferma Carra – I numeri dell’agricoltura mantovana ci confermano che siamo una grande forza, ma abbiamo bisogno di piattaforme per esportare: serve un cambio di passo”.

Per Confcooperative Mantova è intervenuto il presidente Fabio Perini, che ha ricordato la forza della cooperazione sul territorio (“in grado di assicurare agli agricoltori conferenti dal 10 al 15% in più sul valore di mercato”, spiega) e ha posto l’attenzione sull’esigenza della semplificazione burocratica.

Le risposte del ministro Lollobrigida. Articolato l’intervento del ministro Lollobrigida, che spazia dal decreto flussi e all’esigenza di manodopera (“dobbiamo capire se c’è una risposta lavorativa interna, senza per questo chiudere la porta all’immigrazione regolare, alla formazione anche nei Paesi di origine, dobbiamo poter pianificare), alle risposte legate al caro-energia (“abbiamo messo a disposizione 30 miliardi), fino al ruolo che deve giocare l’Italia in Europa e nel mondo.

Fondamentale la spinta dell’export. “Abbiamo superato i 60 miliardi di esportazioni nell’agroalimentare – ricorda Lollobrigida -: è troppo poco, possiamo e dobbiamo fare di più, per le potenzialità dei prodotti di qualità”.

Nuovo ruolo dell’Italia anche in Europa, soprattutto per incidere maggiormente a livello politico. “Il Nutriscore è una scelta aberrante – commenta il ministro -. Non serve a informare, ma a condizionare le scelte dei consumatori. Allo stesso modo le etichette sul vino, oggetto di attacco intollerabile, senza alcuna presa di posizione da parte della Commissione europea, che le ha avallate”. O come la carne sintetica, “negazione di una cultura e di un mondo come quello agricolo”. Un’Europa, in buona sostanza, che è da cambiare attraverso il dialogo e l’azione.

Il ministro punta a potenziare il Sistema Italia, attraverso “filiere che vengono ricomposte e valorizzate – insiste -. Perché acquistare i vitelli in Francia, quando possiamo allevare in zone come Sicilia e Sardegna e potenziare il nostro modello?”.

Azioni mirate a rendere l’Italia “una superpotenza dell’agroalimentare, grazie alla qualità. solo così potremo creare ricchezza da redistribuire a quelli più deboli di noi”.

 

CUNEO, ALTA LANGA: SERVONO RISPOSTE PER VALORIZZARE AZIENDE E TERRITORIO

Superare cavilli burocratici e agire verso un obiettivo comune di condivisione delle priorità per affrontare le nuove sfide di mercato

Valorizzare tutte le imprese vitivinicole e il territorio dell’Alta Langa, trovando punti di condivisione con il Consorzio, è la priorità. È quanto afferma Coldiretti Cuneo rispetto alla richiesta di modifica del disciplinare “Alta Langa DOCG” inviata al Consorzio attraverso una specifica lettera.

“Il successo dello spumante Alta Langa, che valorizza un’area rurale svantaggiata, dipende proprio dall’elevata qualità del prodotto e dalle attività messe in atto dal Consorzio, espressione delle case spumantiere e delle imprese agricole. Per questo è necessario superare cavilli burocratici e agire verso un obiettivo comune di condivisione delle priorità per affrontare le nuove sfide di mercato” dichiara il Presidente di Coldiretti Cuneo, Enrico Nada.

Questi i numeri dell’Alta Langa: 378 ettari, 260 viticoltori di cui 80 soci del Consorzio, 55 cantine e oltre 1 milione di bottiglie prodotte con la proiezione di arrivare a 3 milioni nei prossimi 2 anni.

“L’Alta Langa DOCG rappresenta una delle eccellenze della nostra vitivinicoltura, per questo è opportuno impegnarsi affinché, in piena sintonia tra i vari soggetti, si possano condividere anche i criteri di assegnazione delle nuove superfici al fine di raggiungere gli obiettivi di valorizzazione e promozione del prodotto, oltre a consentire a tutte le nostre imprese di poter produrre e lavorare in maniera snella, senza espletare ulteriori procedure, per far crescere ancora di più il valore del prodotto. L’accordo tra i vari soggetti della filiera è fondamentale per la crescita di questa nostra eccellenza, per questo chiediamo di rivedere alcune parti del nuovo regolamento in approvazione che trovano noi e la maggioranza dei produttori in forte disaccordo” chiede il Direttore di Coldiretti Cuneo, Fabiano Porcu.

 

Appuntamenti

 

EMILIA ROMAGNA, A ROMA MUCCHE E PECORE PER TRADIZIONALE BENEDIZIONE ANIMALI

Parteciperà anche delegazione Associazione Regionale Allevatori Emilia-Romagna

Per Sant’Antonio Abate patrono degli animali arrivano in Piazza San Pietro a Roma mucche, asini, pecore, capre, cavalli, galline e conigli delle razze più rare e curiose salvate dal rischio di estinzione dagli allevatori italiani che da tutta la Penisola sbarcano nella Capitale per iniziativa dell’Associazione italiana Allevatori (AIA) e della Coldiretti, alla quale

Martedì 17 gennaio 2020 dalle ore 9 in Piazza San Pietro a Roma per la tradizionale benedizione insieme a cani e gatti saranno presenti gli animali della fattoria che popolano le campagne nazionali: dalla mucca Frisona Italiana alla Chianina, dalla Marchigiana alla Pezzata Rossa, dalla Pecora Sarda alla Sopravvissana, dalla capra Girgentana alla Monticellana, dal Cavallo Agricolo Italiano da Tiro Pesante Rapido fino all’asino dell’Amiata il “Miccio” amiatino, oltre a conigli, galline e oche. Mentre i giovani della Coldiretti porteranno cesti da far benedire con i prodotti dei loro allevamenti, dalle uova ai formaggi.

Per l’occasione sarà divulgato lo studio “Salviamo la Fattoria Italia” con gli ultimi dati sulla situazione di tutto quel patrimonio vivente di animali che hanno fatto la storia dell’Italia dal punto di vista economico e sociale, caratterizzando sia i ricchi territori della pianura che le aree di montagna più marginali e svantaggiate.
Alle ore 11 si terrà la funzione liturgica all’interno della Basilica Vaticana, presso l’Altare Cattedra, presenziata da Sua Eminenza Cardinal Mauro Gambetti, Arciprete della Basilica Papale di San Pietro in Vaticano, Vicario Generale di Sua Santità per la Città del Vaticano e Presidente della Fabbrica di San Pietro, che al termine della Santa Messa assisterà alla conclusione della sfilata di cavalli e cavalieri lungo Via della Conciliazione, per poi impartire la benedizione a uomini e animali radunati in Piazza Pio XII, assieme alle rappresentanze di alcuni Reparti a Cavallo delle Forze Armate.

 

VENETO, ALLEVATORI VENETI DOMANI A ROMA PER CELEBRARE SANT’ANTONIO ABATE

Mucche, asini, pecore, capre, cavalli, galline e conigli delle razze più rare e curiose salvate dal rischio di estinzione dagli agricoltori saranno domani i protagonisti dell’evento organizzato da Coldiretti insieme all’Aia (Associazione italiana allevatori) in Piazza San Pietro a Roma per celebrare il patrono degli animali Sant’Antonio Abate.

In arrivo da tutta la Penisola gli esempi del patrimonio zootecnico nazionale dalla mucca Frisona Italiana alla Chianina, dalla Marchigiana alla Pezzata Rossa, dalla Pecora Sarda alla Sopravvissana, dalla capra Girgentana alla Monticellana, dal Cavallo Agricolo Italiano da Tiro Pesante Rapido fino all’asino dell’Amiata il “Miccio” amiatino. Con loro anche cani e gatti, presenze domestiche, che potranno ricevere la benedizione.

Il 17 gennaio rappresenta sempre una data da non dimenticare per gli allevatori veneti. La ricorrenza della festa liturgica dedicata a Sant’Antonio Abate, viene celebrata sul territorio regionale perché questa figura emblematica della fede cristiana, fondatore del Monachesimo, è ancora vissuta con grande partecipazione, soprattutto nelle comunità rurali.

Per l’offertorio il Presidente regionale dell’Arav, Floriano De Franceschi, ha preparato un cesto con le eccellenze lattiero casearie venete frutto di specie salvate dall’oblio come la vacca Burlina, bovino autoctono, il cui latte dà il Morlacco e il Bastardo del Grappa formaggi della tradizione contadina che continuano ad essere preparati grazie ai produttori di montagna.

“Come allevatori sentiamo forte la responsabilità di garantire ai cittadini cibi provenienti dalle nostre stalle, che siano frutto di azioni rispettose del benessere degli animali allevati e della tutela dell’ambiente nel quale vivono – spiega il presidente Floriano De Franceschi alla vigilia della partenza per la Capitale -. Osserviamo con preoccupazione quanto la scarsità di materie prime alimentari che si prospetta ogni qualvolta si scatena un conflitto, possa essere utilizzata come arma di ricatto verso le popolazioni colpite. Abbiamo a cuore la conservazione della biodiversità animale di interesse zootecnico: un valore da preservare, che rappresenta quanto di più lontano possa esistere rispetto alla volontà di introdurre nei nostri sistemi agroalimentari cibi processati o frutto di inconcepibili “creazioni” da laboratorio. Anche per questo, lavoriamo e ci impegniamo ogni giorno, affinché nelle nostre aziende, grandi o piccole che siano, si produca tenendo ben presente che dalla cura che mettiamo allevando il bestiame dipende sia il nostro reddito che la qualità delle produzioni”.

 

TOSCANA, PIZZA DAY: PIZZA A KM ZERO, A SCUOLA DA CUOCHI DI CAMPAGNA AMICA

Pizza Day con la prima pizza a km zero preparata dai cuochi contadini di Campagna Amica. Appuntamento martedì 17 gennaio, in occasione della Giornata Mondiale della Pizza, al Giardino di Manipura a Massarosa (via dei Cavalli, 176), in Versilia, Lucca, per il primo corso per imparare realizzare la pizza a km zero con gli ingredienti a filiera corta delle aziende agricole che aderiscono alla rete di Campagna Amica. L’obiettivo della pizza a km zero è quello di valorizzare i prodotti di qualità e di stagione del territorio evitando qualsiasi forma di spreco alimentare. 

L’iniziativa è in programma dalle ore 14.30 alle 19.00. Il corso sarà tenuto dalla cuoca contadina Francesca Buonagurelli.

L’iniziativa è organizzata dal Giardino di Manipura (www.ilgiardinodimanipura.it) in collaborazione con Donne Impresa Coldiretti Lucca e Campagna Amica.

 

MARCHE, ANIMALI IN PIAZZA PER LA BENEDIZIONE DI SANT’ANTONIO

In regione meno aziende ma aumentano i capi

Più della metà delle famiglie marchigiane ha in casa un animale da compagnia. Numeri in crescita come quelli che riguardano greggi e mandrie negli allevamenti della nostra regione anche se diminuisce quello delle aziende zootecniche. Lo rende noto Coldiretti Marche alla vigilia della Festa di Sant’Antonio Abate, Patrono degli Animali, che si celebra il 17 gennaio con la benedizione degli animali nelle parrocchie e nelle campagne. Proprio per dar seguito a questa tradizione domenica 22 si terrà a Santa Maria Nuova (Ancona) una celebrazione particolare con la benedizione del pane, dei frutti della terra, dei mezzi agricoli e degli animali. Il programma prevede messe al mattino tra le chiese della Sacra Famiglia in località Collina e di Sant’Antonio a Santa Maria Nuova mentre nel pomeriggio, in piazza Magagnini alle 15, si terrà la benedizione degli animali. Secondo la Banca dati regionale sugli animali d’affezione nelle Marche si contano 477mila tra cani e gatti ai quali si aggiungono oltre 281mila tra mucche, bufale, pecore, capre, cavalli, asini e maiali senza contare 5,6 milioni di volatili tra polli, galline, tacchini, oche, anatre e quaglie. Rispetto a 10 anni fa la consistenza degli allevamenti (avicoli esclusi) è aumentata del 3%. Fanno parte della “famiglia” anche 200mila conigli e lepri e non mancano nelle nostre colline anche animali esotici come struzzi, emu, alpaca e lama. Sono poco più di 12mila le aziende zootecniche marchigiane. Con l’aumento delle materie prime legato alla crisi energetica gli allevamenti sono tra le attività più penalizzate con aumenti delle spese correnti che arrivano, a seconda della tipologia, anche a 99mila euro in più all’anno secondo l’indagine del Crea. Un settore in grande difficoltà ma strategico per la tenuta del territorio, per l’economia di zone montane e svantaggiate e per prevenire lo spopolamento delle aree interne.

 

ABRUZZO, IN PIAZZA SAN PIETRO A ROMA MUCCHE E PECORE

Anche l’Abruzzo con i giovani per la tradizionale benedizione degli animali

Per Sant’Antonio Abate, patrono degli animali, arrivano in Piazza San Pietro a Roma mucche, asini, pecore, capre, cavalli, galline e conigli delle razze più rare e curiose salvate dal rischio di estinzione dagli allevatori italiani che da tutta la Penisola – anche dall’Abruzzo – sbarcheranno nella Capitale per iniziativa dell’Associazione italiana Allevatori (AIA) e della Coldiretti.

L’appuntamento è domani Martedì 17 gennaio 2020 dalle ore 9 in Piazza San Pietro a Roma per la tradizionale benedizione: insieme a cani e gatti saranno presenti gli animali della fattoria che popolano le campagne nazionali e i giovani della Coldiretti porteranno i prodotti dei loro allevamenti, dalle uova ai formaggi per farli benedire. Dall’Abruzzo arriveranno con i pullman decine di allevatori di Ara e Coldiretti e ci sarà anche una delegazione di giovani che porteranno un cesto di formaggi vaccini, anche per ricordare l’importanza del patrimonio zootecnico abruzzese in un momento di grande crisi per il sistema allevatoriale.

E, per l’occasione, sarà divulgato lo studio “Salviamo la Fattoria Italia” con gli ultimi dati sulla situazione di tutto quel patrimonio vivente di animali che hanno fatto la storia dell’Italia dal punto di vista economico e sociale, caratterizzando sia i ricchi territori della pianura che le aree di montagna più marginali e svantaggiate.
Alle ore 11 si terrà la funzione liturgica all’interno della Basilica Vaticana, presso l’Altare Cattedra, presenziata da Sua Eminenza Cardinal Mauro Gambetti, Arciprete della Basilica Papale di San Pietro in Vaticano, Vicario Generale di Sua Santità per la Città del Vaticano e Presidente della Fabbrica di San Pietro, che al termine della Santa Messa assisterà alla conclusione della sfilata di cavalli e cavalieri lungo Via della Conciliazione, per poi impartire la benedizione a uomini e animali radunati in Piazza Pio XII, assieme alle rappresentanze di alcuni Reparti a Cavallo delle Forze Armate.

 

SARDEGNA, CRISI ORTICOLTURA: GIORNATE A TEMA NEI MERCATI CAMPAGNA AMICA

Ha preso il via nei mercati di Campagna Amica sardi le iniziative a tema per celebrare il carciofo simbolo dell’orticoltura sarda che, come tutto il settore, non sta sicuramente attraversando un buon momento. L’inflazione, i cambiamenti climatici e le speculazioni che si nascondono lungo la filiera sono tra i maggiori responsabili di una crisi che sta soffocando gli agricoltori. Il carciofo, eccellenza simbolo dell’agricoltura sarda che si classifica tra le tre maggiori produttrici a livello italiano, rischia di rimanere addirittura in campo senza raccolto in quanto gli agricoltori oggi sono costretti a venderlo al mercato all’ingrosso a prezzi a dir poco vergognosi, molto al di sotto dei costi di produzione.

Diversi i fattori che stanno annientando il settore orticolo sardo che saranno analizzati da tutti gli attori della filiera, dai produttori alla distribuzione e i rappresentanti delle Istituzioni regionali, venerdì prossimo, 20 gennaio, dalle ore 10, alla Fiera a Cagliari durante una grande assemblea regionale.

“Come Coldiretti stiamo lavorando su più fronti per dare stabilità e sicurezza a questo pilastro della nostra agricoltura – afferma il presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu – a cominciare da Campagna Amica, dove i prodotti orticoli sono protagonisti, divenuta in pochi anni la rete di vendita diretta più grande del mondo sotto lo stesso marchio, che nasce dal patto con il consumatore garantendo un prezzo equo sia a chi produce e sia a chi porta a tavola i prodotti; una struttura che solo in Sardegna fattura intorno ai 20 milioni di euro. Ma stiamo anche lavorando con la grande distribuzione attraverso la nostra società Filiera Agricola Italiana per diversi progetti che garantiscono una equa remunerazione al produttore e la sicura origine del prodotto”.  

Non solo. “Dallo scorso anno stiamo anche costruendo una piattaforma digitale interattiva in cui sono presenti i principali dati della filiera agricola – sottolinea Luca Saba, direttore di Coldiretti Sardegna – compresa quella orticola della quale ad oggi si conosce ben poco e dunque mancano – anche e soprattutto al mondo politico – gli strumenti per poter programmare seriamente un suo sviluppo. Allo stesso tempo siamo in campo con diversi progetti sui cambiamenti climatici, altro buco che sta strozzando gli agricoltori, cosi come per un sistema sulle assicurazioni funzionale”.

Grazie alle iniziative sul carciofo presenti da oggi in tutti i mercati di Campagna Amica, dal nord al sud della Sardegna, sarà possibile oltre a conoscere le qualità salutistiche del prodotto e delle ricette tradizionali, sostenere un settore fondamentale della nostra agricoltura che da lavoro a migliaia di persone.

 

CREMONA, FESTA DI SANT’ANTONIO ABATE, DOMANI CELEBRAZIONE A CICOGNOLO

La Festa di Sant’Antonio abate, protettore degli animali, è da sempre una giornata attesa e sentita nelle campagne cremonesi. Per gli imprenditori agricoli – evidenzia Coldiretti Cremona – diventa occasione per sottolineare il valore del lavoro dei campi, della nostra zootecnia, testimoniando la passione, la tenacia, la professionalità e la cura con cui gli agricoltori seguono i propri allevamenti, nonché l’importanza del lavoro agricolo, che assicura cibo e benessere alla collettività.

Nel territorio cremonese si custodisce la bella tradizione di accogliere il sacerdote negli allevamenti, ricevendo la benedizione delle stalle, così da affidare gli animali, e chi se ne prende cura, alla protezione del Santo.

Quest’anno Coldiretti Cremona sottolinea il valore della festa dedicata a Sant’Antonio abate dando vita ad un momento di preghiera e di incontro a Cicognolo, martedì 17 gennaio, con la celebrazione della Santa Messa presso la Chiesa parrocchiale, alle ore 10.30. Tutti gli agricoltori, e con loro l’intera comunità, sono invitati a partecipare. L’appuntamento prevede anche un momento conviviale, nel segno dei sapori contadini, presso l’oratorio. Seguiranno varie tappe nel corso della giornata, nelle aziende zootecniche, con la benedizione degli animali.  

“In questa giornata ci affidiamo a Sant’Antonio, perché protegga e accompagni sempre il lavoro di tutti gli allevatori. Gli animali custoditi negli allevamenti italiani rappresentano un tesoro unico – evidenzia Coldiretti Cremona -.  Gli allevatori tengono particolarmente a questa festa e al suo significato, inteso ad esaltare valori quali il benessere animale e la valorizzazione di tutto il settore zootecnico, sempre in prima linea per la tutela dell’ambiente e il rispetto del creato. La giornata è occasione per ribadire il nostro impegno a difesa di un settore fondamentale della filiera agricola e dell’economia del Paese”. 

 

RAVENNA, INCONTRO CON AZIENDE AGRICOLE PER PRESENTARE NUOVI BANDI PSR

Nuova PAC e novità della finanziaria per l’agricoltura

Coldiretti Ravenna promuove tre focus di aggiornamento tecnico-fiscale aperti a tutti gli imprenditori agricoli al fine di illustrare nel dettaglio le novità della Finanziaria in agricoltura, i nuovi bandi PSR e la ‘nuova PAC’.

Il ciclo di incontri pubblici si aprirà mercoledì 18 gennaio con il focus dedicato alle aziende del comprensorio faentino e si terrà a partire dalle ore 17 presso la Sala Parrocchiale ‘Casa Maria di Nazareth’ in via Errano 4 a Errano di Faenza.

Il giorno seguente, 19 gennaio, previsto l’incontro per tutte le aziende dell’area basso romagnola che si terrà, sempre dalle ore 17, presso la Sala Congressi ‘Rosa dei Venti’ in via Fiumazzo 161 a Cà di Lugo.

Terzo e ultimo focus, dedicato in particolare alle imprese dell’area di Ravenna, in programma il 25 gennaio, ore 17, presso l’Hotel Cube di via Luigi Masotti 2, Fornace Zarattini (RA).

Durante i tre incontri previsti gli interventi degli esperti di Coldiretti e Impresa Verde con specifici approfondimenti sui temi di sicuro interesse per tutte le imprese del territorio. In particolare, interverranno Marco Giovannini, Responsabile CAA Coldiretti per Impresa Verde Romagna andando ad illustrare i contenuti della nuova PAC e dei bandi PSR ‘Agroambiente’ e ‘Lotta Integrata’; gli aspetti fiscali legati alle novità agricole in Finanziaria saranno invece trattati da Andrea Marconi, Responsabile area fiscale di Impresa Verde Romagna.

 

PISTOIA, VIVAISMO: CONVEGNO SULL’AGRICOLTURA 4.0, LA PRECISIONE (È) ORNAMENTALE

Novità e finanziamenti: 8 milioni a fondo perduto derivanti dal Psr

Mercoledì 18 gennaio, a partire dalle 16, Coldiretti Pistoia farà il punto sulle novità dell’agricoltura di precisione nel vivaismo: sensori, droni, satelliti, siti, trattori e serre hi-tech al servizio dell’ottimale gestione in vivaio. E naturalmente si parlerà dei finanziamenti di cui possono beneficiare anche le imprese florovivaistiche: “8 milioni di euro a fondo perduto previsti nel Psr 2022/2027 messi sul piatto dell’innovazione agricola da Regione Toscana – spiega Coldiretti Pistoia-, che copriranno ben il 75% degli investimenti aziendali. Se ad investire sarà un giovane agricoltore, la percentuale di investimento coperto da fondi pubblici sale al 90% (analoga percentuale se ad investire sarà un’azienda localizzata in zona svantaggiata)”.

“L’incontro si intitola La precisione (è) ornamentale. L’agricoltura 4.0 nel vivaismo, novità e finanziamenti. Nella sala del consiglio della Camera di Commercio, in corso Fedi, 36 a Pistoia –spiega Coldiretti-, il mondo della ricerca dirà alle imprese vivaistiche a cui il convegno è rivolto, ciò che è già disponibile e le innovazioni in arrivo legate alle nuove tecnologie”. Parteciperanno insieme a Coldiretti, CREA, Scuola Sant’Anna, UniTus, Unifi-Dagri, CNR, Regione Toscana. Media partner Aboutplants.eu.