Primo piano
TOSCANA
LUPO: GLI AVVISTAMENTI NEI CENTRI ABITATI SI MOLTIPLICANO
In Toscana sale la preoccupazione. Un nuovo avvistamento, documentato da un cittadino, a Torniella nel comune di Roccastrada. A Grosseto, mercoledì 7 giugno, una delegazione di Coldiretti ed allevatori incontra il Prefetto.
Il lupo “bussa” alla porta di casa. Si moltiplicano gli avvistamenti nei centri abitati. Gli ultimi casi di cronaca ci portano a Castiglione della Pescaia con la “passeggiata” notturna di un lupo nella zona del porto e a Torniella, frazione di Roccastrada, ancora nel grossetano, dove un esemplare dopo aver attraversato la strada di prima mattina e si è diretto verso un gruppo di case per fortuna senza incontrare nessuno. Ma gli incontri ravvicinati sono stati molti nell’ultimo periodo e non sempre senza conseguenze come accaduto lo scorso aprile a Porcari, a Lucca, dove una donna di 50 anni è stata morsa da un lupo nel tentativo di difendere il suo cane. Una presenza non più discreta e rara e soprattutto non più circoscritta all’habitat della montagna. A denunciarlo è Coldiretti Toscana che torna ad invocare un piano nazionale per la gestione delle specie selvatiche.
“Ritrovarsi un lupo davanti alla porta di casa sta diventando una pericolosa abitudine. E’ evidente che, come per i cinghiali, l’equilibrio è saltato. – spiega Fabrizio Filippi, Presidente Coldiretti Toscana – Nel 1973 il lupo era una specie gravemente minacciata, gli esemplari censiti erano solo 100; l’ultimo censimento dell’Ispra, nel 2022, ha contato 3.300 animali nelle regioni della zona peninsulare con una probabilità di presenza molto elevata in Toscana dove ha colonizzato quasi la totalità degli ambienti idonei. Secondo l’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura non è più una specie vulnerabile e questo è un risultato straordinario e significativo di un progetto di ripopolamento che ha funzionato. Ma questa crescita ora va riequilibrata”.
Sono quasi 2.500 gli eventi di predazione in regione a danno delle aziende zootecniche in un quinquennio. 500 all’anno. Più di uno al giorno. 7.405 i capi predati, quasi 1.500 ogni anno, il 95% sono pecore secondo lo studio dell’Ispra. “Gli allevatori, sin dai tempi dei tempi, hanno convissuto in pace con i lupi. Ma oggi ci troviamo ad affrontare un fenomeno che non viene gestito. Le predazioni sono la principale causa della chiusura di molti allevamenti nella nostra regione al pari dei cinghiali per le aziende agricole tradizionali con gravi ripercussioni sulla biodiversità, sull’occupazione e sulla manutenzione del territorio. Dobbiamo ritrovare un equilibrio sostenibile che preservi la specie del lupo in purezza senza però rappresentare una pesante criticità per la sopravvivenza delle aziende e gli allevamenti”.
Le istituzioni – secondo Coldiretti Toscana – devono con coraggio definire un Piano nazionale che guardi a quello che hanno fatto altri Paesi Ue come Francia e Svizzera per la difesa degli agricoltori e degli animali allevati. Serve responsabilità nella difesa degli allevamenti, dei pastori e allevatori che con coraggio continuano a presidiare le montagne e a garantire la bellezza del paesaggio. Senza i pascoli – conclude la principale organizzazione agricola reginale – le montagne muoiono, l’ambiente si degrada e frane e alluvioni minacciano le città.
Nel frattempo, a Grosseto una delegazione di allevatori e di Coldiretti incontra domani, mercoledì 7 giugno (alle ore 12.00), il Prefetto di Grosseto proprio sul tema delle predazioni. In provincia di Grosseto sono 500 gli allevamenti chiusi in dieci anni a causa dei lupi.
Dal Territorio
PUGLIA, MALTEMPO: DANNI INGENTI NELLE CAMPAGNE
9 eventi estremi in 7 giorni
Frutta e ortaggi distrutti dalla grandine, teloni di uva da tavola strappati dal vento, foraggio per l’alimentazione degli animali perduto, trapianti in enorme ritardo per i campi resi impraticabili per le bombe d’acqua, colture affogate dai nubifragi, con il maltempo che ha colpito a macchia di leopardo la Puglia, provocando danni ingenti all’agricoltura. E’ quanto emerge dal monitoraggio della Coldiretti Puglia, sugli effetti della perturbazione che attraversa la Puglia dove sono stati rilevati ben 9 eventi estremi negli ultimi 7 giorni tra violenti temporali, forti grandinate e tempeste di vento e fulmini, secondo elaborazioni su dati Eswd (European severe weather database) e che non accenna a rientrare.
In Puglia – rileva la Coldiretti Puglia – una violenta grandinata ha colpito ortaggi e pomodori in pieno campo in provincia di Lecce, con epicentro a Corigliano ma le recenti straordinarie precipitazioni non hanno risparmiato il settore vitivinicolo creando un ambiente favorevole alla diffusione della peronospora, una malattia fungina che può causare gravi danni alle viti e compromettere a capacità produttiva dei vigneti – sostiene la Coldiretti Puglia – e, con essa, la tenuta economica delle aziende e delle strutture cooperative che operano nel comparto, ma sono anche andate irrimediabilmente perdute le ciliegie primizie, le Bigarreau, mentre già iniziano a contarsi i danni sulle ciliegie Giorgia.
Le ondate di maltempo con le piogge improvvise e torrenziali fuori stagione stanno ritardando il trapianto dei pomodori, mentre permane l’aumento dei costi di produzione del 30%, quando allo scaffale si paga più la bottiglia che il pomodoro, ma con le bombe d’acqua che hanno allagato le campagne è andato perso il 50% del foraggio per alimentare gli animali nelle stalle, perché è stato allettato dalle violenti piogge e snaturato per cui risulta duro e privo delle sostanze nutritive, con ritardi di oltre 15 giorni nella raccolta. Il rischio è l’ulteriore aumento del costo dei mangimi, schizzati già a causa del rialzo delle quotazioni delle principali materie prime quali soia, mais, cereali e foraggio anche a causa dell’attuale crisi Ucraina – spiega Coldiretti Puglia – con gli allevatori che devono garantire scorte di cibo agli animali chiusi nelle stalle.
Il maltempo, con temperature più basse della media stagionale, bombe d’acqua e vento forte, dopo la lunga siccità, colpisce gli alveari e taglia i raccolti di miele in primavera – denuncia Coldiretti Puglia – con una perdita di produzione dei mesi di aprile e maggio 2023 pari anche dell’80% rispetto alla scorsa stagione.
Siamo di fronte alle evidenti conseguenze dei cambiamenti climatici anche in Italia dove l’eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai la norma, con una tendenza alla tropicalizzazione che – conclude la Coldiretti – si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi che compromettono le coltivazioni nei campi con perdite della produzione agricola e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne.
MOLISE, MALTEMPO: REGIONE ACCOGLIE RICHIESTE, CHIESTO INTERVENTO DEL GOVERNO
Accogliendo le richieste di Coldiretti Molise che nelle scorse settimane ha segnalato più volte all’Assessorato regionale all’Agricoltura i gravi danni che sta subendo tutto il settore agricolo a causa del perdurare del maltempo, caratterizzato da piogge insistenti e violente, la Regione Molise ha inviato una nota ufficiale al Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, chiedendo all’esponente di Governo “un intervento urgente da parte del Ministero dell’Agricoltura al fine di sostenere gli agricoltori e le loro attività in questo momento di crisi”.
Pur esprimendo la massima solidarietà e vicinanza agli abitanti ed alle aziende operanti nelle aree dell’Emilia Romagna e delle Marche, duramente provate dall’alluvione, Coldiretti Molise aveva evidenziato al Consigliere Delegato alle Politiche Agricole ed Agroalimentari della Regione Molise, Nicola Cavaliere, che “anche il nostro territorio non esce indenne dalle forti ed incessanti precipitazioni delle scorse settimane”, precisando che “lo scenario regionale evidenzia, ad oggi, vigneti gravemente danneggiati, distese di cereali completamente allettati, coltivazioni ortofrutticole fortemente compromesse”.
Da una ricognizione sul territorio, operata dalla struttura tecnica di Coldiretti, è infatti emerso che particolarmente colpita dalla furia del maltempo è stata l’area del Basso Molise, specie nei territori dei comuni di Campomarino, Portocannone, Guglionesi e San Marino in Pensilis, dove i viticoltori, a causa del ristagno di acqua, non sono riusciti, per giorni, nemmeno ad entrare sui campi per poter svolgere i trattamenti necessari a contrastare l’attacco della peronospora e dell’oidio e degli altri parassiti della vite. Un’emergenza che presenterà un conto altissimo a danno del comparto vitivinicolo che sta attraversando da molti mesi gravi difficoltà, a causa delle elevata giacenza di vino nelle cantine conseguente al difficile andamento del mercato.
I danni non si fermano però qui. In gran parte compromessi, a causa delle forti precipitazioni subite, evidenzia Coldiretti, risultano anche i frutteti: è il caso di susine, albicocche e ciliegie, che erano ormai prossime alla raccolta, solo per citarne alcuni. Il tutto senza dimenticare l’apicoltura; clima impazzito, con piogge incessanti e andamento climatico completamente anomalo per la stagione, rischiano di compromettere interi alveari nel periodo dell’anno più importante per la fioritura e la produzione di miele. Al fine di scongiurare la morte per fame di questi preziosi insetti gli imprenditori sono costretti ad alimentare artificialmente le api, con aumenti di costi consistenti e nella quasi certezza di non poter recuperare la produzione, passata l’emergenza.
Problemi seri, si evidenziano, inoltre, anche a carico del comparto zootecnico. Interi campi di foraggio rischiano di marcire a causa delle piogge incessanti, una mannaia che si abbatterà a breve sugli allevatori costretti ad acquistare il fieno, non potendo utilizzare quello che producono, con evidenti aggravi di costi e difficoltà logistiche dovute alla fatiscenza della rete viaria regionale che crea enormi difficoltà nella consegna delle merci. A tutto ciò si aggiungano danni di natura strutturale, ad esempio agli impianti di irrigazione e/o ai sistemi di drenaggio, spesso causati da inondazioni dovute allo straripamento di corsi d’acqua.
Questo scenario apocalittico ha fatto sì che il Presidente della Regione, Donato Toma, ed il Consigliere delegato alle Politiche Agricole, Nicola Cavaliere, evidenziassero nella loro missiva inviata al Ministro Lollobrigida la necessità di intervenire con il riconoscimento dello stato di calamità naturale per le zone agricole colpite dalle forti piogge, ma anche con un supporto finanziario immediato agli agricoltori danneggiati, per aiutarli a riprendersi dalle perdite e sostenere le loro attività agricole, individuando una forma di sostegno anche nell’ambito del Programma Nazionale di Sviluppo Rurale.
CALABRIA, ECCESSO PIOGGIA: ATTIVARE PROCEDURE PER STATO CALAMITÀ
La situazione per le singole colture
Un maggio così piovoso non si ricorda da oltre 20 anni. Coldiretti Calabria in una lettera a firma del Presidente Regionale Franco Aceto, inviata all’Assessore agricoltura Gianluca Gallo e al Direttore del Dipartimento Giacomo Giovinazzo, ha chiesto di attivare un tavolo tecnico, affinché si dichiari lo stato di calamità regionale e sia data piena operatività per l’acquisizione delle segnalazioni necessarie agli accertamenti funzionali alla predisposizione della declaratoria da inviare al MASAF con la richiesta di attivazione delle misure di ristoro previste D.Lgs. 29 marzo 2004, n. 102. Per intanto – chiede Coldiretti – va fatta un’accelerazione ulteriore per la liquidazione dei contributi della PAC e del PSR (strutturali, premi a superfici e Uba), relativi all’annualità 2022 e precedenti
Coldiretti nella lettera a sostegno delle richieste descrive l’attuale fase che si sta registrando nelle campagne della Calabria. Il maltempo persistente che sta colpendo la Calabria – pur senza conseguenze particolarmente catastrofiche – ha duramente danneggiato molte produzioni che sono state decisamente compromesse. La straordinaria fase meteorologica che stiamo vivendo fa registrare svariati danni: il grano è molto spesso a terra, il fieno è ammuffito, la frutta è caduta in alcune località e gli ortaggi presenti in campo di fatto sono spesso coperti di acqua. Nelle colture ortofrutticole si riscontrano cascole e marciumi, per le cerealicole e le foraggere registriamo perdite significative di prodotto anche in termini di qualità commerciale. Per le produzioni orticole primaverili/estive, i produttori risultano impossibilitati nel preparare i terreni per i trapianti con ritardi di oltre un mese e i fornitori di piantine, pronti da settimane, registrano la perdita delle piantine stesse che non sono più idonee al trapianto. Fra le ortive un particolare focus sulla patata; per questa produzione le piogge persistenti hanno impedito le lavorazioni dei terreni e la semina rischiando di compromettere irrevocabilmente la campagna di produzione che, negli areali montani, è l’unica coltura che produce reddito per l’impresa agricola. Le recenti straordinarie precipitazioni non hanno risparmiato il settore vitivinicolo creando un ambiente favorevole alla diffusione della peronospora che può causare gravi danni alle viti e compromettere la capacità produttiva dei vigneti e, con essa, la tenuta economica delle aziende. Tutto – questo precisa ulteriormente Coldiretti – è particolarmente evidente nelle imprese vitivinicole in biologico che hanno, per definizione, una copertura fitosanitaria meno efficace. Anche l’olivo, in aree molto precoci, presenta già la totale cascola dei fiori e dei frutticini. A seguito di questa descrizione Coldiretti ribadisce la necessità di attivare le procedure per la dichiarazione dello stato di calamità. Il meteo – conclude Coldiretti – per le prossime ore non lascia presagire nulla di buono tant’è che la Calabria, insieme ad altre regioni, è stata dichiarata zona a gialla.
SICILIA, LA NOSTRA REGIONE ANCORA TERRA DI CONQUISTA
Benvenuti nel far west dell’agrovoltaico
La nostra Regione è ancora una volta terra di conquista da parte di chi, in mancanza di leggi e vincoli chiari, sta acquistando o affittando terreni per realizzare impianti agrovoltaici. È la denuncia di Coldiretti Sicilia per l’ennesimo scippo all’ambiente e all’agricoltura visto che si rischia di trasformare migliaia di ettari in luoghi zeppi di pannelli solari che anche se si coltiva sotto le strutture questa situazione non può e non deve diventare la norma.
Mentre altre Regioni hanno già disciplinato la materia, in Sicilia nulla si sa su cosa stia avvenendo – prosegue Coldiretti – con il rischio di ritrovarsi distese immense di costruzioni che mortificano tutto il paesaggio, elemento su cui si basa anche lo sviluppo turistico di vaste aree.
Non si capisce perché, per esempio, in Emilia Romagna e in Veneto è stata limitata la percentuale di terreni o si sono individuati i capannoni industriali e parcheggi come superfici per posizionare i pannelli, nella nostra Isola si sceglie di violentare il terreno mistificando la realtà di sfruttamento con produzioni coperte che non possono sostituire la produzione agricola.
Sì all’agrovoltaico – conclude Coldiretti Sicilia – ma regolamentato, adeguato, sostenibile e soprattutto non spacciato per panacea di tutti i mali.
CAMPANIA, LATTE: PRONTI A DARE BATTAGLIA CON TAGLI ALLA STALLA
Allevatori non accettino ribassi dei prezzi, nessuna giustificazione
“I costi dell’energia non corrono più, ma c’è chi continua a minacciare tagli agli allevatori per l’acquisto del latte alla stalla. Scenderemo sul piede di guerra se qualcuno proverà a rinegoziare il prezzo del latte alla stalla, anche solo di un centesimo”. Il direttore di Coldiretti Campania, Salvatore Loffreda, avvisa così le industrie alimentari e i caseifici, degli allevatori di bovini da latte.
“Non c’è ad oggi alcuna giustificazione – sottolinea Salvatore Loffreda, direttore di Coldiretti Campania – che possa indurre a modifiche unilaterali del prezzo del latte alla stalla da parte degli acquirenti. Se in altre regioni si svolgono trattative in tal senso, invito gli allevatori a tenere conto che i rapporti contrattuali vanno costruiti sul nostro territorio e non a mille chilometri di distanza. Se il prezzo al consumo non è variato e se i costi scendono, non ci sono elementi oggettivi per alcun taglio alla stalla. Pertanto, invitiamo gli allevatori a non accettare prezzi inferiori a quelli concordati e soprattutto a pretendere la sottoscrizione di contratti di filiera con tutti i crismi.”
Alla luce del vademecum pubblicato da Ismea sulla metodologia per il monitoraggio dei costi di produzione del latte bovino – precisa Coldiretti Campania – la vendita del latte alla stalla, come previsto dal decreto legislativo 198/2021 in materia di pratiche commerciali sleali nei rapporti tra imprese della filiera, deve essere disposta attraverso contratti informati a principi di trasparenza e correttezza, proporzionalità. Tra i requisiti essenziali c’è pertanto la forma scritta, oltre alla previsione di condizioni contrattuali con il divieto di scendere sotto ai costi di produzione.
Il costo totale di produzione di un litro di latte è la somma di due componenti: costi diretti e costi indiretti. I costi diretti sono calcolati mensilmente e comprendono: la manodopera, l’alimentazione degli animali, l’energia, le spese veterinarie, la manutenzione di macchine e attrezzature della stalla. I costi indiretti comprendono gli ammortamenti dei fabbricati, il fitto dei terreni, gli interessi sul capitale agrario (bestiame e scorte), le assicurazioni e altre spese amministrative.
Coldiretti Campania è al fianco degli allevatori nella contrattualistica, anche per garantire il giusto prezzo al di sopra dei costi di produzione, tutelando il reddito delle imprese. Per la Campania, in base ai dati di Ismea, il prezzo minimo del latte nel 2023 è sopra i 64/65 centesimi al litro.
TOSCANA, GIOVANI AGRICOLTORI SPIEGANO NUOVA PAC AGLI STUDENTI
Il tour di CAPability ha fatto tappa in Lunigiana: incontrata la classe 5 dell’Istituto Agrario Pacinotti
Il tour europeo CAPability in Toscana per incontrare gli studenti della classe 5° dell’Istituto Agrario Pacinotti – Belmesseri di Fivizzano nella provincia di Massa Carrara. E’ attraverso l’empatia ed il linguaggio diretto dei giovani imprenditori di Coldiretti che la Commissione Europea vuole arrivare agli studenti degli istituti agrari dove si formano e nascono le future generazioni di imprenditori agricoli. Al centro dell’incontro il grande patto europeo, il Green Deal, che dovrà condurre l’Europa verso la neutralità climatica entro il 2050 e le strategie per rendere sostenibile il sistema alimentare (il Farm to Fork) ma non solo. Il sistema della Politica Agricola Comune, le opportunità per i giovani che vogliono aprire un’impresa agricola ed il premio Oscar Green di Coldiretti. Temi e prospettive che le nuove generazioni che scommettono sull’agricoltura devono conoscere bene. In classe, per illustrarle agli studenti, non c’erano docenti ma loro, i giovani di Coldiretti. A tracciare le linee tecniche della nuova Politica Agricola Comune sono stati la segretaria dei giovani, Angela Colonnata ed il tecnico Matteo Bertuccelli.
“Diventate imprenditori agricoli se davvero volete e non perché è una possibilità. Strumenti e risorse ci sono, e sono a vostra disposizione, ma la motivazione è fondamentale. – ha spiegato Marco Tongiani, neodelegato di Giovani Impresa Coldiretti Massa Carrara riferendosi alla nuova Pac e al Piano di Sviluppo Rurale – E’ una missione a cui dovete dedicare tutta la vita e tutto il vostro tempo. Non vi dirò bugie: è un mestiere faticoso ed impegnativo ma che ripaga pienamente dei sacrifici e del lavoro. L’agricoltura ha bisogno di giovani che pensano in maniera dinamica, elastica e multifunzionale e che sono capaci di produrre alimenti ed anche servizi in campo sociale, ambientale e turistico ma di gestire attivamente il territorio. Siamo ambasciatori della biodiversità e manteniamo il paesaggio. Siamo molto più di agricoltori. Pensatevi così e sarete già a buon punto”.
TRENTINO ALTO ADIGE, BOLLETTE: RITORNO NORMALITA’ AIUTA FAMIGLIE E IMPRESE
Il calo delle bollette del gas anche se inferiore alle aspettative è un segnale importante per imprese e famiglie costrette a fare i conti per troppo tempo con costi energetici fuori controllo. E’ quanto afferma la Coldiretti in riferimento al calo dello 0,2% a maggio rispetto ad aprile annunciato a Arera, nonostante il venir meno della componente di sconto prevista dal decreto bollette (DL 34/2023).
“Il ritorno alla normalità per la spesa energetica ha un doppio effetto positivo perché – sottolinea il presidente di Coldiretti Trentino Alto Adige Gianluca Barbacovi – aumenta il potere di acquisto dei cittadini e delle famiglie, ma riduce anche i costi delle imprese particolarmente rilevanti per l’agroalimentare. Il costo dell’energia si riflette infatti in tutta la filiera e riguarda sia le attività agricole ma anche la trasformazione e la distribuzione alimentare”.
La produzione agricola e quella alimentare in Italia assorbono oltre il 11% dei consumi energetici industriali totali per circa 13,3 milioni di tonnellate di petrolio equivalenti (Mtep) all’anno, secondo l’analisi della Coldiretti sulla base dei dati Enea.
MARCHE, LE AZIENDE POTRANNO ENTRARE NEL DISTRETTO DELLO ZUCCHERO ITALIANO
“Le Marche da esperimento diventano a tutti gli effetti una regione del Distretto dello Zucchero italiano”. Sono le parole di Claudio Gallerani, presidente di Coprob che ora apre alle aziende agricole marchigiane la possibilità di entrare nella cooperativa, unica realtà italiana che con il marcio Italia Zuccheri sta commercializzando zucchero 100% italiano attraverso contratti di filiera. È un progetto che cresce quello della barbabietola da zucchero tornata nelle Marche nel 2019 e che si presenta alla nuova campagna con l’obiettivo di arrivare a 1.700 ettari di superficie coltivata come spiegato questa mattina all’Hotel Moretti di Montelupone nel corso del convegno organizzato da Coldiretti Marche per fare il punto con gli agricoltori. La situazione? Intanto la siccità record del 2022 ha inciso a livello nazionale con un 35% in meno di produzione rispetto all’anno precedente che aveva superato le 207mila tonnellate. Un anno davvero critico se si considerano anche i rincari energetici innescati dal dopo Covid e inaspriti dal conflitto russo ucraino e l’aumento del costo dei trasporti ma che ha visto comunque una crescita delle Marche, che hanno raggiunto i 1.371 ettari. La provincia più importante è quella di Macerata con 904 ettari davanti ad Ancona (325 ha). Seguono Pesaro Urbino (98), Fermo (34) e Ascoli (11). Per la stagione bieticola 2023 si punta a 1.700 ettari. Coprob ha fatto sapere che sono già oltre 1.500 quelli “prenotati”. Di questi, ben 220 ettari saranno coltivati in biologico mentre per gli altri si punta a una certificazione Sqnpi per la produzione integrata. “Coldiretti fin da subito ha sposato questa progettualità e ne siamo fieri – ha detto Alberto Frau, direttore di Coldiretti Marche – dopo tanti anni di assenza qui nelle Marche mancavano le infrastrutture e abbiamo ovviato grazie a un contributo regionale. Ora dobbiamo iniziare a camminare con le nostre gambe. Lo zucchero italiano vola grazie anche una nuova consapevolezza dei consumatori”. Secondo Gallerani “lo zucchero 100% Made in Italy è valorizzato bene e c’è una grande richiesta ed è per questo che vogliamo consolidarci. Oggi vogliamo aprire un percorso nuovo con le Marche”. Che per il futuro prevede sempre di più l’impiego della robotica, degli accordi di filiera per il riutilizzo degli scarti di lavorazione in ottica di economia circolare, di affiancamento nella digitalizzazione. “Abbiamo vinto una scommessa e oggi i bieticoltori potranno usufruire di grandi vantaggi” ha concluso Frau.
FERRARA, “EFFETTO ALLUVIONE” NELLA SACCA DI GORO
Predazione granchio blu, vongole a rischio
È allarme tra gli allevatori di vongole della Sacca di Goro, dove il grande afflusso di acqua dolce derivante dallo sgrondo a mare delle acque piovane dei fiumi e della rete della bonifica ha modificato nelle scorse settimane l’equilibrio ambientale, in particolare la salinità, con cambiamenti del posizionamento delle vongole nei fondali delle concessioni. Una “risalita” verso la superficie che le ha esposte in modo molto sensibile alla predazione del cosiddetto “granchio blu” o granchio reale (Callinectes sapidus).
“È una specie proveniente dalle coste americane – racconta Leonardo Aguiari, direttore di Naturedulis – arrivata nel Mediterraneo tramite le acque che le navi mercantili utilizzano come zavorra per il bilanciamento dell’asse di navigazione e si sta rivelando particolarmente aggressiva e invasiva. Inizialmente la sua comparsa non ha destato particolare attenzione, poiché la popolazione sembrava contenuta e la sua dieta sembrava limitata addirittura al granchio nostrano, ma con l’esplosione della primavera di quest’anno, sta rapidamente aumentando di numero e ha cominciato una vera e propria strage di vongole veraci. A differenza del granchio nostrano, infatti possiede chele molto robuste e dimensioni triple, oltre ad una forte aggressività, tanto che si sta collocando ai vertici della catena alimentare e pochi predatori si azzardano ad affrontarlo”.
L’effetto che ha sui vivai di bivalvi della Sacca di Goro è devastante: riduce in briciole il seme più piccolo e riesce a scalfire la conchiglia delle vongole più grandi insabbiate più superficialmente.
L’appello di Coldiretti Impresa Pesca è di attivare iniziative di salvaguardia degli allevamenti di bivalvi, agendo sulla presenza di questa specie, da contenere il più possibile, in quanto estranea al contesto biologico.
“Si tratta di una specie commestibile, per cui – continua Aguiari – anche contribuire a dotare i pescatori delle attrezzature necessarie per la cattura potrebbe essere un valido aiuto alla riduzione della sua presenza. In aggiunta occorre pensare anche a proteggere gli allevamenti di vongole veraci, eccellenze del gorese, area leader in Europa per la produzione di molluschi bivalvi, con reti, recinti appositi e quant’altro possa servire a tenerle al riparo dall’appetito del granchio”.
Coldiretti Impresa Pesca ha già avviato una serie di segnalazioni alle autorità competenti per verificare i possibili iter di ristoro degli operatori o gli eventuali contributi per dotarsi delle necessarie attrezzature.
PARMA, SUCCESSO PER PREMIAZIONE CONCORSO EDUCAZIONE ALIMENTARE
“Acqua, terra e sole. Gli elementi del buon cibo e dell’agricoltura sostenibile”
Grande successo presso Credit Agricole Green Life per la cerimonia di premiazione delle scuole vincitrici dell’edizione 2023 del Concorso Coldiretti di educazione alimentare e ambientale dal titolo “Acqua, terra, sole. Gli elementi del buon cibo e dell’agricoltura sostenibile”.
Il concorso, promosso da Coldiretti in collaborazione con Coldiretti Donne Impresa e Coldidattica e con il Patrocinio dell’Ufficio Scolastico Regionale, ha visto la partecipazione di oltre 1900 alunni delle scuole materne, elementari, medie e superiori di Parma e Provincia, che, nel corso dell’anno scolastico, hanno approfondito i temi di una sana e corretta alimentazione, le produzioni tipiche locali, l’importanza dell’acqua per la vita e l’agricoltura, la tutela ambientale e del territorio quale luogo di identità e appartenenza.
Un percorso multidisciplinare – comunica Coldiretti Parma – che ha avuto l’obiettivo di avvicinare gli studenti alla conoscenza del mondo agricolo, del valore e cultura del cibo ed educarli a corretti stili di vita per la loro salute e per il benessere dell’ambiente.
La cerimonia di premiazione è avvenuta alla presenza dei rappresentanti degli Enti partner del concorso: Consorzio Agrario di Parma, Consorzio della Bonifica Parmense, Consorzio Parmigiano Reggiano Sezione di Parma, Musei del cibo e della rappresentante del Provveditorato Mariagrazia Caprio.
Presenti il Presidente di Coldiretti Parma Luca Cotti, il Direttore Marco Orsi, la Responsabile Coldiretti Donne Impresa Monia Repetti con la Coordinatrice Provinciale e Referente provinciale progetto scuole Paola Ferrari e la Coordinatrice regionale Maria Adelia Zana, il Direttore Regionale Parma Emilia Est di Credit Agricole Green Life Davide Goldoni.
Sono intervenuti il Sindaco di Medesano Michele Giovanelli e la Vicesindaco Debora Corsaro e il Vicesindaco di Langhirano Anthony Monica, i quali hanno elogiato l’iniziativa di Coldiretti, di grande rilievo e importanza per un’azione educativa e culturale nei confronti delle nuove generazioni.
Vincitore per l’edizione 2023 del concorso la Scuola elementare di Felegara IVA e per il premio Musei del cibo la scuola Media Fermi Ferrari di Langhirano IIC.
Nel corso dell’evento è stata anche premiata dal Direttore Marco Orsi la Maestra della scuola elementare di Medesano Cristina Anghinetti, che ha raggiunto il traguardo della meritata pensione, per l’impegno e la passione con cui ha partecipato in tutti questi anni al progetto scuole e alle altre iniziative di Coldiretti.
Al termine della mattina una merenda in campo per tutti i ragazzi.
VERONA, L’EDUCAZIONE CIVICA SI IMPARA IN CAMPAGNA
Festa per la conclusione del progetto con la scuola primaria di Dossobuono
Asinelli, capre e galline come compagni di avventura nel percorso educativo degli alunni della scuola primaria dell’Istituto Comprensivo Statale di Dossobuono che durante l’anno scolastico hanno partecipato al progetto Sem’insegni proposto da Coldiretti Verona.
Una settantina di piccoli studenti del terzo anno sono stati ospitati dalla Fattoria Didattica Alle Quattro Stagioni di Via Chioda a Verona per un ciclo di incontri durante i quali hanno approfondito temi molto diversi tra loro ma tutti finalizzati alla crescita come piccoli cittadini responsabili e preparati. Gli incontri infatti facevano parte del programma scolastico come ore di Educazione Civica che altrimenti sarebbero state svolte in classe.
Il metodo utilizzato è quello dell’interdisciplinarietà che prevede la commistione tra l’apprendimento tradizionale e l’utilizzo di strumenti pratici che aiutino gli scolari a imparare facendo, secondo i più recenti sviluppi della didattica laboratoriale.
Durante gli incontri, coordinati dal titolare dell’Agriturismo, Alberto Mazzi e dalla Segretaria di Coldiretti Donne Impresa Stefania Barana, i bambini hanno svolto le attività improvvisandosi piccoli agricoltori e cultori della terra, creando un rapporto diretto con la natura e vivendo un’esperienza multisensoriale.
“Siamo felici – ha affermato Alberto Mazzi – di aver messo a disposizione la nostra Fattoria Didattica per questa esperienza perché ci piace molto far conoscere ai bambini la vita della campagna e perché riteniamo che nel processo di crescita sia fondamentale imparare facendo”.
Le forme, i colori, i sapori, gli odori, le emozioni e le sensazioni sono diventati veicolo per lo sviluppo cognitivo e sociale, come nel caso dell’incontro dedicato alle stagionalità del kiwi, durante il quale gli alunni hanno imparato ogni fase dalla piantumazione alla raccolta.
Nel laboratorio denominato “La matematica nel campo” i piccoli agricoltori hanno addirittura imparato, attraverso calcoli e simulazioni, quanto può costare creare dal nulla un campo coltivato a kiwi.
Tra le discipline studiate direttamente sul campo, anche l’arte: grazie alle favolose proprietà pigmentanti del cavolo viola, i bambini hanno creato delle variopinte farfalle che hanno colorato con il succo di questa verdura ai più sconosciuta. È bastata qualche nozione di chimica e il viola si è trasformato in fucsia grazie al succo di limone o in blu con l’aggiunta di un po’ di bicarbonato.
Naturalmente gli animali hanno avuto un ruolo fondamentale nelle fasi di apprendimento, grazie al coinvolgimento emotivo che scaturisce dalla loro cura ma anche grazie alle nozioni scientifiche che si possono trarre da una conoscenza ravvicinata con loro. Ora gli alunni della terza sanno tutto sugli asinelli.
Non sono mancate le occasioni in cui i bambini hanno potuto godere della bellezza della natura e della campagna. L’Agriturismo che li ha ospitati sorge in mezzo al verde dove inizialmente sorgeva una stalla. La famiglia Mazzi ne ha curato la ristrutturazione e ora ospita chiunque voglia godersi il verde e il relax a due passi dal centro di Verona.
“Ringraziamo le insegnanti che hanno aderito al progetto – ha detto Stefania Barana – Sono certa che questa esperienza abbia aiutato gli alunni ad apprendere meglio ciò che hanno imparato in classe e mi auguro che questo esempio venga seguito da molti altri istituti scolastici. Coldiretti è a disposizione per affiancarli nella costruzione di un percorso per i loro alunni”.
Oggi si è svolta la giornata conclusiva del percorso con una merenda a base di frutta di stagione e di pane e marmellata fatta in casa.
ASTI, IL MERCATO CONTADINO DI CAMPAGNA AMICA PREMIA I CITTADINI VIRTUOSI
Ogni 100 bottiglie smaltite, un buono da 2,5 euro su una spesa da 10 euro
Smaltire correttamente rispettando l’ambiente diventa premiante col nuovo progetto di economia circolare siglato tra Coldiretti Asti e il Consorzio volontario senza scopo di lucro Coripet.
Dal 3 giugno scorso è possibile smaltire le bottiglie in Pet nell’eco-compattatore installato al Mercato Contadino di Campagna Amica in corso Alessandria 271 e viale Pilone 184 ad Asti; ogni 100 bottiglie conferite nel mangia-plastica, si riceverà in cambio un buono da 2,5 euro spendibile al Mercato stesso ogni 10 euro di spesa.
Si chiama processo “bottle to bottle”, ossia, la generazione Rpet da bottiglie usate per realizzarne nuove. Una pratica che farà bene all’ambiente e, contestualmente, premierà i cittadini virtuosi.
Facile e veloce, in un attimo si fa tutto. Grazie all’ausilio dell’app Coripet, scaricabile da smartphones, i cittadini potranno accedere alla macchina mangia plastica, inserire le bottiglie vuote, integre e di qualsiasi capienza, non schiacciate e con tappo, etichetta e codice a barre leggibile, per ricevere buoni sconto spendibili al Mercato Contadino. In alternativa è anche possibile richiedere la tessera direttamente al Mercato Contadino per registrare i punti.
“Coripet è un Consorzio volontario senza scopo di lucro riconosciuto dal Ministero dell’Ambiente nel 2021, che ha come scopo la raccolta di bottiglie in Pet per avviarle al riciclo e produrne di nuove allungando, così, la vita della plastica” ha spiegato la responsabile degli eco-compattatori Monica Pasquarelli.
“Da subito abbiamo manifestato interesse per questo progetto che, in linea con la filosofia Coldiretti, guarda all’ambiente, al risparmio e all’impegno civico attivo nelle buone pratiche di smaltimento-riciclo” afferma il Responsabile del Mercato Contadino di Campagna Amica Asti Enrico Lorenzato. “I buoni saranno spendibili per acquistare frutta e verdura di stagione, carne di Razza Piemontese e bianca, pasta fresca, prodotti da forno, nocciole, miele, confetture, cereali, farine, gastronomia e trasformati, tutto, a km zero”.
“L’idea di coniugare la scelta intelligente del riciclo all’opportunità premiante di ottenere un buono sconto spendibile al Mercato Contadino di Campagna Amica è certamente un modo per incentivare l’utilizzo dell’eco-compattatore, ergo, di prendersi sempre più cura della nostra città e dell’ambiente” è tornata a sottolineare il Presidente Coldiretti Asti Monica Monticone.
“E’ con orgoglio che Coldiretti Asti sigla la prima intesa a livello nazionale con Coripet, per favorire l’economia circolare e abbattere l’inquinamento ambientale – ha concluso il Direttore Coldiretti Asti Diego Furia; – non solo, questo progetto premia i cittadini più attenti concorrendo anche alla salute del loro portafoglio e invogliandoli a consumare i prodotti sani e genuini a km0 del nostro Mercato Contadino”.
Questi, i giorni e gli orari del Mercato Contadino di corso Alessandria 271 ad Asti per smaltire le bottigliette di plastica: dal martedì al sabato in orario 9-19 (apertura EnotecAmica), mentre per il mercato: mercoledì, venerdì e sabato in orario 9-13,30; venerdì e sabato anche il pomeriggio in orario 15,30-19,30.
LUCCA, FRANCESCA BUONAGURELLI AI VERTICI DDL MOVIMENTO IMPRESE FEMMINILI
Francesca Buonagurelli confermata ai vertici provinciali di Coldiretti Donne Impresa Lucca. L’imprenditrice agricola di Barga, dove gestisce un agriturismo, apicoltrice e cuoca contadina di Campagna Amica, è stata confermata alla guida del movimento delle imprese agricole femminili in occasione dell’assemblea provinciale che si è tenuta a Lucca alla presenza del Presidente provinciale di Coldiretti Lucca, Andrea Elmi, del Direttore provinciale, Francesco Cianciulli e della coordinatrice di Coldiretti Donne Impresa Lucca, Veronica Ranfagni. Viceresponsabili provinciali sono state nominate Elena Franceschini (Montecarlo) e Claudia Frediani (Camaiore). Nominato anche il Consiglio Direttivo del movimento di cui fanno parte Franca Bernardi e Lavinia Pagni, oltre alla responsabile e alle due vice.
Confermata all’unanimità, la Buonagurelli ha saputo allargare il perimetro della partecipazione alle iniziative del movimento delle imprenditrici che in questi anni si è molto impegnato soprattutto nel campo del sociale con una consolidata collaborazione con i Centri Antiviolenza di Viareggio e della Media Valle e nella didattica attraverso il progetto “Curiosi per Natura” rivolto alle scuole per favorire una sana alimentazione basata sui principi della stagionalità, della filiera corta, della sostenibilità e della Dieta Mediterranea. “Siamo e restiamo con orgoglio al fianco dei Centri Antiviolenza offrendo gratuitamente supporto alle donne vittime di violenza o collaborando all’organizzazione di eventi ed iniziative sul territorio. – spiega la responsabile del movimento Coldiretti Donne Impresa, Francesca Buonagurelli – L’altro progetto bellissimo che ci sta dando grandissime soddisfazioni è l’attività didattica con le scuole che ci ha permesso di coinvolgere centinaia di bambini sia in classe sia in fattoria”.
Buonagurelli, che è entrata a far parte del team nazionale degli agrichef di Coldiretti, è impegnata in prima persona anche nella promozione del territorio a livello nazionale ed internazionale attraverso corsi, showcooking e partecipazioni televisive: “è un percorso che consiglio a tutte le mie colleghe imprenditrici perché ci permette di farci conoscere e prima di tutto di far conoscere il territorio ed i prodotti, le ricette e la storia, dei luoghi dove viviamo. – spiega ancora Buonagurelli – La cucina è la lingua internazionale del nostro Made in Tuscany. Le donne in agricoltura sono le prime ambasciatrici del gusto”.
Congratulazioni per la nomina arrivano dal Presidente provinciale, Andrea Elmi che ringrazia la Buonagurelli per il lavoro fatto sino a qui e per il tanto lavoro che l’attende e ci attende tutti insieme.
BRESCIA, ASSOCIAZIONE TERRANOSTRA: TIZIANA PORTERI CONFERMATA PRESIDENTE
Ieri pomeriggio, presso l’agriturismo Macesina a Bedizzole, si è svolta l’assemblea elettiva dell’Associazione Terranostra Brescia che ha visto la conferma della Presidente provinciale per il prossimo mandato di cinque anni.
E’ Tiziana Porteri, imprenditrice agrituristica di Bedizzole che guiderà il gruppo per i prossimi cinque anni – “ospitalità, accoglienza e genuinità dei prodotti agricoli italiani della rete di Terranostra – Campagna Amica sono e devono restare punto centrale dell’attività agrituristica per dare quel valore aggiunto e permettere al cliente consumatore di gustare nei menù i sapori e le tradizioni del nostro territorio, ma non solo, agriturismo significa anche fattorie didattiche e attività all’aria aperta”.
Ad accompagnare Tiziana Porteri, il consiglio eletto per acclamazione ieri costituito da: Miriam Franzoni, Roberto Mastinelli, Francesca Plebani, Elisa Svanera e Alessandra Morandi nominata vicepresidente.
“Gli ultimi 5 anni sono stati caratterizzati da criticità e poche possibilità di incontro e di sviluppo – aggiunge Tiziana Porteri – resto alla guida dell’associazione per portare avanti un programma appena iniziato e con possibilità di estensione, grazie anche ad un consiglio unito e propositivo”.
Terranostra Brescia, l’associazione che raggruppa gli agriturismi bresciani aderenti a Coldiretti Brescia, opera sul territorio alla presenza di oltre 60 attività agrituristiche – precisa Coldiretti Brescia – che svolgono numerose attività; dalla cucina alla ricettività turistica, passando dalle attività sportive all’aria aperta fino alle fattorie didattiche e alle attività con gli animali.
“Il programma per i prossimi anni è fitto – aggiunge Tiziana Porteri – l’obiettivo è ricostituire un gruppo forte che possa condividere esperienze e attività, promuovere e raccontarsi attraverso canali social, eventi e carta stampata, organizzare corsi ed incontri a tema e avere formazione interna per quanto riguarda l’aspetto tecnico e gli aggiornamenti normativi”.
Le aziende agrituristiche sono custodi del patrimonio enogastronomico della tradizione – specifica Coldiretti Brescia – le cui caratteristiche vengono ulteriormente esaltate grazie alle nuove tecniche di cucina. Questo incredibile patrimonio di gusto è valorizzato dalla nostra associazione attraverso le numerose strutture agrituristiche distribuite su tutto il territorio che offrono ristoro e pernottamento.
“In provincia di Brescia – conclude Camilla Kron Morelli responsabile Terranostra Brescia – sono attive oltre 350 strutture ricettive e rappresenta la provincia più agrituristica e il settore, tra titolari, famigliari e dipendenti, occupa oltre 1000 persone. Le strutture aperte sono quasi raddoppiate in poco più di dieci anni e si tratta di una crescita che va di pari passo con la tendenza a cercare cibo genuino, natura, esperienze legate al territorio ed attività all’aria aperta”.
TREVISO, CONEGLIANO: I NUOVI PRESIDENTI CHE COMPONGONO IL CONSIGLIO ZONALE
Rinnovi: sono 14 le sezioni comunali del coneglianese. Polegato confermato Presidente di Zona
Tempo di rinnovi nella Marca trevigiana per Coldiretti Treviso che ha avviato la fase elettiva nelle 92 sezioni e 12 Zone in cui è divisa l’organizzazione agricola più rappresentativa nella Marca trevigiana. Ecco le Zone: Asolo, Castelfranco, Conegliano, Mogliano Veneto, Montebelluna, Motta di Livenza, Oderzo, Roncade, Treviso Est, Treviso Ovest, Valdobbiadene, Vittorio Veneto. Le ultime elezioni si erano svolte nel 2018. Il mandato dei dirigenti della Federazione Coldiretti Treviso dura cinque anni. “Si tratta di un momento fondamentale per la nostra organizzazione – dichiara Giuseppe Satalino, direttore di Coldiretti Treviso – Una delle peculiarità di Coldiretti è proprio la sua presenza capillare in tutti i comuni della nostra provincia. I dirigenti sono parte attiva e proattiva del sistema Coldiretti e profondono il loro impegno nell’ascoltare i territori e nel fare sintesi delle problematiche da affrontare. A queste servono poi delle soluzioni che ai vari livelli di Coldiretti, dal provinciale al regionale e nazionale, vengono individuate e proposte per tutelare gli interessi delle aziende agricole e dei nostri consumatori”.
La Zona di Conegliano, che rappresenta 14 sezioni comunali, ha terminato i suoi rinnovi. Il nuovo Presidente di Zona è Giorgio Polegato che è anche presidente della sezione di Refrontolo. A comporre il Consiglio Zonale ci sono anche i presidenti delle altre sezioni: Pier Angelo Tomasella (Pres. sezione di Codognè), Pierluigi Spinazzè (Pres. Conegliano), Giusto Faccin (Pres. Gaiarine), Paolo Battistella (Pres. Godega S. Urbano), Gianluca Frassinelli (Pres. Mareno di Piave), Stefano Cei (Pres. Orsago), Renato Dal Col (Pres. Pieve di Soligo), Giorgio Polegato (Pres. Refrontolo), Manuela Rangrazio (Pres. San Fior), Alberto Nadal (Pres. Santa Lucia di Piave), Marco Dal Pos (Pres. San Vendemmiano), Paolo Bazzo (San Pietro di Feletto), Giovanni Bernardi (Pres. Susegana) e Danilo Cescon (Vazzola).
VENEZIA, LUCA FARAON NUOVO PRESIDENTE TERRANOSTRA
Luca Faraon è stato eletto alla guida di Terranostra, l’associazione che rappresenta gli agriturismi di Coldiretti Venezia, assistendo gli imprenditori nella loro attività multifunzionale che coniuga l’agricoltura all’ospitalità, alla promozione turistica delle produzioni tipiche del territorio. L’assemblea dei soci ha scelto di affidare a Faraon il ruolo di presidente per continuare il percorso di crescita dell’offerta agrituristica come valore aggiunto di qualità per il settore primario e in risposta alle richieste dei turisti, sia italiani che stranieri, sempre più sensibili alle proposte che puntano sull’accoglienza, cibo sano, natura, sostenibilità ambientale e benessere. Luca Faraon, da sempre agricoltore, ha 57 anni ed è titolare dell’agriturismo Coda di Gatto in via Piave 111 a Eraclea che conduce insieme alla moglie Luisa. L’azienda agricola di sei ettari offre tutti i prodotti che vengono utilizzati nei piatti a partire dai freschi ortaggi che si propongono in tutte le stagioni. Vengono allevati allo stato semi brado in modo naturale, nel rispetto del loro benessere anche maiali, oche, anatre, quaglie, polli e faraone. “Ringrazio il Consiglio per la fiducia che mi ha accordato, sono certo che insieme continueremo a fare un buon lavoro per far crescere il settore – ha affermato Faraon– Gli agriturismi, infatti, sono un potente strumento per scoprire i tesori della nostra provincia, a cominciare da quelli della tavola fino ad arrivare a quelli naturalistici e culturali, lontano dallo stress della vita quotidiana. Il nostro compito è quello di divulgare la cultura del “km.0” rispettando la stagionalità dei prodotti facendoci ambasciatori delle produzioni agricole di qualità del territorio provinciale e delle bellezze straordinarie della nostra campagna.”
Luca Faraon prende le redini dell’associazione da Tiziana Favaretto la quale ripercorrendo il periodo del suo mandato oggi ha dichiarato “abbiamo vissuto anni difficili, l’emergenza Covid ha investito l’intero settore, la pandemia e le sue restrizioni hanno cambiato la visione del territorio e delle sue potenzialità e, in questa nuova visione, l’agriturismo risulta vincente perché soddisfa esigenze, ancora attuali, di stare all’aria aperta. Mangiare in agriturismo o fare la spesa direttamente dal produttore è un segnale di attenzione al proprio territorio, alla tutela dell’ambiente e del paesaggio che ci circonda, ma anche un sostegno all’economia e all’occupazione. Dobbiamo continuare a coinvolgere gli ospiti con nuovi progetti che ci mettano in rete facendo scoprire le ricchezze della nostra campagna”
Luca Motta, segretario regionale di Terranostra, presente all’assemblea di oggi conferma che in Veneto nel 2022 i flussi turistici hanno fatto registrare un incremento del 14,4% rispetto al 2019 sul fronte degli arrivi e del 6,5% su quello delle presenze. Un dato in controtendenza con il risultato complessivo veneto che registra ancora un gap rispetto al periodo pre-pandemia con un meno 10 per cento di arrivi e -7,5% di presenze. “L’agriturismo proprio per le sue peculiarità e specificità – aggiunge Motta – ha saputo recuperare più prontamente e con maggiore dinamicità l’impatto della pandemia sul turismo veneto, aumentando così il suo peso complessivo. Anche i primi mesi del 2023 lasciano ben sperare con una decisa ripresa degli arrivi, anche oltre confine e un amento di oltre il 27% negli agriturismi nei primi due mesi dell’anno. Per restare su questi numeri è necessario mantenere il livello di qualità e cura dei servizi offerti attraverso la formazione continua degli operatori e la sniderai con le altre attività turistiche. Dobbiamo poi “metterci nei panni” del turista e fargli trovare ciò che si aspetta dal nostro territorio”.
Il Veneziano Diego Scaramuzza, presidente nazionale di Terranostra, presente all’assemblea, ha invitato gli operatori agrituristici ad investire proprio sulla qualità e alla formazione: “Siamo maturi per un deciso salto di qualità – afferma il leader nazionale di Terranostra – verso un’identità chiara di agriturismo e una più definita offerta multifunzionale ed esperienziale. Ci mettiamo in ascolto delle esigenze e delle richieste del territorio e della nostra clientela ma dobbiamo anche batterci contro i falsi agriturismo che danneggiano l’intero settore e migliorare la comunicazione. In Veneto possiamo contare su una nuova legge per l’agriturismo, ora stiamo lavorando con gli uffici regionali per chiudere il cerchio portando le necessità territoriali nella fase applicativa. La norma è innovativa e ora dobbiamo sforzarci di creare a livello nazionale un’identità unica che renda ben distinguibile l’offerta agrituristica anche agli ospiti stranieri, in netto aumento”.
A Faraon le congratulazioni e il sostegno del direttore di Coldiretti Venezia Giovanni Pasquali che ringrazia la presidente e il consiglio uscente per il lavoro svolto: “l’agriturismo è una risorsa per l’intero settore primario veneziano, provincia con una forte connotazione turistica con cui l’agriturismo può far valere le offerte all’insegna del mangiare sano, della vacanza all’aria aperta, a contatto con la natura ma anche della didattica”.
Il consiglio direttivo di Terranostra è formato da nove membri:
Luca Faraon –Agriturismo Coda di Gatto- Presidente
Tiziana favaretto – Agriturismo Ai Laghetti- Vicepresidente
Diego Scaramuzza – Agriturismo La Cascina- Consigliere
Selly Ferro- Agriturismo Nonno Mario- Consigliere
Tania Pasin – Agriturismo Ai Carpini- Consigliere
Patrizia Grassetto – Agriturismo Corte Giove – Consigliere
Ciro Zanin- Agriturismo la Via Antiga- Consigliere
Emro Ljdzan – Agriturismo Cà Novak- Consigliere
Silvia Giuriato – Agriturismo Il Selgaro- Consigliere
TREVISO, PHILIPP BREITENBERGER CONFERMATO PRESIDENTE DI MONTEBELLUNA
Ecco i nuovi presidenti delle 9 sezioni comunali del montebellunese
Tempo di rinnovi nella Marca trevigiana per Coldiretti Treviso che ha avviato la fase elettiva nelle 92 sezioni e 12 Zone in cui è divisa l’organizzazione agricola più rappresentativa nella Marca trevigiana. Ecco le Zone: Asolo, Castelfranco, Conegliano, Mogliano Veneto, Montebelluna, Motta di Livenza, Oderzo, Roncade, Treviso Est, Treviso Ovest, Valdobbiadene, Vittorio Veneto. Le ultime elezioni si erano svolte nel 2018. Il mandato dei dirigenti della Federazione Coldiretti Treviso dura cinque anni. “Si tratta di un momento fondamentale per la nostra organizzazione – dichiara Giuseppe Satalino, direttore di Coldiretti Treviso – Una delle peculiarità di Coldiretti è proprio la sua presenza capillare in tutti i comuni della nostra provincia. I dirigenti sono parte attiva e proattiva del sistema Coldiretti e profondono il loro impegno nell’ascoltare i territori e nel fare sintesi delle problematiche da affrontare. A queste servono poi delle soluzioni che ai vari livelli di Coldiretti, dal provinciale al regionale e nazionale, vengono individuate e proposte per tutelare gli interessi delle aziende agricole e dei nostri consumatori”.
La Zona di Montebelluna, che rappresenta 9 sezioni comunali, ha terminato i suoi rinnovi. Il nuovo Presidente di Zona è Philipp Breitenberger che è anche presidente della sezione di Giavera del Montello. A comporre il Consiglio Zonale ci sono anche i presidenti delle altre sezioni: Paolo Marcon (Pres. Sezione di Caerano San Marco), Johnny Moretto (Pres. Crocetta del Montello), Oscar Precoma (Pres. Cornuda), Marco Dametto (Pres. Montebelluna), Daniele Fiorotto (Pres. Nervesa della Battaglia), Francesco Forlin (Pres. Pederobba), Eliseo Rossi (Pres. Trevignano) e Antonio Pozzobon (Volpago del Montello).
FERRARA, L’ASSEMBLEA DEI SOCI HA ELETTO IL NUOVO CONSIGLIO DIRETTIVO
Federico Fugaroli come presidente
L’Assemblea di Coldiretti Ferrara, riunita oggi a Palazzo Roverella ha eletto gli organi dirigenti per i prossimi cinque anni.
È stato eletto per acclamazione il Consiglio direttivo provinciale, i cui componenti, con una età media di poco più di 50 anni, rappresentano gli oltre 5000 associati alla principale organizzazione agricola ferrarese e compendiano tutti i versanti dell’agricoltura ferrarese, dalla frutticoltura, all’orticoltura, dai cereali agli allevamenti, dalla vendita diretta alla pesca, dalla produzione primaria alle filiere, all’agriturismo ed ai servizi meccanico agrari.
In sintonia con le politiche regionali e nazionali spetterà ai nuovi organi la guida della Federazione, supportando il neopresidente Federico Fugaroli, imprenditore con azienda agricola frutticola e cerealicola posta nel comune di Ferrara, per tutelare le imprese del nostro territorio e guidare la politica verso l’identità di sindacato imprenditoriale di filiera.
Ai presidenti componenti il Consiglio Direttivo provinciale si affiancano i rappresentanti dei Movimenti, ovvero Donne Impresa, Giovani Impresa e Pensionati Senior Coldiretti.
Eletti anche gli organi di controllo, collegio dei revisori e dei probiviri.
“È con emozione – ha esordito il presidente uscente, Floriano Tassinari – che mi appresto a salutare il mio incarico di Presidente, che ho svolto in un periodo complesso, ma che grazie al contributo di tutti i consiglieri e della struttura, ha segnato una importante crescita di Coldiretti a Ferrara. Auguro alla nuova dirigenza ed al neopresidente Fugaroli i migliori auspici di saper rappresentare al meglio le nostre imprese e le nostre famiglie associate, lavorando in sintonia per tracciare spiragli di futuro in un momento altrettanto complesso che stiamo attraversando”.
All’assemblea hanno preso parte per i saluti istituzionali S.E. il Prefetto, dott. Argentieri, il vicepresidente della Provincia, Colaiacovo e l’assessore Fornasini in rappresentanza del Comune di Ferrara.
Nelle parole di tutti il riconoscimento a Coldiretti per i valori che incarna e pratica nella propria attività quotidiana e la capacità di essere parte viva e attiva, propositiva e coerente nelle dinamiche non solo settoriali ma della società complessa ed interconnessa nella quale ci troviamo. E capace in momenti difficili di offrire un surplus di vicinanza e di operosità. Gli auspici di collaborazione piena e fattiva sono stati espressi reciprocamente dai rappresentanti istituzionali e dal neopresidente Fugaroli a nome della Federazione estense, nella considerazione dei gravi problemi sia economici che climatici ed ambientali che caratterizzano questi anni e che devono vedere un saldo e franco rapporto per ambire a dare risposte positive.
Ha completato la mattinata di lavori l’intervento del docente di economia prof. Alberto Cavicchi, che ha trattato delle problematiche per il settore agro alimentare (eccellenza a livello mondiale) a partire dai falsi Made in Italy e dalle attuali politiche monetarie e fiscali, che non paiono adeguate a superare le difficoltà contingenti e strutturali delle imprese, sia agricole che degli altri settori, con l’inflazione e gli alti tassi che frenano investimenti e competitività.
Nel suo intervento conclusivo il presidente Fugaroli, ringraziando le autorità per le considerazioni su Coldiretti, ha ribadito la necessità di fare squadra, di relazionarsi e di rapportarsi strettamente per riuscire a conoscere e governare le tante complessità di un settore alle prese con cambiamenti climatici e di scenari economici e culturali complessi, richiamando ai primi punti la necessità di produrre reddito per le imprese e la conoscenza del controllo di gestione per innestare anche i necessari investimenti proprio in un momento complesso, agendo in modo convinto anche sulle politiche della comunicazione dei nostri prodotti, della loro salubrità e qualità cui si contrappone spesso una narrazione che equipara il cibo a qualcosa di basso prezzo, non confacente né alle imprese agricole, né ai consumatori esposti a prodotti di incerta origine e dubbia qualità.
“A tutti i convenuti – chiosa il direttore Alessandro Visotti – abbiamo voluto consegnare in omaggio la nostra Costituzione, il libro fondamentale della nostra Repubblica, nella ricorrenza dei 75 anni, che è sicuramente la guida di chi guarda al bene comune ed al vivere civile nel rispetto di valori e principi che sono fondanti anche della nostra organizzazione e del nostro modo di rappresentare l’Italia”
SAVONA, RINNOVO CARICHE: IN AUMENTO LE DONNE AI VERTICI DELLA FEDERAZIONE
Si è chiuso ieri con l’assemblea di zona di Albenga il percorso di rinnovo degli organi territoriali, sezionali e zonali di Coldiretti Savona. Un percorso iniziato lo scorso 9 febbraio e che terminerà il prossimo 19 giugno, giorno in cui la nostra Federazione ha fissato l’assemblea provinciale che eleggerà ufficialmente il suo Presidente.
“Le 26 assemblee sezionali e le 4 assemblee zonali hanno visto l’elezione di oltre 150 dirigenti alla carica di consigliere sezionale – spiegano Marcello Grenna e Antonio Ciotta, Presidente e Direttore di Coldiretti Savona – con molte riconferme che si affiancano a diverse nuove elezioni tra i vertici: 10 su 26, per la precisione. E, con orgoglio, possiamo confermare anche un importante incremento della presenza femminile al governo della Federazione”. Un dato, questo, confermato anche dall’elezione a Presidente dei pensionati savonesi della cuoca contadina albenganese Gabriella Caratti, avvenuta nel mese di maggio insieme ai rinnovi degli altri organi, culminati con la riconferma di Anna Fazio alla guida del Movimento provinciale Donne Impresa e l’elezione di Marco Ascheri a nuovo Delegato dei Giovani Coldiretti per la provincia di Savona.
Tutto pronto, insomma, per l’assemblea provinciale del prossimo 19 giugno. “Ci prepariamo al prossimo importante appuntamento – concludono Grenna e Ciotta – con rinnovato entusiasmo e tante progettualità da sviluppare a tutela dell’imprenditoria agricola del savonese”.
Le assemblee sezionali e zonali hanno eletto, rispettivamente 26 Presidenti di sezione e 4 Presidenti di zona. Ultima Presidente eletta in ordine di tempo è stata Micaela Pizzo per la zona di Albenga, che si unisce a Davide Fazio (Ceriale), Giorgio Guardone (Andora), Mirella Marcarino (Alassio), Marcello Grenna (Casanova Lerrone), Pierfranco Montina (Cisano Sul Neva) e Andrea Ciocca (Vendone) per quel che concerne l’area albenganese. Accanto a loro, per la zona di Savona, è invece stato eletto precedentemente a Presidente di zona Giuseppe Rebella (Quiliano), assieme ai Presidenti sezionali Davide Busca (Savona), Silvio Gallo (Stella), Franco Orsi (Sassello) e Paolo Calcagno (Celle Ligure). La zona di Finale Ligure ha poi visto la riconferma di Andrea Bergallo di Pietra Ligure, cui si sono uniti all’interno del medesimo areale Valentina Pistone (Giustenice), Matteo Ruffino (Finale Ligure), Michele Ricci (Tovo San Giacomo), Lorenza Marchisio (Toirano), Valentina Durante (Orco Feglino), Francesco Gandolfi (Loano) e Alessandra Bianchi (Rialto). Per la zona di Cairo Montenotte, infine, le assemblee hanno confermato a Presidente di zona l’imprenditore Eugenio Icardo di Murialdo, al cui fianco sono stati scelti Francesca Vinotti (Cairo Montenotte), Stefano Ghiso (Dego), Bruna Facelli (Cosseria), Andrea Pastorino (Pontinvrea) e Niccolò Canepa (Calizzano).
SONDRIO, VERONICA BARUTA È LA NUOVA RESPONSABILE PROVINCIALE DONNE IMPRESA
È Veronica Baruta la nuova Responsabile Donne Impresa per la provincia di Sondrio. E’ stata eletta oggi, martedì 6 giugno, nel corso dell’Assemblea deputata al rinnovo cariche del Movimento, che si è tenuta presso la federazione provinciale.
Prende il posto della Responsabile uscente, Lucia Giacomelli, che ha ricevuto un corale ringraziamento dalle imprenditrici di Valtellina e Valchiavenna per il lavoro svolto in questi anni e che affiancherà la nuova responsabile in qualità di vice.
Veronica Baruta, classe 1992, residente a Castionetto Chiuro, è apicoltrice e viticoltrice: in particolare, produce un vino, Amarcord, da Souvignier Gris, vitigno resistenti a bacca bianca coltivato ad Albosaggia. “E’ il mio primo incarico, quindi il lavoro di squadra è ancor più di fondamentale importanza: abbiamo tanti progetti in mente, che devono essere condivisi. L’imprenditoria femminile va valorizzata e porremo grande attenzione ai bandi dedicati in essere, a quelli futuri e alla loro trasmissione sul territorio, affinchè possano essere conosciuti e utilizzati. E continueremo con grande impegno a svolgere una forte azione divulgativa e didattica nelle scuole e tra i consumatori”.
Il Comitato regionale ha provveduto ad eleggere due viceresponsabili: oltre a Lucia Giacomelli, di Grosio, altra vice è Monica Lanfranchi, di Valdidentro. Compongono poi il coordinamento provinciale Loredana Aiola, Cristina Cusini, Amanda Della Moretta, Enza Martinelli, Loretta Pizzini, Maria Rita Staino, Esmeralda Travaini.
Diversi i temi emersi nel corso dell’assemblea, in primis la necessità di continuare a garantire un ruolo da protagonista all’agricoltura valtellinese e chiavennasca, promuovendo il valore dell’imprenditoria femminile e, allo stesso tempo, rinnovare di giorno in giorno la vocazione al dialogo con i consumatori e, soprattutto, con le giovani generazioni: strumenti importanti sono i progetti didattici e i Mercati Agricoli in provincia di Sondrio.
Donna e impresa agricola sono dunque un binomio sempre più inscindibile; la prontezza con cui le donne hanno saputo trasformare ruoli e saperi tradizionali in impresa (come agriturismo, fattorie didattiche, ecc.) costituisce una riserva di fantasia e tenacia che incrocia con eccezionale tempestività la necessaria rigenerazione dell’agricoltura e la risposta che essa deve dare ai nuovi bisogni della società: salute, benessere, ambiente, territorio.
“Le imprenditrici agricole di Valtellina e Valchiavenna rappresentano una quota importante e imprescindibile nella realtà produttiva provinciale – evidenzia il direttore della Coldiretti provinciale Giancarlo Virgilio – dimostrando tutti i giorni, con le loro famiglie, l’importanza di fare sempre meglio per offrire prodotti sempre più salutari e sempre più sostenibili. Mandano avanti le aziende con senso di responsabilità, anche conciliando i tempi del lavoro con quelli della famiglia, nella piena consapevolezza che dal loro lavoro dipende il futuro di tutti”.
FERRARA, FEDERICO FUGAROLI NUOVO PRESIDENTE PROVINCIALE
Eletto stamattina alla presidenza per il quinquennio 2023-2028, è il ferrarese Federico Fugaroli il nuovo Presidente di Coldiretti Ferrara. Cinquantacinque anni, conduce una azienda agricola in comune di Ferrara a destinazione frutticola e cerealicola, diplomato in agraria, prosegue gli studi sino alla laurea in Economia Aziendale all’Università Cà Foscari di Venezia.
L’elezione è avvenuta per acclamazione da parte dei componenti l’Assemblea Provinciale dei soci di Coldiretti Ferrara, a suggello di un progetto condiviso di costruzione di una squadra dirigente impegnata a tutto tondo per il mondo agricolo e agroalimentare della nostra provincia.
“Nostro obiettivo come Coldiretti – ha affermato tra l’altro il neo Presidente – deve essere di portare a compimento l’identità di sindacato imprenditoriale di filiera, dove il settore agricolo deve vedersi riconosciuta la propria importanza strategica”.
Non a caso i punti indicati da Fugaroli nella sua relazione ai soci convenuti in rappresentanza di tutte le sezioni della Federazione ferrarese, toccano i temi economici, in primis la redditività per le imprese agricole, indispensabile per effettuare i necessari investimenti funzionali all’attività ed al miglioramento produttivo e commerciale, innestare la cultura della programmazione e del controllo di gestione anche per le aziende agricole, che devono sviluppare in continuità con le linee portate avanti negli ultimi anni dalla precedente dirigenza, puntando sulle potenzialità uniche del nostro agroalimentare Made in Italy.
“Dovremo avere la volontà e la capacità di metterci a disposizione per costruire una vera squadra e dare rappresentanza a tutti i settori – ha sottolineato ancora Fugaroli – dall’orto frutta ai cereali, dalla zootecnia alla pesca, potenziando Campagna Amica, il nostro punto di contatto e relazione con i cittadini, rafforzando la cultura del cibo sano e Made in Italy, contrastando le cattive politiche di comunicazione che propongono il cibo a basso costo e non controllato, il cibo costruito in laboratorio, il cibo che si richiama all’Italia senza aver nulla di nostrano e che drena sui mercati mondiali oltre 100 miliardi di euro all’anno ai nostri bilanci. La nostra politica e le nostre azioni devono essere conseguenti e coerenti come da molti anni a questa parte, assumendoci tutta la responsabilità della reputazione e credibilità che abbiamo saputo costruire a tutti i livelli. Ricordiamoci – ha concluso il Presidente, nel ringraziare il presidente uscente Floriano Tassinari, il precedente consiglio provinciale e la struttura tutta di Coldiretti Ferrara – che tocca a noi decidere e fare scelte per il nostro avvenire, altrimenti poi decidono altri e non è detto che lo facciano nel nostro interesse, anzi…!”.
BRESCIA, GIORNATA AMBIENTE: PERSI OLTRE 50.000 ETTARI DI SUOLO
È necessario difendere il terreno fertile per salvaguardare sicurezza territorio e patrimonio agricolo
A causa della cementificazione e dell’abbandono, la provincia di Brescia ha già perso 50.022 ettari di suolo, più di 307 ettari solo dal 2020 al 2021 (Dati ISPRA). E’ quanto afferma Coldiretti Brescia in occasione della giornata mondiale dell’Ambiente celebrata dalle Nazioni Unite, il 5 giugno.
Sono sempre più tangibili gli effetti del cambiamento climatico in atto – precisa Coldiretti Brescia – con una tendenza alla tropicalizzazione che si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, il rapido passaggio dal sole al maltempo e precipitazioni brevi ed intense.
Un avvertimento puntuale visto che secondo l’Ispra l’8,3% del suolo della provincia di Brescia è a rischio frana molto elevato o elevato mentre il 7,9% del totale è a elevata pericolosità idraulica.
È necessario difendere il nostro terreno fertile – sottolinea Coldiretti Brescia – perché solo così possiamo salvaguardare la sicurezza del nostro territorio e il nostro patrimonio agricolo.
Sempre secondo i dati Ispra in Lombardia oltre 4 comuni su 5 (l’84,6% del totale) hanno parte del territorio in aree a rischio dissesto per frane e alluvioni, Uno scenario che fa il paio con quello nazionale dove oltre 9 comuni su 10 in Italia hanno parte del territorio in aree a rischio idrogeologico. Per effetto delle coperture artificiali il suolo non riesce a garantire l’infiltrazione di acqua piovana che scorre in superficie aumentando la pericolosità idraulica del territorio nazionale secondo l’Ispra.
La perdita delle campagne pesa anche sull’approvvigionamento alimentare del Paese in un momento in cui peraltro l’incertezza e la guerra stanno provocando difficoltà negli scambi commerciali favorendo le speculazioni.
Il primo passo sulla strada del recupero della capacità produttiva – precisa Coldiretti Brescia – è quello di razionalizzare le infrastrutture viarie, adottando una pianificazione complessiva, che tenga conto delle esigenze di tutti gli attori coinvolti e del territorio nel suo complesso. E’ altresì importante puntare sull’innovazione a partire dal sistema degli invasi necessari per raccogliere l’acqua e combattere la siccità, ma occorre anche investire sulla digitalizzazione delle campagne con lo sviluppo di applicazioni di agricoltura di precisione, dall’ottimizzazione produttiva e qualitativa alla riduzione dei costi aziendali, dalla riduzione al minimo dell’impatto ambientale con sementi, fertilizzanti, agrofarmaci fino al taglio dell’uso di acqua e sul consumo di carburanti.
In tale ottica – conclude Coldiretti Brescia – è importante anche accelerare sul riconoscimento del ruolo delle nuove tecniche di evoluzione assistita (Nbt) per investire sulla genetica green capace di tutelare l’ambiente, proteggere le produzioni agricole con meno chimica e difendere il patrimonio di biodiversità.
SONDRIO, PARTITA LA STAGIONE DI ALPEGGIO IN VALTELLINA E VALCHIAVENNA
Valorizzazione delle risorse ambientali e tradizioni agricole
Stagione d’alpeggio al via: con l’inizio della salita delle mandrie nei pascoli in quota di Valtellina e Valchiavenna (che si completerà verso fine mese) è ufficialmente iniziata la fase estiva del pascolamento in alpeggio. “Questo antico sistema di gestione della risorsa alpestre, oltrechè essere alla base delle produzioni casearie più importanti e identitarie in provincia di Sondrio, rappresenta una strategia gestionale estensiva delle risorse ambientali, offrendo numerosi vantaggi dal punto di vista economico, sociale, culturale e paesaggistico. Un augurio di buona stagione va a tutti gli allevatori, in particolare ai giovani, che in questi giorni sono partiti o sono in partenza per i pascoli montani” rimarca il direttore di Coldiretti Sondrio Giancarlo Virgilio.
In Lombardia, così come in molti altri paesi dell’arco alpino, le attività pastorali si organizzano tradizionalmente intorno al sistema delle malghe e degli alpeggi: in gergo tecnico sono unità produttive-gestionali, spesso identificate come “malga”, “alpeggio” o “alpe” e raggruppano le superfici pascolive e si attivano durante la stagione estiva.
Le piogge delle ultime settimane hanno consentito di anticipare la salita di qualche giorno, ma le premesse sono quelle di una stagione regolare, pur con l’incognita sempre in agguato del clima: sono purtroppo ancor vivi i ricordi dello scorso anno, quando il sole di un luglio infuocato ha di fatto bruciato l’erba in quota, rendendo difficilissima la stagione degli alpeggiatori.
In Valtellina e Valchiavenna si contano oltre 260 alpeggi, che offrono non solo benefici economici agli agricoltori, ma rappresentano anche importanti presidi ambientali situati in luoghi spesso difficili da raggiungere logisticamente. Per questo è ancor più importante – rimarca Coldiretti Sondrio – “promuovere la multifunzionalità, la vendita diretta in malga, il collegamento con percorsi cicloturistici e il turismo enogastronomico, sfruttando il potenziale dei prodotti lattiero-caseari, burro e formaggi in primis”.
ALESSANDRIA, SALUTE: ADESIONE CONSAPEVOLE ALLE VACCINAZIONI
Al centro la persona e il suo benessere
Una sanità più vicina al cittadino, con al centro la persona. Partendo dalla prevenzione e dalle vaccinazioni, efficaci e importanti a qualsiasi età: proteggono le persone, le famiglie, le società e i sistemi sanitari. Malattie come la meningite, la difterite, lo pneumococco, l’influenza, il fuoco di Sant’Antonio e altre malattie prevenibili con il vaccino possono avere conseguenze gravi e potenzialmente a lungo termine.
Si è parlato di questo durante la riunione organizzata dai Pensionati Coldiretti in collaborazione con Patronato Epaca, il Servizio Igiene Pubblica dell’ASL di Alessandria e con CittadinanzAttiva, l’organizzazione che promuove l’attivismo dei cittadini per la tutela dei diritti, la cura dei beni comuni e il sostegno alle persone in condizioni di debolezza.
La riunione, che si è svolta nella sede provinciale Coldiretti, ha visto la partecipazione in qualità di relatori dei referenti dell’ASL di Alessandria, i quali hanno portato importanti contributi finalizzati a sostenere la campagna di comunicazione e favorire l’adesione consapevole della popolazione alle vaccinazioni: la dott.ssa Daniela Novelli, la dott.ssa Lorenza Ferrara, Responsabile del Servizio Regionale di Epidemiologia e del dott. Marco Pedrotta.
L’immunizzazione tramite la vaccinazione è una pietra miliare della medicina poiché ha contribuito e contribuisce tuttora enormemente alla salute dei singoli individui e della collettività
“L’iniziativa, – ha affermato il Presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco – nasce dalla volontà di portare a sistema una collaborazione tra Coldiretti e Asl nel campo della prevenzione e tutela della salute degli imprenditori agricoli. L’essere protagonisti di questa società, porre particolare attenzione alla Salute, alla Persona, anche, tramite l’azione propositiva e operativa del Patronato Epaca, rappresenta un tema nevralgico della nostra mission nell’ambito sociale”.
Qualche dato? Si stima che le vaccinazioni prevengano 6 milioni di morti ogni anno nel mondo e la loro efficacia e sicurezza sono state ampiamente dimostrate nel corso degli anni. La meningite uccide 1 adulto su 10, anche con una diagnosi e un trattamento rapidi. Il 20% dei sopravvissuti presenta danni neurologici a lungo termine che possono richiedere assistenza per tutta la vita. L’influenza può aumentare il rischio di infarto o ictus fino a 10 volte, anche nelle persone che non hanno una malattia di base. La malattia pneumococcica è responsabile di circa 230.000 decessi all’anno in Europa. La malattia pneumococcica è contagiosa, cioè si diffonde da persona a persona. Può portare a diversi tipi di problemi di salute, tra cui gravi infezioni ai polmoni, al rivestimento del cervello e del midollo spinale e al sangue. Le persone affette da diabete hanno una probabilità da 3 a 6 volte maggiore di essere ricoverate in ospedale a causa dell’influenza. La difterite uccide 1 persona su 10 che la contrae.
“Ringraziamo il Servizio di Igiene Pubblica dell’Asl di Alessandria e CittadinanzaAttiva per questo importante momento informativo che chiederemo di replicare anche in altre zone del territorio provinciale. Storicamente i programmi di immunizzazione erano destinati primariamente ai bambini. Tuttavia, le malattie infettive prevenibili da vaccino possono avere un impatto significativo su mortalità, salute e qualità della vita anche degli adulti – ha aggiunto il Direttore Coldiretti Alessandria Roberto Bianco -. Con il trascorrere degli anni il sistema immunitario invecchia insieme al resto dell’organismo, riducendo così la sua capacità di una risposta protettiva efficace verso gli attacchi patogeni, fenomeno noto come ‘immunosenescenza’. Ciò che serve è un monitoraggio attivo della salute, tassello fondamentale per il benessere dell’intera società”.
Per info e prenotazioni vaccinazioni ad Alessandria il numero di riferimento è 0131 307822 oppure inviare una mail a vaccinazioni.alessandria@aslal.it
VARESE, INFLAZIONE, IL CARO PREZZI TAGLIA DEL 4,7% IL CARRELLO DELLA SPESA
Acquisti di frutta e verdura giù del 9%
Il caro prezzi taglia del 4,7% le quantità di prodotti alimentari acquistate dai consumatori nel 2023 che sono però costretti però a spendere comunque il 7,7% in più a causa dei rincari determinati dalla crisi energetica. È quanto emerge dall’analisi Coldiretti sugli effetti dell’inflazione nel primo trimestre del 2023 sulla base dei dati Istat sul commercio al dettaglio. La situazione di difficoltà è resa evidente dal fatto che volano gli acquisti di cibo low cost con i discount alimentari che fanno segnare un balzo del +9,1% nel trimestre nelle vendite in valore, il più elevato tra gli scaffali del dettaglio.
Proseguono quest’anno quindi le difficoltà che nel corso del 2022 hanno portato gli italiani a tagliare gli acquisti di frutta e verdura che sono crollati del 9% in quantità rispetto all’anno precedente, ai minimi da inizio secolo, secondo l’analisi di Coldiretti sulla base dei dati Cso Italy. I consumatori hanno ridotto del 17% le quantità di pere, del 11% le arance e l’uva da tavola, dell’8% le pesche, le nettarine e i kiwi: soffrono anche le mele, con un -5% mentre tra gli ortaggi crollano del 24% gli acquisti di asparagi e del 20% quelli di radicchi. Il risultato è che con 5,5 miliardi di chili nel 2022 il consumo di frutta e verdura degli italiani – precisa la Coldiretti – è risultato di mezzo miliardo di chili inferiore a quello dell’anno precedente con preoccupanti effetti sulla salute dei cittadini.
Una situazione che evidenzia la difficoltà in cui si trovano le famiglie italiane che, spinte dai rincari, orientano le proprie spese su canali a basso prezzo rinunciando anche alla qualità. Per difendersi dagli aumenti 8 italiani su 10 (81%) hanno preso l’abitudine di fare una lista ponderata degli acquisti da effettuare per mettere sotto controllo le spese d’impulso, secondo l’analisi Coldiretti/Censis che evidenzia come siano cambiati anche i luoghi della spesa con il 72% degli italiani che si reca e fa acquisti nei discount, mentre l’83% punta su prodotti in offerta, in promozione. Le famiglie, infatti vanno a caccia dei prezzi più bassi anche facendo lo slalom nel punto vendita, cambiando negozio, supermercato o discount alla ricerca di promozioni per i diversi prodotti.
COMO-LECCO, ALTA LOMBARDIA SENZA MIELE
“Raccolta di tiglio e castagno ultima speranza per salvare la stagione”
E’ uno stato di crisi pesante quello che sta colpendo gli apicoltori nell’Alta Lombardia e, in particolare, nelle province di Como, Lecco e Varese: sbalzi termici, le api che arrivano da uno stato di stress pesante e perdurante dallo scorso anno, complice la siccità. E, come colpo di grazia, il passaggio da una primavera asciutta a settimane ininterrotte di pioggia, complice una bassa pressione che staziona tutt’ora sul centro nord Italia.
Il risultato? «Si è prodotto poco o nulla, dai due ai cinque chili di miele di acacia per alveare che, rapportati ai raccolti di una ventina d’anni fa, quando medie di 25 kg con punte di 35, danno l’idea di quanto il polso della situazione risulti drammatico» denuncia Mario Colombo, entomologo e professore all’Università Statale di Milano, esperto di apicoltura. «Senza contare – aggiunge – che in molti casi si è reso necessario lasciare quel poco raccolto alle api, per permettere loro di alimentarsi e sopravvivere: si è dovuto in ogni caso intervenire per alimentare artificialmente gli insetti, con conseguenti spese a fronte di un guadagno pari a zero. E ora le imprese sono in difficoltà: per salvare, giustamente, le famiglie delle api, sono rimaste a secco quelle degli apicoltori. Ora l’ultima speranza è riposta nella raccolta del miele di varietà castagno e tiglio, sia in pianura che in montagna: tutto dipenderà dalle prossime settimane e da come evolverà la situazione, solo un bel tempo stabile e caldo potrà evitare danni maggiori».
Il clima pazzo con sbalzi improvvisi dalla siccità ai nubifragi e dal caldo al freddo, senza dimenticare le gelate tardive, sta compromettendo le raccolte di mieli primaverili in tutto il nord Lombardia: a ciò si aggiunge anche una forte moria di piante, sempre colpa del clima, e una scarsità di nettare a disposizione delle api.
Tra Como, Lecco e Varese – prosegue la Coldiretti Lombardia – la grandine che ha colpito l’areale alpino ha aggravato la raccolta dell’acacia resa difficile già dalle piogge. Già lo scorso anno l’Italia – continua la Coldiretti – ha detto addio a quasi 1 vasetto di miele su 4 (23%) rispetto a poco più di un decennio fa. Il calo delle produzioni ha lasciato spazio alle importazioni dall’estero che a livello nazionale nel 2022 sono cresciute del +12%, provenienti anche da Paesi che non sempre brillano per trasparenza e sicurezza alimentare.
Il miele prodotto sul territorio nazionale, dove non sono ammesse coltivazioni Ogm a differenza di quanto avviene ad esempio in Cina, è riconoscibile attraverso l’etichettatura di origine obbligatoria fortemente sostenuta dalla Coldiretti. La parola Italia deve essere presente per legge sulle confezioni di miele raccolto interamente sul territorio nazionale (Es. Miele italiano) mentre nel caso in cui il miele provenga da più Paesi dell’unione Europea, l’etichetta – continua la Coldiretti – deve riportare l’indicazione “miscela di mieli originari della Ue” indicando il nome dei Paesi (ad esempio, se viene da Italia e Ungheria sul barattolo dovrà esserci scritto Italia, Ungheria); se invece proviene da Paesi extracomunitari deve esserci la scritta “miscela di mieli non originari della Ue” con il nome dei Paesi, mentre se si tratta di un mix va scritto “miscela di mieli originari e non originari della Ue”, anche qui con l’indicazione dei nomi dei Paesi.
VERONA, PRANDINI, IL 5 LUGLIO PROPOSTA COMMISSIONE SU TEA
Vantini, le nuove tecnologie alleate degli imprenditori
Il 5 luglio è prevista la presentazione della proposta della Commissione europea. A pochi giorni dall’approvazione dell’emendamento al decreto siccità che dà il via libera alla sperimentazione in campo delle TEA il Presidente della Coldiretti Ettore Prandini si è recato a Bruxelles con una serie di incontri istituzionali per accelerare la presentazione del nuovo quadro regolamentare per lo sviluppo delle nuove tecniche di selezione genomica, che distingua nettamente i vecchi e obsoleti ogm dalle Tecniche di Evoluzione Assistita.
“Per rispondere alla sfida dei cambiamenti climatici, della difesa della biodiversità e affrontare l’obiettivo della sovranità alimentare, la ricerca agraria – è il commento del Presidente di Coldiretti Verona Alex Vantini – ha oggi a disposizione nuove tecnologie di miglioramento genetico che permettono di riprodurre in maniera precisa e mirata i risultati dei meccanismi alla base dell’evoluzione biologica naturale, raggruppate sotto la denominazione Tea (Tecnologie di Evoluzione Assistita). Tecniche che non implicano l’inserimento di Dna estraneo alla pianta”.
“È necessario che la spinta a livello italiano – dice Ettore Prandini – sia seguita immediatamente a livello europeo. Nel corso delle diverse interlocuzioni con europarlamentari europei, espressione di tutti i gruppi politici, e dei Direttori generali della DG Agricoltura e della DG Salute della Commissione UE, Coldiretti ha anche ribadito di ritenere inaccettabile che questa proposta venga utilizzata dal Vice presidente della Commissione Frans Timmermans per spingere soprattutto il Parlamento europeo ad approvare norme ideologiche e prive di basi scientifiche come quella sul ripristino della natura o sulla riduzione dell’utilizzo dei pesticidi”.
“Gli agricoltori – conclude Vantini – hanno bisogno di alternative efficaci per ridurre gli input chimici e l’impatto sulle risorse naturali. Negargli questa possibilità obbligandoli allo stesso tempo ad una netta riduzione degli strumenti di difesa dalle fitopatologie, significa mettere a repentaglio la sicurezza dell’approvvigionamento alimentare in Europa e nel mondo e aumentare le importazioni da paesi terzi che non rispettano le nostre stesse norme in termini di sostenibilità ambientali e sociali, nonché di sicurezza alimentare e benessere animale”.
Appuntamenti
PUGLIA, BLITZ DI CENTINAIA DI AGRICOLTORI, SI RIACCENDE #LAGUERRADELGRANO
Alla vigilia dall’inizio ufficiale in tutte le campagne pugliesi della mietitura, scoppia la guerra del grano con gli agricoltori pugliesi che sono costretti a lasciare i campi per stringere d’assedio il porto di Bari, dove una nave proveniente da Vancouver sta scaricando grano canadese, dove si utilizza il glifosate in preraccolta come disseccante secondo modalità vietate in Italia.
L’appuntamento della Coldiretti per la mobilitazione a sostegno della coltura più diffusa in Italia è fissato per mercoledì 7 giugno 2023, dalle ore 9,30, in Puglia a Bari al ‘Varco della Vittoria’.
Un oltraggio per i produttori pugliesi che non riescono a vendere al giusto prezzo il proprio grano sotto l’attacco delle speculazioni che hanno fatto crollare le quotazioni in un momento difficile per l’economia e l’occupazione.
Dai grani più antichi recuperati dagli agricoltori, ora a rischio di estinzione, a pasta e pane fatti con il vero grano ‘made in Italy’, sarà presentato a Istituzioni e cittadini il Dossier Coldiretti su “La guerra del grano” con i costi delle speculazioni per gli agricoltori e i consumatori e le proposte concrete per salvare la coltivazione ed i rischi che corre l’Italia sul piano ambientale, economico e occupazionale.
ROVIGO, LA GUERRA DEL GRANO: BLITZ DOMANI A BARI
A rischio anche il grano polesano
Domani mattina (mercoledì 7 giugno 2023) a Bari all’uscita del porto ‘Varco della Vittoria’ scoppia la guerra del grano con il blitz degli agricoltori che sono costretti a lasciare le campagne per difendere il frutto del proprio lavoro che viene sottopagato al di sotto dei costi di produzione mentre i consumatori devono fare i conti con gli aumenti dei prezzi per il pane e la pasta. L’appuntamento è fissato proprio a Bari per stringere d’assedio il suo porto dove una nave proveniente da Vancouver sta scaricando grano canadese.
L’iniziativa è degli agricoltori della Coldiretti per una mobilitazione nella regione dove più diffusa è la coltivazione del grano tricolore messo a rischio dalle speculazioni che hanno fatto crollare le quotazioni in un momento difficile per l’economia e l’occupazione. Dinamiche che purtroppo stanno toccando le quotazioni dei cereali coltivati anche in Polesine, come grano duro, grano tenero e mais.
“I cittadini e le istituzioni devono conoscere i costi della speculazione che viene perpetrata a scapito degli agricoltori e dei consumatori – commenta il presidente provinciale di Coldiretti Rovigo Carlo Salvan – da settimane registriamo cali costanti e significativi delle quotazioni dei nostri cereali, a fronte di costi di produzione in aumento. Senza dimenticare le recenti difficoltà legate al clima, con le coltivazioni stressate prima dalla siccità fino ad aprile e poi da una piovosità che ha reso ancora più difficile la gestione agronomica, e che si ripercuoterà sulle produzioni”. “Siamo quindi di fronte a un attacco al nostro Made in Italy – conclude Salvan – è troppo ampia la forbice tra il prezzo pagato in campo e quello del prodotto trasformato, va ridata equità alla filiera che soprattutto nel grano duro deve data valore aggiunto alle nostre coltivazioni e ai nostri prodotti. Questa mobilitazione vuole accendere l’attenzione dell’opinione pubblica su un tema molto delicato e che è a salvaguardia di un vero patrimonio nazionale”.
MANTOVA, GIOVANI IMPRESA GIOVEDÌ 8 GIUGNO L’ASSEMBLEA ELETTIVA
Dialogo con assessore Beduschi e il campione del volley Bernardi
Una serata fra agricoltura e sport, per coniugare le sfide dell’impresa e la grinta necessaria per prestazioni professionali e sportive al massimo, per conoscere il successo della leadership e la fiducia di lavorare in team. È per questo che giovedì sera (8 giugno, ore 18:45) a Villa Cavriani (strada provinciale Ostigliese, 160, Garolda di Roncoferraro) il gruppo di Coldiretti Mantova Giovani Impresa, guidato da Giovanni Bellei, incontrerà l’assessore regionale all’Agricoltura, Alessandro Beduschi, e il campione italiano di pallavolo Lorenzo “Lollo” Bernardi, uno dei migliori schiacciatori italiani, oggi allenatore.
Seguiranno l’elezione del delegato provinciale di Giovani Impresa di Coldiretti Mantova e una cena conviviale.
All’incontro parteciperanno anche il presidente e il direttore di Coldiretti Mantova, Paolo Carra ed Erminia Comencini.
BRESCIA, I CAMBIAMENTI CLIMATICI
Giovedì 8 giugno alle ore 20.30
Presso l’Azienda Agricola Al Berlinghetto – Via Esenta n. 7 Berlingo (Bs)
All’incontro parteciperanno Andrea Giuliacci esperto meteorologo e climatologo, Davide Lazzari Produttore vitivinicolo, Veronica Barbati Delegata nazionale Coldiretti Giovani Impresa. L’incontro sarà moderato dal direttore di Radio Bruno Brescia Luca Riva.
Al termine dell’incontro ci sarà un momento conviviale con musica dal vivo.
E’ richiesta gentile conferma di partecipazione. In attesa di incontrarci l’occasione è gradita per porgere cordiali saluti