COMUNICATO STAMPA | Notizie dalle Federazioni

News La Forza del Territorio del 1° luglio 2021

1 Luglio 2021
News La Forza del Territorio del 1° luglio 2021

Primo piano

 

 

PUGLIA

PSR: A RISCHIO 304 MILIONI DA SPENDERE ENTRO IL 31 DICEMBRE 2021

Serve impegno concreto per accelerare iter procedurali e domande di pagamento

Sono stati centrati i primi 2 slot temporali a cui è stata condizionata la deroga dell’UE concessa nell’aprile scorso, un primo segnale concreto di discontinuità dopo anni di tempesta perfetta che ha ingessato la spesa dei fondi dello sviluppo rurale, ma è solo l’inizio perché la Puglia resta a rischio disimpegno per 304 milioni di euro da spendere entro il 31 dicembre 2021. E’ quanto afferma Coldiretti Puglia, in merito allo stato di avanzamento del PSR Puglia 2014-2020, considerato che ci saranno da spendere nel biennio 2020 – 2022 ulteriori 543 milioni di euro di fondi della Next generation EU e del quadro permanente finanziario.

Se da un lato è stato speso oltre il 90% delle risorse destinate alle misure agro-climatico-ambientali, agricoltura biologica e biodiversità, la performance, invece, è stata molto negativa – stigmatizza Coldiretti Puglia – per l’ingresso dei giovani in agricoltura, dove è stato speso solo il 4,6% delle risorse disponibili e a favore degli investimenti per aumentare la competitività delle imprese agricole, per cui è stato speso solo il 30% dei fondi.

“Serve l’impegno concreto di tutti per accelerare gli iter procedurali e le domande di pagamento, perché restituire anche un solo euro a Bruxelles sarebbe inaccettabile, così come per far arrivare concretamente i 543 milioni di euro del biennio 2020-2022 alle imprese agricole e ai giovani che sognano di lavorare in agricoltura la condizione essenziale è che siano predisposti bandi snelli e sia sburocratizzato l’iter che ha bloccato il PSR ancora in corso”, dichiara il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia.

Ad oggi risultano spesi 736 milioni di euro rispetto alla dotazione complessiva di 1,6 miliardi di euro, con la burocrazia e gli errori di programmazione che hanno rubato negli anni scorsi tempo e risorse al lavoro e agli investimenti delle aziende agricole e ha impedito con le inefficienze l’avvio di nuove attività e l’ingresso dell’80% dei giovani nell’attività di impresa, a causa del significativo contenzioso in tribunale amministrativo che aveva spinto l’Amministrazione regionale pugliese ad un approccio prudente che, però, ha avuto inevitabili ripercussioni sull’avanzamento della spesa.

“Anche questa volta, come sempre, offriremo il massimo della collaborazione per individuare le soluzioni più appropriate – aggiunge il presidente Muraglia – per uscire da una situazione preoccupante, ma ancora noi crediamo sia recuperabile. Il rischio di non utilizzare le risorse va assolutamente scongiurato, soprattutto oggi alla luce della sofferenze che la filiera agroalimentare sta vivendo in questa lunga contingenza pandemica”, conclude il presidente Muraglia.

La Puglia ha speso solo il 45,5% delle risorse del PSR Puglia – aggiunge Coldiretti Puglia – con un livello di spesa di molto inferiore alla media nazionale che si attesta su oltre il 61%.

Per Coldiretti Puglia è essenziale procedere con tutte le verifiche utili per spendere le risorse in modo fluido e senza ulteriori intoppi, scongiurando di far perdere ulteriori risorse vitali all’agricoltura pugliese e soprattutto competitività alle imprese agricole della Puglia, con il fallimento sul fronte dello storico ritorno alla terra che ha portato a finanziare solo il 20% delle domande presentate dai giovani under 40.

Una sconfitta per le speranze di tanti giovani, ma anche per il Paese che – sostiene la Coldiretti regionale – perde opportunità strategiche per lo sviluppo in un settore chiave per la ripresa economica, l’occupazione e la sostenibilità ambientale soprattutto nel Mezzogiorno dove maggiore è il bisogno occupazionale e più elevati sono i tassi di fuga dei giovani.

Dall’analisi dei dati sullo stato di attuazione del Psr Puglia 2014-2020 emergono forti criticità, perché la Regione Puglia è tra le regioni italiane che dispone di maggiori risorse PSR – conclude Coldiretti Puglia –  ed è l’ultima nella spesa delle risorse pubbliche.

 

 

Dal Territorio

 

L’AQUILA, FUCINO: COLDIRETTI CHIEDE ASSEGNAZIONE CARBURANTE

Coldiretti L’Aquila ha chiesto, in una lettera all’Assessorato alle politiche agricole della Regione Abruzzo e al Dipartimento dello sviluppo rurale, un supplemento di gasolio agricolo per fronteggiare l’anomalo andamento climatico che ha caratterizzato gli ultimi mesi e per il quale le imprese agricole del Fucino hanno dovuto effettuare più irrigazioni e di conseguenza un utilizzo maggiore del gasolio.

“Le precipitazioni primaverili, lo sbalzo termico tra aprile e maggio e l’innalzamento delle temperature che ha caratterizzato l’ultima quindicina di giugno – è scritto sulla nota – stanno “pesando” sul settore agricolo, in quanto hanno determinato e stanno determinando, oltre all’ulteriore impiego di manodopera, l’acquisto di carburante industriale il cui onere non rende competitiva la produzione e l’ulteriore utilizzo dei mezzi agricoli con il conseguente maggior consumo di carburante”.

Situazioni che sicuramente non aiutano l’economia fucense che rappresenta, in termini di fatturato e di vitalità, una delle zone più importanti di tutta la regione. Coldiretti L’Aquila, chiedendo una assegnazione suppletiva del carburante in modo da non gravare sulle imprese già in difficoltà per le note anomalie climatiche e per l’emergenza sanitaria, ricorda che il Fucino è conosciuto proprio come l’orto d’Italia per la qualità e la quantità delle sue produzioni di eccellenza, dalle patate alle carote passando per i finocchi che vengono coltivati su un bacino costituito da 13.500 ettari di superficie agricola utilizzata, all’interno del quale operano complessivamente circa 2000 aziende agricole che assumono annualmente circa 6.000 lavoratori e che, dal punto di vista economico, rappresenta circa il 25% del valore aggiunto dell’agricoltura abruzzese.

 

UMBRIA, “L’AGRICOLTURA AL CENTRO”: A SAN GIUSTINO, L’ASSEMBLEA REGIONALE

PAC, PSR e PNRR: rilancio dell’economia e crescita del sistema imprenditoriale; Innovazione, digitalizzazione e filiere; Prezzi e burocrazia, clima, suolo e ambiente, calamità e fauna selvatica; Multifunzionalità, turismo e rafforzamento del “brand Umbria”. Sono state queste le tematiche su cui ha ruotato l’Assemblea regionale della Coldiretti svoltasi a San Giustino dal titolo “L’Agricoltura al Centro”, aperta anche ad Istituzioni e mondo economico.

Un’occasione – spiega Coldiretti – per riflettere sugli argomenti più rilevanti del comparto in un’ottica di ripartenza. Dopo i saluti del Sindaco di San Giustino Paolo Fratini, un’ampia e costruttiva serie di interventi da parte dei dirigenti della Coldiretti Umbria che hanno tracciato le prospettive dei vari comparti e di tutte le filiere agroalimentari locali, senza tralasciare le criticità principali ancora a carico del settore primario.

Proprio di un’agricoltura centrale per l’intera società ha parlato il Presidente della Coldiretti Umbria Albano Agabiti. L’Umbria e il settore agricolo – ha sostenuto Agabiti – hanno dimostrato in questi mesi di pandemia, un forte spirito di resilienza e di essere pronti a ripartire. Come Coldiretti moltiplicheremo il nostro impegno per tutelare il reddito degli imprenditori, per semplificare il loro lavoro quotidiano, per far sì che i fondi destinati al comparto sostengano le vere aziende agricole e le filiere locali, in un confronto costante con la nostra base e le Istituzioni.

Vogliamo continuare ad essere protagonisti nella società del futuro – ha sottolineato il Direttore Coldiretti Umbria Mario Rossi, che ha coordinato i lavori. Si sta aprendo una nuova stagione di opportunità in cui il sistema agroalimentare deve poter rivestire un ruolo chiave, con la giusta dignità per il lavoro imprenditoriale. In questa fase dobbiamo concentrarci sulla ripartenza; vediamo la fine di un tunnel che ha comportato un periodo drammatico sia a livello sociale, di salute che per tutto il sistema economico. Serve concretezza – ha precisato Rossi – per ridare slancio alle imprese, ma anche per affrontare e superare le varie problematiche che osteggiano ancora le attività di tante imprese agricole.

Anche di ripartenza e di risorse del PNRR, ha trattato l’intervento di Raffaele Borriello, Capo Area Legislativo e Relazioni Istituzionali Confederazione nazionale Coldiretti. Nel ricordare il forte impegno dell’Organizzazione agricola durante l’emergenza covid, per assicurare giusti e concreti sostegni all’agricoltura, Borriello ha sottolineato come occorra ora lavorare su una semplificazione reale, su rapidità e capacità di spesa delle risorse ma anche sul piano della sussidiarietà. Nel rispondere alle interessanti sollecitazioni dei presenti, Borriello ha ribadito tra l’altro anche la necessità di rafforzare il ruolo dell’imprenditore agricolo lungo la filiera agroalimentare, garantendo un equo valore al suo lavoro. Ricordato in quest’ambito proprio l’intervento normativo fortemente sollecitato da Coldiretti per rendere più equa la distribuzione del valore lungo la filiera, contro le pratiche commerciali sleali.

Altro fondamentale contributo all’Assemblea quello di Maria Chiara Zaganelli, Direttore Generale di ISMEA, che oltre a ricordare i due “bacini” di intervento su cui punta in maniera forte l’Istituto, ovvero, giovani imprenditori e donne, ha affermato come serva orientarsi su misure di carattere strutturale, che mirino non solo alla nascita di nuove imprese, ma pure a rafforzare quelle esistenti. Decreto Sostegni, credito e semplificazione, sono solo alcuni dei tanti temi toccati dalle puntuali risposte del Direttore Generale di ISMEA.

Anche l’Assessore regionale all’Agricoltura Roberto Morroni, ha evidenziato il ruolo centrale dell’agricoltura per lo sviluppo e per la ripartenza, che porta con se nuove opportunità. Morroni ha ribadito l’impegno verso scelte orientate, tra l’altro, a fornire una grande spinta alle imprese condotte dai giovani, alla qualità e alla sostenibilità, ma anche alla promozione dei prodotti locali e del “brand Umbria”.

 

LAZIO, COLDIRETTI E UNAPROL CREANO NUOVA FIGURA PROFESSIONALE: L’EVOLOGO

Da un’intuizione di Unaprol e Coldiretti Lazio nasce una nuova figura professionale specializzata nel settore olivicolo – oleario: l’EVOlogo. Una novità assoluta nel panorama formativo, che da un lato è volta a valorizzare e promuovere la filiera olivicola, dall’altro è destinata a creare nuovi posti di lavoro. In quest’ottica è nata la collaborazione con la Fondazione Evoo School e la Fondazione ITS Agroalimentare, per realizzare il primo corso ITS biennale gratuito già a partire dal prossimo ottobre, ma sono già aperte le pre-iscrizioni, per acquisire il titolo riconosciuto di “Tecnico Superiore Responsabile delle produzioni e trasformazioni agrarie con specializzazione nel settore olivicolo-oleario”.

Un progetto innovativo, ambizioso ed esclusivo, quello presentato questa mattina presso gli spazi Garum – Bilioteca e Museo della Cucina in Via dei Cerchi, 87 a Roma da Coldiretti Lazio, Unaprol, Fondazione Evoo School e Fondazione ITS Agroalimentare, che ha raccolto anche il plauso della Regione Lazio. All’evento, moderato dal Direttore Unaprol e AD Fondazione Evooschool, Nicola Di Noia, era presente, infatti, anche l’assessore regionale all’Istruzione, Claudio Di Berardino, insieme al Presidente Unaprol e Coldiretti Lazio, David Granieri e al direttore ITS Agroalimentare, Eugenio Stelliferi. Non poteva mancare lo Chef – Fondatore Campus Etoile Academy, Rossano Boscolo. A parlare degli aspetti organizzativi del corso anche la responsabile didattica ITS Agroalimentare, Laura Castellani, il Presidente Agrotecnici e vice presidente Evooschool, Roberto Orlandi e il Dirigente scolastico ITA Garibaldi, Andrea Pontarelli. “Questo progetto rappresenta un risultato importantissimo – spiega il Presidente di Unaprol e Coldiretti Lazio, David Granieri – non solo per noi, ma per l’intera filiera olivicola italiana ed è frutto di una lunga collaborazione tra Coldiretti, Unaprol, Fondazione Evoo School e Fondazione ITS Agroalimentare, nell’ambito di un piano culturale e tecnico che valorizzerà la filiera. Sappiamo bene quanto sia determinante investire nella formazione di figure professionali altamente qualificate, in grado di fare proprie le istanze, gli obiettivi e le criticità del settore olivicolo – oleario italiano e contribuire, ad ogni livello, a guidarne e indirizzarne lo sviluppo e l’evoluzione”.

Il corso, che valorizzerà i principali prodotti della filiera olivicola come l’olio d’oliva e le olive da tavola, icone all’estero di italianità e dieta mediterranea, prevede lo svolgimento di oltre 1000 ore di formazione diretta ed 800 di tirocinio in azienda. Coerentemente con le caratteristiche definite dal MIUR, in relazione a questo livello formativo, il corso avrà un’impostazione tecnica e di alta specializzazione, con l’obiettivo primario di rispondere ai fabbisogni di innovazione e di trasferimento tecnologico delle piccole e medie imprese della filiera.

“L’obiettivo è quello di sviluppare la capacità produttiva della filiera – conclude Granieri – ridurre gli squilibri nella distribuzione del valore a carico della fase di produzione primaria, accrescere la sostenibilità ambientale e valorizzare il nostro patrimonio varietale autoctono ed i benefici salutistici degli oli di qualità, anche guidando il mercato verso un consumo più informato e responsabile. Si tratta di una sfida ambiziosa, per vincere la quale l’olivicoltura italiana ha tutte le carte in regola, ma che richiede al tempo stesso una forte crescita “culturale” e professionale del comparto, l’adozione di soluzioni tecnologiche innovative in tutte le fasi, il passaggio ad una visione di sistema e strategica”.

Una settore che riscuote grande interesse a giudicare dalle numerose richieste di informazioni che stanno già arrivando da tantissimi studenti interessati ad iscriversi al corso e dalle scuole che vogliono attivare questo nuovo percorso professionale.

“Lo straordinario progetto di sviluppo del settore per rilanciare il prodotto olivicolo-oleario in campo internazionale – afferma Laura Castellani, responsabile didattica ITS Agro – ci ha immediatamente convinto e appassionato. Coldiretti e Unaprol hanno avuto la capacità di intuire che un percorso sistemico va sostenuto anche grazie alla competenza di nuovi esperti, che si dedichino a valorizzare il prodotto e che conoscano perfettamente questo straordinario comparto”.

Maggiori informazioni sul corso e relativi moduli di iscrizione sono disponibili sul sito www.itsagro.it

 

LIGURIA, BENZINA: RECORD PREZZI PESA SU SPESA DELLE FAMIGLIE E IMPRESE

In un Paese come l’Italia dove l’85% dei trasporti commerciali avviene per strada, il record dei prezzi dei carburanti ha un effetto valanga sulla spesa con un aumento dei costi di trasporto oltre che di quelli energetici. E’ quanto afferma la Coldiretti sugli effetti del balzo delle quotazioni della benzina. L’aumento è destinato a contagiare l’intera economia perché se salgono i prezzi del carburante si riduce il potere di acquisto degli italiani che hanno meno risorse da destinare ai consumi mentre aumentano i costi per le imprese. “A subire gli effetti dei prezzi dei carburanti – affermano il Presidente di Coldiretti Liguria Gianluca Boeri e il Delegato Confederale Bruno Rivarossa – è anche il nostro sistema agroalimentare, dove i costi della logistica arrivano ad incidere fino al 30/35% sul totale dei costi per frutta e verdura secondo una analisi della Coldiretti su dati Ismea. In queste condizioni è importante individuare alternative green come previsto dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) sul Recovery plan elaborato dalla Coldiretti e agire anche sui ritardi strutturali dell’Italia e sbloccare tutte le infrastrutture che migliorerebbero i collegamenti tra Sud e Nord del Paese, ma pure con il resto del mondo per via marittima e ferroviaria in alta velocità, con una rete di snodi composta da aeroporti, treni e cargo”.

 

VENETO, CONSUMI: +8% PESCE STRANIERO SUI BANCHI, PIU’ SPECIE ESOTICHE 

Pesce straniero sui banchi e nel mare preoccupano gli operatori della pesca. Coldiretti Veneto che registra un + 8% di quantità importate nei primi tre mesi del 2021, il continuo proliferare di specie esotiche nei mari e una perdita di 200 pescherecci in dieci anni richiama l’attenzione sullo stato di un settore che esprime una delle eccellenze del Made in Italy base della dieta mediterranea. L’analisi è formulata da Impresa Pesca in occasione di Slow Fish in programma a Genova. La flotta veneta – commenta Alessandro Faccioli referente regionale – da 780 imbarcazioni nel 2010 ne conta circa 600 attualmente. Il colpo di grazia è arrivato con la pandemia – sostiene Faccioli di Impresa Pesca Coldiretti – E’ quindi necessario intervenire subito su più fronti, dalla produzione al consumo prevedendo l’obbligo di indicazione in etichetta del giorno in cui il pesce è stato pescato in modo da garantire la massima informazione e trasparenza sulla freschezza del prodotto. La provenienza tracciata va inserita oltre che sui banchi del mercato o dei supermercati anche per i piatti proposti nei menù dei ristoranti, un po’ come avviene per la segnalazione se si tratta di prodotto fresco oppure surgelato.

La produzione invenduta, crollo dei prezzi e chiusura del canale Horeca senza dimenticare l’aggravio di costi per garantire il rispetto delle misure di distanziamento e sicurezza a bordo delle imbarcazioni, con i pescatori che hanno continuato a uscire in mare per assicurare le forniture di pesce fresco ai consumatori sono alcune delle motivazioni del crack della pesca italiana. Alle difficoltà economiche si aggiungono le normative europee a volte restrittive. Le giornate di effettiva operatività a mare sono scese per alcuni segmenti di flotta a poco meno di 140 di media all’anno, rendendo non più sostenibile l’attività di pesca per una buona fetta della flotta nazionale considerata anche l’assenza di ammortizzatori e di valide politiche di mercato capaci di compensare le interruzioni.

“Senza pescherecci non ci può essere vero pesce italiano a tavola per questo è strategico utilizzare parte delle risorse del Recovery Plan per rinnovare gli strumenti di lavoro. Occorre far fronte anche ai cambiamenti climatici che favoriscono la presenza di meduse dai nomi stravaganti come “occhio di gatto” e “noce di Mare” che cacciano attivamente larve di pesci e molluschi e novellame di specie di interesse economico, oltre a granchi predatori come il granchio blu sempre più presenti anche nelle lagune a scapito delle tipicità locali e tradizionali come le sardine o le alici, messe in crisi dall’innalzamento delle temperature. Coldiretti Veneto ha lanciato una sfida alle nuove generazioni attraverso una Scuola di Pesca affinchè la preparazione e la qualifica dei pescatori diventi motivo di investimento culturale oltre che professionale per dare opportunità di reddito ed occupazione ai giovani.

Gli italiani – conclude la Coldiretti – mangiano circa 28 kg di pesce all’anno, superiore alla media europea ma un quantitativo decisamente basso se confrontato con quello di altri Paesi che hanno un’estensione della costa simile, come ad esempio il Portogallo, dove se ne consumano quasi 60 kg, praticamente il doppio. Ma la crisi del settore pesa anche sulla salute dei cittadini poiché con la riduzione delle attività di pesca viene meno anche la possibilità di portare in tavola pesce Made in Italy, favorendo gli arrivi dall’estero di prodotti ittici che non hanno le stesse garanzie di sicurezza di quelli tricolore.

 

MANTOVA, CUN SUINI: RITIRO MACELLATORI DA COMMISSIONE È OLTRAGGIO

“Il ritiro dei rappresentanti dei macellatori dalla Commissione unica nazionale (Cun) è un oltraggio nei confronti degli allevatori, che avrà ripercussioni sulla filiera e sul futuro di produzioni tipiche come i prosciutti Dop e i grandi salumi a denominazione d’origine. Ci aspettiamo che il ministero delle Politiche agricole, sotto la cui egida la Cun dei suini grassi da macello opera, prenda seri provvedimenti e riporti le condizioni per un funzionamento corretto, perché la situazione provocata dalla parte industriale è inaccettabile”.

Una protesta ferma quella di Coldiretti Mantova, alla luce del ritiro dalle proprie funzioni in Cun dei commissari di parte industriale, che questa mattina hanno costretto il Garante del ministero a stabilire un prezzo per i maiali destinati al macello, di concerto con il Garante della parte allevatoriale.

“Ritengo che il prezzo stabilito oggi, di 1,551/1,565 euro al chilogrammo con una forbice rispetto alla settimana precedente che oscilla fra 0,00 e -0,14 euro al chilogrammo, rappresenti la volontà degli allevatori ad assicurare il funzionamento della Cun, perché la flessione non rispecchia il reale andamento del mercato, che mostra una sostanziale stabilità”, commenta Claudio Veronesi, componente della delegazione dei produttori in Commissione unica nazionale.

“Il sistema allevatoriale – prosegue Coldiretti Mantova – si sta impegnando su tutti i fronti per rispondere alle esigenze del consumatore, con azioni orientate a consolidare il benessere animale, a evitare l’uso dell’antibiotico, a non praticare il taglio della coda e questo è l’ennesimo colpo basso, che evidenzia una strategia pervicace dei macellatori per demolire la Cun. Qual è il disegno dei macellatori, affossare filiere di qualità come quelle dei prosciutti e dei salumi Dop? Importare più carni dall’estero, ora che l’etichettatura delle carni suine trasformate ha imposto maggiore trasparenza?”.

 

PIEMONTE, BENZINA: RINCARO CARBURANTI PESA SU EXPORT MADE IN ITALY

In un Paese come l’Italia dove l’85% dei trasporti commerciali avviene per strada il record dei prezzi dei carburanti ha un effetto valanga sulla spesa con un aumento dei costi di trasporto oltre che di quelli energetici. E’ quanto afferma Coldiretti sugli effetti del balzo delle quotazioni della benzina. L’aumento è destinato a contagiare l’intera economia perché se salgono i prezzi del carburante si riduce il potere di acquisto degli italiani che hanno meno risorse da destinare ai consumi mentre aumentano i costi per le imprese.

“A subire gli effetti dei prezzi dei carburanti – fanno notare Roberto Moncalvo Presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale – è anche l’intero sistema agroalimentare dove i costi della logistica arrivano ad incidere fino dal 30 al 35% sul totale dei costi per frutta e verdura, secondo una analisi della Coldiretti su dati Ismea. In queste condizioni è importante individuare alternative green come previsto dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) sul Recovery plan per sviluppare le bioenergie in Italia. Con il Pnrr serve anche agire sui ritardi strutturali dell’Italia e sbloccare tutte le infrastrutture che migliorerebbero i collegamenti, ma pure con il resto del mondo per via marittima e ferroviaria in alta velocità, con una rete di snodi composta da aeroporti, treni e cargo. Si tratta di una mancanza che ogni anno rappresenta un danno per l’export del Made in Piemonte al quale si aggiunge proprio il maggior costo della bolletta logistica legata ai trasporti e alla movimentazione delle merci”.

Secondo l’ultima analisi del centro studi Divulga, in Italia il costo medio chilometrico per le merci del trasporto pesante è pari a 1,12 euro/chilometro, più alto di nazioni come la Francia (1,08) e la Germania (1,04), ma addirittura doppio se si considerano le realtà dell’Europa dell’Est.

 

LIGURIA, CONSUMI: CON +8% PESCE STRANIERO, SERVE DATA PESCA PER TRACCIABILITA’

Con il balzo delle importazioni di pesce straniero in Italia che fanno registrare un +8% in quantità nei primi tre mersi del 2021, è SOS per la flotta tricolore, che negli ultimi 35 anni ha visto ridursi il numero di imbarcazioni, con impatto devastante su economia e occupazione. E’ quanto emerge da un’analisi della Coldiretti Impresapesca in occasione di Slow Fish a Genova dedicato ad un settore cardine del Made in Italy messo in difficoltà a causa dall’emergenza Covid, e dalle chiusure della ristorazione, canale attraverso il quale viene venduta più della metà del pescato.

“E’ necessario – afferma Daniela Borriello, Responsabile Coldiretti Impresa Pesca Liguria –  intervenire subito su più fronti, dalla produzione al consumo: fondamentale prevedere l’obbligo di indicazione in etichetta del giorno in cui il pesce è stato pescato, in modo da garantire la massima informazione e trasparenza sulla freschezza del prodotto. La tutela della nostra produzione non può prescindere da una corretta e trasparente etichettatura, che conceda al consumatore la possibilità di fare una scelta di acquisto consapevole. La data del pescato è un indicatore fondamentale della freschezza e genuinità del prodotto, oltre ad essere un dato fondamentale per far fronte alla concorrenza del pesce estero, che nuoce enormemente alle nostre marinerie, le quali, nonostante le difficoltà legate al periodo, hanno continuato a portare a terra il nostro pescato a miglio zero freschissimo e direttamente disponibile. L’indicazione di origine va inserita oltre che sui banchi del mercato o dei supermercati anche per i piatti proposti nei menù dei ristoranti, un po’ come avviene per la segnalazione se si tratta di prodotto fresco oppure surgelato”.

“La pandemia – affermano il Presidente di Coldiretti Liguria Gianluca Boeri e il Delegato Confederale Bruno Rivarossa – ha aggravato una situazione già difficile per la nostra flotta, che paga anche la drastica riduzione dell’attività imposta dalle normative europee e nazionali, normative che rischiano di compromettere inoltre il futuro del comparto, dove il ricambio generazionale non è di certo agevolato. Senza pescherecci non ci può essere vero pesce Made in Italy a tavola, per questo è strategico utilizzare parte delle risorse del Recovery Plan per rinnovare la flotta italiana e salvare i 28mila posti di lavoro che garantisce al Paese. L’introduzione della data del pescato è quindi fondamentale per il lavoro dei nostri pescatori e per la salute dei cittadini e può contribuire alla riduzione dell’arrivo dall’estero di prodotti ittici che non hanno le stesse garanzie di sicurezza di quelle tricolori. Il nostro consiglio è quello di preferire sempre pesce freschissimo appena pescato, portato a terra dai nostri pescatori che svolgono anche una nobile funzione di “spazzini del mare”, eliminando rifiuti che troppo spesso incautamente vengono abbandonati, il tutto a tutela dell’ambiente marino”

 

LUCCA, VACANZE VICINO A CASA PER 1 SU 3, BORGHI, VARIANTE DELTA “BLOCCA” INGLES

Variante Delta e quarantena obbligatoria “bloccano” i turisti inglesi ed americani. Non li vedremo, almeno non nell’immediato, e mancheranno molto all’indotto turistico della Garfagnana e della Valle del Serchio, i sudditi della regina Elisabetta. Così come mancheranno i turisti americani e più in generale del Nord America. A dirlo è un sondaggio di Coldiretti Lucca tra le strutture agrituristiche della Garfagana e della Valle del Serchio. “La volontà di inglesi ed americani di venire a trascorrere una vacanza in Garfagnana e nella Valle del Serchio si sta scontrando con le difficoltà legate all’obbligo di quarantena e per gli inglesi alla variante Delta. – analizza Francesca Buonagurelli, Delegata Terranostra Coldiretti Lucca Massa Carrara – Le prenotazioni, che riguardavano principalmente i mesi di luglio ed agosto, sono state cancellate recentemente. Ci sono prenotazioni dal Canada ma per settembre. In compenso stanno arrivando richieste da Germania ed altri paesi della comunità europea che speriamo possano compensare, almeno in parte, l’assenza di americani ed inglesi”.

Gli agriturismi toscani dovranno confidare, anche quest’estate, sugli italiani. Uno su tre (33%) sceglierà una meta vicino a casa, possibilmente nella regione di appartenenza. Il 6% andrà invece all’estero mentre il resto si recherà in una regione diversa da quella di residenza. A dirlo è l’indagine Coldiretti-Ixe’. Città d’arte, borghi, montagna, campagna e agriturismi con la Garfagnana in pole position sono le mete nella top dei desideri per il 25% dei vacanzieri. “Molto meglio, in questa prima fase, la ristorazione tipica nelle strutture autorizzate. – analizza ancora la Buonagurelli – Vogliamo essere fiduciosi per i mesi di luglio, agosto e settembre. Il piano vaccinale, unito al green pass e alla non obbligatorietà della mascherina, sono elementi determinanti per la programmazione delle vacanze. Confidiamo sui nostri connazionali ma non sarà un’estate da tutto esaurito”. Lo scorso anno la mancanza degli stranieri si è fatta sentire: le presenze sono state il 70,4% in meno rispetto ad un anno (dati Regione Toscana).

Secondo l’indagine della principale organizzazione agricola oltre sei italiani su dieci (63%) sono disposti a spostare le ferie pur di farsi iniettare la prima o la seconda dose di vaccino, con la paura per il Covid che è più forte della voglia di relax. La tutela della salute resta la priorità degli italiani con solo il 23% di italiani che preferisce rimandare il vaccino pur di godersi le ferie, mentre il restante 8% è indeciso.  Resta il fatto che l’emergenza Covid ha condizionato quest’anno la scelta del luogo di quasi un italiano su due (49%) che va in vacanza secondo un’analisi Coldiretti su dati Istat. Non a caso ben il 33% dei vacanzieri resterà all’interno della propria regione.

A confermare una tendenza alla cautela rispetto ai rischi di assembramenti e contagi, tra le mete privilegiate ci sono quest’anno – conclude Coldiretti – le strutture agrituristiche che, spesso situate in zone isolate della campagna in strutture familiari con un numero contenuto di posti letto e a tavola e con ampi spazi all’aperto, sono forse i luoghi dove è più facile garantire il rispetto delle misure di sicurezza per difendersi dal contagio fuori dalle mura domestiche secondo Terranostra e Campagna Amica. Sono circa duecento gli agriturismi in Provincia di Lucca.

 

PISTOIA, ASSEMBLEA COLDIRETTI: PENSARE AL FUTURO, INSIEME

Alla presenza di soci, dirigenti e rappresentati delle istituzioni si è tenuta l’assemblea di Coldiretti Pistoia. “Una bella serata, finalmente in presenza –ha commentato il presidente Fabrizio Tesi, alla fine dei lavori svoltisi in un agriturismo della rete Campagna Amica-. Abbiamo scelto di ripartire da un luogo simbolo delle difficoltà che ancora stiamo vivendo, ma siamo assolutamente proiettati al futuro, dove l’agricoltura avrà sempre più peso: verde, sostenibilità, innovazione sono le nostre parole d’ordine”.

“Coldiretti -ha ricordato Tesi alla platea- è la principale associazione agricola, ed ha scelto di ripartire anche con le autorità istituzionali in presenza. Dobbiamo avere fiducia, facendo tesoro di ciò che è accaduto al mondo intero”.

‘Insieme si riparte’, è questo il titolo dell’incontro che ha visto l’intervento del variegato mondo della Coldiretti.  Michela Nieri, di Coldiretti Donne Impresa Pistoia, ha illustrato il progetto di Ministero dell’istruzione (MIUR) e Coldiretti sull’educazione alimentare ed ambientale nelle scuole. Un progetto che ha carattere nazionale e che solo a Pistoia vede già iscritte scuole dell’infanzia, primaria, ‘medie’ e superiori. Le attività inizieranno a settembre. Cesare Lorenzi, il presidente dell’associazione Pensionati di Coldiretti Pistoia, ha richiamato il problema dell’eccesso di cinghiali (e di altri selvatici): “lungo i tre chilometri tra casa e podere incontro 40 cinghiali”. Simona Falzarano di Coldiretti Giovani Impresa, ha parlato degli Oscar Green di Coldiretti, il premio per le idee imprenditoriali innovative, e di come Coldiretti supporta il ricambio generazionale in campagna.

Ospiti graditi a ‘Insieme si riparte’ 3 consiglieri regionali: Marco Niccolai “per le aree rurali il problema è l’abbandono e l’agricoltura è la cura”; Federica Fratoni “Coldiretti prima di tutti ha interpretato l’esigenza della sostenibilità”; Luciana Bartolini “è importante il lavoro che conduce Coldiretti nelle scuole: i bambini devono capire come si ottiene il cibo che mangiano”.

Presente, inoltre, Maurizio Ventavoli, presidente del Consorzio di Bonifica Basso Valdarno.

Nel corso del suo intervento il presidente Tesi ha ricordato che Coldiretti è organizzazione capace di dipanare la sua competenza in tutte le sedi istituzionali, a livello europeo, nazionale e locale, favorendo provvedimenti utili ad agricoltori e cittadini: tutela dei prodotti ‘del territorio’, con gli obblighi di etichettatura; le nuove regole regionali che danno agli agricoltori più strumenti per autotutelarsi dall’eccesso di fauna selvatica. E poi il contributo della Coldiretti a far varare provvedimenti fiscali e previdenziali che hanno attenuato gli effetti nefasti dell’emergenza covid. 

Inoltre, di fondamentale importanza per l’economia pistoiese è che Coldiretti -anche a livello nazionale- ha messo in agenda lo sviluppo del florovivaismo, e con il lavoro ‘politico-istituzionale’ ha ottenuto, ancor prima dello scoppio dell’emergenza covid, l’ulteriore sensibilizzazione di tutti i cittadini europei e non solo verso il verde, con inevitabili ricadute positive per Pistoia.

“È il nostro ruolo -ha detto Gianfranco Drigo, direttore di Coldiretti Pistoia, nel suo intervento-. Come nostra tradizione, riusciamo a rapportarci con i decisori, portando avanti istanze utili al settore e a tutto il Paese. Un ruolo ed un’azione che la rendono autorevole, tant’è che stiamo giustamente dando il nostro contributo al governo nella scrittura dei progetti del recovery fund”.

“Dopo il crollo –ha continuato Drigo- tutti gli indicatori dicono che ci sarà un rimbalzo nell’economia. Dobbiamo far in modo che questa crescita diventi strutturale, per questo occorre lavorare ad un modello di sviluppo differente che parta dall’idea di che futuro vogliamo avere, e per far questo è necessario avere una visione. Con l’agricoltura che deve essere centrale nelle traiettorie di futuro che andremo a costruire. Occorrono infrastrutture fisiche, digitalizzazione, servizi integrati e ognuno deve assumersi la propria responsabilità e fare la propria parte: noi con le nostre aziende e le istituzioni. Abbiamo sfide importanti, speriamo che la memoria di quanto accaduto dia gli stimoli giusti per il futuro. Gli strumenti ci sono. Dobbiamo saperli correttamente gestire”.

 

MOLISE, EDUCAZIONE ALIMENTARE OBIETTIVO IMPRENDITRICI COLDIRETTI

L’importanza di una sana alimentazione, unita al rispetto dell’ambiente, è stato il filo conduttore del Webinar, organizzato da Coldiretti Donne Impresa Molise e Coldiretti Molise, in collaborazione con Campagna Amica Molise e l’Ufficio Scolastico regionale, dal tema “Lo sviluppo sostenibile e l’educazione alimentare”. Moderati dal Direttore regionale di Coldiretti, Aniello Ascolese, l’incontro ha visto la partecipazione, oltre che delle responsabili nazionale e regionale di Coldiretti Donne Impresa,  Floriana Fanizza e Manuela Virtuoso, anche di Giuseppe Antonio De Marco, Responsabile Distretto Socio-Sanitario di Campobasso (ASREM), Giuseppe Quici, Direttore Igiene degli allevamenti e delle Produzioni Zootecniche (ASREM), Angela Di Fonzo, Referente Ufficio Scolastico Regionale Molise, e Daniele Ciarlariello, Coordinatore Assistenza Tecnica PSR della Regione Molise.

L’incontro è scaturito dalla volontà dei partecipanti di voler portare a sintesi il primo step realizzato a seguito dell’avvio dell’omonimo progetto che le imprenditrici agricole molisane di Coldiretti hanno promosso all’interno di numerosi istituti scolastici della regione, tenendo lezioni teoriche e pratiche per spiegare ai bambini delle scuole primarie l’importanza della biodiversità territoriale e della sana alimentazione; temi questi da sempre cari a Coldiretti che negli anni ha portato avanti campagne di sensibilizzazione e sostenuto incontri per educare i consumatori verso scelte alimentari consapevoli, indirizzate verso la salubrità e genuinità del cibo, meglio se a km zero, nel rispetto della natura e avendo cura della biodiversità.

“Una cultura ecologica – ha rimarcato la Professoressa Di Fonzo – che non si riduce a una serie di risposte urgenti e parziali ai problemi che si presentano riguardo al degrado ambientale, all’esaurimento delle riserve naturali e dell’inquinamento, ma che richiede una coraggiosa rivoluzione culturale, che passa attraverso un’azione educativa. Non si tratta solo di correggere i cattivi comportamenti, grazie a leggi e norme giuridiche, ma di far crescere motivazioni che portino ad un cambiamento personale fino a dar forma ad uno stile di vita”.

“Specie in questo periodo di pandemia – ha poi evidenziato la Responsabile nazionale Coldiretti Donne Impresa, Floriana Fanizza – le fattorie didattiche hanno dimostrato la loro importanza e validità nell’educazione alimentare dei bambini, grazie anche agli spazi aperti che hanno favorito le norme sul distanziamento e questo ci ha consentito di proseguire nella nostra attività di educazione alimentare e sviluppo sostenibile delle produzioni”.

“Per realizzare il nostro Progetto di educazione alimentare – ha spiegato Manuela Virtuoso –  ci siamo chieste come poter rendere semplice e interessante imparare a mangiare sano, conoscendo e rispettando la natura ed i suoi cicli. Abbiamo così deciso, grazie al supporto dell’Ufficio Scolastico Regionale, di andare nelle scuole tenendo lezioni sia teoriche che pratiche sulle nostre produzioni tipiche, facendo ad esempio vedere praticamente ai bambini anche come si fa il formaggio o il miele. Inutile dire che i bambini sono rimasti entusiasti”.

“L’educazione alimentare, specie delle giovani generazioni – ha evidenziato il dott. De Marco –  deve partire dalle famiglie e proseguire nelle scuole che possono avvalersi anche del prezioso supporto di Organizzazioni come la Coldiretti. E’ importante – ha aggiunto – recuperare i giusti tempi, anche nell’alimentazione, perché spesso i bambini mangiano in maniera disordinata e non bilanciata nel corso dell’intera giornata. Dobbiamo invece recuperare la buona abitudine dei pasti consumati ad orari consoni e ricchi di ogni elemento nutritivo, seguendo la stagionalità e riscoprendo gli ottimi prodotti sani del nostro territorio”.

Ma i cibi sono sani e genuini, oltre che gustosi, se vengono prodotti in maniera sostenibile ed ecocompatibile, seguendo i ritmi della natura e le buone regole per il benessere animale, rispettando le quali, ha spiegato il dott. Quici “migliorano la qualità del latte ma anche quella della carne”; alimento quest’ultimo spesso ingiustamente demonizzato ma importantissimo per le sue qualità nutrizionali.

Tutte riflessioni che possono essere riassunte nella filosofia di Campagna Amica, la Fondazione espressione di Coldiretti che anche in Molise ha dato vita a due mercati coperti, a Campobasso ed Isernia, dove quattro giorni a settimana (giovedì e sabato a Campobasso e martedì e venerdì ad Isernia) i produttori della regione aderenti a Campagna Amica vendono ciò che producono. In questi mercati contadini il consumatore trova il meglio del nostro agroalimentare, tutto rigorosamente a km zero, dall’ortofrutta ai formaggi, ma anche carne, pesce, pane, pasta e prodotti da forno, farine, legumi, miele, olio, vino, tartufi e quanto di meglio il nostro Made in Molise offre, tracciato e garantito dal produttore al consumatore.

Una filosofia, questa del mangiar bene e sano nel rispetto dell’ambiente, che piace anche alle Istituzioni, tanto che il dott. Ciarlariello della Regione Molise, nel suo intervento, ha sottolineato  l’impegno della Regione, nella prossima programmazione del PSR verso tali tematiche; programmazione che darà largo spazio alla transizione ecologica, alla valorizzazione delle produzioni locali, affidando alle imprese agricole un ruolo determinate per la realizzazione di un’agricoltura sempre più green e sempre più attenta alle esigenze dei cittadini-consumatori e dell’intero pianeta.

L’appuntamento prossimo è alla riapertura delle scuole per proseguire il lavoro di comunicazione e di divulgazione fin qui svolto.

 

PIEMONTE, TURISMO: CON IL VIA AL GREEN PASS POSSONO TORNARE GLI STRANIERI

Con l’entrata in vigore del green pass nell’Unione Europea, sono circa 1,5 milioni gli italiani che hanno deciso di trascorrere una vacanza all’estero durante l’estate. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti su dati Istat relativi alle vacanze degli italiani nell’estate 2021 durante le quali il green pass potrà valere anche per garantire in sicurezza l’ingresso a concerti, festival, teatri e ristoranti. La stragrande maggioranza degli italiani ha deciso in realtà di rimanere nei confini nazionali ma c’è addirittura un italiano su tre (33,3%) che ha scelto di fare una vacanza a chilometri zero restando all’interno della propria regione dove comunque anche grazie al green pass si potrà accedere in prospettiva a servizi ed attività che sono state per lungo tempo precluse dalle misure adottate per fermare il contagio.

“In particolare con il green pass possono arrivare più agevolmente i 28 milioni di turisti europei che prima della pandemia erano venuti in vacanza in Italia- evidenziano Roberto Moncalvo Presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale -. Il ritorno degli stranieri in vacanza in Italia ed in Piemonte è strategico per l’ospitalità turistica e per la ripartenza concreta dei nostri territori. A trainare le vacanze green sono i nostri 300 agriturismi piemontesi che, spesso situati in zone isolate, in strutture familiari con un numero contenuto di posti letto e a tavola e ampi spazi nel verde, sono i luoghi dove è più facile garantire il rispetto delle misure di sicurezza per difendersi dal contagio fuori dalle mura domestiche. Il Piemonte è da anni meta ambita per i turisti: basti pensare, fino al 2019, registrava oltre 15 milioni di presenze proprio grazie anche agli stranieri, soprattutto, provenienti da Germania, BeNeLux e Francia. Insieme al relax, gli stranieri, in modo particolare, ambiscono ad assaporare il vero cibo italiano, tanto che è diventato la voce principale del budget delle famiglie in vacanza in Italia con circa un terzo della spesa di italiani e stranieri destinato alla tavola per consumare pasti in ristoranti, pizzerie, trattorie o agriturismi, ma anche per cibo di strada o specialità enogastronomiche”.

 

EMILIA ROMAGNA, TURISMO: COLDIRETTI FESTEGGIA I NUOVI CUOCHI CONTADINI

Pubblicata la seconda raccolta dei Sigilli di Campagna Amica: 107 nuovi prodotti salvati dall’estinzione

“Da dove ripartire se non dall’agriturismo, un luogo che come nessun altro coniuga la bellezza, i sapori del territorio e la sicurezza”. Lo ha detto il Presidente di Coldiretti Emilia Romagna, Nicola Bertinelli intervenuto all’Agriturismo il Biancospino di Ravarino (MO) alla cerimonia della consegna delle giacche per 23 cuochi contadini diplomatisi dopo i corsi voluti da Campagna Amica e promossi da Terranostra. “I cuochi contadini sono coloro che hanno il compito di tenere viva la tradizione enogastronomica della nostra terra e di portare in tavola il risultato del lavoro dei nostri imprenditori” ha continuato Bertinelli. “Non siamo solo produttori di materie prime ma di cibo e con la pandemia abbiamo dimostrato come la capacità del nostro settore di procurare costantemente sostentamento alla cittadinanza si sia confermato un asse portante per il Paese anche in una fase di difficoltà”.

All’evento, tenutosi nell’agriturismo di cui è titolare la Presidente regionale di Terranostra Roberta Gualtieri, assieme al Presidente Regionale Nicola Bertinelli e al Presidente di Modena Luca Borsari, erano presenti il Direttore di Coldiretti Emilia Romagna Marco Allaria Olivieri, il Presidente Nazionale di Terranostra, Diego Scaramuzza e il Segretario Nazionale di Terranostra, Elisabetta Montesissa.

E in occasione della serata di Ravarino è stata presentata la seconda edizione dei Sigilli di Campagna Amica – La biodiversità contadina. Un volume che rappresenta un viaggio nel gusto, nella tradizione in nome della conservazione della biodiversità agricola e del paesaggio agro-silvo-pastorale. Insieme alla descrizione dei nuovi 107 prodotti, salvati da estinzione, è presente anche il racconto di storie di agricoltura eroica e dei Cuochi Contadini pronti ad aprire i loro agriturismi agli italiani. Anche questo è un segno di rinascita a fronte dell’emergenza attuale.

 

VARESE, CON ULTIME FIAMMATE DEL PETROLIO, RIPERCUSSIONI SU AGROALIMENTARE

“L’aumento del prezzo del petrolio è un’altra mazzata che si ripercuote, a catena, sulla filiera del cibo prealpina, già messa in forti difficoltà dal Covid”. Lo rimarca Fernando Fiori, presidente di Coldiretti Varese, alla luce dei recenti rincari sul prezzo del greggio che, nelle ultime settimane, ha visto un’accelerazione marcata. “Gli effetti – spiega Fiori – sono a catena, dalla produzione alla logistica, e aggravano la situazione già precaria che le nostre imprese si trovano a dover affrontare a seguito dell’aumento dei mezzi tecnici per produrre, specie per l’alimentazione zootecnica. E’ un problema anche per la vita quotidiana dei consumatori, nelle nostre zone di confine è particolarmente evidente la ripresa del “pendolarismo della benzina” per far rifornimento nella vicina Svizzera, dove il prezzo è più vantaggioso”.

L’aumento esponenziale dei costi delle materie prime, che si sta registrando nelle ultime settimane, preoccupa in maniera particolare il settore dell’allevamento: denuncia Coldiretti Varese sulla base di un trend confermato dagli ultimi dati rilevati, secondo i quali il mais è attualmente quotato 250 euro/tonnellata, con un aumento del 29% rispetto all’anno scorso, la soia sale a oltre 500 euro/tonnellata, con punte percentuali in ascesa fino al 44%. Aumenti anche per l’orzo al +18%, e per tutte le materie prime utili all’alimentazione e alla cura del bestiame.

Lo “spread” alla pompa, che in Italia rispetto alla Germania fa segnare un +8% di spesa al litro su benzina e diesel (febbraio 2021, base dati Globalpetrolprices in relazione agli ultimi aumenti sui prezzi dei carburanti comunicati dai gestori all’Osservaprezzi carburanti del Mise), preoccupa perciò non poco famiglie ed imprese, già in difficoltà a causa della pandemia. In particolare, c’è timore per gli effetti che l’aumento potrà avere sull’intera economia nazionale, dal momento che, se salgono i prezzi del carburante, si riduce il potere di acquisto delle famiglie che hanno meno risorse da destinare ai consumi, mentre allo stesso tempo aumentano i costi per le imprese.

“A subire gli effetti dei prezzi dei carburanti – sottolinea ancora Fiori – rischia di essere anche il nostro sistema agroalimentare, dove i costi della logistica sono particolarmente incisivi. Questo fatto potrebbe portare ad una brusca frenata di uno dei pochi settori economici che, nonostante la situazione generale dettata dalla pandemia, sta cercando di resistere non senza difficoltà, per permettere a tutti i cittadini di avere sempre a disposizione prodotti del territorio, rintracciabili e di qualità garantita. In queste condizioni è ora più che mai importante individuare alternative sostenibili, come previsto dal piano sul Recovery Plan elaborato dalla Coldiretti, per sviluppare le bioenergie in Italia, e superare il deficit logistico migliorando le infrastrutture per garantire veri collegamenti tra la nostra Regione ed il resto del Paese”.

 

FERRARA, DA GIOVANI A GIOVANI: UNO SGUARDO AL FUTURO

Ha toccato tutte le zone della nostra provincia ed interessato un centinaio di giovani, agricoltori o aspiranti tali, l’iniziativa di Giovani Impresa Ferrara, l’articolazione che riunisce gli under 30 di Coldiretti, con l’intento di conoscere i protagonisti del futuro agricolo ferrarese, partendo da uno scambio di esperienze e di prospettive tra “giovani”. Tema delle serate di “G & G… da giovani a giovani, resilienza e resistenza per un’agricoltura rivolta al futuro”, far conoscere il mondo di Coldiretti e le opportunità generate dalle norme a favore dei giovani imprenditori, nel segno della multifunzionalità e della ripartenza economica e progettuale nel settore agricolo.

Le diverse tappe, guidate da Filippo Pallara, delegato provinciale dei giovani di Coldiretti, con il segretario Stefano Menegatti, il direttore Alessandro Visotti ed il presidente della Federazione, Floriano Tassinari, con i segretari di zona, si sono sviluppate in strutture agrituristiche di Campagna Amica associate a Coldiretti, per chiudere con il coinvolgimento di uno stabilimento balneare dei lidi comacchiesi, dando modo a circa 100 ragazzi e ragazze, alcuni già inseriti nell’azienda di famiglia, altri ancora studenti ed altri ancora con esperienze al di fuori dell’agricoltura, di conoscersi e scambiarsi punti di vista, desideri, prospettive di futuro pur in un momento storico così particolare come questo, caratterizzato dalla pandemia e da difficoltà per l’agricoltura anche in funzione dei mutamenti climatici e di politiche che tuttora non rendono giustizia e merito a chi si impegna per produrre cibo sano, sicuro e salubre e per salvaguardare il territorio e l’ambiente, traendone troppo spesso un reddito insufficiente e svilente.

Tuttavia, come ci ricorda una frase del grande politico Salvador Allende, “… essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica …” e quindi dall’ascolto e dall’elaborazione dei tanti interventi e dai suggerimenti della “scatola dei desideri”, l’intenzione è di progettare nuove opportunità per il nostro territorio che possano coinvolgere i giovani imprenditori, dando loro gli strumenti per fare scelte innovative e di prospettiva con uno spirito volto al futuro, alle cose nuove che ogni momento di crisi stimola a pensare e mettere in atto, sapendo di poter contare su una organizzazione attenta a valorizzare persone ed idee che possono essere di sprone per tutto il settore. In questi giorni le proposte dei giovani incontrati, inserite in una apposita urna, sono sotto esame per una elaborazione che sarà presentata agli organi dirigenti di Coldiretti Ferrara per capire gli orientamenti espressi e verificare come mettere in atto le idee migliori.

“Siamo molto soddisfatti – sottolinea il presidente provinciale Tassinari – di come si sono svolti questi incontri e della preparazione dei nostri giovani, capaci di rappresentare un modo diverso di vivere ciò che stiamo passando ed immaginare una via d’uscita alternativa”.

 

SAVONA, LA RIPARTENZA TERRITORIO ATTRAVERSO MONDO AGRICOLO E DELLA PESCA

Chiamati in Assemblea provinciale ad approvare il bilancio che, seppur relativo ad un anno difficile per le imprese e per l’associazione, ha maturato per un secondo anno consecutivo un risultato positivo e le linee programmatiche per questa annualità, i Presidenti di Sezione di Coldiretti Savona si sono confrontati con i vertici dell’associazione sulle soluzioni per rilanciare l’agricoltura e la pesca nel post pandemia. 

“Il nostro settore primario – affermano il Presidente di Coldiretti Savona Marcello Grenna e il Direttore Provinciale Antonio Ciotta – non si è mai fermato, neanche nei momenti più difficili dell’emergenza sanitaria dimostrando il ruolo fondamentale che può ricoprire per avviare una nuova stagione di sviluppo economico, sia a livello locale sia nazionale. Quello che porteremo avanti per la provincia di Savona, grazie soprattutto all’impegno dei nostri imprenditori, sarà agevolare lo sviluppo e la promozione di tutti i nostri settori di punta portando avanti progettualità che permettano di far fronte a problemi e scovare nuove opportunità. Saranno inoltre affrontate con decisione questioni spinose che affliggono il settore, come il generale rincaro dei costi di produzione che incide enormemente sull’economia delle imprese e che verrà analizzato ed approfondito con appositi gruppi di lavoro per filiera. Inoltre grande rilevanza sarà data all’attività formativa a favore delle imprese, attività che permette sempre, a tutti, di crescere, aggiornarsi ed avere la possibilità di rimanere sempre competitivi sul mercato. Sicuramente quella che abbiamo davanti è una stagione ancora impegnativa e complessa, ma non dobbiamo mai dimenticare che la forza del territorio sono i nostri imprenditori che con il loro lavoro tutelano l’ambiente, custodiscono tradizioni, valorizzano grandi eccellenze e creano occupazione.”

 

PARMA, TURISMO: LA REGIONE FESTEGGIA I NUOVI CUOCHI CONTADINI

“Da dove ripartire se non dall’agriturismo, un luogo che come nessun altro coniuga la bellezza, i sapori del territorio e la sicurezza”. Lo ha detto il Presidente di Coldiretti Emilia Romagna, Nicola Bertinelli intervenuto all’Agriturismo il Biancospino di Ravarino (MO) alla cerimonia della consegna delle giacche per 23 cuochi contadini diplomatisi dopo i corsi voluti da Campagna Amica e promossi da Terranostra. Per Parma sono stati insigniti del titolo di cuochi contadini Chiara Agosti dell’Agriturismo Casanuova di Tizzano e Paola Artusi dell’Agriturismo Borgo Gerbina di Valmozzola.

“I cuochi contadini sono coloro che hanno il compito di tenere viva la tradizione enogastronomica della nostra terra e di portare in tavola il risultato del lavoro dei nostri imprenditori” ha sottolineato Bertinelli. “Non siamo solo produttori di materie prime ma di cibo e con la pandemia abbiamo dimostrato come la capacità del nostro settore di procurare costantemente sostentamento alla cittadinanza si sia confermato un asse portante per il Paese anche in una fase di difficoltà”.

All’evento, tenutosi nell’agriturismo di cui è titolare la Presidente regionale di Terranostra Roberta Gualtieri, assieme al Presidente Regionale Nicola Bertinelli e al Presidente di Modena Luca Borsari, erano presenti il Direttore di Coldiretti Emilia Romagna Marco Allaria Olivieri, il Presidente Nazionale di Terranostra, Diego Scaramuzza e il Segretario Nazionale di Terranostra, Elisabetta Montesissa.

E in occasione della serata di Ravarino è stata presentata la seconda edizione dei Sigilli di Campagna Amica – La biodiversità contadina. Un volume che rappresenta un viaggio nel gusto, nella tradizione in nome della conservazione della biodiversità agricola e del paesaggio agro-silvo-pastorale. Insieme alla descrizione dei nuovi 107 prodotti, salvati da estinzione, è presente anche il racconto di storie di agricoltura eroica e dei Cuochi Contadini pronti ad aprire i loro agriturismi agli italiani. Anche questo è un segno di rinascita a fronte dell’emergenza attuale.

 

COMO LECCO, EUROPA, CON RIFORMA POLITICA AGRICOLA, VIA ALLA PROGRAMMAZIONE                

L’accordo sulla riforma della Politica Agricola Comune (Pac) è importante per consentire la programmazione degli investimenti nelle aziende agricole lariane. Lo rimarca il presidente di Coldiretti Como Lecco Fortunato Trezzi nel commentare l’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri del compromesso sulla riforma della Pac.

E’ importante ora che anche il Parlamento Europeo approvi la riforma con risorse che – sottolinea l’organizzazione agricola – per l’intero periodo 2021-2027 ammontano a circa 50 miliardi di euro, di cui 34 miliardi dal 2023 al 2027. Tra gli elementi significativi della riforma va sottolineato il tema della condizionalità sociale (obbligatoria a partire dal 2025, facoltativa fin da subito, dal 2023) e dei diritti dei lavoratori sostenuto dalla Coldiretti, che chiede di garantire adeguatamente i redditi degli agricoltori, premiare comportamenti virtuosi in coerenza anche con il Piano Nazionale di Ripresa e di Resilienza, di affrontare i danni provocati dai cambiamenti climatici e favorire il ritorno alla terra in atto nelle giovani generazioni.

“In questo senso – continua Trezzi – è importante che si compiano scelte coerenti e coraggiose in termini di trasparenza per il consumatore, estendendo a tutti i prodotti l’obbligo dell’indicazione del paese d’origine e respingendo sistemi di etichettatura nutrizionali fuorvianti come il Nutriscore. Positivo è l’avvio nell’ambito della Pac del dibattito relativo alle restrizioni alle importazioni extracomunitarie vietando l’ingresso nell’Unione di prodotti che non rispettino gli standard intesi come criteri di produzione Ue come pure i limiti di tolleranza per i pesticidi presenti sui prodotti importati”.

 

Appuntamenti

 

LIGURIA, GENOVA: I LABORATORI DELLA PESCA A SLOW FISH 2021

Da oggi a domenica 4 luglio

Da Crudo che passione a Non solo muscoli, da Pesci poveri, ma buoni fino a l’Acciuga IGP: ecco alcuni esempi dei laboratori organizzati grazie alla collaborazione delle imprese ittiche del territorio ligure che intratterranno, in completa sicurezza, gli ospiti della decima edizione di Slow Fish, la manifestazione biennale dedicata al mare e a tutti i suoi abitanti.

È quanto annuncia Coldiretti Liguria mentre si ultimano i preparativi per l’avvio in presenza della manifestazione Slow Fish organizzata da Slow Food e Regione Liguria, nel centro storico di Genova.

“Slow Fish è il primo grande evento post pandemia, dove il nostro mare e le sue ricchezze  ritornano protagoniste. – afferma Daniela Borriello, Responsabile Coldiretti Impresa Pesca Liguria – Quello che vogliamo mostrare attraverso le attività dei FLAG che si susseguiranno in queste quattro giornate e i laboratori dei nostri pescatori in rappresentanza di tutta la regione, è il mondo della piccola pesca locale, sostenibile e rispettosa delle risorse marine, sottolineando il ruolo che i nostri imprenditori rivestono nella tutela della salute del consumatore e difesa dell’ecosistema marino”.

“Sensibilizzare il cittadino al consumo consapevole dei prodotti del nostro mare – affermano il presidente di Coldiretti Liguria Gianluca Boeri e il Delegato Confederale Bruno Rivarossa –  è uno degli obiettivi che si cerca di raggiungere con eventi come questo, dove sono proprio gli imprenditori che ogni giorno si recano in mare, ad illustrare il loro lavoro e la ricchezza che possediamo in termini di biodiversità e qualità. Quello della pesca è uno dei settori che ha maggiormente subito gli effetti della pandemia, effetti che si sono andati a sommare alle difficoltà legate alle importazioni selvagge di pesce dell’estero, ai cambiamenti climatici, ed ad una burocrazia sempre più asfittica che non facilità, inoltre, il ricambio generazionale. Ripartire da questo settore, agevolandolo e facendolo conoscere maggiormente, è quindi fondamentale per l’economia e l’occupazione del nostro territorio».

 

TORINO: IL PROGETTO HUBBUFFATE A BOSTER NORD OVEST

Venerdì 2 luglio

Il progetto Hubbuffate debutta nella frazione Beaulard di Oulx, venerdì 2 luglio, in occasione dell’inaugurazione della Fiera Boster nord ovest, portando ai vari partecipanti una selezione del vasto paniere dei prodotti dell’agricoltura sociale piemontese. La fiera Boster nord ovest, dedicata alla filiera del legno si pone come obiettivo la valorizzazione delle risorse boschive e la gestione sostenibile dei territori montani. Da venerdì 2 luglio a domenica 4 luglio 2021, Boster nord ovest si terra in alta Valsusa, nella pineta di Oulx, frazione Beaulard.

Al termine dell’inaugurazione di venerdì mattina verrà offerta ai partecipanti una box degustazione contenente antipasti, primo e dolce, preparato dai cuochi del Ristorante sociale ExMattatoio, utilizzando materie prime delle aziende agricole sociali torinesi coinvolte nel progetto: Barba Gust di San Sicario, frazione di Cesana; azienda agricola il Palaset, Bricherasio; Cascina Danesa, Bibiana; azienda agricola Serabial, Lusernetta; Settimo Miglio, Settimo torinese; Radici a Moncalieri; Cascina di Francia, Moncrivello; La Cascinassa, Pavone Canavese; Cavoli nostri, Feletto; Cascina del Mulino, Carmagnola; La Collina, Baldissero; Fattoria sociale Paideia, Baldissero; La Collinella, Chieri.

Il progetto Hubbuffate è realizzato dalla cooperativa sociale Exeat in partnership con Coldiretti Torino e Uecoop Piemonte ed è realizzato con il contributo dalla fondazione Time2 nell’ambito del bando Prossimi. Il progetto si pone come obiettivo la promozione e valorizzazione dell’agricoltura sociale, al fine di migliorare la qualità della vita delle comunità locali, favorire l’inserimento lavorativo delle persone più vulnerabili e promuovere uno sviluppo delle aree montane il più inclusivo possibile.

Fabrizio Galliati, presidente di Coldiretti Torino, spiega: «L’agricoltura sociale, disciplinata dalla legge 141 del 2015 include le attività esercitate dagli imprenditori agricoli e dalle cooperative sociali, di tipo B, con attività agricola prevalente e il cui fatturato agricolo sia superiore al 30 per cento di quello complessivo, dirette a realizzare: inserimento socio-lavorativo di persone con disabilità e svantaggiate; servizi per le comunità volti a promuovere, accompagnare e realizzare azioni per lo sviluppo di abilità e di capacità, d’inclusione sociale e lavorativa, di ricreazione e di servizi utili per la vita quotidiana; servizi di affiancamento alle terapie mediche, psicologiche e riabilitative; progetti di educazione ambientale e alimentare rivolte a bambini in età prescolare e persone in difficoltà sociale, fisica e psichica. Il cibo civile è il cibo prodotto da imprese agricole che realizzano pratiche di agricoltura sociale».

 

ALESSANDRIA, CEREALI: DEGUSTAZIONI E DIMOSTRAZIONI CON GRANO “SAN PASTORE”

Sabato 3 luglio

In concomitanza con la tradizionale mietitura dei campi, al Mercato Coperto di Campagna Amica di Alessandria, in via Guasco, sabato 3 luglio dalle 10 alle 12, si potranno conoscere da vicino i cereali locali attraverso degustazioni e dimostrazioni con il grano San Pastore.

Protagonista della festa a tema dedicata a “Il grano: dalla mietitura al pane, pasta e pizza” sarà proprio questo pregiato cereale antico, Sigillo di Campagna Amica e i prodotti realizzati con farina 100% San Pastore.

Insieme ai cuochi contadini sarà l’occasione per conoscere meglio il valore inestimabile di una filiera che è il risultato del lavoro di intere generazioni di agricoltori impegnati a difendere nel tempo il territorio e le tradizioni alimentari.

Degustazioni, ricette e curiosità sempre nel pieno rispetto delle regole anti Covid.

“L’agricoltura è un settore nel quale si concentrano biodiversità, tutela ambientale, passione, buonsenso, cultura, coesione. E’ anche grazie a iniziative come questa che l’agricoltura si apre al mondo facendosi conoscere con sincerità e trasparenza – ha affermato il Presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco -. Difendiamo le tradizioni mantenendo il contatto con il territorio e con le nostre radici e lo facciamo nel modo migliore, attraverso la valorizzazione di un prodotto simbolo dell’agricoltura di ieri e di oggi e più in generale dell’Italia nel mondo, il grano, che da secoli alimenta intere generazioni”.

Una tendenza confermata dal successo della campagna #mangiaitaliano promossa da Coldiretti e Filiera Italia che ha coinvolto industrie e catene della grande distribuzione.

“Tutelare la biodiversità è una condizione necessaria per le imprese agricole di distinguersi in termini di qualità delle produzioni ed affrontare così il mercato globalizzato salvaguardando, difendendo e creando sistemi economici locali attorno al valore del cibo – ha aggiunto il Direttore Coldiretti Alessandria Roberto Rampazzo -. Un’azione di recupero importante si deve proprio agli sbocchi commerciali creati dai mercati degli agricoltori che hanno offerto opportunità economiche agli allevatori ed ai coltivatori di varietà e razze a rischio di estinzione che altrimenti non sarebbero mai sopravvissute alle regole delle moderne forme di distribuzione”.

Un segnale di ripartenza nelle campagne dove con l’emergenza Covid non si è mai fermato il ciclo naturale delle lavorazioni per garantire l’approvvigionamento alimentare delle produzioni in uno scenario segnato da speculazioni, accaparramenti e distorsioni del commercio a livello internazionale.

“Ricordiamo che uno dei prodotti simbolo del territorio alessandrino è proprio il frumento tenero oggetto dell’accordo di filiera Gran Piemonte volto a valorizzare l’oro giallo ed ottenere prodotti da forno prepararti con vera farina Made in Alessandria per rispondere anche alle esigenze dei consumatori che sono sempre più attenti alla provenienza degli ingredienti”, hanno concluso Bianco e Rampazzo.

 

CREMONA: FESTA DEL GRANO E DELLA TREBBIATURA A PIZZIGHETTONE

Domenica 4 luglio

Un omaggio al mondo contadino: alla sua storia, agli antichi lavori, allo stretto legame tra la terra, le stagioni, la vita delle famiglie dei coltivatori e degli allevatori. E’ quanto racconta la “festa della trebbiatura” che si prepara a Pizzighettone, con la regia del Cavallino Club Pizzighettone, il patrocinio del Comune di Pizzighettone e la partecipazione di Coldiretti-Campagna Amica.

L’appuntamento è per domenica 4 luglio, nella centralissima piazza d’Armi, dalle ore 9 alle 19. Qui rivivrà l’antica trebbiatura, con macchine e strumenti di lavoro utilizzati nelle nostre campagne alcuni decenni fa.

La dimostrazione è prevista alle ore 11,15 e alle ore 17,30. Il tutto in una cornice che accoglierà anche la presenza di trattori d’epoca.

Coldiretti prenderà parte all’attesa iniziativa. Ci sarà, per l’intera giornata, il mercato di Campagna Amica, con la vendita diretta di cibi e fiori che nascono dal lavoro delle aziende agricole. Gli stand degli agricoltori di Campagna Amica saranno nella consueta collocazione (quella del sabato mattina, nella piazzetta a pochi passi dalla chiesa parrocchiale, proprio di fronte a piazza d’Armi). Con il tema “la giornata del grano” contribuiranno ad animare la domenica di festa.

Condotta a Pizzighettone per l’occasione, ci sarà anche la mostra “Cresciamo sani, mangiamo il cibo buono”. L’esposizione raccoglie parte dei lavori realizzati dalle classi che hanno aderito al progetto di educazione agroalimentare e sviluppo sostenibile promosso dalla Coldiretti, che ha coinvolto settanta classi della provincia di Cremona, con ben 1265 alunni. Dopo essere stata accolta presso la Sala Borsino della Camera di Commercio di Cremona, la bella galleria di piccoli capolavori, opera dei bambini, fa dunque tappa sotto le antiche mura di Pizzighettone.

Ad arricchire l’esposizione ci saranno anche le fotografie tratte dalla mostra “Ricordi di vita in cascina”, curata da Coldiretti Donne Impresa, con immagini concesse dall’archivio Milanesi di Castelverde.

L’iniziativa si terrà nella massima attenzione alle disposizioni per la sicurezza di tutti. Per gli organizzatori l’appuntamento vuole essere un altro passo verso il ritorno alla normalità, al piacere di vivere la comunità.

 

FORLI’-CESENA: MERCATO CAMPAGNA AMICA CELEBRA GRANO E RITO DELLA MIETITURA

Sabato 3 luglio

Sabato 3 luglio il Mercato di Campagna Amica di viale Bologna 75, a Forlì, celebra il grano e il ‘rito’ della mietitura. Con le calde temperature che stanno caratterizzando queste settimane di inizio estate, le spighe sono maturate in fretta e la raccolta è già partita da alcuni giorni sia in pianura che in collina. La qualità del grano è buona e questo significa che avremo ottime farine e semole da cui ricavare pasta, pane, pizza, tutto made in Italy.

Da una analisi di Coldiretti su dati Ismea relativi al 2020, i consumi di pasta garantita al 100% da grano italiano hanno infatti registrato un balzo del 29% in valore nel carrello pari a quasi il triplo della pasta normale. Con il Covid, infatti, è tornata prepotentemente la Dieta Mediterranea sulla tavola dei consumatori, spinta da un aumento medio dell’11% dei consumi nel 2020 dei suoi prodotti simbolo come olio extravergine d’oliva, frutta e verdura fino alla pasta, per effetto della tendenza delle persone a compensare il maggiore tempo trascorso in casa con un’alimentazione più sana. Proprio per festeggiare il grano, da cui ‘prendono vita’ alimenti base della nostra cultura gastronomica e della Dieta Mediterranea, considerata l’alimentazione più equilibrata perché fonte di benessere e salute, il Mercato di viale Bologna propone a partire dalle ore 11 uno speciale showcooking con i giovani Agrichef di Terranostra e a seguire degustazione gratuita di pasta contadina ‘Penne al pesto e pomodorini’ realizzata con grano Senatore Cappelli e arricchita dalle verdure degli orti dei produttori agricoli del Mercato. In omaggio a tutti i partecipanti una copia della ricetta. Sarà inoltre presente un’esposizione dei Sigilli di Campagna Amica e dei grani antichi salvati dall’estinzione grazie al duro lavoro degli agricoltori.

Si ricorda, inoltre, che il Mercato sarà regolarmente aperto come ogni sabato dalle ore 8 alle ore 13 per consentire ai cittadini-consumatori di fare una spesa buona, sana e locale!