Primo piano
PUGLIA
COVID: CONSUMO OLIO AL TOP DEL DECENNIO (+12%)
Il settore oleario è forse quello che ha resistito meglio all’emergenza sanitaria
Con lo scoppio della pandemia il rapporto con il cibo è cambiato con l’alimentazione che è diventata una delle vie per cercare di mantenere la salute come dimostra il boom della domanda di olio extravergine nel 2020 che ha spinto la crescita annuale degli acquisti del 12%. Di proprietà salutistiche e di andamento di mercato dell’olio con l’evoluzione dell’extravergine si è parlato nel corso dell’incontro a cui hanno partecipato Antonio Moschetta, Ordinario di Medicina Interna dell’Università di Bari ‘Aldo Moro’, Andrea Larossa, chef stellato del Ristorante Larossa di Alba, Rossano Boscolo, Rettore del Campus Etoile Acamedy.
“Il settore oleario è forse quello che ha resistito meglio all’emergenza sanitaria, con un aumento dei consumi sui mercati nazionali del 12% per le scelte di acquisto dei consumatori orientate a qualità e origine dell’olio extravergine di oliva sotto la spinta salutistica generata dall’emergenza pandemica, un lieve calo dello 0,5% delle esportazioni di olio extravergine pugliese all’estero nei primi 9 mesi del 2020, quando la domanda estera di olio imbottigliato è arrivata soprattutto dagli Usa (+28) e dalla Francia (+42%)”, così ha aperto i lavori il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia. “Chi consuma olio pugliese ne rimane stregato perché i nostri oli danno dipendenza. A livello regionale e nazionale vanno programmate e realizzate campagne quinquennali di comunicazione, strutturali e adeguatamente finanziate, che promuovano in maniera strategica e coordinata il prodotto simbolo della Puglia che è l’olio extravergine”, ha aggiunto Muraglia, produttore e frantoiano.
“L’olio extravergine va scelto comprando bottiglie scure – precisa il direttore di UNAPROL, Nicola Di Noia – questo perché l’olio teme 3 nemici, l’ossigeno, il calore e la luce. E soprattutto, consiglio di comprarlo direttamente dai produttori ovicoli, in Italia presso i mercati di Campagna Amica, la più capillare rete di farmers market europei. E assaggiateli sempre prima di acquistarli. Dobbiamo imparare a riconoscere l’olio di qualità assaggiandolo ed annusandolo. Fidatevi dei vostri sensi. Gli oli di qualità profumano di sentori vegetali (erba tagliata, pomodoro, carciofo) e all’esame gustativo sono un po’ amari e piccanti. Attenzione a non scambiare l’amaro per un difetto. L’amaro ed il piccante sono percezioni positive, tipiche del frutto dell’oliva. Se noi stacchiamo una oliva dall’albero è amara. Il succo di quel frutto non potrà che essere un po’ amaro. Dobbiamo solo imparare ad abbinare quell’olio al cibo giusto”.
Gli Stati Uniti, attraverso la Federal Drug Administration (FDA), hanno recentemente sancito – aggiunge Coldiretti Puglia – l’importanza dell’olio extravergine per la salute umana, rendendo obbligatorio sulle etichette di indicare la percentuale acido oleico e sottolineare l’importanza per la cura della pressione e delle cardiopatie.
“L’olio extravergine di oliva – ha spiegato il professor Moschetta – è una medicina, è ricco di acido oleico, una sostanza in grado di regolare la proliferazione cellulare. In studi preclinici abbiamo potuto simulare geni alterati e stati di infiammazione intestinale, dimostrando che la somministrazione di una dieta arricchita di acido oleico è in grado di garantire notevoli benefici per la salute. Tali effetti positivi sembrano essere dovuti anche alla presenza dell’enzima SCD1 nell’epitelio intestinale, che funziona quale principale regolatore nel nostro corpo della produzione di acido oleico che non fa ingrassare, tutt’altro”.
L’ideale in cucina sarebbe avere almeno tre tipologie che migliorano i piatti in cucina – hanno detto gli chef Larossa e Boscolo – un olio molto vegetale profumato di erba e pomodoro, poco amaro da abbinare alle insalate e ai cibi delicati come le verdure, poi un olio di media struttura per il pesce e delle zuppe e magari un olio più strutturato, amaro e piccante per i piatti più complessi come le carni. L’olio deve essere scelto in relazione alle sue caratteristiche, ma anche al corretto abbinamento con il cibo, imparando a giocare con i sapori e gli odori, come per i vini, con l’olio giusto al piatto giusto.
L’Italia è il primo consumatore mondiale di olio di oliva con una media negli ultimi 5 anni di 504 milioni di chili, seguita dalla Spagna con 483 milioni di chili e dagli Stati Uniti con ben 320 milioni di chili. A sostenere la domanda mondiale sono certamente gli effetti positivi sulla salute associati al consumo di olio di oliva provati da numerosi studi scientifici che hanno fatto impennare le richieste di quel segmento di popolazione che nel mondo è attento alla qualità della propria alimentazione.
“In Puglia aziende agricole e frantoi hanno saputo cogliere gli spunti positivi offerti dal mondo del vino, abile nell’attività di marketing e di grande promozione delle etichette pugliesi a livello nazionale e internazionale. Da qui stanno nascendo sale di degustazione all’interno delle aziende olivicole e dei frantoi, il packaging sta divenendo sempre più ammiccante, sta salendo il livello qualitativo degli oli”, ha ricordato il direttore regionale, Pietro Piccioni.
Per chiudere in bellezza dalle cucine del suo agriturismo La Cascina di Diego a Mestre, il presidente nazionale di Terranostra, il cuoco contadino Diego Scaramuzza, ha celebrato l’olio extravergine pugliese con “il raviolo con goccia di olio in crema di ceci e timo fresco, perché l’olio extravergine è uno dei testimonial della distintività e della genuinità che deve contraddistinguere l’offerta dei nostri agriturismi. La trasparenza e la qualità degli oli extravergine dal campo alla tavola, con l’obbligo di indicazzione per legge in etichetta e con il tappo antirabocco, vanno tutelate e promosse ogni giorno nelle nostre cucine, a casa nostra. Diffondere la cultura dell’olio extravergine di oliva fra i consumatori e supportare la crescita continua della filiera dell’olio è il nostro obiettivo perché i consumatori sono affamati di informazioni e conoscenza sul mondo dell’olio”.
Un olio extravergine di oliva (EVO) di qualità – conclude Coldiretti Puglia – deve essere profumato all’esame olfattivo deve ricordare l’erba tagliata, sentori vegetali e all’esame gustativo deve presentarsi con sentori di amaro e piccante, gli oli di bassa qualità invece puzzano di aceto o di rancido e all’esame gustativo sono grassi e untuosi. Riconoscere gli oli EVO di qualità significa acquistare oli ricchi di sostanze polifenoliche antiossidanti fondamentali per la salute.
Dal Territorio
LIGURIA, EXPORT: +20,5% CIBO MADE IN ITALY IN CINA
Nell’anno del Covid è record storico per il Made in Italy alimentare in Cina con un balzo del 20,5% nel 2020. Per la Liguria, che aveva iniziato a muovere i primi passi verso il Gigante Asiatico, l’anno di pandemia ha invece portato ad un rallentamento, ma la qualità delle produzioni accompagnata da una maggior tutela, potrà favorire nuovamente l’export verso un Paese che ha già dimostrato di apprezzare cibi e bevande locali.
E’ come commenta Coldiretti Liguria l’analisi della Coldiretti divulgata in occasione dell’entrata in vigore dell’accordo tra Ue-Cina che prevede la mutua protezione di 200 prodotti a denominazione di origine, 26 dei quali sono italiani tra i 100 dell’Unione Europea. L’accordo siglato tra Unione Europea e Cina rappresenta dunque un primo passo importante, ma insufficiente, con appena il 3% dei prodotti italiani a indicazione di origine presenti nella lista.
“Negli ultimi anni le imprese agroalimentari liguri avevano iniziato ad affacciarsi verso la Cina – affermano il Presidente di Coldiretti Liguria Gianluca Boeri e il Delegato Confederale Bruno Rivarossa – grazie a produzioni d’eccellenza molto apprezzate all’estero, come ad esempio i nostri vini DOC. Per dare nuovo slancio a questo mercato dopo le difficoltà dettate dalla pandemia, sarebbe bene quindi che l’accordo siglato tra Unione Europea e Cina fosse esteso anche alle altre produzioni al momento non tutelate. Il rischio è che la mancata protezione di tutti gli altri marchi Made in Italy, legittimi la produzione di imitazioni di prodotti tricolori in un Paese in grande espansione, soprattutto nel settore vitivinicolo dove è il primo consumatore mondiale per i rossi.”
LOMBARDIA, DPCM: MILLE ENOTECHE REGIONALI: OK ASPORTO SALVA VINO MADE IN ITALY
Il via libera all’asporto fino alle ore 22:00 per enoteche o esercizi di commercio al dettaglio di bevande (codice ATECO 47.25), fermo restando il divieto al consumo sul posto, salva le circa mille enoteche presenti in Lombardia (su un totale nazionale di 7mila) e supera l’ingiustificata discriminazione nei confronti di negozi alimentari e supermercati ai quali è correttamente consentita la vendita del vino. E’ quanto afferma la Coldiretti Lombardia, anche alla luce de necessario chiarimento sollecitato dal presidente nazionale Coldiretti Ettore Prandini, commentando il nuovo DPCM varato dal presidente del Consiglio Mario Draghi dopo che quello precedente del 14 gennaio aveva vietato dopo le ore 18:00 la vendita con asporto.
Si tratta di una misura importante a sostegno del vino Made in Italy fortemente colpito dalla chiusura della ristorazione con circa 200 milioni di bottiglie che a livello nazionale – sottolinea la Coldiretti– non sono mai arrivati nell’ultimo anno sulle tavole dei locali costretti ad un logorante stop and go. A pesare è stata anche la chiusura dei ristoranti italiani all’estero, dove il vino italiano è il più esportato nel mondo, ma ha subito nel corso del 2020 un calo del 3% nelle bottiglie spedite oltre confine. Nell’anno della pandemia – spiega la Coldiretti regionale su dati Istat – le esportazioni di vino lombardo hanno fatto registrare un calo di oltre il 13% nei primi 9 mesi.
Le enoteche – sottolinea la Coldiretti – hanno avuto negli ultimi anni una forte espansione offrendo opportunità di lavoro a molti giovani, sotto la spinta di nuovi modelli di consumo che valorizzano la ricerca della qualità e del legame con il territorio. Una tendenza che – precisa la Coldiretti – va sostenuta ed incoraggiata nel rispetto delle norme di sicurezza. Il settore del vino – conclude la Coldiretti – è già tra i più colpiti dagli effetti delle misure restrittive anti Covid con la chiusura della ristorazione dove viene commercializzato più della metà in valore delle bottiglie stappate in Italia.
FRIULI VENEZIA GIULIA, CHIUSURE COMPRENSIBILI, MA ORA SUBITO I RISTORI
«La situazione è tornata oggettivamente delicata dal punto di vista del contagio e dunque dobbiamo necessariamente prendere atto delle decisioni restrittive della Regione. Ma, nel contempo, non possiamo non ribadire la richiesta di ristori immediati anche alle aziende agricole che risultano pesantemente penalizzate sul fronte del canale ho.re.ca». Danilo Merz, direttore regionale della Coldiretti Fvg, ringrazia la Regione per la trasparenza della convocazione di martedì delle categorie economiche. Nel merito delle decisioni poi annunciate, dà atto al presidente Massimiliano Fedriga «di aver dato seguito con coerenza alle preoccupazioni manifestate in videoconferenza. Ma è ora sempre più urgente – aggiunge Merz – il pressing nei confronti del nuovo governo per contenere i danni economici di migliaia di imprese agricole, anche in regione, che vedranno una volta ancora bloccati i flussi di vendita in particolare al settore della ristorazione e della ricettività».
VENETO, DPCM: OK A 700 ENOTECHE IN REGIONE
Il via libera all’asporto fino alle 22.00 dalle enoteche o esercizi di commercio al dettaglio di bevande (codice ATECO 47.25), fermo restando il divieto al consumo sul posto, salva le 700 enoteche presenti in Veneto e supera l’ingiustificata discriminazione nei confronti di negozi alimentari e supermercati ai quali è correttamente consentita la vendita del vino. E’ quanto afferma Coldiretti che aveva sollecitato il necessario chiarimento del nuovo DPCM varato dal presidente del Consiglio Mario Draghi dopo che quello precedente del 14 gennaio aveva vietato dopo le ore 18:00 la vendita con asporto. Si tratta di una misura importante a sostegno del vino Made in Italy fortemente colpito dalla chiusura del canale Horeca non solo in Italia anche all’estero dove soprattutto le bollicine venete sono le più esportate.
La crescente attenzione alla qualità dei vini è diventata una espressione culturale tanto da registrare negli ultimi anni una forte espansione di locali che offrono la gamma enologica della produzione nazionale.
Per sostenere il successo di queste attività di accoglienza, socializzazione che offrono opportunità di lavoro a molti giovani, sotto la spinta di nuovi modelli di consumo che valorizzano la ricerca della qualità e del legame con il territorio sono nate anche nuove figure professionali grazie ai corsi promossi dal sistema di formazione accreditato Impresa Verde Coldiretti. A Verona è attualmente in fase di piena operatività per 12 allieve l’intervento per la qualifica “CANTINIERA 5.0” e in molte province si sono già qualificati i nuovi “AGRIOSTE” profilo vocato alla gestione del banco di mescita e della preparazione di cicchetti a kmzero per accompagnare degustazioni e aperitivi.
La crescente attenzione alla qualità dei vini è diventata una espressione culturale tanto da registrare negli ultimi anni una forte espansione di locali che offrono la gamma enologica della produzione nazionale.
CALABRIA, CAMPAGNA VACCINALE E PASS VACCINI EUROPEO SALVANO IL TURISMO
La Calabria per i vaccini deve fare con rapidità e responsabilità la propria parte accelerando le operazioni di vaccinazione e risalendo la percentuale della popolazione vaccinata. Questo –sostiene Coldiretti che aggiunge: non possiamo bruciare un’altra estate per il turismo nazionale e straniero, dobbiamo farci trovare all’altezza della situazione. Il turismo nella nostra regione nel periodo pre-covid registrava una crescita costante e particolarmente favorevole per i turisti stranieri e, in parallelo, cresceva anche la spesa dei visitatori stranieri. “Accogliamo con soddisfazione – commenta Francesco Cosentini direttore della Coldiretti Calabria – l’istituzione del green pass vaccinale che sarà presentato da parte della Commissione europea il prossimo 17 marzo all’interno della proposta legislativa per un Digital green pass con l’obiettivo di consentire gradualmente agli europei di muoversi in sicurezza all’interno o all’esterno dell’Ue, per lavoro o turismo. La Calabria – sottolinea– è fortemente dipendente dall’estero, infatti, il flusso turistico nel 2019, in base ai dati statistici ROSS 1000, è stato di 8.820.489 presenze, 1.646,671 gli arrivi e ben il 22% delle presenze sono straniere. La contrazione del consumo totale di beni e servizi da parte del viaggiatore (alloggio, pasti, intrattenimenti, souvenir, regali, altri articoli per uso personale ecc.) costa alla Calabria 284milioni di €uro raggiungere la nostra Regione per effetto delle limitazioni agli spostamenti e per le preoccupazioni sulla diffusione del contagio. Si è trattato di un vuoto pesante, nel periodo da giugno a settembre, che purtroppo non è stato compensato dalla svolta vacanziera patriottica degli italiani”. L’assenza di stranieri in vacanza ha gravato negativamente sull’ospitalità turistica che ne ha risentito notevolmente – sottolinea la Coldiretti – anche perché i visitatori da paesi europei hanno tradizionalmente una elevata capacità di spesa. Ad essere avvantaggiate dal pass europeo vaccini saranno soprattutto le località di mare, che sono meta storica del turismo dall’estero, ma anche gli oltre 350 agriturismi regionali dove gli stranieri hanno fatto registrare negli anni presenze significative, poiché appassionati del turismo esperienziale che le strutture agrituristiche possono offrire. E’ importante che con l’avanzare della campagna di vaccinazione e l’apertura delle frontiere si proceda anche alla ripartenza delle attività di ristorazione a pranzo e cena, nel rispetto di tutte le norme di sicurezza. Il cibo infatti – conclude la Coldiretti – è la voce principale del budget delle famiglie in vacanza.
PIEMONTE, PIANO STRAORDINARIO QUALITÀ ARIA: PROPOSTE INVIATE AL GOVERNATORE
“E’ imprescindibile una deroga per poter garantire le produzioni piemontesi fondamentali per la catena alimentare in una fase già così già difficile dovuta all’emergenza sanitaria in atto ed anche per evitare danni economici ulteriori ed agevolare indirettamente le importazioni. Oltretutto, dalla Regione ci sono state fornite solo parziali informazioni che riguardavano, già in modo pesante, il comparto zootecnico, ma omettevano altre, altrettanto pesanti, disposizioni che, invece, hanno un impatto sull’intera agricoltura, e che sono state inserite nella delibera da cui si evince, peraltro, che le norme introdotte in Piemonte sono decisamente più restrittive rispetto a quelle definite o in fase di discussione nelle altre regioni del bacino padano”. E’ quanto evidenziano Roberto Moncalvo Presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale nella comunicazione inviata al presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, in previsione dell’incontro fissato con lo stesso governatore per affrontare la questione delle nuove misure straordinarie per la qualità dell’aria, stabilite a seguito della recente condanna inflitta dalla Corte di Giustizia europea all’Italia per aver superato il valore limite delle concentrazioni di particelle inquinanti. “Stando alle stesse norme tecniche europee, stiamo presentando delle richieste di deroga su operazioni agronomiche ritenute dalla stessa Comunità Europea a bassissimo livello emissivo – continuano Moncalvo e Rivarossa -. Si tratta di attività che possono consentire la continuità agronomica estremamente utile anche nei confronti di tutta la cittadinanza. L’agricoltura non può essere costantemente penalizzata da normative che, per timori comprensibili, cadono nell’eccesso e generano di ogni erba un fascio. Sicuramente alle problematiche dell’inquinamento dell’aria partecipano molti fattori e le nostre proposte sono in linea con la nostra costante attenzione all’ambiente e tecnicamente sostenibili. Auspichiamo – concludono – che il Governo della Regione Piemonte voglia e sappia agire con il buon senso necessario per tutelare i cittadini senza eccessi, quanto mai, inutili e pericolosi in una situazione economico-sociale già così compromessa e difficile”.
TRENTINO, CITTADINI OGGI PIU’ ATTENTI NELL’ACQUISTARE CIBO SANO
“Il trend registrato dalla Coldiretti a livello nazionale sulla spesa alimentare è confermato anche dalla continua affluenza di persone ai nostri mercati contadini. La pandemia ha riavvicinato i cittadini ai mercati e ai piccoli negozi alla ricerca di cibo sano e a chilometro zero”. Questo il commento di Gianluca Barbacovi, presidente di Coldiretti trentino Alto Adige rispetto al +7,4% sulla crescita della spesa alimentare degli italiani registrato a livello nazionale. Coldiretti evidenzia come i picchi più elevati si siano verificati a Pasqua e a Natale in corrispondenza delle stretta su uscite e spostamenti a causa della pandemia. Tendenze positive si registrano in tutti i comparti, con incrementi sopra la media per formaggi, carne, salumi, e prodotti ortofrutticoli. Un andamento che non compensa tuttavia – sottolinea Coldiretti – il crollo che si è verificato nella ristorazione dove la spesa delle famiglie si è ridotta del 42%. Il trascorrere delle settimane in casa – precisa la Coldiretti – ha peraltro modificato progressivamente l’atteggiamento dei consumatori nei confronti del cibo a favore del paniere “cuochi fai da te” (uova, farina, lievito, burro, zucchero, olio) con un graduale ridimensionamento dell’interesse iniziale con la pandemia per i prodotti conservabili (surgelati e scatolame) e per i prodotti da “scorta dispensa” (latte Uht, pasta, passate di pomodoro). Con lo scoppio della pandemia il rapporto con il cibo è cambiato con l’alimentazione che – continua la Coldiretti – è diventata una delle vie per cercare di mantenere la salute come dimostra il boom della domanda di arance nell’inverno 2020 che ha spinta la crescita annuale degli acquisti di frutta dell’8,9%. La pandemia ha accelerato quel processo di “deglobalizzazione” in atto da qualche tempo, alimentando interesse e voglia di “mangiare vicino”. Dal globale al locale inteso come il negozio di vicinato, come mercato rionale ma anche quello contadino o direttamente in fattoria. L’emergenza Covid-19 ha determinato un sensibile aumento del numero delle imprese agricole che praticano la vendita diretta e, di conseguenza, il fatturato di questo canale che, nel 2020, ha superato i 6,5 miliardi di euro secondo l’Ismea. Un risultato reso possibile dal fatto che l’Italia è l’unico Paese al mondo che può contare su una unica rete organizzata Campagna Amica che mette a disposizione delle famiglie 1200 mercati contadini a livello nazionale sia all’aperto che al chiuso con una varietà di prodotti che – spiega la Coldiretti – vanno dalla frutta alla verdura di stagione, dalla carne al vino, dal pane ai formaggi fino ai fiori. Nei mercati Contadini di Campagna Amica – conclude la Coldiretti – è anche possibile trovare specialità del passato a rischio di estinzione che sono state salvate grazie all’importante azione di recupero degli agricoltori e che non trovano spazi nei normali canali di vendita dove prevalgono rigidi criteri dettati dalla necessità di standardizzazione e di grandi quantità offerte.
MASSA CARRARA, ABBATTIMENTO CINGHIALI: BENE DECISIONE CORTE COSTITUZIONALE
La Corte Costituzionale, con una sentenza storica, permette di prendere parte alle operazioni di riduzione del numero degli animali selvatici anche agli agricoltori provvisti di tesserino di caccia. Arriva finalmente il via libera all’abbattimento dei cinghiali che con l’emergenza Covid si sono moltiplicati anche a causa dell’enorme riduzione di battute. Nella sola provincia di Massa Carrara, in particolare in Lunigiana, sulla base dei dati forniti dall’Ambito Territoriale di Caccia, gli abbattimenti di cinghiali sono crollati del 30% tra ottobre e dicembre 2020. Nel frattempo i cinghiali continuano a spadroneggiare in città e nelle campagne.
Una notizia, quella della sentenza, accolta da Coldiretti con soddisfazione. La principale associazione degli agricoltori è impegnata, da tempo, su tutti i tavoli per far valere le ragioni delle imprese agricole. “Nelle nostre campagne, gli imprenditori sono ormai esasperati dai danni continui provocati dal passaggio degli ungulati – spiega Francesca Ferrari, presidente Coldiretti Massa Carrara -– mentre per le strade e nelle città non è un evento raro trovarsi faccia a faccia con uno o più esemplari, che scorrazzano indisturbati. In campagna è un continuo susseguirsi di segnalazioni, partendo dalle colture che vengono completamente distrutte dal passaggio degli animali, mentre appezzamenti di terreno vengono scavati e solcati in modo irrimediabile, muretti a secco danneggiati e in alcuni casi rasi al suolo, boschi devastati, strade consortili e mulattiere rese impercorribili, pericolo di spiacevoli incontri nei giardini pubblici, sui sentieri dell’entroterra e sulle strade carrozzabili. Non è più solo un problema per il mondo agricolo, ma per la comunità”.
La storica sentenza della Corte Costituzionale permetterà di prendere parte alle operazioni di riduzione del numero degli animali selvatici anche agli agricoltori provvisti di tesserino di caccia, altri cacciatori abilitati, guardie venatorie e ambientali volontarie, guardie giurate, a patto che siano appositamente formati. Nel pronunciarsi sul ricorso al Tar della Toscana di alcune associazioni ambientaliste la suprema corte ha riconosciuto che l’aumento dei cinghiali e la riduzione del personale incaricato di controllarli ha aumentato il rischio di danni alle coltivazioni agricole ma anche alla stessa sicurezza dei cittadini, visto l’aumento degli incidenti stradali causati dai selvatici. Da qui la decisione di procedere a un epocale cambio di direzione rispetto all’orientamento seguito negli ultimi quindici anni che aveva portato a bocciare i provvedimenti assunti dalle varie Regioni che avevano aperto alla possibilità di ampliare l’elenco tassativo dei soggetti incaricati della caccia di selezione previsto dalla legge quadro. “Ora non ci sono più alibi. – conclude il presidente di Coldiretti – Gli agricoltori devono poter difendere dalla devastazioni le culture ed il loro futuro”.
PIEMONTE, COVID: OK A ENOTECHE SALVA VINO MADE IN PIEMONTE
Il via libera all’asporto fino alle 22.00 dalle enoteche o esercizi di commercio al dettaglio di bevande (codice ATECO 47.25), fermo restando il divieto al consumo sul posto, salva le 7mila enoteche presenti in Italia e supera l’ingiustificata discriminazione nei confronti di negozi alimentari e supermercati ai quali è correttamente consentita la vendita del vino. E’ quanto afferma Coldiretti che aveva sollecitato il necessario chiarimento del nuovo DPCM varato dal presidente del Consiglio Mario Draghi dopo che quello precedente del 14 gennaio aveva vietato dopo le ore 18:00 la vendita con asporto.
“Una misura importante a sostegno del vino Made in Piemonte, fortemente colpito dalla chiusura della ristorazione – spiegano Roberto Moncalvo Presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale -. A pesare è stata anche la chiusura dei ristoranti italiani all’estero dove il nostro vino è molto richiesto, dagli Usa all’Oriente. Le enoteche hanno avuto negli ultimi anni una forte espansione offrendo opportunità di lavoro a molti giovani, sotto la spinta di nuovi modelli di consumo che valorizzano la ricerca della qualità e del legame con il territorio. Una tendenza che va sostenuta ed incoraggiata nel rispetto delle norme di sicurezza”.
LIGURIA, DPCM: OK A ENOTECHE SALVA VINO MADE IN ITALY
Il via libera all’asporto fino alle 22.00 dalle enoteche o esercizi di commercio al dettaglio di bevande (codice ATECO 47.25), fermo restando il divieto al consumo sul posto, salva le oltre 300 enoteche presenti in Liguria e supera l’ingiustificata discriminazione nei confronti di negozi alimentari e supermercati ai quali è correttamente consentita la vendita del vino. E’ quanto afferma Coldiretti che aveva sollecitato il necessario chiarimento del nuovo DPCM varato dal presidente del Consiglio Mario Draghi dopo che, quello precedente del 14 gennaio, aveva vietato dopo le ore 18:00 la vendita con asporto.
“Si tratta di una misura – affermano il Presidente di Coldiretti Liguria Gianluca Boeri e il delegato Confederale Bruno Rivarossa – importante a sostegno del vino made in Liguria fortemente colpito dalla chiusura della ristorazione e dalla riduzione del turismo straniero che da sempre apprezza le nostre produzioni che vantano il fregio di ben 8 DOC (DOC 5Terre, DOC Rossese di Dolceacqua, DOC Riviera Ligure di Ponente, DOC Golfo del Tigullio – Portofino, DOC Val Polcevera, DOC Colline di Levanto, DOC Colline di Luni e DOC Ormeasco di Pornassio) e 4 IGT ( Colline del Genovesato, Liguria di Levante, Colline Savonesi, Terrazze dell’imperiese). Le enoteche hanno avuto negli ultimi anni una forte espansione anche nella nostra regione andando a superare le 300 unità offrendo opportunità di lavoro a molti giovani, sotto la spinta di nuovi modelli di consumo che valorizzano la ricerca della qualità e del legame con il territorio. Bene quindi la decisione contenuta nel DPCM per quanto riguarda le enoteche e di riflesso il settore del vino locale che è già tra i più colpiti dagli effetti delle misure restrittive anti Covid, mentre sul versante dell’export, nonostante la situazione, la qualità del vino locale continua a spingere il prodotto sui mercati internazionali, facendo segnare un +8,9% nei primi sette mesi del 2020.”
VENEZIA, LA SALUTE ANCHE A TAVOLA: SPESA ALIMENTARE AL TOP DEL DECENNIO (+7,4%)
L’emergenza Covid fa crescere la spesa alimentare delle famiglie al top del decennio con un balzo del +7,4% nel 2020 per effetto dei ripetuti lockdown che hanno spinto gli italiani tra le mura domestiche. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti su dati Ismea che evidenzia come i picchi piu’ elevati si siano verificati a Pasqua e a Natale in corrispondenza delle stretta su uscite e spostamenti a causa della pandemia. Le star del carrello nel tempo del Covid sono state le uova fresche che fanno registrare un balzo del 14,5% negli acquisti ma tendenze positive si registrano in tutti i comparti, con incrementi sopra la media per formaggi, carne e salumi, per i prodotti ortofrutticoli. Un andamento che non compensa tuttavia – sottolinea la Coldiretti – il crollo che si è verificato nella ristorazione dove la spesa delle famiglie si è ridotta del 42%.
Il trascorrere delle settimane in casa – precisa la Coldiretti – ha peraltro modificato progressivamente l’atteggiamento dei consumatori nei confronti del cibo a favore del paniere “cuochi fai da te” (uova, farina, lievito, burro, zucchero, olio) con un graduale ridimensionamento dell’interesse iniziale con la pandemia per i prodotti conservabili (surgelati e scatolame) e per i prodotti da “scorta dispensa” (latte Uht, pasta, passate di pomodoro). Con lo scoppio della pandemia il rapporto con il cibo è cambiato con l’alimentazione che – continua la Coldiretti – è diventata una delle vie per cercare di mantenere la salute come dimostra il boom della domanda di arance nell’inverno 2020 che ha spinta la crescita annuale degli acquisti di frutta dell’8,9%.
Nella scelte dei luoghi di acquisto si assiste invece alla riscossa delle piccole botteghe di prossimità che si dimostrano essere le più dinamiche con un incremento del 18,4%. La pandemia ha accelerato quel processo di “deglobalizzazione” in atto da qualche tempo, alimentando interesse e voglia di “mangiare vicino”. Dal globale al locale inteso come il negozio di vicinato, come mercato rionale ma anche quello contadino o direttamente in fattoria.
L’emergenza Covid-19 ha determinato un sensibile aumento del numero delle imprese agricole che praticano la vendita diretta e, di conseguenza, il fatturato di questo canale che, nel 2020, ha superato i 6,5 miliardi di euro secondo l’Ismea.
Un risultato reso possibile dal fatto che l’Italia è l’unico Paese al mondo che può contare su una unica rete organizzata Campagna Amica che mette a disposizione delle famiglie 1200 mercati contadini a livello nazionale sia all’aperto che al chiuso con una varietà di prodotti che vanno dalla frutta alla verdura di stagione, dal pesce alla carne, dall’olio al vino, dal pane alla pizza, dai formaggi fino ai fiori. Nella provincia di Venezia sono una ventina i mercati agricoli settimanali attivi, 3 stagionali che aprono nel periodo estivo a Jesolo ed Eraclea, 1 mercato agricolo coperto a Mestre, 2 botteghe di campagna amica in città, a Mestre e nel Miranese. “I mercati agricoli sono ormai una realtà consolidata” afferma Davide Montino presidente di Agrimercato Venezia, l’associazione che raggruppa le aziende agricole che partecipano ai mercati – “Negli ultimi dieci anni abbiamo visto crescere l’interesse da parte del consumatore che prima si approcciava timidamente alle nostre vendite dirette. Le nostre aziende hanno saputo svolgere anche un’attività “educativa” rispetto alla stagionalità e alla tipologia dei prodotti in vendita. Non è stato facile abituare i clienti ad accettare che d’inverno da noi non possono trovare ad esempio i pomodorini, piuttosto che i fagiolini, o abituarsi all’idea che non vi sia disponibilità di un determinato prodotto perché in campagna è terminato. Notiamo che nel corso di questi anni la mentalità delle persone è cambiata ed accetta di buon grado di mangiare “locale” seguendo i ritmi della terra, probabilmente si sono accorti che ne va della freschezza e del gusto”. Conclude Montino.
La realtà dei mercati agricoli contribuisce a mantenere vivo il tessuto economico e sociale nelle aree urbane. Nei mercati dei contadini di Campagna Amica – conclude la Coldiretti – è anche possibile trovare specialità del passato a rischio di estinzione che sono state salvate grazie all’importante azione di recupero degli agricoltori e che non trovano spazi nei normali canali di vendita dove prevalgono rigidi criteri dettati dalla necessità di standardizzazione e di grandi quantità offerte.
CUNEO, QUALITÀ ARIA: LE PROPOSTE PER IMPEDIRE BLOCCO PRODUZIONI ALIMENTARI
“È imprescindibile una deroga per poter garantire le produzioni piemontesi fondamentali per la catena alimentare in una fase già così già difficile dovuta all’emergenza sanitaria in atto ed anche per evitare danni economici ulteriori ed agevolare indirettamente le importazioni. Oltretutto, dalla Regione ci sono state fornite solo parziali informazioni che riguardavano, già in modo pesante, il comparto zootecnico, ma omettevano altre, altrettanto pesanti, disposizioni che, invece, hanno un impatto sull’intera agricoltura, e che sono state inserite nella delibera da cui si evince, peraltro, che le norme introdotte in Piemonte sono decisamente più restrittive rispetto a quelle definite o in fase di discussione nelle altre regioni del bacino padano”. È quanto ha evidenziato Roberto Moncalvo, Delegato Confederale Coldiretti Cuneo, nella comunicazione inviata al presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, in previsione dell’incontro fissato con lo stesso governatore per affrontare la questione delle nuove misure straordinarie per la qualità dell’aria, stabilite a seguito della recente condanna inflitta dalla Corte di Giustizia europea all’Italia per aver superato il valore limite delle concentrazioni di particelle inquinanti.
“Stando alle stesse norme tecniche – prosegue Moncalvo – stiamo presentando delle richieste di deroga su operazioni agronomiche ritenute dalla stessa Comunità Europea a bassissimo livello emissivo. Si tratta di attività che possono consentire la continuità agronomica estremamente utile anche nei confronti di tutta la cittadinanza. L’agricoltura non può essere costantemente penalizzata da normative che, per timori comprensibili, cadono nell’eccesso e generano di ogni erba un fascio”.
“Sicuramente alle problematiche dell’inquinamento dell’aria partecipano molti fattori – puntualizza Fabiano Porcu, Direttore di Coldiretti Cuneo – e le nostre proposte sono in linea con la nostra costante attenzione all’ambiente e tecnicamente sostenibili. Auspichiamo che il Governo della Regione Piemonte voglia e sappia agire con il buon senso necessario per tutelare i cittadini senza eccessi, quanto mai, inutili e pericolosi in una situazione economico-sociale già così compromessa e difficile”.
Per maggiori informazioni visitare il sito web https://cuneo.coldiretti.it
VENETO, VOLANO NEL MONDO I CUORI DELLA GRATITUDINE DI DONNE IMPRESA
Il contatore della generosità segna 850 cuori della gratitudine venduti alla data di oggi pari a 12.720 euro raccolti a sostegno del Cuamm Medici con l’Africa. L’operazione solidale #solodalcuore promossa da Donne Impresa Coldiretti ha coinvolto tutte le imprenditrici agricole d’Italia che senza esitazione si sono impegnate nella promozione dell’iniziativa per sostenere le mamme in Africa in un delicato momento quello della gravidanza e della maternità dando loro un ospedale attrezzato e una scuola di formazione per future ostetriche del posto. Tanta bontà è arrivata fino a Rumbek nel Sud Sudan da dove la farmacista Francesca Favaro ha inviato un video per dire grazie a tutti i sostenitori ovvero coloro i quali hanno acquistato quel cuscino, ideato da Katia Zuanon di Prayers e realizzato dalle AgriSarte della Laguna Nord, in doppia stoffa con tessuto Made in Italy e Wax tipicamente africano all’interno l’imbottitura in fibra naturale. L’oggetto di esclusivo design è ormai un must have tanto da essere considerato un pezzo da arredamento o da collezione. L’edizione in seta 100% italiana è ormai sold out segno che il progetto ha le ali – commenta Chiara Bortolas vice presidente di Donne Impresa – e finora è volato ovunque da nord a sud della Penisola, anche a New York, Miami, a Londra fino in Cina, per atterrare dove la forza della vita non conosce ostacoli, proprio nel Continente più fragile.
Con l’avvicinarsi dell’8 marzo le agricoltrici di Coldiretti dedicano questo traguardo alle grandi donne che hanno cambiato il mondo facendosi ricordare nel corso della storia, ma anche a tutte quelle che nel loro piccolo fanno grandi cose, giorno dopo giorno, con buona volontà, fatica e dedizione.
VARESE, DPCM: CON OK ALL’ASPORTO FINO ALLE 22 “SALVA” OLTRE 100 ENOTECHE
Il via libera all’asporto fino alle ore 22:00 per enoteche o esercizi di commercio al dettaglio di bevande (codice ATECO 47.25), fermo restando il divieto al consumo sul posto, salva le circa mille enoteche presenti in Lombardia (su un totale nazionale di 7mila; nel Varesotto sono oltre un centinaio) e supera l’ingiustificata discriminazione nei confronti di negozi alimentari e supermercati ai quali è correttamente consentita la vendita del vino.
E’ quanto afferma la Coldiretti Varese, anche alla luce de necessario chiarimento sollecitato dal presidente nazionale Coldiretti Ettore Prandini, commentando il nuovo DPCM varato dal presidente del Consiglio Mario Draghi dopo che quello precedente del 14 gennaio aveva vietato dopo le ore 18:00 la vendita con asporto. Si tratta di una misura importante a sostegno del vino Made in Italy fortemente colpito dalla chiusura della ristorazione con circa 200 milioni di bottiglie che a livello nazionale – sottolinea la Coldiretti prealpina – non sono mai arrivati nell’ultimo anno sulle tavole dei locali costretti ad un logorante stop and go. A pesare è stata anche la chiusura dei ristoranti italiani all’estero, dove il vino italiano è il più esportato nel mondo, ma ha subito nel corso del 2020 un calo del 3% nelle bottiglie spedite oltre confine. Nell’anno della pandemia – spiega la Coldiretti regionale su dati Istat – le esportazioni di vino lombardo hanno fatto registrare un calo di oltre il 13% nei primi 9 mesi.
Le enoteche – sottolinea la Coldiretti provinciale – hanno avuto negli ultimi anni una forte espansione offrendo opportunità di lavoro a molti giovani, sotto la spinta di nuovi modelli di consumo che valorizzano la ricerca della qualità e del legame con il territorio. Una tendenza che va sostenuta ed incoraggiata nel rispetto delle norme di sicurezza. Il settore del vino è già tra i più colpiti dagli effetti delle misure restrittive anti Covid con la chiusura della ristorazione dove viene commercializzato più della metà in valore delle bottiglie stappate in Italia.
BRESCIA, DPCM: IN PROVINCIA 170 ENOTECHE: OK ASPORTO SALVA VINO MADE IN ITALY
Il via libera all’asporto fino alle ore 22:00 per enoteche o esercizi di commercio al dettaglio di bevande (codice ATECO 47.25), fermo restando il divieto al consumo sul posto, salva le oltre 170 enoteche presenti in provincia di Brescia (su un totale di circa 1000 in regione Lombardia e 7mila a livello nazionale) e supera l’ingiustificata discriminazione nei confronti di negozi alimentari e supermercati ai quali è correttamente consentita la vendita del vino. E’ quanto afferma Coldiretti Brescia, anche alla luce de necessario chiarimento sollecitato dal presidente nazionale e di Coldiretti Brescia Ettore Prandini, commentando il nuovo DPCM varato dal presidente del Consiglio Mario Draghi dopo che quello precedente del 14 gennaio aveva vietato dopo le ore 18:00 la vendita con asporto.
Si tratta di una misura importante a sostegno del vino Made in Italy fortemente colpito dalla chiusura della ristorazione con circa 200 milioni di bottiglie che a livello nazionale – sottolinea la Coldiretti– non sono mai arrivati nell’ultimo anno sulle tavole dei locali costretti ad un logorante stop and go. A pesare è stata anche la chiusura dei ristoranti italiani all’estero, dove il vino italiano è il più esportato nel mondo, ma ha subito nel corso del 2020 un calo del 3% nelle bottiglie spedite oltre confine. Nell’anno della pandemia – spiega Coldiretti Brescia – i numeri parlano chiaro, da un’approfondita indagine svolta da Coldiretti Brescia su 103 aziende vitivinicole del territorio, infatti si rileva che dal 2019 al 2020 i volumi di vendita sono diminuiti dal 19% al 23% in base al fatturato aziendale.
“L’inasprimento delle limitazioni in molte regioni italiane – precisa Davide Lazzari viticoltore di Capriano del Colle – getta nuovamente ombra sulla sopravvivenza di molti ristoranti e, di conseguenza, mette ulteriormente in difficoltà le cantine. La riapertura delle enoteche dopo le 18 mette fine a un divieto controverso e permette, finalmente, di iniziare a recuperare una piccola parte di copertura sul fronte retail”. Le enoteche – conclude Coldiretti – hanno avuto negli ultimi anni una forte espansione offrendo opportunità di lavoro a molti giovani, sotto la spinta di nuovi modelli di consumo che valorizzano la ricerca della qualità e del legame con il territorio. Una tendenza che – precisa la Coldiretti – va sostenuta ed incoraggiata nel rispetto delle norme di sicurezza. Il settore del vino – conclude Coldiretti – è già tra i più colpiti dagli effetti delle misure restrittive anti Covid con la chiusura della ristorazione dove viene commercializzato più della metà in valore delle bottiglie stappate in Italia.
ALESSANDRIA, PIANO STRAORDINARIO QUALITÀ ARIA: PROPOSTE AL GOVERNATORE CIRIO
“E’ imprescindibile una deroga per poter garantire le produzioni fondamentali per la catena alimentare in una fase già così già difficile dovuta all’emergenza sanitaria in atto ed anche per evitare danni economici ulteriori ed agevolare indirettamente le importazioni. Oltretutto, dalla Regione ci sono state fornite solo parziali informazioni che riguardavano, già in modo pesante, il comparto zootecnico, ma omettevano altre, altrettanto pesanti, disposizioni che, invece, hanno un impatto sull’intera agricoltura, e che sono state inserite nella delibera da cui si evince, peraltro, che le norme introdotte in Piemonte sono decisamente più restrittive rispetto a quelle definite o in fase di discussione nelle altre regioni del bacino padano”.
E’ quanto evidenzia Coldiretti nella comunicazione inviata al presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, in previsione dell’incontro fissato con lo stesso governatore per affrontare la questione delle nuove misure straordinarie per la qualità dell’aria, stabilite a seguito della recente condanna inflitta dalla Corte di Giustizia europea all’Italia per aver superato il valore limite delle concentrazioni di particelle inquinanti.
“Stando alle stesse norme tecniche europee, stiamo presentando delle richieste di deroga su operazioni agronomiche ritenute dalla stessa Comunità Europea a bassissimo livello emissivo – hanno affermato il Presidente e il Direttore Coldiretti Alessandria Mauro Bianco e Roberto Rampazzo -. Si tratta di attività che possono consentire la continuità agronomica estremamente utile anche nei confronti di tutta la cittadinanza. L’agricoltura non può essere costantemente penalizzata da normative che, per timori comprensibili, cadono nell’eccesso e generano di ogni erba un fascio. Sicuramente alle problematiche dell’inquinamento dell’aria partecipano molti fattori e le nostre proposte sono in linea con la nostra costante attenzione all’ambiente e tecnicamente sostenibili”.
Le regole, sul territorio piemontese, vengono applicate a 76 Comuni mentre per l’agricoltura le aree coinvolte ne comprendono ben 947 a livello regionale. Per la provincia di Alessandria sono 64 i comuni della pianura, 111 della collina e 13 della montagna.
Coldiretti auspica che il Governo della Regione Piemonte voglia e sappia agire con il buonsenso necessario per tutelare i cittadini senza eccessi, quanto mai, inutili e pericolosi in una situazione economico-sociale già così compromessa e difficile.
PUGLIA, DPCM: OK A 540 ENOTECHE IN PUGLIA SALVA VINO MADE IN ITALY
Il via libera all’asporto fino alle 22.00 dalle enoteche o esercizi di commercio al dettaglio di bevande (codice ATECO 47.25), fermo restando il divieto al consumo sul posto, salva le 540 enoteche presenti in Puglia e supera l’ingiustificata discriminazione nei confronti di negozi alimentari e supermercati ai quali è correttamente consentita la vendita del vino. E’ quanto Coldiretti Puglia, dopo che il presidente nazionale della Coldiretti Ettore Prandini aveva sollecitato il necessario chiarimento del nuovo DPCM varato dal presidente del Consiglio Mario Draghi dopo che quello precedente del 14 gennaio aveva vietato dopo le ore 18:00 la vendita con asporto.
Si tratta di una misura importante a sostegno del vino Made in Italy fortemente colpito dalla chiusura della ristorazione con circa 200 milioni di bottiglie che – sottolinea la Coldiretti – non siano mai arrivati nell’ultimo anno sulle tavole dei locali costretti ad un logorante stop and go. A pesare è stata anche la chiusura dei ristoranti italiani all’estero dove il vino italiano è il più esportato nel mondo ma ha subito nel corso del 2020 un calo del 3% nelle bottiglie spedite all’estero.
“Si stima che il vino offra durante l’anno straordinarie opportunità di lavoro – aggiunge il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia – tra quanti sono impegnati direttamente in vigne, cantine e nella distribuzione commerciale, ma anche in attività connesse, di servizio e nell’indotto che si sono estese negli ambiti più diversi”.
Le enoteche – sottolinea la Coldiretti regionale – hanno avuto negli ultimi anni una forte espansione offrendo opportunità di lavoro a molti giovani, sotto la spinta di nuovi modelli di consumo che valorizzano la ricerca della qualità e del legame con il territorio. Una tendenza che – precisa la Coldiretti – va sostenuta ed incoraggiata nel rispetto delle norme di sicurezza. Il settore del vino – conclude la Coldiretti – è già tra i più colpiti dagli effetti delle misure restrittive anti Covid con la chiusura della ristorazione dove viene commercializzato più della metà in valore delle bottiglie stappate in Italia.
ANCONA, CINGHIALI E ZONA ROSSA: AGRICOLTORI E CITTADINI PREOCCUPATI
Le incursioni dei cinghiali fin dentro la città di Ancona rendono la situazione emergenziale del proliferare della fauna selvatica evidente anche a tutti coloro che non se ne erano accorti e a quanti, negli anni, hanno cercato di minimizzare. Per questo è necessario prevedere una deroga all’attività di selezione per la provincia di Ancona. Anche se l’attuale status di zona rossa non consente l’attività venatoria, la selezione è un servizio che deve continuare a essere operativo in quanto funzionale al riequilibrio degli habitat messi a rischio dal numero troppo elevato di ungulati, alla protezione delle attività agricole che ogni anno devono fare i conti con i raccolti distrutti e anche all’incolumità dei cittadini. “Non consentire l’uscita dei selezionatori – attaccano da Coldiretti Ancona – significherà ripetere l’imperdonabile errore commesso durante il lockdown, quando alle squadre non fu consentito di uscire facendo aumentare la popolazione dei cinghiali a dismisura. A difesa delle aziende agricole abbiamo sempre chiesto un forte cambio di marcia nella gestione della fauna selvatica che, per quel che riguarda gli ungulati, è causa del 75% dei danni in agricoltura”.
MASSA CARRARA, APERTURA: CENTO AGRITURISMI CON FIATO SOSPESO PER PASQUA
Oltre 4 consumatori su 10 (41%) considerano la riapertura dei ristoranti una priorità seconda solo alla ripartenza della scuola ma l’attesa per le nuove misure restrittive rischia di fermare i programmi di viaggio di un italiano su tre (32%) per vacanze, gite fuori porta o visite a parenti e amici durante la ricorrenza prima dell’emergenza Covid. Sono due dei principali dati emersi dall’analisi di Coldiretti/Ixè sulle aspettative dei consumatori italiani in vista del nuovo Dpcm che avrà una percorrenza dal 6 marzo al 6 aprile così come preannunciato dal Ministero della Salute.
“Lo slittamento delle nuove eventuali misure di chiusura non più dalla domenica, ma dal lunedì successivo, è un ottimo passo in avanti. Gli incassi del weekend valgono in questo momento l’80% del fatturato settimanale. Per le attività è una bella boccata di ossigeno. – spiega Francesca Ferrari, presidente Coldiretti Massa Carrara – I ristoranti, così come gli agriturismi, adottano, praticamente da sempre, importanti misure di sicurezza, quali il distanziamento dei posti a sedere facilmente verificabile, il numero strettamente limitato e controllabile di accessi, la registrazione dei nominativi di ogni singolo cliente ammesso. Sono luoghi sicuri che possono garantire sempre il rispetto delle misure di distanziamento”.
Sono 100 le strutture agrituristiche nella sola provincia di Massa Carrara, due su tre sono concentrate in Lunigiana dove il settore produce 30 mila presenze l’anno, che compongono la proposta del turismo rurale sta stanno vivendo questa fase di incertezza con grande ansia. “Il prossimo Dpcm – spiega la Ferrari – avrà una ricaduta anche sul primo lungo weekend primaverile di festa che rappresenta anche l’occasione per le consuete gite fuori porta di Pasqua e Pasquetta. Un appuntamento importante che segna tradizionalmente l’inizio della stagione per molti dei nostri agriturismi che sono i luoghi anti-contagio per antonomasia. Le strutture sono spesso situati in zone isolate della campagna in strutture familiari con un numero contenuto di posti letto e a tavola e con ampi spazi all’aperto. Sostenere il turismo in campagna significa evitare il pericoloso rischio di affollamenti nelle città”.
PAVIA, CONTINUA LA FORNITURA DI PACCHI ALIMENTARI ALLE PARROCCHIE
All’appello dell’oratorio don Orione di Voghera ha risposto Coldiretti Pavia. Oggi altri 20 pacchi alimentari da 30 kg l’uno sono stati consegnati alla parrocchia, che li destinerà ad oltre 70 famiglie in difficoltà. Sei quintali di cibo 100% Made in Italy, dai formaggi alla pasta, dall’olio ai legumi, che si aggiungono agli altri già consegnati da Coldiretti ieri a Pavia. “Supportare cittadini e famiglie in difficoltà in questa nuova e complessa fase della pandemia è una priorità per la nostra Organizzazione agricola – spiega Stefano Greppi, Presidente di Coldiretti Pavia – Per questo motivo abbiamo prontamente risposto all’appello della parrocchia vogherese”. Le consegne proseguiranno nei prossimi giorni, estendendosi a tutto il tettorio pavese. L’iniziativa avviata da Coldiretti permette di offrire alle famiglie più colpite dall’emergenza prodotti agroalimentari a lunga conservazione, riconoscendo l’impegno degli imprenditori agricoli pavesi e italiani che non hanno mai smesso di operare per garantire prodotti genuini e qualitativamente garantiti anche durante le fasi più dure della pandemia di Covid-19.
Nei pacchi alimentari per le famiglie in difficoltà distribuiti da Coldiretti Pavia, infatti, ci sono Grana Padano, pasta, legumi, passata di pomodoro, olio e latte a lunga conservazione. Prodotti utili al crescente numero di famiglie in difficoltà e che si rivolgono alle parrocchie del territorio per avere un aiuto. “L’iniziativa vuole anche raccontare e promuovere l’importanza del consumo di prodotti agroalimentari 100% italiani – sottolinea ancora il Presidente di Coldiretti Pavia – Oggi più che mai, infatti, i cittadini sono attenti all’indicazione dell’origine degli alimenti in etichetta: uniamo le forze perché questo obbligo venga esteso a tutte le filiere alimentari, valorizzando le nostre eccellenze e tutelando la salute degli italiani”.
COMO-LECCO, GREEN PASS VACCINALE PUÒ AIUTARE A SALVARE IL TURISMO LARIANO
Il green pass vaccinale che consente gli spostamenti tra Paesi dell’Unione Europea può contribuire a salvare, almeno nei prossimi mesi, il turismo straniero in vacanza nelle due province lariane: e si tratta di una fetta non indifferente per un sistema turistico nazionale che vale 11,2 miliardi in spese per alloggio, alimentazione, trasporti, divertimenti, shopping e souvenir. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti Como Lecco su dati Bankitalia in riferimento all’importanza della presentazione da parte della Commissione europea il prossimo 17 marzo della proposta legislativa per un Digital green pass con l’obiettivo di consentire gradualmente agli europei di muoversi in sicurezza all’interno o all’esterno dell’Ue, per lavoro o turismo.
“L’assenza di stranieri in vacanza in Italia grava sull’ospitalità turistica nelle mete più gettonate che risentono notevolmente della loro mancanza anche perché – sottolinea il presidente di Coldiretti Como Lecco Fortunato Trezzi – i visitatori da paesi europei hanno tradizionalmente una elevata capacità di spesa. E’ importante che con l’avanzare della campagna di vaccinazione e l’apertura delle frontiere si proceda anche alla ripartenza delle attività di ristorazione a pranzo e cena, nel rispetto di tutte le norme di sicurezza. Il cibo infatti è tra e voci principali del budget delle famiglie in vacanza sul lago di Como e nelle nostre valli e montagne, con circa un terzo della spesa di italiani e stranieri destinato alla tavola e a prodotti di qualità, che rappresentano un forte elemento di distintività e attrazione per i nostri territori. Certo, rischia di mancare all’appello l’importante quota di mercato americano, ma si tratterebbe comunque di un tangibile passo in avanti”.
Circa il “green pass” si tratta – conclude il presidente dell’associazione agrituristica Terranostra Como Lecco, Emanuele Bonfiglio, “di un’opzione da valutare con attenzione. Riportare il turismo nell’area lariana è una priorità: certamente, la collocazione in zona “arancione rafforzato” di questi giorni aggiunge preoccupazione ad una situazione già compromessa dallo stop al turismo invernale, che è stato un contraccolpo pesante anche per la filiera agroalimentare per via della chiusura forzata di agriturismi locali di ristorazione. Guardare avanti, però, è necessario: va fatto tutto il possibile per garantire alle imprese di lavorare e ai turisti di visitare, in assoluta sicurezza, i nostri laghi, valli e montagne, luoghi ambiti e unici al mondo”.
TORINO, PIANO STRAORDINARIO QUALITÀ DELL’ARIA: LE PROPOSTE DELLA COLDIRETTI
«E’ imprescindibile una deroga per poter garantire le produzioni piemontesi fondamentali per la catena alimentare in una fase già così difficile dovuta all’emergenza sanitaria in atto ed anche per evitare danni economici ulteriori ed agevolare indirettamente le importazioni. Oltretutto, dalla Regione ci sono state fornite solo parziali informazioni che riguardavano, già in modo pesante, il comparto zootecnico, ma omettevano altre, altrettanto pesanti, disposizioni che, invece, hanno un impatto sull’intera agricoltura, e che sono state inserite nella delibera da cui si evince, peraltro, che le norme introdotte in Piemonte sono decisamente più restrittive rispetto a quelle definite o in fase di discussione nelle altre regioni del bacino padano». Questo evidenzia Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte, nella comunicazione inviata al presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, in previsione dell’incontro fissato con lo stesso governatore per affrontare la questione delle nuove misure straordinarie per la qualità dell’aria, stabilite a seguito della recente condanna inflitta dalla Corte di Giustizia europea all’Italia per aver superato il valore limite delle concentrazioni di particelle inquinanti.
“Stando alle stesse norme tecniche europee, stiamo presentando delle richieste di deroga su operazioni agronomiche ritenute dalla stessa Comunità Europea a bassissimo livello emissivo – è scritto nella missiva di Coldiretti -. Si tratta di attività che possono consentire la continuità agronomica estremamente utile anche nei confronti di tutta la cittadinanza. L’agricoltura non può essere costantemente penalizzata da normative che, per timori comprensibili, cadono nell’eccesso e generano di ogni erba un fascio. Sicuramente alle problematiche dell’inquinamento dell’aria partecipano molti fattori e le nostre proposte sono in linea con la nostra costante attenzione all’ambiente e tecnicamente sostenibili. Auspichiamo – concludono – che il Governo della Regione Piemonte voglia e sappia agire con il buon senso necessario per tutelare i cittadini senza eccessi, quanto mai inutili e pericolosi, in una situazione economico-sociale già compromessa e difficile”.
Appuntamenti
CAMPOBASSO: AL MERCATO DI CAMPAGNA AMICA ARRIVA LA CARNE 100% MADE IN ITALY
Giovedì 4 marzo
Da domani, 4 marzo, all’Agrimercato di Campagna Amica, in piazza Cuoco 1 a Campobasso, sarà nuovamente possibile acquistare la carne. Fra le tante aziende espressione delle eccellenze Made in Molise, i consumatori troveranno, infatti, anche un banco macelleria dell’azienda agricola e zootecnica “Berardi”.
Gestita dal giovane imprenditore zootecnico Antonio Berardi, l’agri-macelleria offrirà ai consumatori le ottime carni provenienti dal suo allevamento, sito in agro di Isernia. Qui, Antonio, con il supporto di sua moglie Rachele, alleva vitelli, maiali, agnelli e pollame. I suoi capi, alimentati con foraggio e altre produzioni aziendali, vivono in un ambiente incontaminato che garantisce salubrità e genuinità delle carni.
La macelleria va a completare la vasta gamma di prodotti in vendita al mercato, che spaziano dall’ortofrutta ai formaggi, vaccini e bufalini, salumi, pesce fresco dell’Adriatico, pescato a “miglio zero” al largo di Termoli, ma anche miele, vino, olio, pasta, farine e prodotti da forno e ancora legumi, passate, marmellate, sott’olii e quant’altro la migliore agricoltura del Molise offre, tutto rigorosamente a “km zero”.
LOMBARDIA, BIOLOGICO: CICLO DI INCONTRI SU CONSUMI E NORMATIVE
Da giovedì 4 a giovedì 25 marzo
Cresce il biologico nelle campagne lombarde con oltre 56 mila ettari coltivati, in aumento del 5,1% in un anno. È quanto afferma la Coldiretti regionale su dati Sinab, in occasione della partecipazione di esperti Coldiretti a un ciclo di incontri webinar dedicati ai prodotti biologici, in programma da domani giovedì 4 marzo 2021 e promossi da Comunità Montana Valtellina di Sondrio in collaborazione con Ersaf.
Nel 2019 – precisa la Coldiretti regionale – la superficie agricola dedicata al biologico in Lombardia è pari a 56.557 ettari. Tra le principali produzioni biologiche lombarde – continua la Coldiretti – ci sono i cereali (25.077 ettari), le colture foraggere (12.623 ettari) e la vite (4.055 ettari), mentre il numero degli operatori sale a 3.238 con un incremento del 3% in un anno.
Una crescita che risponde all’aumento della domanda dei consumatori, spinta anche dall’emergenza Coronavirus. Nei primi sei mesi del 2020, infatti, i consumi domestici di alimenti bio hanno raggiunto il record di 3,3 miliardi di euro, secondo quanto rilevato dall’Ismea. “E proprio ai consumatori – spiega Valeria Sonvico, responsabile Ambiente e Territorio di Coldiretti Lombardia – ci rivolgeremo negli incontri online promossi da Comunità Montana Valtellina di Sondrio in collaborazione con Ersaf: spiegheremo qual è il percorso di certificazione che deve seguire un’azienda agricola, racconteremo come si legge e cosa troviamo in nell’etichetta quando scegliamo di mettere nel carrello della spesa questo tipo di prodotti. Faremo un approfondimento sul fenomeno dell’agropirateria e delle frodi alimentari, per conoscerle ed evitarle”.
I webinar – conclude la Coldiretti Lombardia – sono gratuiti, aperti a tutti e si svolgeranno ogni giovedì pomeriggio da domani 4 marzo al 25 marzo, dalle ore 14.30 alle 16.30. Per conoscere i dettagli e il link di partecipazione, è possibile consultare il sito lombardia.coldiretti.it
SONDRIO: UNA PRIMULA IN DONO PER LA PICCOLA OPERA ALL’AGRIMERCATO
Sabato 6 marzo
Coldiretti Sondrio “anticipa” la Festa della Donna all’insegna della solidarietà: sabato 6 marzo, dalle 9.30 alle 12, chi si recherà all’AgriMercato coperto in piazza Bertacchi, nella città capoluogo, potrà ricevere in dono una primula a fronte di una donazione a sostegno della Piccola Opera di Traona. L’iniziativa è firmata da Coldiretti Donne Impresa in collaborazione con i produttori di Campagna Amica.
Con l’iniziativa, Coldiretti Sondrio intende ancora una volta essere vicini a questa importante realtà valtellinese, in un momento difficile come l’emergenza pandemia. L’offerta per un fiore vuol essere quindi un segno tangibile di ricordo e di vicinanza. E’ peraltro un’occasione anche per rimarcare il ruolo delle donne in agricoltura, particolarmente evidente in provincia di Sondrio dove è in crescita il numero di “capitane d’impresa”.
“In Valtellina e Valchiavenna è in crescita il numero di donne e ragazze under 40 che hanno scelto di lavorare indipendentemente in agricoltura come imprenditrici agricole, coadiuvanti familiari o socie di cooperative agricole” rimarca Silvia Marchesini, presidente di Coldiretti Sondrio ed elle stessa imprenditrice alla guida di un’azienda zootecnica e di trasformazione casearia.
“Sotto il profilo dell’attività professionale, a prevalere sono le iniziative che fanno leva sulla multifunzionalità rese possibili grazie alla legge di orientamento fortemente voluta da Coldiretti (la numero 228 del 18 maggio 2001) che ha rivoluzionato e allargato i confini dell’imprenditorialità agricola e che è stata bene accolta anche in valle dove, oltre agli agriturismi, sono cresciute le attività di educazione alimentare ed ambientale con le scuole, le fattorie didattiche, gli orti didattici, ma anche la presenza nei mercati di vendita diretta di Campagna Amica”.
SAVONA: ANCHE IN ANNO COVID TORNANO LE MARGHERITE PER AIRC
Dal venerdì 5 marzo a domenica 25 aprile
Coldiretti Savona: “progetto importante per continuare ad avanzare nella ricerca passando attraverso un fiore 100% Italia, la margherita della Piana di Albenga”
La solidarietà e la ricerca non le spegne neanche la pandemia: fino al 25 aprile, per l’ottavo anno consecutivo, torna la ‘Margherita per Airc’, iniziativa sostenuta da AICG, FDAI e la Coldiretti con i suoi associati che forniranno il fiore diventato, ormai, simbolo della ricerca oncologica Italiana, la margherita bianca d’Albenga.
“Il mercato delle margherite è un mercato fondamentale per la nostra provincia – affermano il Presidente di Coldiretti Savona Marcello Grenna e il Direttore Provinciale Antonio Ciotta – che purtroppo la scorsa primavera ha subito una pesante battuta d’arresto a causa della pandemia. Ma, ciononostante, anche quest’anno le imprese non hanno fatto mancare, come sempre, il loro sostegno a tale iniziativa e siamo onorati che l’AIRC continui a scegliere questo fiore, al quale siamo particolarmente legati, per un fine così nobile. La «MARGHERITA per AIRC» nasce nella Riviera Ligure di Ponente, in particolare nella Piana di Albenga, dove ogni anno vengono prodotti circa 10 milioni di vasi di questo splendido fiore. Non possiamo che invitare la cittadinanza a sostenere con noi la ricerca, portandosi a casa una piantina oltretutto simbolo della nostra provincia e della resilienza delle nostre imprese che non si sono mai fermate nonostante le innumerevoli difficoltà di questo periodo”.
La margherita è garantita da FDAI – Filiera Agricola Italiana Spa e nei centri di giardinaggio aderenti sarà contrassegnata da un’etichetta firmata FDAI e AICG. Ogni pianta di Margherita recherà un’etichetta “parlante” con QR code, grazie al quale sarà possibile accedere a una serie di contenuti speciali: testi, video e immagini per scoprire più nel dettaglio il progetto, le caratteristiche e le informazioni sulla coltura e sulla manutenzione della margherita, oltre alle informazioni su Aicg, AIRC e il progetto di ricerca finanziato in questi anni.
Sono numerosi in tutta Italia i centri giardinaggio associati ad AICG (l’elenco completo si trova sul sito www.aicg.it) dove si potranno acquistare le piante di margherita solidale al prezzo di 4.50 euro: per ogni margherita venduta, 1.50 euro sarà devoluto ad AIRC per sostenere una nuova borsa di studio istituita anche grazie all’impegno di AICG.
CUNEO: “LA SALUTE È DONNA”, MANGIAR BENE E PREVENZIONE DA CAMPAGNA AMICA
Sabato 6 marzo
Alimentazione e stili di vista sani sono un binomio che sta a cuore a Donne Impresa Coldiretti, per questo il movimento, in collaborazione con la LILT (Lega Italiana per la lotta contro i tumori) di Cuneo, organizza, sabato 6 marzo in entrambi i mercati cuneesi di Campagna Amica, in Piazza della Costituzione e in Lungogesso Corso Giovanni XXIII, 15/bis (a fianco dell’ex zoo), un’iniziativa dedicata interamente al pubblico femminile per sensibilizzare su prevenzione e sane corrette abitudini alimentari.
“Con il movimento Donne Impresa – afferma Monia Rullo Responsabile Provinciale – ci impegniamo principalmente a promuovere iniziative orientate alla crescita delle imprenditrici agricole che, è bene ricordarlo, rappresentano circa il 12% delle oltre 15.000 imprese cuneesi a conduzione femminile. In particolare quest’anno, in occasione della giornata internazionale della donna, vogliamo condividere insieme alla LILT, l’importanza della prevenzione primaria che dipende soprattutto da noi e dalle nostre scelte: corretti stili di vita e sana alimentazione sono gli ingredienti principali, è sicuramente un investimento importante e poterlo fare con il mondo dell’agricoltura a Km 0 ne aumenta la valenza”.
Mangiare in modo corretto ed equilibrato, fare attività fisica e tenere sotto controllo peso e indice di massa corporea sono la premessa di un organismo sano e in forma.
“L’8 marzo è la giornata internazionale della donna – dichiara Patrizia Manassero, Presidente LILT Cuneo – partecipiamo con entusiasmo a questa iniziativa di Coldiretti e Donne Impresa dedicata alla salute e alla prevenzione dei tumori femminili, come quello al seno che è tra i più frequenti. Si può ridurre il rischio di ammalarsi con comportamenti attenti ed una buona prevenzione, perché prima è sempre meglio. Ricordo che si possono prenotare presso la LILT di Cuneo ecografie per la prevenzione dei tumori femminili al numero di telefono 0171.697057”.
Tutte le donne che visiteranno i due i mercati cuneesi di Campagna Amica, riceveranno un omaggio floreale.
Per maggiori informazioni visitare il sito web https://cuneo.coldiretti.it