Primo piano
PUGLIA
ECOMAFIE: FENOMENO IN ESCALATION
Il fenomeno delle ecomafie, delle agromafie e della criminalità in agricoltura è sempre più dilagante in Puglia, dove si assiste – denuncia la Coldiretti regionale – anche ad una escalation di furti nelle campagne di mezzi agricoli, prodotti, fili di rame e tutto quanto il sano svolgimento dell’attività agricola nelle aree rurali.
Furti di alberi secolari, di ulivi appena reimpiantati in area infetta da Xylella, di mezzi e prodotti agricoli, campagne trasformate in discariche a cielo aperto, oltre alla sofisticazione e all’italian sounding che danneggiano ortofrutta e olio made in Puglia. Il fenomeno delle ecomafie, delle agromafie e della criminalità in agricoltura è sempre più dilagante in Puglia, dove si assiste – denuncia Coldiretti Puglia – anche ad una escalation di furti nelle campagne di mezzi agricoli, prodotti, fili di rame e tutto quanto il sano svolgimento dell’attività agricola nelle aree rurali. La Puglia è – secondo i dati dell’Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare – una regione a forte rischio ed è al terzo posto della classifica nazionale, con un livello di infiltrazione criminale pari all’1,31%, preceduta solo da Calabria (2,55%) e Sicilia (2,08%). E’ emerso, tra l’altro, come il fenomeno delle agromafie, nel corso degli ultimi cinque anni, abbia accresciuto la propria intensità in particolar modo in Puglia (Bari: 1,39%; Taranto: 1,30%; Barletta-Andria- Trani: 1,27%).
Palma nera – secondo la Coldiretti – alla provincia di Bari, che rientrata a pieno titolo nella top ten della graduatoria che fotografa l’intensità del fenomeno delle agromafie nelle province italiane. Si piazza al decimo posto, seguita a ruota da Taranto al 15esimo, la provincia di Barletta-Andria-Trani al 18esimo posto, Lecce al 28esimo, Brindisi e Foggia rispettivamente al 46esimo e 47esimo posto. I ruoli si invertono se ad essere fotografato è l’indice di permeabilità delle agromafie che raggiunge 100 a Foggia, 66,80 a Brindisi, 44,75 nella BAT, 34,56 a Taranto, 30,75 a Bari e, infine, 25,94 a Lecce.
“In Puglia sono 6.057 i terreni sequestrati alle mafie, il 20,4% dei 29.689 sparsi in tutta Italia. La destinazione dei beni di provenienza mafiosa si presenta lunga e confusa. Sono poi numerosi i casi in cui alcuni beni sono di fatto ancora nella disponibilità dei soggetti mafiosi. Così vengono sprecati tra i 20 ed i 25 miliardi di euro per il mancato utilizzo dei beni confiscati ed in Puglia tra l’1,9 e i 2,37 miliardi”, denuncia Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.
“Dopo il furto degli ulivi monumentali, per rivendere legna da ardere per pochi spiccioli o per abbellire ville private, l’ultimo baluardo delle bande criminali è costituito – aggiunge Muraglia – dal furto di piante resistenti di Favolosa (FS17) e Leccino appena piantumate che spariscono durante veri e propri raid notturni. Dopo anni di blocco produttivo a causa della Xylella e della burocrazia gli agricoltori stanno timidamente iniziando a reimpiantare e c’è chi vigliaccamente sta togliendo nuovamente una speranza di futuro alle nostre imprese, rubando le piante appena piantumate. Il danno economico è risibile rispetto all’impatto psicologico su un olivicoltore che, dopo anni di attesa, vede andare in fumo in 1 notte il sogno di poter ricominciare a produrre”, conclude il presidente Muraglia.
Per questo Coldiretti Puglia ha invocato l’intervento diretto del Ministro dell’Interno Salvini, perché le aree rurali sono drammaticamente esposte alla ‘stagionalità’ delle attività criminose in campagna, dove squadre ben organizzate tagliano i ceppi dell’uva da vino a marzo e aprile, rubano l’uva da tavola da agosto ad ottobre, le mandorle a settembre, le ciliegie a maggio, rubano le olive da ottobre a dicembre, gli ortaggi tutto l’anno, dimostrando che alla base dei furti ci sono specifiche richieste di prodotti redditizi perché molto apprezzati dai mercati, rubano gli ulivi monumentali perché qualcuno evidentemente li ricerca.
Si tratta di una realtà insidiosa con l’innovazione tecnologica e i nuovi sistemi di produzione e distribuzione globali rendono sempre più pericolose le frodi agroalimentari che per questo vanno perseguite – continua la Coldiretti – con nuovi sistemi di indagine e un aggiornamento delle norme penali. In questo contesto è importante realizzare la riforma dei reati in materia agroalimentare per aggiornare le norme attuali, risalenti anche agli inizi del 1900. Un obiettivo – conclude la Coldiretti – sostenuto dalla importante decisione del Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede di chiedere la collaborazione di Giancarlo Caselli e dell`Osservatorio Agromafie proprio per procedere alla revisione delle leggi in materia.
Dal territorio
VERCELLI–BIELLA, GRAVI DANNI A STRUTTURE E COLTURE, AGRICOLTORI SOTTO SHOCK
Nella notte di sabato un violento temporale, conseguenza delle alte temperature di questi giorni, ha colpito il vercellese. Ad essere maggiormente colpita è stata una fascia a Sud e Sud Ovest di Vercelli, dove chicchi di grandine del diametro di 5 cm sono scesi in pochi minuti con grande violenza. Mentre in città si è sospesa la notte bianca, nelle campagne dei paesi a sud di Vercelli la grandine non solo ha colpito le colture, ma ha anche causato ingenti danni alle strutture delle aziende agricole.
“Dopo tanti giorni di caldo e siccità si sperava nella pioggia ma, come ormai spesso accade, è arrivata la grandine. Gli agricoltori sono sotto shock: alcune delle aziende colpite lo hanno definito un vero e proprio bombardamento, con chicchi di una dimensione mai vista nella nostra zona, che hanno distrutto tetti, vetri dei laboratori e, ovviamente, danneggiato pesantemente mais e cereali in campo. – spiega Paolo Dellarole, presidente di Coldiretti Vercelli – Biella – “I tecnici sono al lavoro insieme agli agricoltori per valutare i danni e trovare soluzioni per poter proseguire il lavoro nei campi. Visti i danni alle strutture la preoccupazione è che anche quelli alle colture possano essere irreparabili. Gli agricoltori sono preoccupati non solo per il futuro della stagione ma anche per l’immediata ripresa delle attività quotidiane: lavorare con parte dei capannoni, dei tetti e dei vetri danneggiati ora sarà complicato. Visto ormai l’andamento del clima di questi ultimi anni è importante assicurare le colture, quindi è indispensabile che vengano stanziati sempre fondi sufficienti per sostenere questi costi ingenti”.
Come ha recentemente rilevato Coldiretti, analizzando le informazioni della banca dati europea ESWD, questi fenomeni estremi sono sempre più frequenti anche in Italia e la tendenza alla tropicalizzazione del nostro clima ha portato ad un aumento del 69% del numero di grandinate rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Dall’inizio dell’estate nella nostra Penisola si è verificata una violenta grandinata al giorno.
REGGIO EMILIA, ANCORA GRANDINE, VENTO E PIOGGIA FORTE SULLE COLTIVAZIONI
Il maltempo che si è scatenato mercoledì scorso, con grandine, vento e pioggia forte, ha colpito i territori dei comuni di Novellara, Rio Saliceto e Bagnolo in Piano, scagliandosi con particolare furia nelle zone di San Giovanni di Novellara, raggiungendo anche 8 cm di grandine a terra, in particolar modo su vigneti e pereti.
Ne dà notizia Coldiretti Reggio Emilia evidenziando come, ancora una volta, i chicchi di grandine caduti erano più grandi di una pallina da pingpong ed hanno spogliato alberi di pere e interi grappoli di uva, in una delle zone della provincia vocata alla produzione di Lambruschi Dop e Igp.
Il forte vento e la pioggia intensa hanno danneggiati in modo grave anche i campi coltivati a cereali, grano, mais, girasole, che sono stati stesi soprattutto dal forte vento, rendendo impossibile le operazioni di raccolta.
L’evento di ieri non fa che aumentare il drammatico conto dei danni nelle campagne – continua Coldiretti Reggio Emilia – dopo la siccità e una primavera pazza. I danni sulle colture sono già molto evidenti ma ancora non quantificabili. Sono stati segnalati anche danni alle strutture provocate sia dall’intensità della grandine sia dal forte vento che ha abbattuto rami e interi alberi.
Dall’inizio del 2019 – spiega Coldiretti – in Italia sono state registrate fino ad ora 124 grandinate violente, in media una grandinata ogni due giorni, con un balzo del 48% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno secondo i dati Eswd, la banca dai degli eventi estremi in Europa. Sono gli effetti di una tendenza alla tropicalizzazione che – conclude Coldiretti – si manifesta con una più elevata frequenza di eventi estremi, grandine di maggiore dimensione, sfasamenti stagionali e bombe d’acqua i cui effetti si fanno sempre più devastanti.
VICENZA, MALTEMPO NELL’ALTO VICENTINO: DANNI SU VITI, MAIS, ORZO E FRUTTA
Il capitolo maltempo resta aperto, così come la conta dei danni. Mercoledì pomeriggio, infatti, più arre del Vicentino sono state nuovamente colpite da forti raffiche di vento e precipitazioni violente, anche con grandinate. L’Alto Vicentino, specie la zona di Schio, è stato interessato da significativi danni alle colture, in particolare su viti, mais, orzo e frutta. Da una prima rilevazione emerge un 30-40% di danni ai vigneti, altrettanto sul frumento, prossimo alla raccolta, su pesche, susine ed albicocche danni attorno al 70-80%, considerando che una parte erano in maturazione.
“I danni all’agricoltura sono ormai diventati una consuetudine e, in alcuni casi – commenta il presidente provinciale di Coldiretti Vicenza, Martino Cerantola – il bilancio delle aziende agricole propende più per le perdite che per il raccolto. Per questo dobbiamo correre ai ripari, prevedendo un’adeguata copertura assicurativa, con la consapevolezza che, con i cambiamenti climatici in atto, la situazione non andrà certo a migliorare”.
I cambiamenti climatici in atto nel nostro Paese sono assolutamente evidenti. In Italia, infatti, è sos grandine e, dall’inizio dell’anno, sono state registrate ben 86 grandinate: più di una ogni due giorni, con un balzo del 48% rispetto allo stesso periodo del 2018. È quanto emerge da una recente analisi della Coldiretti, dalla quale risulta chiaramente che la grandine è l’evento più temuto dagli agricoltori in questo momento, perché i chicchi si abbattono su verdure e frutteti provocando danni irreparabili alle coltivazione e mandando in fumo un intero anno di lavoro.
CREMONA, “VILLAGGIO”: GRANDISSIMO SUCCESSO CON TANTI CREMONESI IN PRIMA LINEA
Un grandissimo successo. Oltre 700.000 persone – da venerdì a domenica – hanno visitato nei tre giorni del fine settimana il Villaggio Coldiretti che ha coperto una superficie di 200mila metri quadrati attorno al Castello Sforzesco di Milano con la più grande fattoria mai realizzata in un centro storico di una città. E’ il bilancio stilato dalla Coldiretti a conclusione di #Stocoicontadini, una rassegna che ha ospitato 400 stand tra mercati degli agricoltori, aree del gusto, street food, stalle, agriasili, fattorie didattiche, orti, antichi mestieri, pet therapy, agrichef, laboratori, trattori e nuove tecnologie e workshop, presso i quali è stato possibile degustare, apprendere, giocare e divertirsi al fianco di oltre diecimila agricoltori.
Alla tre giorni del Villaggio Coldiretti con il Presidente Ettore Prandini e il Segretario generale Vincenzo Gesmundo, accanto al Presidente di Coldiretti Lombardia e Coldiretti Cremona Paolo Voltini, non sono mancate le personalità delle Istituzioni e del mondo politico, dal Vicepremier e Ministro dell’Interno Matteo Salvini al Vicepremier e Ministro dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio, dal Ministro dell’Istruzione Marco Bussetti a quello delle Politiche agricole, Gian Marco Centinaio, dal Segretario del Partito Democratico Nicola Zingaretti al Presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, dal sottosegretario ai Rapporti con il Parlamento Guido Guidesi a Maria Stella Gelmini, Presidente dei deputati di Forza Italia; i rappresentanti delle amministrazioni locali come il Presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, l’assessore regionale all’Agricoltura Luca Rolfi e il Sindaco di Milano Giuseppe Sala; esponenti del mondo economico dal presidente dell’Ice Carlo Ferro all’ex ministro Giulio Tremonti, da Stefano Lucchini, Group Chief Institutional Affairs and External Communication Officer Intesa Sanpaolo a Luigi Scordamaglia, consigliere delegato di Filiera Italia; ma anche Gherardo Colombo ex magistrato e Presidente Uecoop, Gian Carlo Caselli Presidente comitato scientifico Osservatorio Agromafie, Andrea Fanzago responsabile area povertà della Caritas ambrosiana alla quale la fondazione Campagna Amica ha destinato 1 tonnellata di prodotti tipici di alta qualità raccolti nel villaggio grazie all’iniziativa di solidarietà la “spesa sospesa”.
Nell’ambito del Villaggio sono stati sottoscritti anche importanti accordi come quello promosso da Cassa depositi e prestiti, Coldiretti e Filiera Italia per favorire la ricerca e l’attuazione di soluzioni a sostegno della filiera agroalimentare italiana, con la presenza dell’amministratore delegato Fabrizio Palermo; l’intesa firmata da Eni e Coldiretti che stabilisce importanti aree di collaborazione sull’economia circolare, alla presenza dell’ad Eni Claudio Descalzi, il protocollo firmato con il Ministero della Pubblica istruzione che porta gli agricoltori nelle scuole con l’educazione alimentare che diventa materia di studio, l’accordo con Terna e Anbi per la realizzazione di invasi e laghetti artificiali al servizio delle aziende agricole.
Coldiretti Cremona è stata in prima linea, con l’impegno del Presidente Paolo Voltini e del Direttore Mauro Donda, con la presenza massiccia dei soci e dei collaboratori della struttura impegnati nello staff. Difficile citare tutti i contributi portati dal nostro territorio: c’erano i produttori di cereali antichi Carlo Maria Recchia (che è anche delegato regionale dei giovani Coldiretti) e Riccardo Mignani, tra i protagonisti della Giornata nazionale del Grano italiano (con la prima storica trebbiatura realizzata nel centro della capitale finanziaria d’Italia), c’erano gli agrichef cremonesi Emanuela Dilda, Gherardo Mazza, Elisa Mignani, Paolo e Roberto Riseri che hanno contribuito a preparare i menu a km zero, c’erano le aziende cremonesi in prima linea presso il Mercato di Campagna Amica (Apicoltura Leandri, La Colombarola, Cascina Casella, Il Campagnino) e lo street-food (l’azienda Perini), così come le fattorie didattiche all’opera nell’area riservata ai bambini (La Sorgente, Il Campagnino, Del Cortese). Numerosissime persone hanno seguito ed apprezzato la performance del casaro cremasco Roger Massari, che ha mostrato come nasce la mozzarella di bufala made in Italy. C’erano tanti giovani cremonesi, in prima linea nel “Villaggio delle idee” ma anche a supporto nelle attività e proposte del Villaggio. C’erano le imprenditrici agricole, trasformatesi in ‘tutor della spesa’, ma anche premiate, a partire dalla responsabile Maria Paglioli, per l’impegno nel “progetto scuola”. Punto d’incontro per autorità e cittadini è stato naturalmente lo stand Pomì – Consorzio Casalasco del Pomodoro, tra i partner dell’iniziativa.
Tra le varie aree, una delle più “gettonate” – rileva la Coldiretti – è stata sicuramente la fattoria degli animali dove gli splendidi esemplari di mucche, cavalli, asini, maiali, polli, tacchini e conigli hanno calamitato l’interesse delle famiglie, con una notazione particolare per gli asini come quello bianco dell’Asinara o il Romagnolo.
Sono decine di migliaia i bambini poi che hanno invaso – continua la Coldiretti – l’area riservata ai piccoli nell’agriasilo e nella fattoria didattica, imparando ad impastare il pane, a zappettare l’orto e a riconoscere le diverse varietà di piante il tutto con l’assistenza dei tutor e delle agritate della Coldiretti e di Campagna Amica. Per i giovani l’appuntamento clou è stato, invece, al Villaggio delle idee sul futuro del lavoro dove sono state presentate le esperienze più originali nate nelle campagne italiane con una spinta all’innovazione che rappresenta ormai la vera caratteristica dell’agricoltura under35.
Molto apprezzati i menu a 5 euro con il meglio del Made in Italy a tavola ma i visitatori, molti dei quali stranieri, hanno colto l’occasione anche per fare acquisti al grande mercato di Campagna Amica con oltre duecento aziende che hanno proposto prodotti lombardi ma anche provenienti dal resto d’Italia, a partire dalle regioni terremotate.
“I cittadini ancora una volta hanno potuto toccare con mano i primati dell’agricoltura nazionale nella qualità, nella sostenibilità ambientale e nella sicurezza alimentare a livello europeo e mondiale – sottolinea Paolo Voltini –. Siamo orgogliosi di aver portato tutta la bellezza e tutto il valore dell’agricoltura italiana nel cuore della città di Milano, che anche in questa occasione ci ha accolti con entusiasmo e grandissima condivisione. Il nostro impegno prosegue, anche a partire dagli appuntamenti che ci aspettano sul territorio di Cremona”.
SARDEGNA, PROTAGONISTA CON LE SUE ECCELLENZE NEL MAXI VILLAGGIO DI MILANO
Ha sventolato alta anche la bandiera gialla Coldiretti dei quattro mori durante la tre giorni del Villaggio Coldiretti di Milano. Le eccellenze di Campagna Amica, gli agrichef, l’olio extravergine biologico, i giovani, le bandiere del gusto della Sardegna, hanno preso parte al maxi evento visitato da oltre 700 mila persone che si è tenuto nella suggestiva cornice del Castello Sforzesco, la più grande fattoria mai realizzata in un centro storico di una città.
Una rassegna che ha coperto una superficie di 200 mila metri quadrati con 400 stand e 10mila agricoltori, dove si potevano acquistare le migliori eccellenze agroalimentari made in Italy nel mercato contadino di Campagna Amica, o gustarle nelle aree del gusto e street food (con menù a 5 euro) grazie agli agrichef, oppure conoscere da vicino gli animali (erano presenti anche gli asini dell’Asinara), apprendere, giocare e divertirsi nell’agriasilo, fattorie didattiche, negli orti o ancora antichi mestieri, pet therapy, laboratori e workshop.
La Sardegna ha dato il proprio contributo, con sei aziende presenti nel mercato di Campagna Amica che ha ospitato tutte le regioni d’Italia. Era presente con il pane carasau di Antonio Me di Ploaghe, i salumi, il maialetto e l’agnello Igp di Sardegna termizzati della Cooperativa La Genuina sempre di Ploaghe, il Fiore sardo dei fratelli Podda di Orgosolo, lo zafferano di Giorgio Concu di San Gavino, su casizzolu dell’azienda Santa Ittoria di Santu Lussurgiu e i profumi e sapori e le medicine naturali a base di erbe officinali di Fragus e Saporis di Sadali.
Nell’area del gusto erano presenti gli agrichef Michelina Mulas dell’agriturismo su Grabiolu di Siamanna, Antonio Demontis dell’agriturismo su Recreu di Ittiri e Gino Brogi dell’agriturismo Santu Marcialis di Soleminis.
Mentre le giovani imprenditrici agricole Debora Castangia di Tonara e Elisabetta Argiolas di Dualchi, nella tre giorni erano impegnate nel Villaggio delle idee dove sono state presentate le esperienze più originali nate nelle campagne italiane con una spinta all’innovazione vera caratteristica dell’agricoltura under 35.
Anche nella bandiere del gusto la Sardegna era ben rappresentata dai prodotti tradizionali quali il formaggio axiridda, l’abbamele, il miele di cardo, la sapa di fico d’india, sa trizza, l’olio di lentisco, le arance tardive di san vito, la pompia.
Venerdì mattina, invece, è stata la volta dell’olio biologico dell’azienda Donne rurali di Elisabetta Secci, responsabile regionale di Donne Impresa, che ha presentato un prodotto eroico, un quanto è un olio di altissima qualità che arriva dalla provincia più povera d’Italia.
“La campagna che va in città si è confermata ancora una volta una formula vincente – afferma il presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu -, una grande manifestazione di qualità, una vetrina incredibile per il mondo agricolo e la sua straordinaria biodiversità, ma anche per i tanti cittadini che scoprono i tesori agricoli italiani. Per la Sardegna una occasione di crescita e di confronto importante, per i giovani, per gli agrichef e per le aziende di Campagna Amica che hanno potuto raccontare ai 700mila visitatori del Villaggio i nostri prodotti”.
LIGURIA, ECOMAFIE: DA MIELE A PESCE, INGANNI A TAVOLA PER 2 ITALIANI SU 3
Dalle seppie sbiancate al pesce vecchio rinfrescato con “lifting” al cafados, fino al miele “tagliato” con sciroppo di riso o di mais: realtà insidiosa quella della criminalità che porta in tavola prodotti non più freschi camuffati, prodotti che preoccupano due italiani su tre (68%) per l’impatto che hanno sulla salute, anche per effetto del ripetersi degli scandali alimentari.
È quanto riporta Coldiretti Liguria nel commentare l’analisi Coldiretti/Ixe’ divulgata in occasione del rapporto Ecomafie. Con quasi 123 casi al giorno, per un totale di 44.795 illegalità nel settore agroalimentare, si è registrato un vertiginoso aumento rispetto al 2017 in cui se ne erano registrate 37mila e un valore dei prodotti sequestrati di 1,4 miliardi: questi casi provocano danni enormi ai prodotti Made in Italy e alle eccellenze come quelle liguri, che vanno dal miele ai formaggi, fino al pesce della costa.
Ad esempio le acciughe non locali vengono rinfrescate con un “lifting” al cafados, liquido anticoagulante che compatta le carni in modo da farle sembrare fresche anche se giungono a destinazione dopo 2/3 giorni, o ancora le seppie che in natura hanno un colore più scuro, vengono sbiancate per avere un aspetto più invitante, fino al miele che viene “tagliato” con sciroppo di riso o di mais.
“L’innovazione tecnologica e i nuovi sistemi di produzione e distribuzione globali – affermano il Presidente di Coldiretti Liguria Gianluca Boeri e il Delegato Confederale Bruno Rivarossa – rendono sempre più pericolose le frodi agroalimentari, che vanno perseguite e fermate con nuovi sistemi di indagine e un aggiornamento delle norme penali. In questo contesto è importante realizzare la riforma dei reati in materia agroalimentare per aggiornare le norme attuali, risalenti anche agli inizi del 1900. Bisogna tutelare le nostre imprese di mare e di terra, e il consumatore che non deve essere truffato per non perdere fiducia nel momento dell’acquisto. Per essere sempre sicuri dei prodotti acquistati consigliamo, quando possibile, di rivolgersi direttamente ai coltivatori e pescatori locali in azienda o presso i Mercati Campagna Amica Liguria dove sono raccolte le eccellenze del territorio e presso il Mercato Ittico della Darsena di Genova, dove ogni giorno è possibile trovare pesce freschissimo a miglio 0”.
UMBRIA, IN 700MILA AL VILLAGGIO COLDIRETTI DI MILANO, #STOCOICONTADINI
Le dimostrazioni di vicinanza e la solidarietà, insieme all’apprezzamento per la qualità e la distintività delle nostre produzioni da parte della gente, sono state tra le note più positive che ci hanno colpito nel corso della tre giorni di Milano al Villaggio Coldiretti #Stocoicontadini. Questo in sintesi, il commento di alcuni degli imprenditori agricoli umbri provenienti dalle zone del sisma, che hanno avuto l’opportunità di proporre le proprie produzioni nel week-end scorso, alle oltre 700.000 persone che hanno visitato il Villaggio nel centro storico della metropoli finanziaria.
Ogni volta che partecipiamo a queste iniziative organizzate da Coldiretti – afferma Alessandro Salvatori dell’azienda Il Casale de li Tappi di Norcia – riscontriamo come l’Umbria, a cominciare da quella colpita dall’ultimo terremoto, rappresenti nell’immaginario collettivo il posto del buon vivere e del buon mangiare. Questo grazie anche al lavoro degli imprenditori agricoli, che, come nel nostro caso con la norcineria, hanno tenuto alto il prestigio della città di San Benedetto. Una città – aggiunge – ancora profondamente ferita, che merita al più presto di tornare ad essere un fulcro importante per l’economia regionale, “restituendo” una vita normale a tante famiglie che attendono una sua pronta rinascita.
Non solo salumi di Norcia o lenticchie di Castelluccio, a Milano la delegazione delle imprese umbre aderenti al circuito Campagna Amica – ricorda Coldiretti – hanno colpito nel segno anche con olio, formaggi, legumi, pasta, cereali e zafferano. Sugli scudi alcuni dei “Sigilli” umbri di Campagna Amica – sottolinea Coldiretti – come il farro di Monteleone di Spoleto e la fagiolina del Trasimeno.
Quest’ultima – tiene a precisare Giordano Mainò dell’azienda Valle dell’Oasi di Castiglione del Lago – sta suscitando un crescente interesse da parte dei consumatori che anche a Milano, non hanno mancato di mostrare curiosità e apprezzamento per un legume antico e ricco di proprietà, che è stato riscoperto e rilanciato negli ultimi decenni. Una vetrina così prestigiosa, quella di questo week-end, che è riuscita a raccontare al meglio il mondo contadino nelle sue varie sfaccettature, consentendo di far conoscere di più al grande pubblico anche tante ricchezze agroalimentari del “Cuore Verde d’Italia”.
Investire sulla distintività – afferma il direttore regionale della Coldiretti Mario Rossi, che a Milano ha incontrato i produttori umbri – è sempre di più una condizione necessaria per le imprese agricole per differenziarsi in termini di qualità delle produzioni e affrontare così il mercato globalizzato salvaguardando, difendendo e creando sistemi economici locali attorno al valore del cibo. Coldiretti è ininterrottamente impegnata con Campagna Amica a garantire uno sbocco al mercato per le produzioni locali, a cominciare da quelle provenienti dalle zone del sisma, dove alle difficoltà abitative delle popolazioni si aggiungono i problemi a far tornare i turisti, mentre si scontano i ritardi della ricostruzione. Dopo la tenacia dimostrata dagli imprenditori agricoli, che, seppur tra mille difficoltà, non hanno abbandonato il proprio territorio – conclude Rossi – occorre ora che la ricostruzione vada di pari passo con la ripresa dell’economia, che in queste aree significa soprattutto cibo e turismo.
TREVISO, BRINDISI UNESCO: L’ITALIA DI COLDIRETTI E’ UN ESEMPIO PER TUTTI
“Emozionante e storico l’evento di ieri a Milano. L’Italia tutta si è stretta attorno alle Colline del Prosecco esultando insieme per il riconoscimento ottenuto. E a fare la differenza è l’Italia di Coldiretti capace di essere l’esempio virtuoso di un sentire che ci unisce tutti sia nei momenti di difficoltà che di gioia. Grazie Coldiretti e grazie al nostro Presidente Nazionale”. Così Coldiretti Treviso si esprime all’indomani del maxibrindisi da record con migliaia di cittadini, turisti ed agricoltori che ha salutato l’iscrizione del sito veneto “Le colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene” nella Lista dei Patrimoni Mondiali dell’Unesco, approvata nel corso 43esima sessione dal World Heritage Committee riunito a Baku, capitale dell’Azerbaijan. L’iniziativa è stata promossa dalla Coldiretti nella giornata conclusiva del Villaggio contadino al Castello Sforzesco di Milano. I produttori veneti di Prosecco della Coldiretti hanno offerto insieme al Presidente della Coldiretti Ettore Prandini le migliori bottiglie del vino italiano piu’ esportato nel mondo, che nasce da un territorio unico giustamente premiato dal prestigioso riconoscimento. Si è trattato – conclude la Coldiretti – della piu’ grande levata di calici realizzata per salutare il raggiungimento dell’obiettivo che era sfuggito nel luglio 2018.
*
“È un risultato storico – ha affermato Giorgio Polegato, Presidente di Coldiretti Treviso – e soprattutto un moltiplicatore di valoriale per tutto il territorio non solo dal punto di vista turistico ma anche ambientale e umano. La sfida ora è cogliere l’occasione dimostrando che questo territorio sa fare gioco di squadra anche nell’accoglienza. Ogni persona che tornerà a casa felice e soddisfatta dalle Colline del Prosecco nel suo Paese di origine diventerà un vero testimonial e promotore dell’arrivo di altre dieci persone desiderose di vivere una simile esperienza. Per questo ora non si dovrà sbagliare anche per rispetto di tutte quelle persone che hanno donato tutto loro stesse per raggiungere questo obiettivo. Grazie al Presidente Luca Zaia per il suo lavoro e il suo coraggio e grazie a chi ha, anche solo con il pensiero, tifato per questa vittoria”.
AREZZO, CONSUMI: DAL GRANO AL PANE IL PREZZO LIEVITA 15 VOLTE
Dal grano al pane il prezzo aumenta di quindici volte per effetto delle speculazioni e delle importazioni selvagge di prodotto dall’estero con pagnotte e panini spacciati come italiani all’insaputa dei consumatori. A denunciarlo è la Coldiretti in occasione della Giornata nazionale del Grano italiano con la prima storica trebbiatura realizzata nel centro della capitale finanziaria d’Italia, al Villaggio contadino della Coldiretti a Milano al Castello Sforzesco, da Piazza del Cannone a Piazza Castello, in occasione della fine della raccolta lungo tutta la Penisola.
“Oggi – sottolinea il Presidente di Coldiretti Arezzo Lidia Castellucci – un chilo di grano tenero è venduto a circa 21 centesimi mentre un chilo di pane è acquistato dai cittadini a valori variabili attorno ai 3,1 euro al chilo, con un rincaro quindi di quindici volte, tenuto conto che per fare un chilo di pane occorre circa un chilo di grano, dal quale si ottengono 800 grammi di farina da impastare con l’acqua per ottenere un chilo di prodotto finito”.
Se a Milano una pagnotta da un chilo costa 4 euro, a Bologna si arriva addirittura a 4,55 euro, ma a Napoli si scende fino a 1,91, mentre a Roma si viaggia sui 2,60 euro, a Palermo sui 2,85 euro e a Torino sui 3,05 euro.
“La forte variabilità da una città all’altra è peraltro una evidente dimostrazione che – spiega il Presidente Castellucci – l’andamento del prezzo del pane dipende solo marginalmente dal costo del grano, con le quotazioni dei prodotti agricoli ormai sempre meno legate all’andamento reale della domanda e dell’offerta e sempre più ai movimenti finanziari e dalle strategie speculative. Il risultato è che gli imprenditori agricoli – prosegue il Presidente – devono vendere ben 5 chili di grano per potersi pagare un caffè o una bottiglietta di acqua al bar. La situazione del grano italiano stretto tra speculazioni di filiera ed importazioni selvagge, è la punta dell’iceberg delle difficoltà che deve affrontare l’agricoltura”.
Lo dimostra il fatto che per ogni euro di spesa in prodotti agroalimentari freschi come frutta e verdura solo 22 centesimi arrivano al produttore agricolo ma il valore scende addirittura a 2 centesimi nel caso di quelli trasformati dai salumi fino ai formaggi, mentre il resto viene diviso tra l’industria di trasformazione e la distribuzione commerciale che assorbe la parte preponderante del valore secondo Ismea.
“C’è sicuramente un margine da recuperare per garantire un giusto compenso agli agricoltori, senza pesare sui cittadini ha affermato il Presidente Castellucci nel sottolineare l’impegno a livello nazionale in atto – per realizzare rapporti di filiera virtuosi con accordi che valorizzino i primati del Made in Italy e garantiscano la sostenibilità della produzione in Italia con impegni pluriennali e il riconoscimento di un prezzo di acquisto “equo”, basato sugli effettivi costi sostenuti”.
LIGURIA, RARITA’ AGROALIMENTARI: NELLA TOP TEN CON 299 BANDIERE DEL GUSTO
Dal Patè di Lardo al Fagiolo dell’Aquila di Pignone, dallo Sciroppo di Rose al Chinotto di Savona, dal Pomodoro Cuore di Bue alla Zucchina Trombetta: ecco alcuni esempi delle 299 Bandiere del gusto Made in Liguria che testimoniano le innumerevoli biodiversità presenti sul territorio e che fanno della cucina ligure una delle più amate da turisti italiani e stranieri.
È quanto afferma Coldiretti Liguria, nel commentare il censimento 2019 delle specialità locali, presentato dalla Coldiretti al Villaggio di Milano, da piazza del Cannone a piazza Castello con oltre diecimila agricoltori, grande mercato di Campagna Amica, agrichef con le ricette storiche ed esposizioni ad hoc per far conoscere e salvare i tesori nascosti dell’Italia. A livello nazionale sono salite al numero record di 5155 nel 2019 le “Bandiere del gusto” Made in Italy, rarità territoriali ottenute secondo regole tradizionali protratte nel tempo per almeno 25 anni, che possiedono caratteristiche assolutamente preziose che il mondo contadino ha custodito contro l’omologazione e la banalizzazione dell’agricoltura.
In Liguria, oltre al più conosciuto Basilico Genovese DOP, si può gustare il Paté di lardo, salume fresco che deriva dalla lavorazione del lardo aromatizzato con erbe locali o il chinotto di Savona, agrume famoso per l’omonima bevanda coltivato nella zona fin dal XVI secolo, dai cui frutti si ricavano anche canditi, marmellate e mostarde, e ancora la Zucchina Trombetta, coltivata assieme al Pomodoro Cuore di Bue principalmente nella Piana di Albenga, riconoscibile per la forma ricurva e il sapore dolce. E come non provare lo sciroppo di rose del genovesato, ottenuto dai petali delle rose, che può essere diluito in acqua o usato per insaporire, ad esempio, il gelato.
“Dietro ad ogni prodotto coltivato in Liguria – affermano il Presidente di Coldiretti Liguria Gianluca Boeri e il Delegato Confederale Bruno Rivarossa – c’è una cultura ed una tradizione che è rimasta viva nel tempo ed esprime al meglio la realtà dei nostri territori. Bisogna cercare di salvaguardare il più possibile le nostre biodiversità che caratterizzano, identificano e danno un valore aggiunto alla nostra agricoltura, cercando di evitare la banalizzazione e l’appiattimento verso il basso dell’offerta alimentare anche turistica. Le aziende Campagna Amica della Liguria investono molto sulla distintività e su prodotti di eccellenza con i quali riescono a farsi largo sul mercato e che, ad oggi, sono sempre più spesso scelti anche come souvenir dal 42% degli italiani in vacanza, per il loro legame con il territorio e la sua storia”.
ALESSANDRIA, GIORNATA GRANO ITALIANO: ADDIO A 1 CAMPO SU 5 NEGLI ULTIMI 10 ANNI
Nell’ultimo decennio è scomparso un campo di grano su cinque con la perdita di quasi mezzo milione di ettari coltivati ed effetti dirompenti sull’economia, sull’occupazione e sull’ambiente.
Dati divulgati in occasione della Giornata Nazionale del Grano Italiano e che si riflettono sulla produzione cerealicola della provincia di Alessandria che si attesta sui 67.020 ettari riferiti al 2018 per una produzione media stimata di quintali 4.666.493 (nel 2015 gli ettari erano 72.439, facendo registrare un decremento pari a -7,48%).
Per la trebbiatura 2019, secondo una prima stima Coldiretti si prevede a livello nazionale un raccolto di quasi 7 miliardi di chili di grano, coltivati su oltre 1,8 milioni di ettari, rispetto ai circa 2,3 milioni di un decennio fa. Se i terreni coltivati calano, si registra però in controtendenza un boom della coltivazione di grani antichi che nel giro di due anni hanno visto moltiplicarsi per sei le superfici coltivate, passando dai 1000 ettari del 2017 ai 6000 attuali, trainato dal crescente interesse per la pasta 100% italiana e di qualità.
Un impegno di valorizzazione importante non solo dal punto di vista economico ma anche ambientale poiché questi tipi di grano antico sono particolarmente rustici, ovvero adattate a sopravvivere in condizioni ambientali ostili, poveri di nutrienti e di acqua con un limitato utilizzo di agrofarmaci.
“Un lavoro che rischia di essere vanificato – afferma il presidente provinciale Coldiretti Alessandria Mauro Bianco – dai bassi prezzi riconosciuti ai coltivatori a causa delle speculazioni e delle importazioni dall’estero di prodotti che non rispettano le stesse regole di sicurezza alimentare e ambientale vigenti nel nostro Paese”.
Dopo l’approvazione dell’accordo di libero scambio con il Canada (CETA) nei primi tre mesi del 2019 il Paese Nordamericano Canada è risultato il primo fornitore di grano duro dell’Italia con un aumento di 600 volte delle importazioni di prodotto trattato con l’erbicida glifosato in preraccolta, secondo modalità vietate sul territorio nazionale dove la maturazione avviene grazie al sole.
“Una situazione che – continua il direttore Coldiretti Alessandria Roberto Rampazzo – mette in pericolo la vita di oltre trecentomila aziende agricole che coltivano grano spesso in aree interne senza alternative produttive e per questo a rischio desertificazione. Alla perdita economica e di posti di lavoro si aggiunge il rischio ambientale in un Paese che con l’ultima generazione ha perso oltre un quarto della terra coltivata per colpa dell’abbandono, della cementificazione e degli attacchi degli animali selvatici che distruggono i raccolti agricoli”.
“L’Italia deve difendere il proprio patrimonio agricolo e la propria disponibilità di terra fertile con un adeguato riconoscimento sociale, culturale ed economico del ruolo dell’attività nelle campagne”, ha aggiunto il presidente Bianco nel sottolineare che “con la chiusura di un’azienda agricola, infatti, insieme alla perdita di posti di lavoro e di reddito viene anche a mancare il ruolo insostituibile di presidio del territorio”.
Dal grano al pane il prezzo aumenta di quindici volte per effetto delle speculazioni e delle importazioni selvagge di prodotto dall’estero con pagnotte e panini spacciati come italiani all’insaputa dei consumatori.
Oggi un chilo di grano tenero è venduto a circa 21 centesimi mentre un chilo di pane è acquistato dai cittadini a valori variabili attorno ai 3,1 euro al chilo, con un rincaro quindi di quindici volte, tenuto conto che per fare un chilo di pane occorre circa un chilo di grano, dal quale si ottengono 800 grammi di farina da impastare con l’acqua per ottenere un chilo di prodotto finito.
“Il risultato è che gli agricoltori devono vendere ben 5 chili di grano per potersi pagare un caffè o una bottiglietta di acqua al bar. La situazione del grano italiano stretto tra speculazioni di filiera ed importazioni selvagge – denuncia il presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco – è la punta dell’iceberg delle difficoltà che deve affrontare l’agricoltura italiana”.
Lo dimostra il fatto che per ogni euro di spesa in prodotti agroalimentari freschi come frutta e verdura solo 22 centesimi arrivano al produttore agricolo ma il valore scende addirittura a 2 centesimi nel caso di quelli trasformati dai salumi fino ai formaggi, mentre il resto viene diviso tra l’industria di trasformazione e la distribuzione commerciale che assorbe la parte preponderante del valore secondo Ismea.
“C’è sicuramente un margine da recuperare per garantire un giusto compenso agli agricoltori, senza pesare sui cittadini”, ha affermato il direttore Coldiretti Alessandria Roberto Rampazzo nel sottolineare l’impegno in atto “per realizzare rapporti di filiera virtuosi con accordi che valorizzino i primati del Made in Italy e garantiscano la sostenibilità della produzione in Italia con impegni pluriennali e il riconoscimento di un prezzo di acquisto “equo”, basato sugli effettivi costi sostenuti”.
PARMA, AL VILLAGGIO COLDIRETTI A MILANO PARMIGIANO E FARRO BIO D’ECCELLENZA
Oltre 700.000 persone hanno visitato nei tre giorni 5, 6 e 7 Luglio il Villaggio Coldiretti che ha coperto una superficie di 200mila metri quadrati attorno al Castello Sforzesco di Milano con la più grande fattoria mai realizzata in un centro storico di una città. E’ il bilancio stilato da Coldiretti a conclusione di #Stocoicontadini, una rassegna che ha ospitato 400 stand tra mercati degli agricoltori, aree del gusto, street food, stalle, agriasili, fattorie didattiche, orti, antichi mestieri, pet therapy, agrichef, laboratori, trattori e nuove tecnologie e workshop, presso i quali è stato possibile degustare, apprendere, giocare e divertirsi al fianco di oltre diecimila agricoltori.
Una numerosa delegazione di associati di Coldiretti Parma, guidata dal Presidente Nicola Bertinelli e dal Direttore Alessandro Corsini, è stata presente ogni giorno della manifestazione, per condividere questa grande festa che valorizza la “grande bellezza” delle campagne italiane con le loro aziende agricole ed i loro prodotti. Tra queste, nel più grande mercato a km zero con Campagna Amica, ha partecipato anche la Società Agricola Bergonzani Afro e Boschi Franca di Neviano Arduini (PR). Franca Boschi e Daniele Bergonzani hanno presentato il Parmigiano Reggiano di sola Bruna e prodotti a base di farro bio (come farro perlato, farina di farro e pane fresco) accompagnando il tutto con degustazioni e illustrazioni di questi prodotti per far apprezzare ai consumatori milanesi e ai turisti alcune delle principali eccellenze italiane dell’appennino parmense.
FERRARA, CORDOGLIO PER LA SCOMPARSA DI ANTONIO CAMERANI
“Esprimiamo le nostre sentite condoglianze alla famiglia ed agli amici di Antonio, nel momento in cui apprendiamo della sua scomparsa. E’ stato un nostro dirigente in anni passati ma non ha mai dimenticato Coldiretti, partecipando molto spesso ad incontri e riunioni con lo sguardo sempre rivolto al futuro e la consapevolezza derivante dall’esperienza in diversi ambiti associativi”.
Floriano Tassinari, presidente di Coldiretti Ferrara, esprime in poche parole il sentimento di vicinanza nei confronti di una figura che ha segnato un particolare periodo dell’organizzazione agricola, contribuendo a costruire le premesse della nuova Coldiretti.
Camerani, frutticoltore ferrarese, impegnati nella vita sociale e politica di Ferrara a cavallo tra gli anni 80 e 90, non ricopriva più da tempo cariche pubbliche, tuttavia non mancava di informarsi in ogni occasione delle attività dell’organizzazione.
La sua esperienza si è formata tra il movimento giovanile di quegli anni, nei club 3P, nelle strutture associative della frutticoltura (avviando una serie di fusioni per rafforzare la rappresentanza economica dei produttori), ricoprendo cariche direttive in ambiti locali e regionali, sino a divenire presidente di Coldiretti Ferrara e vice presidente regionale.
Finito il mandato di presidente ricoprì la carica di presidente del C.S.O. e continuò l’attività in seno alla Cassa di Risparmio di Ferrara, da ultimo come socio della Fondazione.
La sua ultima partecipazione pubblica ad una iniziativa di Coldiretti, risale alla Festa Provinciale dei Pensionati di Ferrara del febbraio 2016, occasione nella quale diede testimonianza delle vicende che videro l’organizzazione agricola parte attiva e fondamentale nella gestione della riforma agraria e nella costruzione di momenti di governo locale, con un impegno diretto nella vita politica e sociale di quegli anni, in grande sintonia con l’attività dell’On. Nino Cristofori, ai cui figli in quella giornata consegnò un attestato alla memoria dell’indimenticato padre.
MANTOVA, AL VILLAGGIO COLDIRETTI CARRA PARLA DI ZOOTECNIA E LATTIERO CASEARIO
Il presidente di Coldiretti Mantova, Paolo Carra, è intervenuto oggi al dibattito sulle “Prospettive della filiera zootecnica italiana e del settore lattiero caseario” al Villaggio di Coldiretti di Milano, il più importante evento dell’estate dedicato agli agricoltori italiani, alla produzione agroalimentare Made in Italy e all’educazione alimentare.
Insieme al presidente nazionale di Coldiretti Ettore Prandini e al vicepresidente di Coldiretti Lombardia Paolo Carra sono intervenuti Nicola Bertinelli (presidente Consorzio Parmigiano Reggiano), Luigi Scordamaglia (presidente Filiera Italia e ad di Inalca), l’on. Guido Guidesi (sottosegretario ai rapporti con il Parlamento e la Democrazia diretta), Fabio Rolfi (assessore Agricoltura, Alimentazione e sistemi verdi di Regione Lombardia), Danio Federici (vicepresidente di Granarolo), Plinio Vanini (presidente Aral e vicepresidente Associazione italiana allevatori).
“Oggi sono due, in particolare, gli elementi indispensabili per rafforzare la filiera lattiero casearia in Italia – ha detto Paolo Carra, che è anche presidente del Consorzio Virgilio, la più importante cooperativa mantovana del settore -: l’etichettatura, per dare certezza e corretta informazione al consumatore e una marcata vocazione all’export, dal momento che i consumi in Italia si mantengono sostanzialmente stabili, ma con una popolazione che sta progressivamente invecchiando. L’internazionalizzazione nel rispetto delle produzioni Dop, attraverso una tutela efficace delle indicazioni geografiche, sarà la strada maestra per la crescita”.
Fra i temi sollevati da Carlo Ottaviano de Il Messaggero, il rilancio del settore zootecnico italiano, con particolare riguardo al progetto “Nato e allevato in Italia”; le problematiche relative alle importazioni dall’estero, dell’etichettatura sull’origine, delle ricaduta in termini di garanzie per la salute dei cittadini e quindi, necessariamente, della necessità di elementi di assoluta reciprocità sotto il profilo sanitario e della sicurezza, con i paesi da cui importiamo; il quadro che si va delineando in considerazione della progressiva entrata in vigore di trattati internazionali (Ceta, Jefta, Vietnam, Mercosur) e delle conseguenze per il nostro export lattiero-caseario; il potenziale di sviluppo legato al rafforzamento di filiere in cui il Made in Italy – dall’origine alla trasformazione alla distribuzione – diventa un valore aggiunto determinante e “distintivo”.
PUGLIA, PER GIORNATA NAZIONALE BACIO FOODPORN AL VILLAGGIO COLDIRETTI
Foodporn al villaggio Coldiretti a Milano per la giornata nazionale del bacio, con i produttori testimonial e custodi del cibo da amare e gustare con gli occhi, con il naso e con il palato. “Al Castello Sforzesco, nella Milano da bere si è presentata la Puglia da mangiare con l’olio extravergine di oliva bio, taralli, mandorle, confetture, conserve, legumi tipici dell’alta Murgia, pasta di grano duro Senatore Cappelli, pasta con farina di legumi al 20%, caciocavallo stagionato e formaggi di grotta, lumache di terra e fichi, capocollo, salsicce, soppressata e pancetta e una selezione magnifica di oli extravergine di oliva all’Evoo School allestita al Villaggio di Milano”, racconta Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.
Grande successo dei prodotti made in Puglia al villaggio di Milano, una conferma della grande attenzione dei consumatori alla tutela della salute e dell’ambiente attraverso scelte agroalimentari consapevoli, testimoniata quotidianamente dall’affluenza nei 90 Mercati di Campagna Amica pugliesi che contano 4.500 giornate di apertura, 850 produttori coinvolti, 22mila giornate lavorative (tra lavoro autonomo e dipendente), 2.500 tonnellate di prodotto commercializzato.
“Il consumatore conosce e apprezza i prodotti fatti dagli agricoltori che rappresentano al meglio l’identità e la distintività territoriale”, conclude il presidente Muraglia. La Puglia può contare su 623 specie autoctone vegetali a rischio di estinzione, 276 prodotti riconosciuti tradizionali dal MIPAF, 11 prodotti DOP (5 oli extravergini, patata novella di Galatina, Pane di Altamura, canestrato pugliese, mozzarella di bufala e oliva Bella di Cerignola, caciocavallo silano, oltre alla DOP ‘mozzarella di Gioia del Colle’ in via di definizione comunitaria), 8 IGP per la lenticchia di Altamura, la burrata di Andria, la Cipolla Bianca di Margherita, l’Uva di Puglia, il Carciofo Brindisino, l’Arancia del Gargano, il Limone Femminello del Gargano e le Clementine del Golfo di Taranto (oltre all’olio IGP Puglia in fase di completamento da parte dell’UE) e 29 vini DOC, oltre a 632 varietà vegetali a rischio estinzione. E’ tra le prime 3 regioni produttrici di cibo biologico con 4.803 produttori e la prima per numero di trasformatori con 1.796 operatori.
Per questo è nata la raccolta dei “Sigilli” di Campagna Amica, i prodotti della biodiversità agricola italiana che nel corso dei decenni sono stati strappati all’estinzione o indissolubilmente legati a territori specifici ai quali si aggiunge la lista delle razze animali che gli imprenditori agricoli di Campagna Amica allevano con passione, un apposito atlante grazie ai contributi di accademici e studiosi. Si tratta in totale di 311 prodotti e razze animali raccolti nel corso di un censimento, curato dall’Osservatorio sulla biodiversità istituito dal comitato scientifico di Campagna Amica. Nel corso di questo primo studio sono risultati 369 “agricoltori custodi” del territorio e dell’ambiente, di cui il 25% sotto i 40 anni.
BRESCIA, VILLAGGIO COLDIRETTI: MADE IN BRESCIA PROTAGONISTI MERCATO AGRICOLO
Seconda giornata del Villaggio Coldiretti di Milano all’insegna delle eccellenze agroalimentari bresciane all’interno del più grande mercato a chilometri zero di Campagna Amica allestito per il Villaggio Coldiretti a Milano, in piazza Castello.
Tra gli oltre 150 produttori provenienti da tutta Italia e principalmente dalla Lombardia, anche 8 imprenditori agricoli bresciani, posizionati nella suggestiva cornice del piazzale antistante il celebre monumento milanese: l’azienda agricola Alena di Spadacini Diego di Malegno con le sue farine, i prodotti da forno e le conserve; l’agriturismo camuno San Faustino di Bonomi Valentino di Ceto, con il formaggio Fatulì, sigillo Coldiretti, gli altri formaggi caprini e vaccini, salumi e confetture; l’azienda agricola e agrituristica Il Colmetto dei f.lli Agosti di Rodengo Saiano, con l’interessante mix di cosmetica a base di latte di capra, formaggi caprini, salumi di asino e confetture; l’azienda agricola Gianluca Consoli di Rovato, con formaggi di capra e yogurt; l’azienda agricola Pietro Salvadori di Bagolino con il famoso Bagoss; la società agricola Marchesini di Bedizzole con salumi suini senza glutine e tracciabili tramite QR-code, l’azienda agricola Poggioriotto di Albanese Simon di Polpenazze del Garda con olio extravergine BIO, conserve e patè di olive; la società agricola Castello di Roberti Vittorio, impegnata nella vendita diretta di uova e l’Agroittica di Calvisano con il pregiato storione proposto in diverse preparazioni.
Una prestigiosa vetrina per i prodotti tipici bresciani, confermata anche dalla presidente di Agrimercato Brescia Elvira Lazzari: “Il successo del grande mercato agricolo all’interno del Villaggio Coldiretti conferma che stiamo andando nella giusta direzione. Quella di agire per promuovere un grande patrimonio costruito negli anni: il valore dei nostri prodotti”.
Soddisfazione anche tra i produttori presenti: “Un’occasione unica per noi produttori e per il mondo agricolo bresciano – aggiunge Francesca Roberti, della società agricola Castello -. Abbiamo incontrato consumatori molto sensibili al tema del rapporto diretto con il produttore, della qualità del cibo e della garanzia di un prodotto certificato. Il nostro impegno continuerà nei mercati bresciani forte di questa grande esperienza al Villaggio Coldiretti”.
MOLISE, A MILANO GRANDE VISIBILITA’ E ATTENZIONE PER AGROALIMENTARE REGIONALE
Si è concluso con un grande successo anche per il Molise il Villaggio Coldiretti che per tre giorni, da venerdì 5 a domenica 7 luglio, ha portato nel cuore di Milano la grande bellezza delle campagne italiane. A rappresentare il Molise, fra le eccellenze del Made in Italy, due aziende, la “Masseria D’Onofrio” di Bonefro ed il “Caseificio San Felice” di Vastogirardi. Le due aziende hanno conquistato gli oltre 700mila visitatori con prodotti da forno, pasta artigianale e pasticceria secca, ma anche farine e taralli alla canapa e ancora caciocavalli, scamorze passite ed altri prodotti lattiero-caseari. Prodotti della tradizione regionale non privi di originali innovazioni, che hanno ricevuto il plauso anche dell’Assessore regionale all’Agricoltura, Nicola Cavaliere, che recatosi a Milano per la manifestazione si è intrattenuto anche con i produttori molisani presenti al Villaggio.
Nel suo complesso il Villaggio ha ospitato 400 stand tra mercati degli agricoltori, aree del gusto, street food, stalle, agriasili, fattorie didattiche, orti, antichi mestieri, pet therapy, agrichef, laboratori, trattori e nuove tecnologie e workshop, presso i quali è stato possibile degustare, apprendere, giocare e divertirsi al fianco di oltre diecimila agricoltori. Alla tre giorni del Villaggio Coldiretti con il presidente Ettore Prandini e il segretario generale Vincenzo Gesmundo non sono mancate le personalità delle Istituzioni e del mondo politico, dal Vicepremier e Ministro dell’Interno Matteo Salvini al Vicepremier e Ministro dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio, dal Ministro dell’Istruzione Marco Bussetti a quello delle Politiche agricole, Gian Marco Centinaio, solo per citarne alcuni.
Nel corso della tre giorni sono stati inoltre sottoscritti anche importanti accordi come quello promosso da Cassa depositi e prestiti, Coldiretti e Filiera Italia per favorire la ricerca e l’attuazione di soluzioni a sostegno della filiera agroalimentare italiana, con la presenza dell’amministratore delegato Fabrizio Palermo; l’intesa firmata da Eni e Coldiretti che stabilisce importanti aree di collaborazione sull’economia circolare, alla presenza dell’ A.D. Eni, Claudio Descalzi, il protocollo firmato con il Ministero della Pubblica istruzione che porta gli agricoltori nelle scuole con l’educazione alimentare che diventa materia di studio, l’accordo con Terna e Anbi per la realizzazione di invasi e laghetti artificiali al servizio delle aziende agricole.
“Portiamo a casa un’esperienza positiva e stimolante – ha affermato il direttore regionale della Coldiretti, Aniello Ascolese – che ha confermato quanto noi di Coldiretti diciamo da tempo, ovvero che il Molise è una regione che conquista sempre più l’attenzione del grande pubblico non solo per la natura incontaminata ma anche per gli ottimi prodotti agroalimentari che è in grado di offrire”.
VICENZA, #STOCOICONTADINI: LE STAR VICENTINE AL VILLAGGIO CONTADINO A MILANO
“Siamo pienamente soddisfatti del lavoro fatto in preparazione ed in apertura del Villaggio contadino promosso dalla Coldiretti per questo fine settimana al Castello Sforzesco a Milano. L’iniziativa è straordinaria, una vera e propria vetrina sull’enogastronomia dei diversi territori italiani”. Con queste parole il presidente provinciale di Coldiretti Vicenza, Martino Cerantola, descrive con orgoglio la tre giorni milanese, ponendo l’accento, in particolare, sul fatto che sono i prodotti le vere star vicentine al Villaggio contadino a Milano.
La partecipazione vicentina al Villaggio è stata straordinaria: quattro pullman partiti da Vicenza tra venerdì e sabato e domenica si replicherà, con un’importante presenza giunta nella città meneghina anche in auto ed in treno. I prodotti ambasciatori del “Made in Veneto” scelti per l’occasione sono stati presentati ed offerti dagli stessi agricoltori. Tipicità introvabili, ricercate e quasi sconosciute, salvate dai custodi del territorio, hanno tenuto banco tra gli inconfondibili gazebo gialli.
Dal Vicentino la fattoria “La nuova Colombara” di Pojana Maggiore propone la propria produzione di melograno in succo puro al 100%, da melograni veneti con spremitura a freddo dei soli arili separati dalla buccia. Da Marostica, “Il frutteto antico” presenta la collezione insolita delle “Marmellate di Rosi”: preziosi vasetti di frutti in via d’estinzione come nespola, rosa canina, corniole e mela cotogna abbinate alle verdure o alle piante allimurgiche raccolte. Non mancheranno di essere presenti prodotti introvabili come le noci verdi con la ricetta dello zar di Russia. E tra i prodotti tradizionali agroalimentari “Sigilli” di Campagna Amica, Vicenza sarà presente con la Farina di Mais Marano e la versione in galletta snack del Consorzio del Mais Marano e dell’azienda La Pachamama, il formaggio Bastardo del Grappa delle cooperative Latterie Vicentine e Cooperativa Monte Asolone ed il formaggio Imbriago dell’azienda Desy di Ponzio Mirko. E, vera chicca del Villaggio milanese, per l’area bellezza, le lezioni di agrocosmesi con i trucchi di bellezza della nonna, dove verranno presentati in anteprima i saponi con cheratina di Alpaca dell’azienda A&A Alpaca di Alberto Baruffato di Monteviale.
#Stocoicontadini è l’unico posto al mondo dove per l’intero weekend tutti potranno vivere per una volta l’esperienza da gourmet con il miglior cibo italiano al 100% a soli 5 euro per tutti i menù preparati dai cuochi contadini che hanno conservato i sapori antichi del passato, dalla pasta di grano Senatore Cappelli alla gricia o con pomodorini, olive riviera, capperi e mozzarella, al risotto al bagoss e melone vecchio viadanase o all’isolana con grana padano Dop, dalla carne servita nelle bracerie ai galletti fritti o in soppressata e panino di segale, ma sarà possibile gustare i più pregiati salumi e formaggi italiani a denominazione di origine. Un’occasione unica anche per assaggiare nei diversi gusti la pizza autenticamente tricolore, dalla farina all’olio, dal pomodoro alla mozzarella, ma anche lo street food green dal cartoccio di pesce di mare, come alici e gamberi, allo stecco di storione bianco, ai dolci come il gelato di petali di rosa, la granita di melograno, il cannolo siciliano o il succo di bergamotto.
E per la prima volta si potrà andare a scuola di olio extravergine italiano nell’Oil&wine bar del Villaggio, dove si potranno degustare cocktail all’extravergine, vini e birra agricola, o seguire le lezioni di agrocosmesi con i trucchi di bellezza della nonna.
Spazio al più grande mercato a chilometri zero con Campagna Amica, dove acquistare direttamente dagli agricoltori di tutta Italia esclusivi souvenir del gusto per se stessi o da regalare agli altri. Presenti aree dedicate alla solidarietà per aiutare le categorie più deboli, con i prodotti delle aziende terremotate di Lazio, Umbria, Marche e Abruzzo e quelli prodotti dalle aziende di agricoltura sociale impegnate nel reinserimento socio lavorativo di soggetti disagiati, disabili o problematici, ma anche nell’educazione ambientale e nei servizi alle comunità locali.
VENETO, BIODIVERSITA’ VENETA PER RUSSI, GIAPPONESI, BRASILIANI, CINESI E INDIANI
Ultime ore di impegno a Milano per i produttori di Coldiretti Veneto presenti nel fine settimana al Villaggio del Contadino organizzato al Castello Sforzesco. Tra le due piazze centrali si sono dati appuntamento migliaia di agricoltori provenienti da tutta Italia per portare la campagna in città con la vendita diretta, animazioni didattiche e intrattenimenti vari.
I prodotti ambasciatori del “Made in Veneto” scelti per l’occasione sono stati presentati ed offerti dagli stessi agricoltori per tre giorni di seguito da venerdì 5 luglio fino a ieri, oggi infatti è tempo di sbaraccare e tornare in azienda. Tipicità introvabili, ricercate e quasi sconosciute, salvate dai custodi del territorio sono state l’attrattiva di tante bancarelle suscitando la curiosità di cittadini, turisti e molti stranieri. Innumerevoli gli aneddoti raccolti: davanti alla stortina veronese piccolo salame di neanche due etti conservato sotto il lardo proposto dall’azienda “La Palazzina” di Cerea qualcuno ha chiesto se c’era anche il maiale per testimoniare il kmzero. Code per degustare il versatile broccoletto di Custoza coltivato e servito da Aldegheri Gabriele di Sommacampagna: perfetto, quando è stagione, per lo street food e buono pure conservato sotto olio e in agrodolce.Veri scioglilingua per gli stranieri i nomi cimbri dei formaggi di Erbezzo prodotti con latte caprino della Malga Faggioli: robiola Ghital, la caciotta Kitz, il particolare Baiz e gli stagionati Ponk e GranPonk. Scambiato per rapa rossa da brasiliani e americani il succo di melograno puro al 100% della fattoria vicentina “La nuova Colombara” di Pojana Maggiore fatto di soli arili, mentre gli sportivi in transito sulle piste ciclabili e pedonabili facevano volentieri una ricarica di sali minerali sorseggiando “a canna”. Stupore direttamente dalla Russia per i preziosi vasetti de “Il frutteto antico” della gamma “Marmellate di Rosi” . Composte d’altri tempi con frutta in via d’estinzione come la nespola, rosa canina, corniole, mela cotogna¸ noci verdi preparate secondo la ricetta dello Zar. Per l’olio d’oliva di nicchia del frantoio dei fratelli Baccichetti della zona di Vittorio Veneto e i barattoli di radicchio rosso di Treviso con gli asparagi blasonati coltivati da M&G Morandin e Graziotto a Merlengo di Ponzano Veneto Treviso sono fioccati ordini dai migliori ristoratori milanesi.
“Rimarra’ nella memoria degli imprenditori questa trasferta – sottolinea il presidente regionale di Coldiretti Daniele Salvagno – come esperienza potente di grande relazione sociale oltre che buona vetrina promozionale: solo nel primo giorno d’apertura sono accorsi quasi 300 mila con un totale finale di 700 mila consumatori stregati dalle bontà del ‘Made in Italy’ “.
MARCHE, I CHICCHI MARCHIGIANI ALLA GIORNATA NAZIONALE DEL GRANO ITALIANO
Dal grano al pane il prezzo aumenta di quindici volte per effetto delle speculazioni e delle importazioni selvagge di prodotto dall’estero con pagnotte e panini spacciati come italiani all’insaputa dei consumatori. A denunciarlo è la Coldiretti in occasione della Giornata nazionale del Grano italiano. Un assaggio anche di Marche tra grani antichi salvati dall’estinzione per la seconda giornata del grande Villaggio di Campagna Amica che vede gli agricoltori marchigiani protagonisti al Castello Sforzesco di Milano. La nostra regione, la terza d’Italia per produzione di grano duro, non poteva mancare alla rievocazione storica con la raccolta dei covoni nell’aia dove sono stati trebbiati per separare i chicchi dalle spighe con le ingegnose tecnologie del passato, per far conoscere la centralità della coltivazione del grano per l’Italia ed i rischi di una sua scomparsa per il lavoro e per l’economia.
“Oggi – sottolinea la Coldiretti – un chilo di grano tenero è venduto a circa 21 centesimi mentre un chilo di pane è acquistato dai cittadini a valori variabili attorno ai 3,1 euro al chilo, con un rincaro quindi di quindici volte, tenuto conto che per fare un chilo di pane occorre circa un chilo di grano, dal quale si ottengono 800 grammi di farina da impastare con l’acqua per ottenere un chilo di prodotto finito”. Per Maria Letizia Gardoni, “tuttavia migliorare la redditività delle imprese è possibile e lo stiamo dimostrando grazie ai contratti di filiera attraverso i quali industria e agricoltura fissano rapporti virtuosi basati sull’etica, sulla sostenibilità economica e ambientale.
Garantire un giusto compenso agli agricoltori senza pesare sui cittadini, valorizzando i primati del Made in Italy e garantendo la sostenibilità della produzione in Italia con impegni pluriennali e il riconoscimento di un prezzo di acquisto “equo”, basato sugli effettivi costi sostenuti”. Grano duro ma anche grani particolari, semi antichi che rischiavano di andare perduti come come il Farro monococco, esposto dall’urbinate Giuditta Mercurio. Ma il Villaggio milanese ha dato possibilità anche a tanti giovani di ragionare insieme sull’agricoltura del futuro. I marchigiani di Giovani Impresa hanno dibattuto con coetanei di tutta Italia su come poter coniugare traduzione e innovazione in agricoltura. Protagonista ieri anche Cinzia Anibaldi, produttrice di San Severino, che ha fatto testare il suo olio extravergine di oliva 100% Orbetana, cultivar autoctona compresa nel disciplinare del Marche Igp. Domani invece sarà la volta dell’agrichef di Santa Maria Nuova, Giovanni Togni, alle prese con uno show cooking durante il quale insegnerà ai presenti a cucinare la cicerchia, in particolare quella coltivata da Francesco Fortuni a Montemonaco.
EMILIA-ROMAGNA, ZUCCHERO: CON MERCOSUR IMPORTAZIONI KILLER PER ZUCCHERIFICIO
“L’Europa si appresta ad annunciare l’accordo internazionale con il Mercosur che comporterà, fra l’altro, delle importanti importazioni di zucchero. E in Emilia Romagna abbiamo l’ultimo zuccherificio italiano che così rischierà di chiudere”. Con queste parole il presidente di Coldiretti Ettore Prandini ha commentato dal palco del Villaggio Coldiretti di Milano gli accordi di scambio con il mercato comune dell’America meridionale.
L’accordo appena siglato tra la Ue e i Paesi del Mercosur- ricorda Coldiretti Emilia Romagna – legittima inoltre la falsificazione di oltre il 93% dei prodotti agroalimentari Made in Italy in Sudamerica, compresi i prodotti più esportati all’estero, dal Prosciutto di Parma al Parmigiano Reggiano che dovranno coesistere con le loro imitazioni locali per molto tempo.
Nel negoziato – denuncia Coldiretti regionale – su un totale di 297 denominazioni italiane Dop/Igp e di 523 vini riconosciute dall’Unione Europea ne saranno tutelati meno del 7% (appena 57 tra alimentari e bevande) che dovranno peraltro in molti casi convivere per sempre con le “brutte copie” sui mercati sudamericani, a partire dalla Fontina, dal Parmesan, Parmesano, Parmesao e Reggianito.
“Si tratta di un accordo doppiamente intempestivo, poiché oltre ad essere stato varato in piena fase di rinnovo delle Istituzioni comunitarie, rischia di avere un effetto dirompente con i nuovi dazi annunciati dal presidente Usa Donald Trump che aumenterebbero i prezzi dei prodotti italiani sul mercato americano rendendo più competitive le falsificazioni provenienti da Paesi non colpiti dalle misure, proprio come quelli del Mercosur”, ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare l’importanza che “i rappresentanti italiani nel Parlamento e nelle istituzioni europee votino ora contro un’intesa che, come nel caso degli altri trattati col Canada (Ceta), il Giappone, l’Australia e il Vietnam, penalizza il settore agricolo, usato come merce di scambio senza alcuna considerazione del pesante impatto sul piano economico, occupazionale e ambientale sui territori”.
PUGLIA, DA GRANO A PANE PREZZO AUMENTA 15 VOLTE: IL FESTIVAL DEI GRANI ANTICHI
Dal grano al pane il prezzo aumenta di quindici volte e dal grano alla pasta di 8 volte per effetto delle speculazioni e delle importazioni selvagge di prodotto dall’estero con pagnotte e panini spacciati come italiani all’insaputa dei consumatori e con 1 pacco di pasta su 3 è fatto con grano straniero. La denuncia arriva da Coldiretti Puglia, Coldiretti in occasione della Giornata nazionale del Grano italiano con la prima storica trebbiatura realizzata nel centro della capitale finanziaria d’Italia, al Villaggio contadino della Coldiretti a Milano al Castello Sforzesco, da Piazza del Cannone a Piazza Castello, in occasione della fine della raccolta lungo tutta la Penisola.
Oggi – sottolinea la Coldiretti – un chilo di grano tenero è venduto a circa 21 centesimi mentre un chilo di pane è acquistato dai cittadini a valori variabili attorno ai 3,1 euro al chilo, con un rincaro quindi di quindici volte, tenuto conto che per fare un chilo di pane occorre circa un chilo di grano, dal quale si ottengono 800 grammi di farina da impastare con l’acqua per ottenere un chilo di prodotto finito. Dal grano alla psta, aggiunge Coldiretti Puglia, il prezzo aumento di almeno di 8 volte, passando dal campo alla tavola dai 21 centesimi al chilo riconosciuti ai produttori, ad 1,5 euro per il pacco di pasta al supermercato.
“Le migliori varietà di grano duro selezionate dalla Società Italiana Sementi (SIS) dei Consorzi Agrari d’Italia, da Emilio Lepido a Furio Camillo, da Marco Aurelio a Massimo Meridio fino al Panoramix e al grano Maiorca, sono coltivate dagli agricoltori sul territorio pugliese che produce più di 1/4 di tutto il frumento duro italiano”, spiega Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.
Pasta fatta con grano 100% made in Puglia, con il grano ‘Cappelli’, fino ad arrivare alle modaiole alternative a base di farina di legumi, di ceci, di lenticchie e di piselli, tradizione e innovazione – dice Coldiretti – contraddistinguono la Puglia, il Granaio d’Italia, principale produttore italiano di grano duro con 343.300 ettari coltivati e 9.430.000 quintali prodotto.
“Va sfruttato al massimo lo strumento dei contratti di filiera che possono riportare in trasparenza i passaggi dal grano alla pasta, supportati oggi dall’etichettatura dell’origine obbligatoria del grano per la pasta. Al contempo sta riscuotendo molto successo in Puglia la coltivazione di grani antichi, come il ‘Cappelli’, che nella campagna 2018 ha quintuplicato le superfici coltivate, passando dai 1000 ettari del 2017 ai 5000 attuali, trainato dal crescente interesse per la pasta 100% italiana e di qualità, grazie al lavoro di selezione e promozione svolto da SIS”, aggiunge Muraglia.
“La campagna cerealicola si preannuncia ottima per quantità e qualità e per esaltarne il valore festeggiamo la filiera a Km0 dal grano alla pasta – aggiunge Muraglia – ribadendo che l’origine del grano è elemento obbligatorio sulle etichette della pasta, risultato di una battaglia che abbiamo affrontato con il grande sostegno e incoraggiamento dei consumatori, con l’81% degli italiani che chiedono maggiore trasparenza rispetto a quello che portano in tavola. Fare pasta con grano 100% italiano evidentemente si può. Da pochi centesimi al chilo concessi agli agricoltori dipende la sopravvivenza della filiera più rappresentativa del Made in Italy, mentre dal grano alla pasta i prezzi aumentano di circa del 500% e quelli dal grano al pane addirittura del 1400%”, conclude il presidente Muraglia.
L’Italia – continua la Coldiretti – è il principale produttore europeo e secondo mondiale di grano duro, destinato alla pasta con un raccolto previsto di 4 milioni di tonnellate nel 2019 in calo rispetto all’anno scorso su una superficie coltivata – spiega Coldiretti su dati Crea – scesa a 1,2 milioni di ettari concentrati nell’Italia meridionale, soprattutto in Puglia e Sicilia che da sole rappresentano circa il 40% della produzione nazionale. Intanto crescono del 5% la superfici a grano bio. Pur avendo nel complesso 21 molini a grano duro, collocandosi subito dopo la Sicilia, la Puglia presenta una capacità di trasformazione pari al doppio di quella presente nell’Isola. Ciò dimostra che le industrie semoliere presenti in Puglia sono di elevate dimensioni presentando in media una capacità unitaria di trasformazione di oltre 290 t/24h. La Puglia rispetto alle altre regioni sembra avere un maggior livello di organizzazione dal punto di vista della commercializzazione del grano duro in quanto nella regione si localizzano un numero rilevante di molini e pastifici di grandi potenzialità di lavorazione, i quali assorbono volumi elevati di materie prime.
“Noi agricoltori per una giusta remunerazione del nostro lavoro – dice Vito Tafuni, cerealicoltore di Altamura che produce grano e pasta 100% made in Puglia – siamo pronti ad aumentare la produzione di grano duro in Puglia dove è vietato l’uso del glifosate in preraccolta, a differenza di quanto avviene in Canada ed in altri Paesi. Sarebbero improbabili e dannosi per il tessuto economico del territorio percorsi di abbandono e depauperamento dell’attività cerealicola che deve, invece, specializzarsi, puntare sull’aggregazione, essere sostenuta da servizi adeguati e tendere ad una sempre più alta qualità, scommettendo esclusivamente su varietà pregiate, riconosciute ormai a livello mondiale”.
Il progetto – evidenzia Coldiretti – nasce sotto la spinta del crescente interesse per la pasta 100% di grano italiano grazie all’entrata in vigore dell’obbligo di indicare l’origine in etichetta. Un elemento di trasparenza che ha portato – sottolinea la Coldiretti – ad un profondo cambiamento sullo scaffale dei supermercati dove si è assistito alla rapida proliferazione di marchi e linee che garantiscono l’origine italiana al 100% del grano impiegato. Da La Molisana ad Agnesi, da Ghigi a De Sortis, da Jolly Sgambaro a Milo e Granoro, da Armando a Felicetti, da Alce Nero a Rummo, dai prodotti certificati FdAI – Firmato dagli agricoltori italiani fino al gruppo Barilla con il marchio “Voiello” e la linea Integrale 100% italiano, sono sempre più numerosi i brand che garantiscono l’origine nazionale del grano. Gli italiani – conclude la Coldiretti – sono i maggiori consumatori mondiali di pasta con una media di 23 chili all’anno pro-capite ma l’Italia si conferma leader anche nella produzione industriale con 3,2 milioni di tonnellate, davanti a Usa, Turchia e Brasile.
BRESCIA, AGRIASILO, AGRICOSMESI E SHOW-COOKING CON LE IMPRENDITRICI BRESCIANE
Educazione alimentare, cibo sano e benessere al Villaggio Coldiretti di Milano. Protagoniste le imprenditrici agricole bresciane, impegnate nelle numerose attività della tre giorni milanese, che chiude oggi con una grande presenza di visitatori.
“Abbiamo vissuto un’esperienza unica – commenta Nadia Turelli, vice presidente di Coldiretti Brescia, responsabile di Donne Impresa Brescia e olivicoltrice di Sale Marasino – ne facciamo tesoro per affrontare la nuova edizione del progetto scuola con nuovi stimoli e voglia di mettersi in gioco. Insegnare ai bambini i valori dell’agricoltura e l’importanza dell’agroalimentare italiano significa formare consumatori più consapevoli”. Numerose le donne che hanno contribuito alla riuscita dell’evento: “Noi imprenditrici – aggiunge Vittoria Urgnani, produttrice ortofrutticola di Rovato – abbiamo accolto i bambini nell’agriasilo dove, attraverso diversi laboratori abbiamo raccontato la campagna, trasmettendo loro tutta la passione che quotidianamente caratterizza la nostra attività”.
Nell’agriasilo, insieme alla delegazione del gruppo Donne Impresa Coldiretti Brescia, anche Alessandra Morandi dell’azienda agricola Dosso Badino di Monticelli Brusati e Francesca Plebani, titolare della fattoria didattica “La Fiorita” di Ome.
La mattinata si è inoltre aperta con l’agricosmesi di Manola Bosio, che gestisce insieme alla sorella e al padre l’azienda agricola “La Regina del Bosco” di Passirano. Durante la sessione “live”, l’imprenditrice ha presentato nell’area Stili di Vita un trattamento rivoluzionario per la pulizia del viso e un innovativo bendaggio alle gambe con prodotti naturali a base di bava di lumaca.
“I nostri prodotti si distinguono grazie alla filosofia green dell’azienda, che alleva le chiocciole in speciali giardini ricreati secondo il loro habitat naturale – racconta Manola Bosio -. Questo fa sì che la bava estratta, sempre in modo non invasivo, resti ricca di ioni positivi e dunque viva e più efficace sulla nostra pelle”.
A chiudere la giornata, lo show-cooking dell’agrichef bresciana Tiziana Porteri, presidente di Terranostra Brescia e titolare dell’agriturismo “Il Roccolo” di Bedizzole. “Niente meglio della cucina riesce a valorizzare le qualità dei prodotti made in Italy – spiega Tiziana Porteri – oggi ho presentato dei tortelli ripieni al Bagoss, eccellenza prodotta nella Cooperativa Valle di Bagolino, con un contorno di cipolla rossa di Breme”.
FIRENZE–PRATO, AL VILLAGGIO GLI ALLEVATORI RICONFERMANO PRESIDENTE NOCENTINI
Il comitato direttivo dell’Associazione italiana allevatori (Aia) ha riconfermato come presidente Roberto Nocentini, allevatore di bovini nel Mugello. Già in carica dal 2016, Nocentini ha dimostrato le sue capacità gestionali e politiche che hanno favorito la sua rielezione all’unanimità. Nocentini è anche Presidente di Coldiretti Firenze-Prato.
L’elezione di Nocentini è avvenuta nell’ambito del Villaggio contadino della Coldiretti in corso a Milano, dove anche il mondo dell’allevamento fa bella mostra nel cuore della capitale finanziaria italiana, all’ombra del Castello Sforzesco.
“La rinnovata fiducia degli allevatori italiani è motivo di orgoglio –dichiara Nocentini-. Ed è grande la gioia che il rinnovo dell’incarico sia avvenuto al Villaggio Coldiretti in mezzo a migliaia di cittadini, che possono vedere tanti esemplari delle migliori specie animali allevate in Italia”. Sugli oltre 200mila metri quadri del villaggio, infatti, oltre ad aziende agricole con i loro prodotti, grandi e bambini possono salire in sella ad asini e cavalli, visitare le stalle con mucche, pecore, capre, maiali, conigli e galline.
“Nel corso del primo mandato da presidente dell’Aia – dichiara Simone Ciampoli, direttore di Coldiretti Firenze-Prato – Nocentini ha portato a livello nazionale conoscenze tecniche e capacità politiche acquisite nella nostra Toscana. Siamo felici che la conferma del nostro presidente alla guida degli allevatori italiani – continua Ciampoli – sia avvenuta al Villaggio contadino, che è la rappresentazione di come Coldiretti vede l’agricoltura: accanto ai consumatori, condividendo la consapevolezza che le campagne sono intrinsecamente legate alle città, che è poi la filosofia del progetto Campagna Amica di Coldiretti”.
COMO-LECCO, BOOM PIANTE ESOTICHE: ANCHE BASILICO INDIANO E “ZUCCHERO ATZECO”
Con i cambiamenti climatici arrivano le prime coltivazioni di mango e avocado Made in Italy insieme a tante altre produzioni esotiche di largo consumo come le banane e specialità meno conosciute come lo zapote nero fino alla sapodilla. E’ quanto emerge dal primo studio Coldiretti “I tropicali italiani” presentato in occasione dell’apertura del Villaggio contadino della Coldiretti a Milano al Castello Sforzesco.
E così, mentre il limite di coltivazione dell’olivo si sposta dal Lecchese fino alle alpi valtellinesi, ecco che arrivano sul lago di Como alcune specialità tipicamente sudamericane o asiatiche, come lo “zucchero degli aztechi”, lo spinacio rampicante di Malabar o il basilico sacro indiano: Giovanni Mazzucotelli e Maria Cazzaniga hanno portato le loro specialità al Villaggio contadino, conquistando una grande attenzione e curiosità da parte del pubblico: “Ad esempio, c’è grande attenzione verso il coriandolo, che è presente nella miscela classica del curry, ma anche nella salsa mojo verde di Tenerife” spiega Mazzucotelli. “Non è raro che, di ritorno dalle vacanze, i turisti italiani ci contattino per acquistare queste essenze, che utilizzano in cucina per riprodurre le ricette apprese ed assaggiate durante un viaggio ai confini lontani del mondo. Noi, volentieri, li aiutiamo”.
Ecco quindi comparire le colture di lippia dulcis (già nota come “zucchero degli aztechi”, di origine centroamericana come anche l’acmella olleracea (o fiore elettrico); la perilla fruttescens, sempre coltivata nel loro vivaio, è invece diffusa in Cina, Giappone e Corea, nonché in India e Vietnam. Ancora, il tulsi o basilico sacro indiano, la patata dolce (ipomea batatas). “Spesso vi sono visite o richieste da parte di consumatori stranieri che intendono utilizzarlo in cucina: ad esempio i nipponici ci richiedono spesso il basilico giapponese, così come il levistico è molto richiesto da parte dei cittadini dell’est” conclude Mazzucotelli.
All’attività di ricerca si affianca un vero e proprio fenomeno “esploso” in Italia per gli effetti del surriscaldamento determinati dalle mutazioni del clima e destinato a modificare in maniera profonda i comportamenti di consumo nei prossimi anni, ma anche le scelte produttive delle stesse aziende agricole. Lo dimostra il fatto che si è passati da pochi ettari piantati con frutti tropicali a oltre 500 ettari con un incremento di 60 volte nel giro di appena cinque anni.
Il tutto grazie all’impegno di giovani agricoltori – ricorda Coldiretti – che hanno scelto questo tipo di coltivazione, spesso recuperando e rivitalizzando terreni abbandonati proprio a causa dei mutamenti climatici, in precedenza destinati alla produzione di arance e limoni.
Un segmento di mercato che sta crescendo vertiginosamente considerato che oltre sei italiani su 10 (61%) acquisterebbero banane, manghi, avocado italiani se li avessero a disposizione invece di quelli stranieri, secondo un sondaggio Coldiretti-Ixè diffuso per l’occasione. Il 71% dei cittadini sarebbe inoltre disposto a pagare di più per avere la garanzia dell’origine nazionale dei tropicali. Una scelta motivata dal maggiore grado freschezza ma anche dal fatto che l’Italia – precisa la Coldiretti lariana – è al vertice della sicurezza alimentare mondiale con il minor numero di prodotti agroalimentari con residui chimici irregolari (0,8%), quota inferiore di 1,6 volte alla media dell’Unione Europea (1,3%) e ben 7 volte a quella dei Paesi extracomunitari (5,5%).
“Il fenomeno della coltivazione di piante esotiche italiane è spinto dall’impegno di tanti giovani agricoltori” osserva Fortunato Trezzi, presidente Coldiretti Como Lecco. “E’ un esempio della capacità di innovazione delle imprese agricole italiane nel settore ortofrutticolo che troppo spesso viene però ostacolata da un ritardo organizzativo, infrastrutturale e diplomatico che ha impedito all’Italia di agganciare la ripresa della domanda all’estero, con un crollo nell’ortofrutta fresca esportata nel 2018 dell’11% in quantità e del 7% in valore, rispetto all’anno precedente”. Da qui l’esigenza – conclude la Coldiretti lariana – di “garantire trasporti efficienti sulla linea ferroviaria e snodi aeroportuali per le merci che ci permettano di portare i nostri prodotti rapidamente da nord a sud del Paese e poi in ogni angolo d’Europa e del mondo”.
CREMONA, GRANDISSIMO AVVIO DEL VILLAGGIO COLDIRETTI A MILANO
E’ già un grandissimo successo il Villaggio Contadino della Coldiretti a Milano, apertosi ieri da Piazza del Cannone a Piazza Castello, per raccontare tutto il bello e il buono che nascono dall’agricoltura italiana. Nella prima giornata, il Presidente nazionale Ettore Prandini e il Presidente di Coldiretti Lombardia e Coldiretti Cremona Paolo Voltini hanno accolto – tra i numerosissimi intervenuti – anche il Vicepremier e Ministro dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio, il Ministro dell’Istruzione Marco Bussetti, il Presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, il Segretario del Partito Democratico Nicola Zingaretti.
Oggi si prosegue con una giornata ricca di iniziative, incontri, appuntamenti. Tra questi, per la prima volta è stata realizzata nel centro della capitale finanziaria d’Italia una storica trebbiatura per celebrare la giornata nazionale del grano italiano in occasione della fine della raccolta lungo tutta la Penisola.
Tra i rappresentanti istituzionali oggi al Villaggio ci sono il Vicepremier e Ministro dell’Interno Matteo Salvini, il Ministro delle Politiche Agricole, Forestali e del Turismo Gian Marco Centinaio, il sottosegretario ai Rapporti con il Parlamento Guido Guidesi, il Presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni e il Sindaco di Milano Giuseppe Sala, l’Assessore all’Agricoltura della Lombardia Fabio Rolfi.
Dalla rievocazione storica con la raccolta dei covoni nell’aia alla vera e propria Arca di Noè dove scoprire le piante e gli animali salvati dall’estinzione grazie al lavoro degli agricoltori, dalla possibilità di vivere l’esperienza da gourmet con il miglior cibo italiano al 100% a soli 5 euro per tutti i menu preparati dai cuochi contadini alla presenza del più grande mercato a chilometri zero proposto da Campagna Amica a Milano, dall’agriasilo con attività rivolte ai bambini al Villaggio delle idee che raccoglie i giovani, sono numerosissime le proposte e le iniziative legate a questo Villaggio. Un intero settore è dedicato alla pet therapy e al ruolo degli animali nella cura del disagio. Ci sono poi il primo giardino terapeutico-sensoriale, gli orti con i tutor, i momenti dedicati ad approfondire temi vitali per l’agricoltura e per il Paese, gli spazi dove raccontare le storie dei giovani imprenditori agricoli che fanno innovazione, la “scuola di olio extravergine italiano” nell’Oil&wine bar del Villaggio (dove si possono degustare cocktail all’extravergine, vini e birra agricola), le lezioni di agrocosmesi con i trucchi di bellezza della nonna.
Coldiretti Cremona è in prima linea, con l’impegno del Presidente Voltini, con la presenza massiccia dei soci e dei collaboratori della struttura (impegnati nello staff, con la guida del Direttore Mauro Donda), con le aziende agricole protagoniste del Mercato di Campagna Amica (da Cremona ci sono miele, salumi, pane e prodotti da forno, orticole) e gli agrichef cremonesi che preparano i menu a km zero, e poi tanti giovani (in prima linea nelle varie iniziative, con il Delegato regionale e provinciale Carlo Maria Recchia), le imprenditrici agricole (trasformatesi in ‘tutor della spesa’, ma anche premiate, a partire dalla responsabile Maria Paglioli, per l’impegno nel “progetto scuola”), le fattorie didattiche (all’opera nell’area rivolta ai più piccoli). Parlano cremonese alcuni punti importanti del Villaggio, a partire dallo stand Pomì – Consorzio Casalasco del Pomodoro, che è tra gli sponsor dell’iniziativa.
BASILICATA, “IO SONO LUCANO” APPRODA A MILANO AL VILLAGGIO DI COLDIRETTI
E’ approdato a Milano, al Villaggio Coldiretti #stocoicontadini, il progetto “Io sono lucano” realizzato e promosso dalla Coldiretti di Basilicata “per distinguere e promuovere sul mercato alimentare le produzioni agricole locali”. Diversi i prodotti con il marchio identificativo partecipano alla più ricca esposizione del patrimonio enogastronomico delle località turistiche italiane durante quest’estate, con la possibilità di conoscere per la prima volta le specialità nascoste in borghi e nei piccoli comuni d’Italia.
Per l’occasione presenti nel capoluogo lombardo i vertici regionali e provinciali della confederazione agricola lucana, con il presidente Antonio Pessolani, il direttore regionale, Aldo Mattia, e quello provinciale di Potenza, Franco Carbone, oltre a una delegazione di aziende lucane che hanno esposto e commercializzato i loro prodotti. “Si tratta di una vetrina importantissima all’interno della quale – ha spiegato Pessolani – presentiamo un marchio collettivo destinato a contraddistinguere i prodotti agroalimentari provenienti dalle cinque filiere proposte al bando sottomisura 16.0 del Piano di sviluppo regionale (Psr) di Basilicata per complessivi 40 milioni di euro”.
La Coldiretti, per garantire il corretto uso del marchio ai licenziatari, ha previsto la sottoscrizione del Regolamento d’uso del Marchio (registrato al Ministero per lo sviluppo economico), l’approvazione del Disciplinare tecnico di filiera (Dtf), documentazione per garantire la rintracciabilità ed i requisiti di idoneità agricola, origine e controllo del prodotto a marchio ‘Io sono lucano’, a partire dalle imprese agricole fino alla consegna del prodotto confezionato presso i distributori”.
Il Villaggio della Coldiretti di Milano si estende su oltre 200mila metri quadri i per far vivere a cittadini ed esponenti politici e delle Istituzioni per la prima volta un giorno da contadino tra le aziende, con gli animali della fattoria, a zappare nell’orto, sui trattori, nelle fattorie sociali con gli asini, in cucina con gli agrichef e tra i bambini degli agriasili e molto altro. Un viaggio tra tradizione e innovazione con i prodotti conservati da secoli nelle campagne, la cucina dei cuochi contadini con le antiche ricette ma anche le nuove proposte. Presente una vera e propria Arca di Noè dove scoprire le piante e gli animali salvati dall’estinzione grazie al lavoro di generazioni riconosciuto e sostenuto dai “Sigilli” di Campagna Amica che presenterà la più grande opera di valorizzazione della biodiversità contadina mai realizzata in Italia. La partecipazione di Coldiretti Basilicata a Milano è stata anche è stata anche l’occasione per rilanciare la grande iniziativa che verrà organizzata a Matera, a dicembre, e che vedrà l’allestimento di un Villaggio contadino di Coldiretti delle produzioni italiane e lucane proprio nella Capitale della cultura europea, oltre che di un mercato stanziale di Campagna Amica.
PIEMONTE, SALGONO A 342 LE BANDIERE DEL GUSTOPER UNA TAVOLA DI ECCELLENZE
Salgono al numero record di 5155 nel 2019 le “Bandiere del gusto” Made in Italy. E’ quanto emerge dal nuovo censimento 2019 delle specialità presentato dalla Coldiretti all’apertura del Villaggio di Milano al Castello Sforzesco, da piazza del Cannone a piazza Castello con oltre diecimila agricoltori, grande mercato di Campagna Amica, agrichef con le ricette storiche ed esposizioni ad hoc per far conoscere e salvare i tesori nascosti dell’Italia.
In Piemonte sono 342 le specialità: dal Montébore, il formaggio più raro al mondo le cui origini si perdono nei secoli, che viene realizzato miscelando latte crudo vaccino e ovino, al Salame d’la doja, tipico insaccato prodotto con carni suine di prima scelta condite con aglio e vino rosso, dal Ratafià, liquore di ciliegie, alla Cognà, a metà strada tra una salsa ed una marmellata è a base di uva ed è ottima per accompagnare le carni bollite, i formaggi e la polenta, dal Cevrin di Coazze, formaggio a base di latte caprino, fino al Brus, formaggio cremoso, spalmabile e particolarmente gustoso.
“Dietro ad ogni prodotto c’è una storia, una cultura ed una tradizione che è rimasta viva nel tempo ed esprime al meglio la realtà dei nostri territori – affermano Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale -. La necessità è quella di continuare a difendere queste produzioni dall’omologazione. Si tratta di un patrimonio culturale per l’intera collettività che la nostra regione può oggi offrire con orgoglio sul palcoscenico mondiale – continuano Moncalvo e Rivarossa – contando 14 Dop, 9 Igp, 18 Docg e 42 Doc. I prodotti tipici, oltretutto, vengono acquistati come souvenir dal 42% degli italiani in vacanza: questo grazie al fatto che il nostro Paese può contare primati nella qualità, nella sostenibilità ambientale e nella sicurezza della propria produzione agroalimentare”.
COMO-LECCO, ANCHE I PRODOTTI “MADE IN COMO-LECCO” NELLA “SPESA SOSPESA”
Oltre una tonnellata di cibo a km zero, dai formaggi al riso, alla pasta: un cesto della spesa solidale in cui non mancano il miele e l’ortofrutta made in Como-Lecco, così come, i mirtilli, i formaggi d’alpeggio e i prodotti delle due province lariane. E’ questo il frutto della solidarietà degli agricoltori di Campagna Amica insieme ai cittadini lombardi e dei turisti per arrivare nelle case delle famiglie in gravi difficoltà economiche: si tratta dell’iniziativa “Spesa sospesa” lanciata da Coldiretti e Campagna Amica assieme alla Caritas al Villaggio #stocoicontadini a Milano, in occasione della diffusione del Rapporto su “La povertà a tavola”, alla presenza del presidente della Coldiretti Ettore Prandini.
Per tutto il week end – spiega Coldiretti Como Lecco – i visitatori dei banchi del maximercato degli agricoltori al Castello Sforzesco di Milano hanno avuto la possibilità di fare una donazione libera grazie alla quale acquistare prodotti a favore dei più bisognosi, sul modello dell’usanza campana del “caffè sospeso”, quando al bar si lascia pagato un caffè per il cliente che verrà dopo. In questo caso si è trattato di frutta, verdura, formaggi, salumi e ogni tipo di genere alimentare made in Italy, di qualità e a km zero tra quelli proposti dagli agricoltori di Campagna Amica. La spesa raccolta è stata consegnata alla Caritas che si occupa della distribuzione alle famiglie in difficoltà.
E non è mancata la solidarietà degli espositori giunti da Comasco e Lecchese che, con i prodotti dell’area lariana, hanno altresì conquistato l’interesse e la curiosità dei consumatori nella cornice gialla del grande spazio tra piazza Castello e piazza del Cannone a Milano.
“Anche in un momento di festa come il Villaggio Coldiretti ha inteso dare un segno tangibile della solidarietà degli agricoltori verso le fasce più deboli della popolazione più colpite dalle difficoltà economiche” conclude Trezzi. “L’obiettivo è far sì che questa esperienza non resti limitata a questa occasione ma diventi un fenomeno strutturale in una situazione che vede oggi 2,7 milioni di italiani costretti a chiedere aiuto per mangiare”.
BRESCIA, GIOVANI IMPRESA, FUTURO AGRICOLTURA BRESCIANA AL VILLAGGIO DELLE IDEE
Un’agricoltura viva e in continua evoluzione nelle tecniche produttive, nella trasformazione digitale e nella promozione del made in Italy via web e social network. Ecco i temi del Villaggio delle Idee, l’innovativo spazio di condivisione per i giovani agricoltori creato all’interno del Villaggio Coldiretti di Milano che conclude oggi la tre giorni iniziata venerdì 5 luglio.
Il “ritorno” all’agricoltura dei giovani italiani tocca sensibilmente anche il territorio bresciano: il gruppo Giovani Impresa Coldiretti Brescia conferma la vivacità del settore con il record lombardo di oltre 700 aziende agricole individuali under 35 nel 2018. Una presenza forte e presente anche all’appuntamento milanese.
“In questo periodo di rapidi cambiamenti – commenta Davide Lazzari, delegato provinciale Giovani Impresa Brescia e viticoltore di Capriano del Colle – le menti dinamiche dei giovani sono particolarmente portate a sviluppare nuove interpretazioni del mondo agricolo. Un settore che si deve occupare del mantenimento delle tradizioni colturali e culturali del nostro Paese, ma al contempo, grazie proprio al contributo dei giovani, mostrarsi in tutto il suo potenziale di innovazione per il futuro dell’agricoltura”.
Il Villaggio delle Idee si conferma dunque la migliore occasione per incontrare i giovani imprenditori italiani e la loro interpretazione delle dinamiche del settore. Un luogo dove lo scambio di opinioni su temi attuali e futuri diventa stimolo alla crescita della coscienza agricola di sceglie di vivere questa esperienza imprenditoriale. Durante la tre giorni milanese, i temi lanciati dal team di Coldiretti – Rural Hack (task force dedicata a innovazione sociale e agricoltura di qualità) spaziavano dal concetto di hashtag alla peer education, dal cibo come attrattore turistico alla digital communication con l’agrifood.
VENETO, VACANZE: 5155 BANDIERE GUSTO 2019: AL QUINTO POSTO CON 374 TIPICITA’
Il Veneto va fiero del Sangue morlacco antico liquore del 1830 a base di ciliegie marasche chiamato così dal poeta D’Annunzio per il suo tipico colore rosso cupo, o il Formaggio imbriago ideato dai contadini veneti che, durante la prima guerra mondiale, per sottrarlo alle ruberie dei soldati austro-ungarici, presero l’abitudine di nascondere il formaggio sotto le vinacce, rendendolo più saporito e caratteristico. Insieme al tris di mais marano, bianco perla e sponcio, il veneziano miele di barena, il Bastardo del Grappa, le giuggiole’ di Arqua’ Petrarca sono gli ambasciatori delle ‘bandiere del gusto’ presentate oggi a Milano al Villaggio di Coldiretti in programma al Castello Sforzesco fino a domenica 7 luglio.
Al quinto posto per tipicita’ con ben 374 tipicita’ venete la terra fertile regionale coltivata dagli agricoltori concorre al record di 5155 specialità nel 2019 che fanno del “Made in Italy il vanto nel mondo. La Campania che si piazza in testa alla classifica delle regioni con più specialità tipiche, ben 531, davanti a Toscana (461) e Lazio (428). E’ quanto emerge dal nuovo censimento 2019 delle specialità che sono ottenute secondo regole tradizionali protratte nel tempo per almeno 25 anni, presentato dalla Coldiretti all’apertura del Villaggio contadino della Coldiretti a Milano al Castello Sforzesco, da Piazza del Cannone a Piazza Castello con oltre diecimila agricoltori, mercati contadini, agrichef con le ricette storiche ed esposizioni ad hoc per far conoscere e salvare i tesori nascosti del Made in Italy (www.coldiretti.it).
A seguire – sottolinea la Coldiretti – si posizionano l’Emilia-Romagna (396) e il Veneto (374), davanti al Piemonte con 342 specialità e alla Liguria che può contare su 299 prodotti. A ruota tutte le altre Regioni: la Puglia con 285 prodotti tipici censiti, la Calabria (269), la Lombardia (249), la Sicilia (244), la Sardegna (205), il Trentino Alto Adige (195), il Friuli-Venezia Giulia (177), il Molise (159), le Marche (153), l’Abruzzo (148), la Basilicata con 135, la provincia autonoma di Trento con 105, l’Alto Adige con 90, l’Umbria con 69 e la Val d’Aosta con 36.
CALABRIA, STOP FALSI DI STATO, AGROMAFIE ETICHETTE A SEMAFORO
Coldiretti è in prima linea per sventare gli attacchi al Madein Italy, di cui la Calabria rappresenta un pezzo importante. Nei giorni scorsi è stato sventato un vero e proprio blitz ai danni della produzione agroalimentare nazionale con lo stop alla proposta emendativa che proponeva la facoltà di utilizzare l’ologramma di Stato con la dicitura “Made in Italy” per beni alimentari ottenuti anche con prodotti stranieri. “E’ un risultato importante – sottolinea Franco Aceto presidente di Coldiretti Calabria – per evitare di legittimare l’inganno dei prodotti stranieri spacciati per italiani, usando come criterio il codice doganale ai sensi del quale il luogo d’origine è paradossalmente quello dell’ultima trasformazione sostanziale, così che cagliate importate dall’estero consentono la produzione di formaggi italiani o carni macinate, ugualmente provenienti da Paesi europei o extraeuropei, determinano la produzione di salumi nazionali.
Su questi temi – continua – c’è un forte impegno della Coldiretti per evitare la recisione del collegamento tra filiere e territorio, ponendo a rischio investimenti produttivi, posti di lavoro e occasioni di successo dei nostri prodotti autentici a livello del commercio internazionale, minacciati anche dai dazi di Trump che possono far pagare un conto al Made in italy agroalimentare colpendo vini, formaggi, salumi, pasta, olio extravergine di oliva, agrumi, olive, uva, marmellate, succhi di frutta, pesche e pere in scatola, acqua. Questo favorisce le lobby del falso Made in Italy alimentare che solo negli Usa fattura 23 miliardi di euro. Continua la nostra battaglia “stop al cibo falso” che solo in Calabria ha già prodotto la raccolta di oltre 20mila firme per garantire la trasparenza delle informazioni, dando piena attuazione alla legge sull’obbligo di etichettatura.
Altro pericolo – aggiunge Aceto – è il volume d’affari annuale delle agromafie che è salito a 24,5 miliardi di euro con un balzo del 12,4% nell’ultimo anno e per questo è importante realizzare la riforma dei reati in materia agroalimentare per aggiornare le norme attuali, risalenti anche agli inizi del 1900”. Il ministro della Giustizia Bonafede, ha chiesto la collaborazione di Giancarlo Caselli e dell`Osservatorio Agromafie per procedere alla revisione delle leggi in materia. Le agromafie sono diventate molto più complesse e raffinate e non vanno più combattute solo a livello di polizia ma vanno contrastate – precisa Coldiretti– a tutti i livelli: dalla produzione alla distribuzione, fino agli uffici dei colletti bianchi dove transitano i capitali da ripulire”.
Altro pericolo – aggiunge Aceto – viene dall’inganno delle etichette a semaforo, sostenuto da diverse multinazionali dell’agroalimentare; si rischia di sostenere modelli alimentari sbagliati che mettono in pericolo non solo la salute dei cittadini, ma anche il sistema produttivo di qualità del Made in Italy. Il sistema di etichettatura a semaforo è fuorviante, discriminatorio ed incompleto e – sottolinea Aceto – finisce per escludere paradossalmente dalla dieta alimenti sani e naturali che da secoli sono presenti sulle tavole per favorire prodotti artificiali di cui in alcuni casi non è nota neanche la ricetta. Si rischia – conclude Aceto– di promuovere cibi spazzatura con edulcoranti al posto dello zucchero e di bocciare elisir di lunga vita come l’olio extravergine di oliva, considerato il simbolo della dieta mediterranea. L’impegno della Coldiretti – assicura e conclude Aceto – sarà continuo e vigileremo in ogni sede per proteggere i primati del nostro agroalimentare”.
VENEZIA, AL “VILLAGGIO” CON LA DELEGAZIONE VENEZIANA E L’ASSESSORE BORASO
E’ partito alla grande il Villaggio Contadino della Coldiretti in programma da oggi fino a domenica 7 luglio a Milano al Castello Sforzesco. Da Venezia presente una delegazione di centinaia di produttori e simpatizzanti in visita del villaggio, tra questi anche l’assessore alla mobilità del comune di Venezia Renato Boraso che ha preso parte al grande evento Coldiretti dove stamane si sono dati appuntamento migliaia di agricoltori da tutta Italia per portare la campagna in città. Molti gli argomenti trattati dal presidente Prandini e dal segretario generale di Coldiretti Vincenzo Gesmundo tra cui l’accordo appena siglato tra la Ue e i Paesi del Mercosur che legittima a tutti gli effetti la falsificazione di oltre il 93% dei prodotti agroalimentari Made in Italy in Sudamerica, compresi i prodotti più esportati all’estero, dal Prosecco al Parmigiano Reggiano che dovranno coesistere con le loro imitazioni locali per molto tempo. A denunciarlo è stato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini che ha consegnato al vicepremier e ministro dello Sviluppo economico Luigi Dio Maio un cesto di prodotti tricolori taroccati, dal Caccio Cavallo brasiliano al Reggianito prodotto in Argentina, dalla Pomarola al Parmesao, dalla Mortadela al vino Bortolino, in occasione dell’inaugurazione del Villaggio #stocoicontadini a Milano al Castello Sforzesco, da Piazza del Cannone a Piazza Castello con oltre diecimila agricoltori.
Nel negoziato – denuncia la Coldiretti – su un totale di 297 denominazioni italiane Dop/Igp e di 523 vini riconosciute dall’Unione Europea ne saranno tutelati meno del 7% (appena 57 tra alimentari e bevande) che dovranno peraltro in molti casi convivere per sempre con le “brutte copie” sui mercati sudamericani, a partire dalla Fontina, dal Parmesan, Parmesano, Parmesao, Reggianito e Grana mentre per altri “tarocchi” come il Prosecco e l’Asti, il Marsala, il Gorgonzola, il pecorino Romano, il Taleggio, l’Asiago, la Mortadella Bologna o il Prosciutto di Parma, è stata concessa una moratoria che permetterà di commercializzarli ancora per molti anni. In questo modo si assicura di fatto il benestare Ue a una produzione locale del falso che è già tra i più fiorenti e che viene peraltro esportata in tutto il mondo
“Si tratta di un accordo doppiamente intempestivo, poiché oltre ad essere stato varato in piena fase di rinnovo delle Istituzioni comunitarie, rischia di avere un effetto dirompente con i nuovi dazi annunciati dal presidente Usa Donald Trump che aumenterebbero i prezzi dei prodotti italiani sul mercato americano rendendo più competitive le falsificazioni provenienti da Paesi non colpiti dalle misure, proprio come quelli del Mercosur”, ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare l’importanza che “i rappresentanti italiani nel Parlamento e nelle istituzioni europee votino ora contro un’intesa che, come nel caso degli altri trattati col Canada (Ceta), il Giappone, l’Australia e il Vietnam, penalizza il settore agricolo, usato come merce di scambio senza alcuna considerazione del pesante impatto sul piano economico, occupazionale e ambientale sui territori”.
Ma su molti dei prodotti provenienti dai paesi del Mercosur (Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay) gravano – ricorda Coldiretti – anche pesanti accuse per i gravi rischi alimentari e per lo per sfruttamento del lavoro minorile secondo il Dipartimento del lavoro Usa.
A preoccupare – sottolinea la Coldiretti – sono, ad esempio, le agevolazioni concesse nell’accordo a prodotti come la carne di manzo e di pollo dal Brasile che si sono classificati, per i casi di Escherichia Coli-Shigatoxin, nella top ten dei cibi più pericolosi per il numero di allarmi alimentari che hanno fatto scattare in Italia nel 2018 secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Rasff per gli allarmi alimentari si è classificata nella black list dei prodotti più pericolosi in Italia. Per il manzo si parla di un contingente di 99mila tonnellate al 7,5% (più altre 45mila tonnellate di carne di tipo Hilton già previste dall’Omc per le quali il dazio sarà eliminato) che implica una concorrenza sleale nei confronti degli allevatori italiani e un abbassamento della qualità per i consumatori, considerato i Paesi del Mercosur non rispettano gli standard produttivi e di tracciabilità oggi vigenti in Italia e nel Vecchio Continente. Per il pollame l’Unione Europea è aumentata a 180mila tonnellate l’offerta attuale a dazio zero con gravi preoccupazioni per l’aspetto sanitario.
Ma i Paesi del Mercosur – continua la Coldiretti – hanno ottenuto maggiori concessioni nel settore dello zucchero con il dazio zero sul contingente di 180mila tonnellate che potrebbero aumentare le difficoltà della produzione comunitaria e lo stesso discorso vale per il riso, con l’arrivo di 60mila tonnellate esenti da dazi, per le carni suine (25mila tonnellate a dazio basso), il miele (45mila tonnellate a dazio zero), i formaggi (30mila tonnellate), oltre a latte in polvere, latte artificiale e granturco dolce.
Da qui la necessità – continua Prandini – di rivedere il meccanismo degli accordi dove vanno applicati tre principi fondamentali: parità delle condizioni, efficacia dei controlli, reciprocità delle norme. Solo così sarà possibile assicurare che tutti i prodotti che entrano nei confini nazionali ed europei rispettino gli stessi criteri, garantendo che dietro gli alimenti, italiani e stranieri, in vendita sugli scaffali ci sia un analogo percorso di qualità che riguarda l’ambiente, la salute e il lavoro e la salute.
Ma per fare ciò occorre anche eliminare una volta per tutte il segreto di Stato su tutti i cibi importati facendo rispettare la storico pronunciamento del Consiglio di Stato del 6 marzo 2019 sull’accesso ai dati dei flussi commerciali detenuti dal Ministero della Salute e fino ad ora preclusi per ragioni pretestuose. Ciò consentirà – conclude Prandini – di mettere fine all’inganno dei prodotti stranieri spacciati per italiani ma anche di consentire interventi più tempestivi in caso di allarmi alimentari che provocano gravi turbative sul mercato ed ansia e preoccupazione nei consumatori, a fronte all’impossibilità di conoscere la provenienza degli alimenti coinvolti”.
MANTOVA, “VILLAGGIO” OCCASIONE PER RIFLETTERE SUL FUTURO DELL’AGRICOLTURA
Cinque sindaci mantovani (Giorgio Cauzzi di Cavriana, Giorgio Cappa di Monzambano, Luciano Bertaiola di Volta Mantovana, Giuseppe Torchio di Bozzolo, Matteo Zilocchi di Pegognaga) hanno partecipato – insieme al presidente di Coldiretti Mantova Paolo Carra e al direttore Erminia Comencini – al Villaggio Coldiretti di Milano, in corso fino a domenica nel cuore del capoluogo lombardo, tra piazza Castello e piazza Cannone.
Fra gli amministratori mantovani presenti oggi al Villaggio Coldiretti anche i vicesindaci Paolo Parolini (Ponti sul Mincio), Mauro Trevisi (Moglia), Tazio Tirelli (Suzzara), Irene Bocchi (Bagnolo San Vito), Omero Vinciguerra (Ostiglia); Nicolò Orsini (assessore alla Politiche agricole di Asola), Matteo Masiello (consigliere a Borgo Virgilio), Giovanni Gorni (consigliere a Rivarolo Mantovano), Cristiano Torresani (assessore alle Attività produttive a San Benedetto Po).
Da Mantova sono partiti diversi agricoltori, per quello che è al contempo per il presidente di Coldiretti Mantova, Paolo Carra, “un momento di riflessione sul futuro dell’agricoltura italiana e dell’agroalimentare Made in Italy e un’occasione per mostrare la biodiversità, la qualità e la sicurezza alimentare delle nostre produzioni. Aspetti che coinvolgono anche i sindaci e gli amministratori pubblici, che hanno la responsabilità di attuare politiche attente verso il territorio e gli agricoltori”.
Fra i temi trattati – alla presenza, fra gli altri, del viceministro Luigi Di Maio, del governatore della Lombardia Attilio Fontana – anche quello dell’educazione alimentare, che solo nell’ultimo anno scolastico ha coinvolto con specifici corsi organizzati da Coldiretti in Lombardia più di 25mila bambini.
È quanto emerge da un’analisi della Coldiretti regionale in occasione della firma del protocollo d’intesa tra il presidente nazionale della Coldiretti Ettore Prandini e il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti, proprio in occasione dell’inaugurazione del Villaggio #stocoicontadini a Milano, con oltre diecimila agricoltori.
VARESE, VACANZE: CON LE BANDIERE DEL GUSTO AL VILLAGGIO COLDIRETTI
C’è anche lo Zincarlin de Varees tra i prodotti “Bandiere del gusto” lombarde esposte oggi al Villaggio Coldiretti di Milano, dove la provincia prealpina è ben rappresentata sia dalla numerosa delegazione di Coldiretti Varese, sia dai molti visitatori accorsi dal Varesotto.
Le “Bandiere del gusto” – spiega la Coldiretti provinciale – sono le specialità enogastronomiche ottenute secondo regole tradizionali protratte nel tempo per almeno 25 anni e hanno raggiunto il numero record di 5155 nel 2019 secondo il censimento presentato dalla Coldiretti all’apertura del Villaggio contadino della Coldiretti a Milano al Castello Sforzesco, da Piazza del Cannone a Piazza Castello, con oltre diecimila agricoltori, mercati contadini, agrichef con le ricette storiche ed esposizioni ad hoc per far conoscere e salvare i tesori nascosti del Made in Italy (www.coldiretti.it).
“Al grande Mercato Agricolo del Villaggio Coldiretti i prodotti agricoli Made in Varese sono tra i protagonisti” conferma il presidente della Coldiretti prealpina Fernando Fiori. Dallo zafferano di Angera ai mirtilli coltivati a Vergiate, fino agli asparagi prodotti a Cantello: ed è superlavoro anche per le Agrichef di Campagna Amica, Katia Carraro, Daniela Galvalisi e Fiorella De Ambrosi, anch’esse presenti alla grande manifestazione che sta conquistando un grandissimo successo.
Il cibo diventa, inoltre, la voce principale del budget delle famiglie in vacanza in Italia (compreso il Lago Maggiore) con circa un terzo della spesa di italiani e stranieri destinato alla tavola per consumare pasti in ristoranti, pizzerie, trattorie o agriturismi, ma anche per cibo di strada o specialità enogastronomiche per un importo complessivo stimato nel 2019 in oltre 27 miliardi all’anno, il massimo storico di sempre, così come conferma lo studio Coldiretti “La vacanza Made in Italy nel piatto”, anch’esso diffuso nella giornata di oggi.
“Dietro ogni prodotto c’è una storia, una cultura ed una tradizione che è rimasta viva nel tempo ed esprime al meglio la realtà di ogni territorio” ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare “la necessità di difendere questo patrimonio del Made in Italy dalla banalizzazione e dalle spinte all’omologazione e all’appiattimento verso il basso dell’offerta alimentare anche turistica”.
AREZZO, CALDO: SUL PODIO DELLA DIETA ALIMENTARE SALGONO FRUTTA E VERDURA
Il grande caldo di queste ultime settimane ha stravolto i consumi degli aretini con un boom degli acquisti di frutta e verdura in aumento, ma un balzo si registra anche per i gelati, la birra e l’acqua che aiutano a combattere la grande afa. E’ quanto afferma la Coldiretti aretina in riferimento all’impatto sugli acquisti provocato dal forte innalzamento delle temperature rispetto allo stesso periodo del mese scorso. “La svolta meteo – sottolinea la Coldiretti – ha cambiato il menu e spinto a portare in tavola o in spiaggia cibi freschi genuini e dietetici che dissetano, reintegrano i sali minerali persi con il sudore e riforniscono di vitamine come la frutta”.
Peraltro le condizioni climatiche favorevoli– continua la Coldiretti aretina – hanno favorito la produzione di frutta dolcissima con un elevato grado zuccherino e di sostanze antiossidanti (vitamine, antociani e betacaroteni). Nonostante questo i compensi riconosciuti agli agricoltori per alcuni prodotti sono del tutto insoddisfacenti, al di sotto dei costi di produzione, con i prezzi che moltiplicano dal campo alla tavola – denuncia la Coldiretti – per colpa delle distorsioni lungo la filiera e delle importazioni selvagge di prodotto straniero spacciato per italiano.
“Il clima delle ultime settimane ha rappresentato una decisa inversione di tendenza che – sottolinea il Presidente di Coldiretti Arezzo Lidia Castellucci – cambia la spesa e spinge a portare in tavola cibi freschi e genuini.
Quest’anno a causa di una primavera maledetta si rischia di perdere un frutto su quattro nelle campagne italiane, dalle fragole alle ciliegie, dalle nespole alle albicocche, dalle pere ai meloni fino ai cocomeri per l’ondata di pioggia, grandine e allagamenti che ha devastato le coltivazioni e ridotto le disponibilità dei primi raccolti nel carrello della spesa.
In queste condizioni – sostiene il Presidente – è importante aumentare le attività di controllo per evitare che vengano spacciati per Made in Italy prodotti importati e per ottimizzare la spesa, ottenere il miglior rapporto prezzi-qualità e aiutare il territorio e l’occupazione, il nostro consiglio quello di verificare l’origine nazionale, acquistare prodotti locali che non devono subire grandi spostamenti, comprare direttamente dagli agricoltori nei mercati di Campagna Amica o in fattoria e non cercare per forza il prodotto perfetto perché piccoli problemi estetici non alterano le qualità organolettiche e nutrizionali, i cosiddetti “brutti ma buoni”.
Nei mercati i produttori di frutta e verdura confermano questo incremento “La stagione estiva rappresenta il miglior periodo per la varietà di frutta e verdura – afferma Michele Dioni della Società Agricola Pollice Verde di Aberoro – esplode un vero e proprio boom di colori, di profumi e di sapori, con le alte temperature di questi giorni la frutta disseta, reintegra i sali minerali persi con il sudore e rifornisce di vitamine l’organismo ma aiuta anche a “catturare” i raggi del sole ed è anche in grado di difendere dalle scottature. Sul podio del “cibo che abbronza” – illustra il produttore – possiamo troviamo carote, radicchi e albicocche, ma sono d’aiuto anche insalate, cicoria, lattughe, meloni, peperoni, pomodori, pesche e ciliegie.
SICILIA, VACANZE: 5155 BANDIERE GUSTO 2019, L’ISOLA ALL’UNDICESIMO POSTO
La Sicilia si piazza all’undicesimo posto, con 244 bandiere, la stessa posizione dell’anno scorso.
E’ quanto emerge dal nuovo censimento 2019 delle specialità che sono ottenute secondo regole tradizionali protratte nel tempo per almeno 25 anni, presentato dalla Coldiretti all’apertura del Villaggio contadino della Coldiretti a Milano al Castello Sforzesco, da Piazza del Cannone a Piazza Castello con oltre diecimila agricoltori, mercati, agrichef con le ricette storiche ed esposizioni ad hoc per far conoscere e salvare i tesori nascosti del Made in Italy (www.coldiretti.it).
In Sicilia spiccano gli Ainuzzi, piccole scamorze di latte vaccino che riproducono nella loro forma animali autoctoni e come prodotto molto particolare è possibile assaporare la Manna, che non è quella che cade dal cielo, ma uno straordinario dolcificante naturale a basso contenuto di glucosio e fruttosio che si ottiene dagli alberi di frassino.
UMBRIA, AL VILLAGGIO CONTADINO LE BANDIERE DEL GUSTO 2019: 69 QUELLE UMBRE
Dalla caciotta alla cipolla di Cannara, dal capocollo ai salami di Norcia: sono 69 le “Bandiere del gusto” in Umbria. È quanto emerge dal nuovo censimento 2019 delle specialità che sono ottenute secondo regole tradizionali protratte nel tempo per almeno 25 anni, presentato dalla Coldiretti all’apertura del Villaggio contadino a Milano al Castello Sforzesco, da Piazza del Cannone a Piazza Castello con oltre diecimila agricoltori, mercati contadini, agrichef con le ricette storiche ed esposizioni ad hoc per far conoscere e salvare i tesori nascosti del Made in Italy.
A livello nazionale sono salite al numero record di 5155 nel 2019 le “Bandiere del gusto” Made in Italy a tavola. Un risultato – afferma Coldiretti – del lavoro di intere generazioni di agricoltori impegnati a difendere nel tempo la biodiversità sul territorio e le tradizioni alimentari.
La crescita della nostra comunità – sottolinea Albano Agabiti presidente Coldiretti Umbria – è legata, oltre che al patrimonio storico ed artistico, al paesaggio e al cibo, che consentono di puntare su un nuovo modello di sviluppo del territorio, con il settore primario che ne rappresenta uno dei punti di forza.
Per quanto riguarda l’Umbria nella classifica regionale delle specialità, dominano le paste fresche, panetteria e pasticceria con 31 tipologie di prodotti, come torta al testo, umbricelli, ciaramicola e pampepato, seguiti da 13 carni fresche e insaccati, come prosciutto nostrano e mazzafegati, 12 prodotti vegetali, come la fagiolina del Lago, lo zafferano di Cascia e il tartufo bianco e nero pregiato, 6 tipi di pesce, come il persico reale del Trasimeno, 4 formaggi, come il pecorino di Norcia, 2 condimenti, tra cui la pasta di olive e 1 prodotto di origine animale, la ricotta salata. Tutti prodotti agroalimentari di qualità – conclude Coldiretti – che rappresentano una ricchezza per l’Umbria e per le imprese agricole, che possono vendere senza intermediazioni e far conoscere direttamente le caratteristiche e il lavoro necessario per realizzare specialità territoriali uniche e inimitabili. Intanto, secondo lo studio Coldiretti “La vacanza Made in Italy nel piatto”, diffuso a Milano, il cibo diventa la voce principale del budget delle famiglie in vacanza in Italia con circa un terzo della spesa di italiani e stranieri destinato alla tavola per consumare pasti in ristoranti, pizzerie, trattorie o agriturismi, ma anche per cibo di strada o specialità enogastronomiche per un importo complessivo stimato nel 2019 in oltre 27 miliardi all’anno, il massimo storico di sempre.
VICENZA, OLTRE DUECENTO PRODUTTORI VICENTINI AL VILLAGGIO CONTADINO A MILANO
Sono oltre duecento i produttori vicentini, che si aggiungono a simpatizzanti e curiosi provenienti dalla terra berica, che oggi e domani raggiungeranno il Castello Sforzesco a Milano per uno straordinario Villaggio contadino promosso dalla Coldiretti proprio questo fine settimana. I prodotti ambasciatori del “Made in Veneto” scelti per l’occasione saranno presentati ed offerti dagli stessi agricoltori, che in questi giorni si stanno predisponendo alla partenza. Tipicità introvabili, ricercate e quasi sconosciute, salvate dai custodi del territorio, saranno le curiosità tra le bancarelle.
Dal Vicentino la fattoria “La nuova Colombara” di Pojana Maggiore propone la propria produzione di melograno in succo puro al 100%, da melograni veneti con spremitura a freddo dei soli arili separati dalla buccia. Da Marostica, “Il frutteto antico” presenta la collezione insolita delle “Marmellate di Rosi”: preziosi vasetti di frutti in via d’estinzione come nespola, rosa canina, corniole e mela cotogna abbinate alle verdure o alle piante allimurgiche raccolte. Non mancheranno di essere presenti prodotti introvabili come le noci verdi con la ricetta dello zar di Russia. E tra i prodotti tradizionali agroalimentari “Sigilli” di Campagna Amica, Vicenza sarà presente con la Farina di Mais Marano e la versione in galletta snack del Consorzio del Mais Marano e dell’azienda La Pachamama, il formaggio Bastardo del Grappa delle cooperative Latterie Vicentine e Cooperativa Monte Asolone ed il formaggio Imbriago dell’azienda Desy di Ponzio Mirko. E, vera chicca del Villaggio milanese, per l’area bellezza, le lezioni di agrocosmesi con i trucchi di bellezza della nonna, dove verranno presentati in anteprima i saponi con cheratina di Alpaca dell’azienda A&A Alpaca di Alberto Baruffato di Monteviale.
La curiosità e l’interesse da parte dei visitatori, già in queste prime ore è straordinario. “Siamo orgogliosi del lavoro dei nostri produttori – commenta il direttore di Coldiretti Vicenza, Cesare Magalini – e riteniamo che l’importante risultato sia il frutto di un lavoro di squadra, sotto il coordinamento dell’Associazione. Non va dimenticato, però, che a vincere sono soprattutto le nostre eccellenze. Sono loro, infatti, le interpreti di un successo che ricade sugli agricoltori, soddisfatti di poterci mettere la faccia e continuare a lavorare per la qualità che i cittadini consumatori si aspettano”.
A guidare la numerosa delegazione vicentina, oltre al direttore c’erano il presidente provinciale di Coldiretti Vicenza, Martino Cerantola ed il presidente provinciale di Campagna Amica, Raffaele Cogo, soddisfatti della proposta e del modo in cui i vicentini hanno partecipato con entusiasmo. “Come sempre Vicenza fa scuola – aggiungono Cerantola e Cogo – e non possiamo che dirci soddisfatti dell’interesse che la nostra terra, con le sue eccellenze, sta riscuotendo in terra lombarda. Il Villaggio contadino, però, non è soltanto un’esposizione di prodotti. Si tratta di una vetrina che appare come una finestra aperta al mondo, un’occasione unica per farsi conoscere ed al tempo stesso per sfidare il mercato con le armi della partecipazione, della condivisione con il consumatore e della cultura, per far crescere nel cittadino la consapevolezza di ciò che consuma”.
La giornata di oggi, con il presidente nazionale Coldiretti Ettore Prandini, è stata coinvolgente ed ha visto la partecipazione del vicepremier e ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio, del ministro dell’Istruzione Marco Bussetti, del presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, del segretario del Partito Democratico Nicola Zingaretti, Luigi Scordamaglia, consigliere delegato di Filiera Italia e del presidente dell’Ice Carlo Ferro.
Domani, dalle 9, nell’arco della giornata, hanno confermato la presenza il vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini, il ministro delle Politiche agricole, forestali e del rurismo Gian Marco Centinaio, il sottosegretario ai Rapporti con il Parlamento Guido Guidesi, il presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, il sindaco di Milano Giuseppe Sala, l’assessore all’Agricoltura della Lombardia Fabio Rolfi ed alla sera spettacolo di Teo Teocoli su la “coltura del sorriso”.
Domenica 7 luglio dedicata a solidarietà e legalità, con la presenza, tra gli altri, di Mariastella Gelmini, presidente dei deputati di Forza Italia, Gherardo Colombo ex magistrato e Presidente Uecoop, Gian Carlo Caselli, presidente del comitato scientifico dell’Osservatorio sulle agromafie, Andrea Fanzago, responsabile area povertà della Caritas ambrosiana e l’allenatore della Nazionale femminile di calcio Milena Bertolini, che sarà premiata nell’ambito dell’appuntamento su Sport e cibo uniti dalla legalità.
Nei tre giorni della manifestazione si alterneranno esponenti istituzionali, rappresentanti della società civile, studiosi, sportivi ed artisti che discuteranno su esclusivi studi e ricerche elaborate per l’occasione dalla Coldiretti sui temi dell’alimentazione, del turismo dell’ambiente, della scuola e della salute, ma non mancheranno spettacoli di animazione e concerti.
Ci sarà una vera e propria Arca di Noè dove scoprire le piante e gli animali salvati dall’estinzione, grazie al lavoro di generazioni riconosciuto e sostenuto dai “Sigilli” di Campagna Amica, che presenterà la più grande opera di valorizzazione della biodiversità contadina mai realizzata in Italia. Dalla preziosa mucca Barà, di cui sono rimasti solo quattromila esemplari in tutta Italia, nota per la sua capacità di adattarsi alla dura vita in montagna, alla capra Orobica, una razza rustica in grado di valorizzare gli alimenti più grossolani e di adattarsi a vivere in ambienti difficili. Ci saranno esemplari sopravvissuti lungo tutta la Penisola come la pecora Bergamasca che è la più grande al mondo, la mucca Varzese giunta in Italia con i barbari, oggi ridotta a poche decine di esemplari, l’asino Romagnolo, quello di Martina Franca, quello dell’Amiata e quello dell’Asinara, il maiale Nero di Parma e la Mora Romagnola, il cavallo Norico, le cui origine risalgono ai legionari romani ed i simpatici Haflinger altotesini dalla folta e setosa criniera di colore chiaro, insieme a molte altre razze di oche, anatre, conigli e galline che animano la campagna italiana.
#Stocoicontadini è anche l’unico posto al mondo dove per l’intero weekend tutti potranno vivere per una volta l’esperienza da gourmet con il miglior cibo italiano al 100% a soli 5 euro per tutti i menù preparati dai cuochi contadini che hanno conservato i sapori antichi del passato, dalla pasta di grano Senatore Cappelli alla gricia o con pomodorini, olive riviera, capperi e mozzarella, al risotto al bagoss e melone vecchio viadanase o all’isolana con grana padano Dop, dalla carne servita nelle bracerie ai galletti fritti o in soppressata e panino di segale, ma sarà possibile gustare i più pregiati salumi e formaggi italiani a denominazione di origine. Un’occasione unica anche per assaggiare nei diversi gusti la pizza autenticamente tricolore, dalla farina all’olio, dal pomodoro alla mozzarella, ma anche lo street food green dal cartoccio di pesce di mare, come alici e gamberi, allo stecco di storione bianco, ai dolci come il gelato di petali di rosa, la granita di melograno, il cannolo siciliano o il succo di bergamotto.
E per la prima volta si potrà andare a scuola di olio extravergine italiano nell’Oil&wine bar del Villaggio, dove si potranno degustare cocktail all’extravergine, vini e birra agricola, o seguire le lezioni di agrocosmesi con i trucchi di bellezza della nonna.
Spazio al più grande mercato a chilometri zero con Campagna Amica, dove acquistare direttamente dagli agricoltori di tutta Italia esclusivi souvenir del gusto per se stessi o da regalare agli altri. Presenti aree dedicate alla solidarietà per aiutare le categorie più deboli, con i prodotti delle aziende terremotate di Lazio, Umbria, Marche e Abruzzo e quelli prodotti dalle aziende di agricoltura sociale impegnate nel reinserimento socio lavorativo di soggetti disagiati, disabili o problematici, ma anche nell’educazione ambientale e nei servizi alle comunità locali.
Un intero settore è dedicato alla pet therapy ed al ruolo degli animali nella cura del disagio. Al Villaggio verrà realizzato anche il primo giardino terapeutico-sensoriale, gli orti con i tutor ed il Villaggio delle idee con i giovani imprenditori agricoli che fanno innovazione nel Paese.
BRESCIA AL VILLAGGIO COLDIRETTI: + 5% BUDGET VACANZE E +3% PER GLI AGRITURISMI
Scatta il primo vero grande esodo delle vacanze: il mese di luglio che vedrà in ferie ben 17,6 milioni di italiani, l’86% dei quali ha scelto come meta una località del Belpaese, dimostrando particolare attenzione verso le vacanze in agriturismo. E’ quanto emerge dallo studio Coldiretti/Ixé “La vacanza Made in Italy nel piatto” diffuso stamattina in occasione dell’apertura del Villaggio Coldiretti a Milano, animato da diecimila agricoltori provenienti da tutta Italia nel centralissimo Castello Sforzesco, da Piazza del Cannone a Piazza Castello.
L’analisi stima una sostanziale stabilità nel numero degli italiani in vacanza durante tutta la stagione estiva, pur con una tendenza a spostare le partenze ad agosto. La spesa media destinata alle vacanze estive è di 779 euro per persona, in aumento del 5% rispetto allo scorso anno. Un terzo degli italiani (33%) – sottolinea la Coldiretti – resterà comunque al di sotto dei 500 euro di spesa, il 42% tra i 500 ed i 1000 euro, il 18% tra i 1000 ed i 2000 euro mentre percentuali più ridotte supereranno questo limite. Oltre la metà degli italiani in viaggio ha scelto di alloggiare in case di proprietà, di parenti e amici o in affitto, ma nella classifica delle preferenze ci sono nell’ordine anche alberghi, bed and breakfast, villaggi turistici e gli agriturismi che nelle 23mila strutture fanno segnare un aumento del 3% rispetto allo scorso anno grazie alla qualificazione e diversificazione dell’offerta, ma anche all’ottimo rapporto tra prezzi/qualità. “Il nostro futuro è legato alla capacità di tornare a fare l’Italia anche nell’offerta turistica, imboccando la strada di un nuovo modello di sviluppo che tragga nutrimento dai nostri punti di forza, che sono il patrimonio storico e artistico, il paesaggio e il cibo – commenta il presidente di Coldiretti Ettore Prandini durante l’evento inaugurale del villaggio -. Qui in Lombardia, grazie al supporto della giunta Fontana, abbiamo creato le condizioni per fare sì che negli agriturismi si utilizzino quasi esclusivamente prodotti lombardi, perché crediamo nella valorizzazione delle potenzialità agrituristiche di ciascun territorio”.
L’aumento dei viaggi “agrituristici”, alla scoperta delle bellezze e delle tradizioni enogastronomiche italiane, testimonia l’interesse dei consumatori nei confronti del cibo sano e dei sapori del territorio, protagonisti, appunto, del grande Villaggio Coldiretti a Milano. #STOCOICONTADINI è l’unico posto al mondo dove per l’intero week end tutti possono provare l’esperienza da gourmet con il miglior cibo italiano al 100% e i menu preparati dai cuochi contadini che hanno conservato i sapori antichi del passato e acquistare i prodotti simbolo del made in Italy nell’ampia area mercato che abbraccia il Castello Sforzesco. Una delegazione di “eccellenze” territoriali ben rappresentata dal mondo agricolo e agrituristico bresciano, che vanta location molto apprezzate dai turisti italiani e stranieri – tra lago d’Iseo, lago di Garda e località montane -, e prodotti tipici tra i più acquistati al mondo. “Il nostro territorio offre grandi opportunità per gli imprenditori agricoli, generate proprio dal turismo – spiega Roberta Agosti, titolare dell’azienda agricola/agriturismo “Il Colmetto” di Rodengo Saiano (BS), presente al villaggio sia nell’area del mercato sia nella fattoria didattica – Tanti stranieri e italiani scelgono di visitare le zone della Franciacorta e del Sebino perché da noi trovano cibo di qualità e materie prime selezionate, ma soprattutto la vacanza in agriturismo consente loro di riscoprire i valori del mondo agricolo e della filiera produttiva. Il tutto, supportato da interessanti sinergie con altri enti del territorio, per offrire esperienze integrate all’insegna dell’enoturismo”.
Le bontà bresciane, al Villaggio Coldiretti, si trovano anche in tavola, con i due Agrichef impegnati nella preparazione dei piatti della tradizione: Tiziana Porteri titolare dell’agriturismo “Il Roccolo” a Bedizzole e Presidente Terranostra Brescia e Andrea Frasca, giovane imprenditore titolare dell’agriturismo “Valverde” a Botticino. Eccellenze bresciane in scena anche nella fattoria didattica, con Alessandra Morandi dell’azienda agricola Dosso Badino di Monticelli Brusati e Francesca Plebani, titolare di una fattoria didattica a Ome.
Per individuare la migliore struttura agrituristica dove trascorrere le proprie vacanze immersi nel relax e nelle bellezze della campagna italiana e bresciana, Coldiretti consiglia di visitare il sito www.campagnamica.it o di scaricare la nuova App di Campagna Amica.
COMO-LECCO, ANCHE IL PAN MEINO TRA LE SPECIALITÀ ESPOSTE AL “VILLAGGIO”
C’è anche il Pan Meino lariano tra i prodotti “Bandiere del gusto” lombarde esposte oggi al Villaggio Coldiretti di Milano, dove le due province sono ben rappresentate sia grazie alla presenza massiccia di Coldiretti Como-Lecco, sia per il gran numero di visitatori accorsi dal nostro comprensorio.
Le “Bandiere del gusto” – spiega la Coldiretti interprovinciale – sono le specialità enogastronomiche ottenute secondo regole tradizionali protratte nel tempo per almeno 25 anni e hanno raggiunto il numero record di 5155 nel 2019 secondo il censimento presentato dalla Coldiretti all’apertura del Villaggio contadino della Coldiretti a Milano al Castello Sforzesco, da Piazza del Cannone a Piazza Castello, con oltre diecimila agricoltori, mercati contadini, agrichef con le ricette storiche ed esposizioni ad hoc per far conoscere e salvare i tesori nascosti del Made in Italy (www.coldiretti.it).
“Al grande Mercato Agricolo del Villaggio Coldiretti i prodotti agricoli Made in Como-Lecco sono tra i protagonisti” conferma il presidente della Coldiretti lariana Fortunato Trezzi. Dal miele, alle confetture, alle erbe officinali, al rabarbaro, ai mirtilli, all’ortofrutta, ai formaggi rari delle alture lariane come la Semuda. Ed è superlavoro anche per le Agrichef di Campagna Amica, anch’esse presenti alla grande manifestazione: tra loro c’è la comasca Giulia Di Scanno.
Intanto, il cibo diventa la voce principale del budget delle famiglie in vacanza in Italia (compreso le aree di Lario, Ceresio e le montagne che li circondano) con circa un terzo della spesa di italiani e stranieri destinato alla tavola per consumare pasti in ristoranti, pizzerie, trattorie o agriturismi, ma anche per cibo di strada o specialità enogastronomiche per un importo complessivo stimato nel 2019 in oltre 27 miliardi all’anno, il massimo storico di sempre, così come conferma lo studio Coldiretti “La vacanza Made in Italy nel piatto”, anch’esso diffuso nella giornata di oggi.
“Dietro ogni prodotto c’è una storia, una cultura ed una tradizione che è rimasta viva nel tempo ed esprime al meglio la realtà di ogni territorio” ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare “la necessità di difendere questo patrimonio del Made in Italy dalla banalizzazione e dalle spinte all’omologazione e all’appiattimento verso il basso dell’offerta alimentare anche turistica”.
LUCCA, AGRICOLTURA: TRATTORI, SLITTA LA REVISIONE PER CENTINAIA DI MEZZI AGRICOLI
Slittano le revisioni dei trattori. Per le macchine agricole ed operatrici immatricolate entro il 31 dicembre 1983 la revisione è fissata entro il 30 giugno 2021, per i veicoli immatricolati dal 1° gennaio 1983 al 31 dicembre 1995 la scadenza è entro il 30 giugno 2022, per quelli dal 1° gennaio 1996 al 31 dicembre 2018 revisione entro il 30 giugno 2023 e infine per le immatricolazioni dopo il 1° gennaio 2019 la revisione deve avvenire al quinto anno entro la fine del mese di prima immatricolazione. E’ questo – rende noto Coldiretti Lucca – il nuovo calendario stabilito dal decreto del ministero delle Infrastrutture di concerto con il Mipaaf pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 21 giugno relativo alla revisione periodica delle macchine agricole ed operatrici secondo quanto fissato dal decreto legislativo 285 del 1992.
Il decreto ricorda che dal 2016 è scattata la revisione obbligatoria delle macchine agricole e operatrici, ma che essendo necessaria una particolare disciplina tecnica la cui normativa tecnica ha evidenziato difficoltà ed essendo scaduti i tempi sono state fissate nuove date per evitare che scattassero sanzioni per il mancato rispetto dei termini. Un primo risultato dunque, commenta la Coldiretti, è stato raggiunto con il rinvio delle scadenze anche per evitare che venissero elevati verbali agli imprenditori agricoli in assenza del previsto decreto tecnico necessario per effettuare le revisioni. La Coldiretti, garantisce lo impegno nella messa a punto del decreto per rendere “possibile” la revisione di macchine agricole anche molto vecchie ma che sono ancora particolarmente utili alle imprese agricole.
MARCHE, 153 BANDIERE DEL GUSTO: ORGOGLIO MARCHIGIANO IN MOSTRA AL VILLAGGIO
Le visciole, il lonzino di fico e la marmellata di rosa canina. Nelle Marche ci sono 153 Bandiere del Gusto secondo un’elaborazione di Coldiretti sul censimento dei prodotti tradizionali regioni 2019 e quelle appena citate sonoin mostro da oggi fino a domenica al grande Villaggio di Campagna Amica Coldiretti che si sta svolgendo a Milano. Agricoltori marchigiani protagonisti della kermesse contadina ospitata al Castello Sforzesco. In esposizione vince la dolcezza.
Con le Marche che fanno bella figura all’interno della più ricca esposizione del patrimonio enogastronomico delle località turistiche italiane durante quest’estate, con la possibilità di conoscere per la prima volta le specialità nascoste in borghi e nei piccoli comuni d’Italia. Come, appunto, quelle marchigiane: visciole sciolte al sole o per aromatizzare il vino. Bacche di rosa canina che la sapienza dei nostri agricoltori trasforma in deliziose marmellate. Non solo dolci. Tra le Bandiere del Gusto marchigiane in mostra anche grani antichi e recuperati come la Roveja e il Farro monococco. Quella delle Bandiere del Gusto è una vera e propria mappa dei tesori della tavola e delle biodiversità. Golosità “acchiappa turisti” visto che secondo l’analisi Coldiretti/Ixè forte è la capacità di attrazione del cibo nella scelta delle destinazioni: un turista su 5 sceglie il luogo della vacanza per il patrimonio storico e architettonico e per l’enogastronomia.
Secondo l’indagine il 72% dei vacanzieri punta sui prodotti della cucina locale mentre solo il 17% ricerca anche in villeggiatura i sapori di casa propria ed il resto si affida alla cucina internazionale. Ma l’enogastronomia vince anche tra i souvenir – nota Coldiretti -, con il 42% dei turisti che sceglie proprio un prodotto tipico da riportare a casa o regalare a parenti e amici come ricordo della propria villeggiatura. Tra le specialità più acquistate vince il vino, davanti a formaggi, salumi e olio extravergine d’oliva. Oltre alle aziende regionali con i prodotti marchigiani (vini e distillati alla visciola, vino cotto, pani e paste realizzati con grani antichi, sciroppi e marmellate, legumi, ortofrutta a chilometro zero) ci saranno anche le donne e i giovani di Coldiretti per le attività nelle fattorie didattiche e gli agrichef alle prese con show cooking e stand. Il Villaggio della Coldiretti si estende su oltre 200mila metri quadri i per far vivere a cittadini ed esponenti politici e delle Istituzioni per la prima volta un giorno da contadino tra le aziende, con gli animali della fattoria, a zappare nell’orto, sui trattori, nelle fattorie sociali con gli asini, in cucina con gli agrichef e tra i bambini degli agriasili e molto altro.
LUCCA, PIANA DI LUCCA: NO A CHIUSURA CONDOTTO, PRONTI A CHIEDERE RISARCIMENTO
La chiusura del canale pubblico per cinque giorni, a partire dall’8 luglio, rischia di provocare danni irreparabili all’agricoltura e agli allevamenti della Piana di Lucca e del Morianese. Gli agricoltori sono pronti anche a chiedere il risarcimento dei danni in caso interruzione del servizio di rifornimento dell’acqua. C’è il no fermo di Coldiretti alla chiusura del pubblico condotto all’indomani della richiesta da parte del Consorzio di Bonifica Toscana Nord al Genio Civile della Toscana. Sono oltre 15mila le imprese attive in quella particolare area del territorio e molte sono proprio agricole. Il no di Coldiretti, che insieme alle altre organizzazioni agricole ha comunicato al Consorzio le sue preoccupazioni, è motivato e giustificato dal rischio siccità dopo la seconda primavera più bollente di sempre e l’innalzamento delle temperature delle ultime settimane. “La chiusura del condotto pubblico, in questa fase – spiega Maurizio Fantini, Direttore Coldiretti Lucca – sarebbe molto pericolosa. Siamo i primi a volere la manutenzione dei canali, a chiederla e sollecitarla, ma in questa particolare e delicata fase, è secondaria. Il pubblico condotto, che da linfa vitale alla Piana di Lucca, espleta le fondamentali funzioni irrigue per il settore agricolo ma anche per gli altri comparti”.
Coldiretti ha messo nero su bianco la richiesta al Consorzio di Bonifica e Genio Civile di “non dare seguito alla chiusura del Pubblico Condotto e di ripensare i tempi in cui effettuare i lavori di pulizia dalle alghe, lavori di cui, tra l’altro, non beneficerebbe il sistema irriguo ma altre concessioni energetico-industriali. Tali tempi dovranno essere posticipati al termine della campagna irrigua e auspichiamo il coinvolgimento delle Organizzazioni Agricole nello stabilire tempi e modalità di sospensione del servizio, come già accaduto anche in passato”. Coldiretti insieme alle altre organizzazioni agricole è pronto, in caso di interruzione del servizio di rifornimento idrico, eventualmente a quantificare e richiedere il risarcimento dei danni derivante da tale comportamento.
PADOVA, PADOVANI CON COLDIRETTI A MILANO PER #STOCOICONTADINI
I clienti dei mercati di Campagna Amica Padova ospiti al Villaggio Coldiretti di Milano, alla scoperta del giacimento di tipicità firmate dagli agricoltori, vero tesoro del “made in Italy” agroalimentare. I primi pullman partiti dalla nostra provincia sono arrivati a Milano di primo mattino, altri ne seguiranno sabato e domenica per dare a molti padovani, agricoltori e non, la possibilità di visitare, al Castello Sforzesco, la più ricca esposizione del patrimonio enogastronomico delle località turistiche italiane durante quest’estate, con la possibilità di conoscere per la prima volta le specialità nascoste in borghi e nei piccoli comuni d’Italia.
Fanno parte della delegazione padovana, guidata dal presidente Massimo Bressan e dal direttore Giovanni Roncalli, numerosi “amici” clienti dei mercati di Campagna Amica Padova, a partire da quelli “storici” di Tencarola di Selvazzano, Monselice e Noventa, fino al Mercato Coperto di Padova, hanno accolto l’invito al viaggio a Milano per vivere in diretta il Villaggio Coldiretti con diecimila agricoltori arrivati da tutta Italia.
“Vogliamo dare ai padovani che frequentano ogni settimana i nostri mercati – afferma il presidente Bressan – la possibilità di vivere con noi questi tre giorni consacrati al meglio dell’agroalimentare italiano. Chi già conosce e apprezza i nostri prodotti freschi e di stagione, partecipa alle nostre iniziative e ci segue nelle nostre battaglie ci accompagna volentieri a Milano per vedere e assaporare il vero “made in Italy”, il patrimonio di tipicità che vogliamo tutelare”.
Alla presentazione di stamattina della “mappa dei tesori a tavola” dalle diverse regioni, con gli esempi più curiosi, rari o antichi salvati dagli agricoltori ai quali vanno le “Bandiere del gusto 2019”, ci sono anche prodotti tutti padovani, come il “Sangue Morlacco”, antico liquore del 1830 a base di ciliegie marasche chiamato così dal poeta D’Annunzio per il suo tipico colore rosso cupo e prodotto dalla storica azienda Luxardo. Sotto i riflettori pure le “giuggiole dei Colli Euganei”, una prelibatezza unica proposta dall’azienda agricola Scarpon di Arquà Petrarca.
Sono padovani anche i prodotti per la cura del corpo a base di rose antiche e canapa, realizzati dalla giovane Sara Migliorini di Vescovana, già vincitrice del concorso Oscar Green di Coldiretti, titolare dell’azienda agricola Rio dove l’agricoltura biologica si sposa con la scuola di musica Suzuki per i bambini.
Il Villaggio della Coldiretti si estende su oltre 200mila metri quadri i per far vivere a cittadini ed esponenti politici e delle Istituzioni per la prima volta un giorno da contadino tra le aziende, con gli animali della fattoria, a zappare nell’orto, sui trattori, nelle fattorie sociali con gli asini, in cucina con gli agrichef e tra i bambini degli agriasili e molto altro. Tra i temi di attualità che saranno affrontati ci sono l’Europa e l’impatto degli accordi commerciali sulle tavole, le nuove politiche Usa con la minaccia di dazi sul Made in Italy ma anche la difesa del Made in Italy e l’educazione alimentare nelle scuole.
Un viaggio tra tradizione e innovazione con i prodotti conservati da secoli nelle campagne, la cucina dei cuochi contadini con le antiche ricette ma anche le nuove proposte come i cocktail all’extravergine e le curiosità delle birre agricole italiane da quella alle arance di Sicilia a quella con le scorze di bergamotto, da quella alla ciliegia a quella con le fragole, da quella al miele di erica alla birra con le prugne e non mancano neppure la birra aromatizzata al pane e quella al grano saraceno.
Spazio al più grande mercato a chilometri zero con Campagna Amica dove o acquistare direttamente dagli agricoltori provenienti da tutta Italia esclusivi souvenir del gusto per se stessi o da regalare agli altri con aree dedicate alla solidarietà per aiutare le categorie più deboli, con i prodotti delle aziende terremotate di Lazio, Umbria, Marche e Abruzzo e quelli prodotti dalle aziende di agricoltura sociale impegnate nel reinserimento socio lavorativo di soggetti disagiati, disabili o problematici ma anche nell’educazione ambientale e nei servizi alle comunità locali.
#Stocoicontadini è l’unico posto al mondo dove per l’intero week end tutti potranno vivere per una volta l’esperienza da gourmet con il miglior cibo italiano al 100% a soli 5 euro per tutti i menu preparati dai cuochi contadini che hanno conservato i sapori antichi del passato, dalla pasta di grano Senatore Cappelli alla gricia o con pomodorini, olive riviera, capperi e mozzarella, al risotto al bagoss e melone vecchio viadanase o all’isolana con grana padano dop, dalla carne servita nelle bracerie ai galletti fritti o in soppressata e panino di segale, ma sarà possibile gustare i più pregiati salumi e formaggi italiani a denominazione di origine (Dop).
C’è anche una vera e propria Arca di Noè dove scoprire le piante e gli animali salvati dall’estinzione grazie al lavoro di generazioni riconosciuto e sostenuto dai “Sigilli” di Campagna Amica che preesenta la più grande opera di valorizzazione della biodiversità contadina mai realizzata in Italia.
Un intero settore è dedicato alla pet therapy e al ruolo degli animali nella cura del disagio. Ma al Villaggio è aperto anche il primo giardino terapeutico-sensoriale, gli orti con i tutor, il Villaggio delle idee con i giovani imprenditori agricoli fa fanno innovazione nel Paese e le lezioni di agrocosmesi con i trucchi di bellezza della nonna.
ORISTANO, PRIMI PRODOTTI BIO NEL MERCATO CONTADINO DI VIA DEGLI ARTIGIANI
Il mercato di Campagna Amica di via Degli Artigiani si arricchisce di nuovi prodotti. Sabato faranno il loro esordio al mercato l’Agriturismo Il Giglio di Massama che proporrà ai consumatori alcune peculiarità della produzione aziendale e la fattoria Cuscusa con formaggi e vini bio.
Il Giglio proporrà extravergine Biologico “Tres Lizos”, prodotto da olive di piante secolari di varietà semidana. Presidio Slow Food, l’olio ha ottenuto una serie di riconoscimenti a livello nazionale e internazionale come la medaglia extragold al biol novello e biol prize; medaglia extragold all’Evo IOOC International olive oil contest 2019; medaglia gold con lode di eccellenza sia a l’oro d’italia che a l’oro del mediterraneo. Premio Fis della Fondazione italiana sommelier con 5 gocce di riconoscimento. Presente anche in alcune rinomate guide gastronomiche come Flos Olei che annovera i migliori 500 oli al mondo. Rappresentante per la Sardegna, nella guida Assam, per la mono varietà semidana.
L’agriturismo il Giglio proporrà ai consumatori anche alcune tipicità che ne contraddistinguono la proposta gastronomica: sabato di scena le panadas, sia di carne che vegetariane.
Prima partecipazione anche per le fattorie Cuscusa di Gonnostramatza. Una delle “fattorie” storiche nella produzione della agricoltura biologica della provincia; nel 2019 ha festeggiato i 30 anni di produzione bio. Una azienda che ha attivato negli anni una economia circolare: produzione di cereali e foraggio, produzione vitivinicola, allevamento ovini e caprini, animali di bassa corte, minicaseificio, fattoria didattica e agriturismo. L’ azienda sarà presente al mercato con i formaggi ovini e caprini (con il pluripremiato provolone caprino, un’autentica rarità nel panorama dei prodotti caseari sardi) e i vini vermentino e cannonau.
Nel mercato contadino si avvia in tal modo la realizzazione dell’area dedicata alle produzioni Biologiche, assai richiesta dai consumatori, che si confida di arricchire con nuove proposte.
La partecipazione dei nostri agriturismo conferisce al mercato – afferma il direttore Coldiretti Oristano Emanuele Spanò – un ulteriore qualità delle produzioni, non solo nelle materie prime ma, anche nella preparazione di alcune pietanze tipiche legate alla tradizione gastronomica locale.
La presenza e valorizzazione delle produzioni Biologiche – sostiene il presidente provinciale Coldiretti Oristano Giovanni Murru – costituisce un nuovo e importante fronte per l’agricoltura, anche locale. Un settore che in provincia ha ampi margini di crescita e che trova sempre più il consenso dei consumatori.
PUGLIA, FARE PRESTO SENZA ULTERIORI INTOPPI; PUGLIA ULTIMA NELLA SPESA
“E’ arrivato il momento di voltare pagina, ripartire con decisione e con una strategia condivisa per sbloccare il PSR Puglia. Errori tecnici, ritardi, scaricabarile dell’ultima ora, hanno posto a preoccupante rischio disimpegno (regola n+3) le risorse del PSR Puglia, che va liberato dall’ambiguità di chi siede ai tavoli istituzionali vestendo numerose casacche, sindacali e tecniche, a seconda dell’occasione, ingenerando evidenti incompatibilità di natura etica”. Ha lanciato l’ennesima volta l’allarme il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia, in occasione dell’audizione della IV Commissione consiliare permanente allo Sviluppo Economico. “Abbiamo denunciato duramente che il PSR Puglia si stava arenando già nel giugno 2017 – continua il presidente Muraglia – quando lanciammo l’allarme che la Puglia sul PSR era messa peggio delle regioni terremotate, dove a dispetto della tragica calamità erano già partiti i bandi, mentre i nostri erano al palo”.
Secondo i dati dell’ultimo Bollettino MIPAAFT al 31 marzo scorso, restano da spendere entro il 31 dicembre prossimo 283,3 milioni di euro, di cui 171,4 milioni del Feasr – denuncia Coldiretti Puglia – di cui 71 milioni solo per le misure strutturali, risorse a rischio disimpegno entro la fine del 2019”.
La Puglia ha speso solo il 20% delle risorse del Psr – aggiunge Coldiretti Puglia – mentre altre regioni hanno valori di oltre il doppio (Veneto 48%; Trento 42%; Bolzano 56%; Molise 40%). Il livello di spesa è inferiore alla media nazionale che supera il 32%.
“Finora è stata disastrosa la gestione delle risorse comunitarie di un PSR ingessato che ha impedito gli investimenti delle aziende agricole e spento il sogno e negato il lavoro a migliaia di giovani che volevano investire e avere un futuro in agricoltura. E’ mancata una strategia politica chiara e adeguata che portasse lo sviluppo rurale al centro delle scelte, perché l’assenza di decisioni dei vertici ha impedito alla struttura regionale di operare e risolvere le criticità di attuazione. Ancora irrisolte le criticità legate all’EIP – il sistema informatico regionale – che ancora non consente di fare le istruttorie a sistema e che ha prodotto il ricorso di centinaia di aziende agricole al TAR. Altro tema è quello della semplificazione dei procedimenti previsti dai bandi”, insiste il presidente Muraglia.
“I dati aggiornati al 7 giugno scorso parlano chiaro, ad oggi sono stati erogati solo 332 milioni di euro rispetto al complessivo di 1,6 miliardi di euro”, conclude il presidente Muraglia.
Dall’analisi dei dati sullo stato di attuazione del Psr Puglia 2014-2020 emergono forti criticità, perché la Regione Puglia è tra le regioni italiane che dispone di maggiori risorse Psr – dice Coldiretti Puglia – al 3° posto per risorse allocate dopo Sicilia e Campania, con circa 1.6 miliardi di € di spesa pubblica complessiva, pari all’8% delle Risorse totali sullo Sviluppo rurale per l’Italia.
PIEMONTE, BUON LAVORO AL NUOVO CONSIGLIO REGIONALE
Con il 1° di luglio si è insediato ufficialmente il nuovo Consiglio regionale a Palazzo Lascaris dando così il via alla XI Legislatura del Piemonte. “Al presidente, Stefano Allasia, e a tutto il Consiglio regionale auguriamo buon lavoro affinché questa Legislatura possa svolgersi in un clima sereno e di collaborazione – commentano Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale -. Come già fatto presente al presidente della Regione, Alberto Cirio e alla nuova Giunta, non faremo mancare il nostro supporto ed impegno affinchè l’agricoltura e l’agroalimentare Made in Piemonte rappresentino sempre più una traiettoria di futuro per la nostra regione, partendo proprio dal decalogo che avevamo presentato lo scorso 14 maggio al Teatro Regio con le priorità per il cibo piemontese e che Cirio aveva sottoscritto.
E’ opportuno accelerare su determinate questioni che riguardano il nostro comparto per poter dare risposte concrete lungo tutta la filiera dalla produzione agricola alla trasformazione alimentare, dall’agriturismo alla ristorazione collettiva, dalla gestione delle acque al controllo degli animali selvatici. Per questo ci siamo già attivati con l’assessore all’Agricoltura, Marco Protopapa, al fine proprio di instaurare, fin da subito, una sinergia che possa portare a risultati tangibili per le imprese che, nonostante le criticità, continuano ad investire sui nostri territori, a presidiarli e a creare economie”.
AREZZO, SALE L’ALLERTA UNGULATI: IMPRENDITORE AGRICOLO COLPITO IN STRADA
A salire non è solo la colonnina di mercurio ma anche l’allarme ungulati, giovedì mattina l’ennesimo episodio che riporta alla dura realtà dei fatti. “Un nostro associato – commenta la Coldiretti aretina – mentre si stava recando in azienda, si è scontrato con un cinghiale lungo la provinciale nei pressi di Castiglion Fiorentino ed ha subito gravi danni all’autovettura, illeso l’imprenditore che è rimasto comunque traumatizzato dall’accaduto”. La situazione, già drammatica degli ultimi mesi, non conta di nessun miglioramento.
L’attenzione di Coldiretti al problema riguardante ungulati e predatori è stata sempre alta e costante. Il territorio provinciale, ricco di produzioni agroalimentari, sta subendo da anni gravi perdite economiche dovute ad un numero smisurato di ungulati presenti.
“La difficoltà e talvolta l’impossibilità per le aziende agricole di svolgere la propria attività, ha fatto sì che si stia assistendo all’abbandono di numerose aree favorendo la crescita di incolti e di aree boscate – commenta il Presidente di Coldiretti Arezzo Lidia Castellucci – assecondando l’aumento del rischio idrogeologico e favorendo la diminuzione di quelle colture, eccellenze del territorio che rappresentano l’asse portante della nostra economia locale”.
Nella provincia aretina la presenza di animali selvatici ha raggiunto una densità insostenibile. Gli ungulati invadono i terreni agricoli e si alimentano a spese degli agricoltori e degli allevatori che, a fronte di danni sempre più ingenti e ricorrenti, trovano talvolta “meno dannoso” porre fine alla propria attività.
“Per capire l’emergenza che le aziende zootecniche stanno subendo, per il triennio 2014 – 2016 in Toscana sono state presentate domande di indennizzo, riferite a 1.348 attacchi di predatori agli animali allevati – spiega il Presidente Castellucci – per un danno che supera i 3 milioni di euro; per l’anno 2017 sono state presentate 590 domande di indennizzo, per un danno di 460.000, riferito unicamente al valore degli animali uccisi. Il danno complessivo, in termini di perdita di reddito per le imprese agricole, può essere stimato in oltre 1,5 milioni di euro”.
I numeri sono spaventosi e lo stato di allerta continua a crescere, le aziende agricole subiscono danni quotidiani e da ultimo l’episodio di questa mattina, che non ha colpito direttamente l’impresa ma l’imprenditore mettendone a repentaglio la vita.
“In assenza di risposte e di un intervento serio e concreto da parte delle istituzioni per fronteggiare e prevenire il proliferare degli ungulati attraverso un’operazione di contenimento intelligente si andrà verso lo scempio del sistema e del territorio. Vogliamo con forza – commenta la Coldiretti aretina – che le istituzioni tutte ai vari livelli, contribuiscano fattivamente ad affrontare e risolvere le problematiche che non possono più essere rinviate”.
Appuntamenti
VENETO: COLDIRETTI/ANCI/SYMBOLA, CONVEGNO DEI PICCOLI COMUNI VENETI A VICENZA
Venerdì 12 luglio
I piccoli comuni del Veneto si danno appuntamento a Vicenza il 12 luglio per discutere di comunità e territori per un modello di sviluppo sostenibile. Alle ore 9.30 nella Sala Francescana di Piazza San Lorenzo sindaci, assessori e consiglieri delle mini amministrazioni comunali daranno vita ad un convegno organizzato da Coldiretti Anci Veneto e Fondazione Symbola in collaborazione con la Pastorale Sociale e del Lavoro per affermare una presenza radicata che fa bene all’ambiente, alla società e all’economia.
Invitati a relazionare Massimo Castelli Coordinatore Nazionale dei Piccoli Comuni, Roberto Pelle Vice Presidente Anci Nazionale, Raffaele Cavalli nella doppia veste di Docente Università di Padova e per la Rete Bio Innovativa. Gli interventi saranno anticipati dai saluti del Sindaco di Vicenza Francesco Rucco, dalla Presidente Anci Veneto Maria Rosa Pavanello e dal Presidente di Coldiretti Vicenza Martino Cerantola. L’introduzione ai lavori, moderati dal giornalista Antonio Gregolin, sarà a cura della Presidente della Consulta dei Comuni di ridotta dimensione demografica Maria Rosa Barazza. Per sottolineare le azioni di adattamento climatico post calamità atmosferiche ci saranno Roberto Padrin Presidente della provincia di Belluno e l’Assessore incaricato dal Sindaco di Asiago. Conclusioni affidate a Ermete Realacci Presidente della Fondazione Symbola e a Daniele Salvagno di Coldiretti Veneto.
Il 69,7% dei comuni italiani è al di sotto dei 5mila abitanti, quasi i due terzi del totale 7.977 e il 54,1% della superficie complessiva del Paese. Si tratta di realtà rurali a bassa urbanizzazione e per di più in aree montane.
Il Veneto è la seconda regione in Italia per numero di prodotti tipici, seconda solo all’Emilia Romagna. Un tesoro fatto di 36 tipicità, fra Dop e Igp, di cui 35 nascono e vengono prodotte nei piccoli e piccolissimi comuni, quelli cioè fino a 5 mila abitanti, o nati dalla fusione di più centri ognuno dei quali conti al massimo quella popolazione. Sono i borghi veneti a serbare tutte le produzioni enogastronomiche tradizionali tutelate. Eccetto una, la Cozza di Scardovari, originaria di un capoluogo di provincia: Rovigo.
La mappa delle tipicità venete e italiane è contenuta nel dossier “Piccoli comuni e tipicità”, realizzato dalla Fondazione Symbola con il sostegno di Coldiretti. Un viaggio che è anche una mappatura dei borghi d’Italia: lì trova casa il 92% delle tipicità italiane (270 su 293). In Veneto i piccoli comuni sono 303, rappresentano il 52,7% della totalità dei comuni, e ospitano oltre 70 mila imprese, il 16,2% del totale. Cinque tipicità venete nascono esclusivamente in località con meno di 5 mila abitanti: sono l’asparago bianco Igp di Cimadolmo (Treviso), l’Asparago Igp di Badoere (Treviso), il Fagiolo Igp di Lamon (Belluno), l’Insalata Ipg di Lusia (Rovigo) e il Marrone Igp di Combai (Treviso).
Il Veneto, annota l’analisi di Symbola e Coldiretti, è l’unica regione del Nord in cui prevalgono, fra i prodotti Igp e Dop dei piccoli comuni, quelli ortofrutticoli e i cereali: sono 17 su 35 tipicità analizzate. Fra i Dop, si va dall’Aglio Bianco Polesano al formaggio Asiago, dall’Asparago Bianco di Bassano alla Casatella Trevigiana. Fra gli Igp si parte dall’Asparago Bianco di Cimadolmo, si passa per la Ciliegia di Marostica, si arriva alle varietà di radicchio (di Chioggia, di Verona, rosso di Treviso, variegato di Castelfranco).
TORINO: APERITIVO MUSICALE COLDIRETTI IN SISPORT MIRAFIORI
Mercoledì 10 luglio
Mercoledì 10 luglio la sede Sisport Mirafiori, in via Pier Domenico Olivero 40, ospiterà un evento speciale, promosso dalla Coldiretti Torino. Alle ore 19 verrà offerto un aperitivo gratuito con prodotti locali delle aziende agricole del circuito Campagna Amica. Si potranno degustare: freschi tomini di capra, con miele; salumi d’eccellenza; frutta di stagione – fragole e mirtilli – e sfiziosi antipasti; il tutto accompagnato da birra agricola, prodotta nel territorio moncalierese. In questa occasione si potrà riscoprire l’importanza di consumare prodotti locali. Sarà inoltre possibile firmare la petizione Eat original! Stop al cibo anonimo con cui si chiede all’Europa di rendere obbligatoria l’indicazione di origine degli alimenti, per proteggere la salute, prevenire le frodi alimentari e garantire i diritti dei consumatori.
Seguirà, a partire dalle ore 20, il concerto in acustico di Pablo e il mare, quintetto torinese guidato dal cantautore Paolo Antonelli che propone pop d’autore e contaminazioni mediterranee. Il nome di Pablo e il mare balza alla ribalta nel 2005 con la vittoria del premio Rock Targato Italia, al quale segue la pubblicazione di “Onde”, disco d’esordio apprezzato dalla critica. Miramòr (Blumusica/I-musician, 2011) è il secondo lavoro, caratterizzato dal sound acustico e minimale in formazione trio. Con “Respiro” (Libellula Records, 2015) Pablo e il mare incassa unanimi consensi da parte della critica: il disco è “la scelta folk” di Rumore e ottiene il plauso di Rockerilla, Blow up, Mescalina. La band è impegnata alla produzione del suo quarto lavoro, in anteprima live il 9 novembre 2019 sul palco del Folk Club di Torino.
Mercoledì 10 luglio, nella sede Sisport Mirafiori, in via Pier Domenico Olivero 40, l’ingresso è gratuito e l’evento si svolgerà anche in caso di pioggia.
VENEZIA: AGRICOLTORI PER PASSIONE, IN PENDENZA E IN PIANURA
Mercoledì 10 luglio
Coldiretti Venezia ospiterà Mercoledì 10 Luglio dalle ore 17.30 presso il mercato agricolo coperto di Mestre in via Palamidese 3-5, il giornalista scrittore Giannandrea Mencini che presenterà ad ospiti e visitatori del mercato, il suo ultimo libro “Vivere in Pendenza”. La storia racconta di un viaggio tra la gente che ha scelto di “vivere in pendenza” tra le splendide montagne del bellunese, dai suggestivi panorami del Cadore alle imponenti cime delle Dolomiti che nascondono però un impoverimento sempre più accentuato delle nostre montagne, che perdono, ogni anno che passa, patrimoni di tradizioni. Ecco che lo scrittore Giannandrea Mencini racconta le storie di chi ha scelto di resistere ed investire sulla propria attività lottando per costruirsi un futuro nei luoghi in cui è nato ma anche di chi, cresciuto in pianura o nella riva del mare, ha deciso che “casa” sua erano le pendici di questi monti.
Una forma di tenace resistenza che, prima di tutto, è culturale. Quelle raccolte in questo libro sono storie di agricoltori, montanari, pastori… gente che ha investito non solo il denaro ma anche la propria esistenza in progetti che non mirano soltanto ad un facile tornaconto economico, ma testimoniano passione con un recupero delle tradizioni che non sono solo uno sguardo verso il passato ma, soprattutto, uno strumento per immaginare un futuro.
E questo quadro dipinto nel racconto di Giannandrea Mencini si adatta molto bene alla storia di qualche giovane imprenditore agricolo locale che ha deciso di investire nella attività agricola partendo da zero questa volta in pianura, ma non per questo senza difficoltà, sicuramente con un minimo comune denominatore che è la passione per l’agricoltura e per il territorio e il paesaggio che ci circonda. Ecco che mercoledì, dopo la presentazione del libro vi sarà un momento di confronto che vedrà tra i presenti anche il presidente di Coldiretti Venezia Andrea Colla e il direttore Giovanni Pasquali, il delegato dei Giovani Impresa di Venezia Luca Bertaggia e la responsabile di Donne Impresa Raffaella Veronese.
CALABRIA: A VIBO SEMINARIO SU CERTIFICAZIONE DI QUALITÀ NELL’AGROALIMENTARE
Martedì 10 luglio
La certificazione di processo e di prodotto è sempre più centrale nell’agroalimentare, garantisce il made in Italy di tutta la filiera e le prerogative che ne derivano. Per incentivare e consolidare questo, che rappresenta sul mercato un indubbio valore aggiunto per le aziende, si svolgerà martedì 9 luglio (domani) dalle ore 10,00, nella Sala Convegni COF-Ortomania SpA Zona Industriale Porto Salvo S.S. 522 km 14 a Vibo Valentia un qualificato seminario dal titolo “La certificazione di qualità alimentare. Calabria: stato dell’arte e casi di successo”.
Dopo l’intervento introduttivo del dr. Francesco Barbieri, Presidente e Amministratore Delegato – COF spa, azienda all’avanguardia nei sistemi di certificazione di qualità, ci saranno interventi di specialisti proprio a rimarcare l’esigenza della certificazione di qualità, poiché sono tanti gli operatori della distribuzione e della commercializzazione che la esigono, per poter valorizzare i prodotti agricoli. Il seminario, che sarà concluso dal Presidente di Coldiretti Catanzaro Crotone Vibo Fabio Borrello, prevede anche la visita aziendale presso i laboratori e le linee di produzione dell’azienda COF. Diffondere un nuovo approccio all’agroalimentare – precisa Coldiretti – marcando, con il controllo qualità, la necessità di un’autoregolamentazione volta a garantire il buon servizio al territorio e al consumatore di tutta la filiera contribuisce ad avvicinare sempre di più le aziende ai cittadini –consumatori e alimenta il circolo virtuoso per concretizzare il “patto con i cittadini”. Il seminario è utile per i beneficiari del premio di primo insediamento al fine di realizzare la formazione obbligatoria e, inoltre, riconosce i crediti formativi professionali ai dottori agronomi e forestali.
RIETI: AMATRICE, ASSEMBLEA PER ACCELERARE RICOSTRUZIONE POST SISMA
Oggi
Si terrà lunedì 8 luglio, alle ore 11, ad Amatrice (Sala Conferenze – area Food) un’assemblea territoriale promossa dalla Coldiretti Rieti con rappresentanti delle istituzioni, tecnici, allevatori e agricoltori della zona. L’incontro nasce dall’esigenza di verificare, a 9 mesi di distanza dall’ordinanza del Commissario Straordinario del governo, l’impianto normativo esistente e discutere delle modifiche da apportare per accelerare il percorso di ricostruzione e far ripartire il sistema produttivo in un territorio a prevalente economia agricola che ha fatto registrare un crollo delle vendite del 70%.
All’assemblea parteciperanno: l’assessore regionale al Lavoro e alle Politiche per la ricostruzione Claudio di Bernardino; il sindaco di Amatrice Antonio Fontanella; il vicepresidente nazionale di Coldiretti David Granieri; il direttore di Coldiretti Lazio Sara Paraluppi; il presidente di Coldiretti Rieti Alan Risolo; il direttore regionale dell’Ufficio Speciale per la ricostruzione post sisma 2016 Wanda Ercole.
TORINO: PRESENTAZIONE DEL IL PROGETTO MONCALIERI CITTÀ RIGENERATIVA
Giovedì 11 luglio
“Moncalieri Città Rigenerativa”: è il tema della conferenza stampa di presentazione del progetto, in programma giovedì 11 luglio, con inizio alle 12, nella sala matrimoni del municipio di Moncalieri. Intervengono: Paolo Montagna, sindaco di Moncalieri; Angelo Ferrero, assessore alle Risorse agricole, di Moncalieri; Michele Mellano, direttore di Coldiretti Torino.
Si rinnova per il quarto anno la collaborazione tra la città di Moncalieri e Coldiretti Torino che, grazie alla sottoscrizione di un Accordo quadro, dal 2016 attuano progettualità sul territorio moncalierese all’insegna della sostenibilità. Angelo Ferrero, assessore alle Risorse agricole della città, informa: “Moncalieri Città Rigenerativa mira a rinsaldare e implementare le reti virtuose e innovative già realizzate negli anni precedenti. Con città rigenerativa si intende un modello di città virtuosa che adotta i principi dell’economia circolare, promuovendo la sostenibilità economica, sociale e ambientale. Promuovere la sostenibilità a tuttotondo significa porsi molteplici obiettivi: sostenere nuovi modelli di consumo che mirino alla riduzione degli output e considerino il riuso di ciò che è definito rifiuto. Significa valorizzare le risorse naturali, economiche e sociali esistenti e come già accennato. Significa rinforzare le reti multisettoriali già presenti e realizzarne di nuove. Significa informare e sensibilizzare costantemente la cittadinanza ad adottare nuove pratiche e nuovi stili di vita più consapevoli”.
Fabrizio Galliati, presidente di Coldiretti Torino, aggiunge: “Le azioni che verranno realizzate sono numerose e complementari. Ci saranno più momenti istituzionali e informali per costruire un dialogo con i cittadini moncalieresi al fine di coinvolgerli attivamente attraverso dei laboratori pratici. Sono previsti momenti di confronto con attori economici e sociali del territorio che già attivano buone pratiche di sostenibilità. Verrà coinvolto il mondo agricolo e agroalimentare per azioni di valutazione degli impatti ambientali che le loro attività generano. In linea con gli anni precedenti, anche in questa nuova progettualità viene promossa e incentivata la creazione di Alternative Food Networks e di nuovi spazi di aggregazione e incontro tra produttori e consumatori. La rete collaborativa intende coinvolgere anche i ristoratori e gli altri attori del mondo produttivo. Inoltre continuerà l’azione rivolta alle scuole, promuovendo laboratori di educazione al consumo critico e lo sviluppo di pratiche innovative di agricoltura sociale, per contribuire ad offrire risposte nuove ai bisogni sociali espressi”.
All’interno del Progetto Moncalieri Città Rigenerativa è stata prevista per l’autunno prossimo la realizzazione di un Villaggio agricolo in città di dimensione territoriale. L’idea si rifà all’esperienza del Villaggio dei contadini, organizzato a livello nazionale da Coldiretti, in tour, dallo scorso anno nella principali città italiane. Sarà un momento di festa tra agricoltura e mondo cittadino: si avrà infatti l’opportunità di entrare in contatto diretto con i grandi temi della sostenibilità attraverso laboratori con le fattorie didattiche rivolti a tutte le fasce d’età, workshop per mettere in campo idee innovative a confronto e agri street food con menu dedicati alla biodiversità e alle eccellenze agricole e gastronomiche del territorio preparati dagli agrichef di Campagna Amica.
SICILIA, OLEUM, CORSO DI APPROCCIO ALL’OLIO D’OLIVA AL MERCATO DI C.A. DI PALERMO
Sabato 13 luglio
Che sapore ha un olio buono? Come si fa a distinguere un extravergine? Come si conserva? Per conoscere tutti i segreti di questo prezioso alimento, Coldiretti e Oleum Sicilia organizzano un corso che si svolgerà sabato 13 luglio dalle 10.00 alle 13.00 al Mercato Campagna di Palermo, in via Notarbartolo n. 6.
Negli ultimi anni – rileva Coldiretti Sicilia – ovunque si trovano offerte di prodotto a pochi euro. Da queste bisogna diffidare perché non può essere un olio buono che è un alimento fondamentale per l’alimentazione e quindi vanno sempre individuate le qualità e le caratteristiche. Il corso è rivolto a tutti e costa 5 euro. Sarà rilasciato un attestato. Per iscrizioni: sicilia@coldiretti.it
Brevi
FRIULI-V.GIULIA – Nuovo orario al Mercato coperto della Coldiretti Fvg in viale Tricesimo a Udine. Dal 9 luglio ogni martedì d’estate sarà Mercato coperto “by night”. È infatti prevista l’apertura serale dalle 17 alle 21, con vendita diretta, street food agricolo, eventi e degustazioni (in previsione anche spettacoli teatrali e musica). Martedì 9 si festeggia la novità con degustazioni gratuite a base di frutta. Gli altri giorni di apertura restano venerdì e sabato con apertura dalle 8 alle 13.