Nel 2020 dell’emergenza Covid con il Natale magro sale a oltre 30 miliardi il drammatico crack annuale della spesa alimentare degli italiani con un crollo del 12% rispetto allo scorso anno. E’ quanto emerge dall’esclusivo report su “Covid, la sfida del cibo” realizzato da Coldiretti/ Fondazione Divulga in occasione dell’Assemblea della Coldiretti “L’Italia riparte dagli eroi del cibo” con la relazione del presidente nazionale Ettore Prandini e la partecipazione del presidente del Consiglio Giuseppe Conte e del Ministro per gli Affari Europei Vincenzo Amendola in diretta streaming su www.coldiretti.it.
Il maggior tempo trascorso a casa a cucinare – sottolinea la Coldiretti – ha determinato un aumento della spesa alimentare domestica (+7%) che però non compensa il crollo nella ristorazione che ha praticamente dimezzato il volume di affari (- 48%). Una drastica riduzione dell’attività che – sottolinea la Coldiretti – pesa sulla vendita di molti prodotti, dal vino alla birra, dalla carne al pesce, dalla frutta alla verdura ma anche su salumi e formaggi di alta qualità che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco mentre in alcuni settori come quello ittico e vitivinicolo – precisa la Coldiretti – la ristorazione rappresenta addirittura il principale canale in termini economici. Una situazione di sofferenza che porterà a fine anno ad una perdita di fatturato per la filiera agroalimentare di oltre 9,6 miliardi solo per i mancati acquisti in cibi e bevande da parte della ristorazione.
A questo si aggiunge – sottolinea la Coldiretti – la crisi drammatica del settore florovivaistico Made in Italy che ha pagato un conto da oltre 1,5 miliardi di euro per le perdite causate della pandemia per i limiti a matrimoni, eventi e cerimonie, con la perdita di decine di migliaia di posti di lavoro, dai vivai ai negozi. In difficoltà anche l’agriturismo in cui si stima – precisa la Coldiretti – un calo di almeno il 65% del fatturato annuale tra chiusure forzate, limiti e assenza di ospiti stranieri. Insostenibile è anche la situazione di mercato per l’allevamento italiano per effetto del crollo delle quotazioni riconosciute agli allevatori a sostegno delle quali occorre al più presto intervenire per non arrivare alla chiusura. A rischio c’è il primato nazionale della filiera zootecnica nazionale che tra carne caseario e norcineria vale oltre 80 miliardi.
Occorre salvaguardare un settore chiave per la sicurezza e la sovranità alimentare soprattutto in un momento in cui con l’emergenza Covid il cibo ha dimostrato tutto il suo valore strategico per il Paese. L’Italia può infatti contare su una filiera agroalimentare che con 538 miliardi di valore è – sottolinea la Coldiretti – la prima ricchezza del Paese che svolge un ruolo di traino per l’insieme dell’economia sui mercati nazionali ed esteri con un impegno quotidiano e capillare. Infatti fin dai giorni più bui del lockdown oltre 3,6 milioni eroi del cibo, come li ha definiti la Fao, combattono in prima linea dal campo alla tavola per garantire i rifornimenti di cibo alle famiglie italiane. Una realtà allargata dai campi agli scaffali che – evidenzia la Coldiretti – vale il 25% del Pil grazie all’attività, tra gli altri, di 740mila aziende agricole, 70mila industrie alimentari, oltre 330mila realtà della ristorazione e 230mila punti vendita al dettaglio.
“In questi giorni di festa chiediamo agli italiani di sostenere il consumo di prodotti alimentari Made in Italy per aiutare l’economia, il lavoro ed il territorio nazionale in questo momento di difficoltà” ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nell’apprezzare l’impegno di quanti nella filiera, dall’industria ai negozi e supermercati, stanno aderendo alla campagna della Coldiretti #mangiaitaliano alla quale hanno dato appoggio numerosi personaggi della televisione, del cinema, dello spettacolo, della musica, del giornalismo, della ricerca e della cultura insieme a tanta gente comune.
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