Con un balzo record del 15% negli acquisti del 2020 le vere star del carrello nel tempo del covid sono le uova tradizionalmente protagoniste della Pasqua degli italiani. E’ quanto emerge dall’indagine Coldiretti/Ixe’ presentata in occasione della sfilata dei dolci regionali di Pasqua al mercato degli agricoltori di Campagna Amica del Circo Massimo a Roma e le lezioni degli agrichef per aiutare gli italiani a restare a casa senza rinunciare alla buona tavola. Sode per la colazione, dipinte a mano per abbellire le case e le tavole apparecchiate, ma soprattutto impiegate in ricette tradizionali o in prodotti artigianali e industriali saranno circa – stima la Coldiretti – 400 milioni le uova “ruspanti” consumate durante la settimana Santa.
Un ingrediente fondamentale per sostenere la nuova passione degli italiani che con il trascorrere delle settimane in casa – precisa la Coldiretti – hanno modificato progressivamente l’atteggiamento nei confronti del cibo a favore del paniere “cuochi fai da te” (uova, farina, lievito, burro, zucchero, olio) con un graduale ridimensionamento dell’interesse iniziale con la pandemia per i prodotti conservabili (surgelati e scatolame) e per i prodotti da “scorta dispensa”.
Con l’aumento della domanda diventa sempre più importante – continua la Coldiretti – garantire la trasparenza ed è importante conoscere le informazioni del codice alfanumerico applicato sul guscio che riguardano provenienza dell’uovo e metodi allevamento adottato. Il primo numero consente di risalire al tipo di allevamento (0 per biologico, 1 all’aperto, 2 a terra, 3 nelle gabbie), la seconda sigla indica lo Stato in cui è stato deposto (es. IT), seguono le indicazioni relative al codice Istat del Comune, alla sigla della Provincia e, infine il codice distintivo dell’allevatore. A queste informazioni si aggiungono – continua la Coldiretti – quelle relative alle differenti categorie (A e B a seconda che siano per il consumo umano o per quello industriale) per indicare il livello qualitativo e di freschezza e le diverse classificazioni in base al peso (XL, L, M, S).
Negli ultimi 30 anni – precisa la Coldiretti – i consumi nazionali di uova sono aumentati raggiungendo la cifra record di 13 miliardi di pezzi all’anno che significa una media di circa 215 uova a testa, quasi interamente Made in Italy, grazie all’offerta di una platea di 40 milioni di galline presenti in circa 14mila allevamenti italiani secondo elaborazioni Coldiretti.L’usanza di considerare l’uovo come simbolo di rinascita e buon augurio in Occidente risale al 1176, quando re Luigi VII rientrò a Parigi dopo la II crociata e per festeggiarlo – conclude la Coldiretti – il capo dell’Abbazia di St. Germain des Près gli donò metà dei prodotti delle sue terre, incluse un gran numero di uova che furono poi dipinte e distribuite al popolo. Una usanza tramandata dai persiani che, già cinquemila anni fa, festeggiavano l’arrivo della primavera con lo scambio delle uova “portabene” contro pestilenze e carestie secondo un rito che resiste ancora ai giorni nostri.