Dall’orto portatile da tenere con sé anche in ufficio a quello verticale per risparmiare spazio nelle case, dall’orto “ecologico” per riciclare materiali e non inquinare a quello rialzato per chi ha maggiori difficoltà a piegarsi, sono diverse le opportunità offerte anche a quanti non hanno spazi disponibili per piantare ortaggi e frutta. E’ quanto emerge dalla studio della Coldiretti/Ixe’ su “Italiani popolo di hobby farmers” presentato a #stocoicontadini in Puglia a Bari, nella culla del cibo italiano, dove vivere un giorno negli orti, sui trattori, nelle fattorie didattiche, nelle cucine o nella stalla con gli animali nel lungomare Imperatore Augusto per tutto il weekend.
L’investimento per realizzare un orto tradizionale in giardino si può stimare – informa la Coldiretti – intorno ai 250 euro per 20 metri quadrati “chiavi in mano” per acquistare terriccio, vasi, concime, attrezzi, reti per delimitare le coltivazioni, sostegni vari, sementi e piantine. Individuare lo spazio giusto e, la stagionalità, conoscere la terra di cui si dispone, scegliere attentamente semi e piantine a seconda del ciclo e garantire la disponibilità di acqua sono alcune delle regole da seguire per ottenere buoni risultati.
“E la voglia green degli italiani da quest’anno può contare anche su un nuovo strumento che è il bonus verde che prevede detrazioni ai fini Irpef del 36% delle spese per lavori di “sistemazione a verde” di aree scoperte private di edifici esistenti, unità immobiliari, pertinenze o recinzioni, impianti di irrigazione e realizzazione pozzi nonché per la realizzazione di coperture a verde e di giardini pensili”, ha ricordato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che “il bonus si applica nel limite massimo di spesa di 5.000 euro per interventi sulle singole unità immobiliari e sulle parti esterne condominiali”. Una battaglia vinta dalla Coldiretti che – ha precisato Moncalvo – aiuta l’economia e il lavoro in un settore determinante del Made in Italy come il florovivaismo, ma che è anche importante per abbellire le città e per ridurre lo smog.
E per chi non ha disponibilità di spazi propri, mai così tante aree verdi sono state destinate ad orti pubblici in Italia nelle città capoluogo dove con una crescita del 36,4% in cinque anni si è raggiunto il record di oltre 1,9 milioni di metri quadri di terreno di proprietà comunale, divisi in piccoli appezzamenti e adibiti alla coltivazione familiare, secondo una analisi della Coldiretti su dati report Ambiente urbano 2017 di Istat. La crescita degli orti urbani in Italia – sottolinea la Coldiretti – ha riguardato soprattutto il Nord con l’Emilia Romagna che guida la classifica delle regioni “urban farmers” con il 37% di tutti gli orti pubblici a livello nazionale per oltre 704mila metri quadrati, seguita dalla Lombardia con il 10,2% e più di 193mila metri quadrati e dalla Toscana con il 9% e oltre 170mila metri quadrati. Nella “top five” regionale entrano anche il Veneto con l’8,5% e 160mila metri quadrati e il Piemonte con il 7,6% e quasi 144mila metri quadrati. Fra le regioni del centro Italia la leadership spetta alle Marche con più di 104mila metri quadrati, con alle spalle Umbria e Lazio. Mentre al sud la classifica è guidata dalla Campania rappresentata dagli oltre 116mila metri quadrati di Napoli seguita da Sicilia, Sardegna e Calabria.
La ricerca del verde, la voglia di recuperare ritmi più naturali nella vita quotidiana, il bisogno di un’attività fisica diversa dagli allenamenti in palestra e la soddisfazione di portare in tavola il frutto del proprio lavoro – evidenzia la Coldiretti – ha generato un vero e proprio boom degli orti urbani nelle grandi aree metropolitane come a Napoli dove gli spazi comunali degli hobby farmers sono aumentati di 13 volte arrivando a oltre 116mila metri quadrati o a Milano che ha registrato una crescita dell’86,8% sfiorando i 74mila metri quadrati, mentre Torino segna un aumento del 20% arrivando a 60mila metri quadrati contro i 67mila metri quadrati di Verona cresciuta del 12,6%. Ma il record nazionale assoluto per la disponibilità di spazi per appassionati della zappa – sottolinea la Coldiretti – spetta a Bologna con 165.843 metri quadrati, ma con una crescita più contenuta del 5,8% in cinque anni rispetto ad altre città italiane. Fra le grandi metropoli del sud, se si esclude Napoli, Palermo è invece stabile a 30 mila metri quadrati mentre a Roma si superano i 20 mila metri quadrati.
Ogni amministrazione – spiega la Coldiretti – applica poi parametri e sistemi diversi per la concessione degli orti pubblici: ci sono comuni che li danno in uso annuale in cambio di un piccolo canone dopo averli recintati e attrezzati con acqua e piccolo riparo per gli attrezzi, altri che li riservano solo a certe fasce di età e altri ancora che aprono dei veri e propri bandi per le assegnazioni con quote di canone che cambiano a seconda del reddito e dell’età. Fra gli hobby farmers cittadini – continua la Coldiretti – non si trovano solo pensionati, ma anche persone più giovani, italiani e stranieri.
Per i più coraggiosi ci sono anche le tecniche di “guerrilla gardening” che possono essere adottate da quanti non hanno spazi disponibili per piantare ortaggi, frutta o fiori nei terreni nei centri delle città. La guerrilla gardening – conclude la Coldiretti – è una azione non violenta, borderline, praticata soprattutto da “guerrilleri” che rilevano un pezzo di terra abbandonato, il più delle volte pubblico, per seminare e piantare durante la notte, in relativa segretezza e prendersi poi cura di un nuovo tappeto vegetale o di un tappeto fiorito.
IL DECALOGO PER UN ORTO (QUASI) PERFETTO
1) Spazio giusto: è necessario individuarlo. L’orto in piena terra è la soluzione migliore. Per chi non ha il giardino, il balcone o il terrazzo sono una buona alternativa. L’importante è che siano soleggiati e ventilati.
2) Stagionalità: occorre conoscerla. A ogni periodo dell’anno il suo prodotto. Per sapere quando e cosa coltivare è utile dotarsi di un calendario delle semine con indicate le fasi lunari.
3) Giusto tempo: gli orti, anche quelli di piccole dimensioni, necessitano di cure quotidiane. Se si ha poco tempo il consiglio della Coldiretti è di comprare le piantine già sviluppate e trapiantarle.
4) Buona terra: è garanzia di risultati. Per mantenere un buon livello di fertilità è meglio scegliere compost vegetale biologico o terriccio universale.
5) Semi e piantine: ci sono selezioni da fare e regole da rispettare a seconda che si lavorino ortaggi a ciclo lungo (fagioli, piselli, fave) o a ciclo corto (ravanelli, rucola o carota).
6) Trapianto: si realizza quando le dimensioni della piantina superano quelle del recipiente. E’ possibile cambiare più volte il vaso aumentandone man mano la grandezza.
7) Acqua: per un’adeguata crescita alle colture il terreno deve essere sempre umido, ma mai bagnato, secondo la Coldiretti. Le innaffiature vanno regolate a seconda della temperatura e dello sviluppo delle piante.
8) Temperatura: è importante fare attenzione all’andamento del tempo. A marzo e ad aprile il rischio di gelate notturne è ancora alto: è bene quindi proteggere le piantine con dei teli isolanti;
9) Parassiti: formiche, mosca degli orti, ragnetti rossi e bruchi sono i principali insetti che possono arrivare a creare seri problemi alla produzione. Per limitare questi attacchi, oltre a usare prodotti specifici, è bene scegliere ortaggi che si adattano meglio al clima e al territorio dove si vive.
10) Costi: realizzare un orto in giardino, secondo Coldiretti, ha una spesa contenuta. Tra terra, piantine o semi, concime e strumenti di lavoro, l’investimento si può stimare intorno ai 250 euro per uno spazio di 20 metri quadrati “chiavi in mano”.
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