Gli sbalzi termici con il brusco abbassamento delle temperature rischiano di compromettere la produzione nazionale di frutta che si sta appena iniziando a raccogliere dagli alberi. E’ quanto afferma la Coldiretti sugli effetti nelle campagne dell’ondata artica di maltempo e neve con l’arrivo del vortice polare che colpisce l’Italia dopo un inverno caldo e siccitoso che ha fatto registrare temperature di 0,40 gradi superiori alla media storica e 1/3 di pioggia in meno sulla Penisola.
Se la neve in montagna è positiva per ripristinare le scorte idriche, la caduta della grandine a macchia di leopardo è l’evento più temuto dagli agricoltori in questo momento perché si abbatte sulle verdure e sui frutteti – sottolinea la Coldiretti – spogliando le piante e compromettendo irreversibilmente i raccolti, facendo perdere un intero anno di lavoro.
La dimensione dei chicchi di grandine peraltro – continua la Coldiretti – risulta essere aumentata considerevolmente negli ultimi anni nei casi di eventi estremi come quello che attraversa l’Italia. Nelle zone interessate dal maltempo, dove sono particolarmente concentrate le coltivazioni di frutta, sono state stese le reti antigrandine che tuttavia – precisa la Coldiretti – non ancora sufficientemente diffuse e non impediranno il verificarsi di danni alle colture.
L’eccezionalità degli eventi atmosferici – sottolinea la Coldiretti – è ormai diventata la norma e si manifesta con una più elevata frequenza di sbalzi termici significativi, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal caldo al freddo.
Le anomalie climatiche, con il ripetersi di eventi estremi, – evidenzia la Coldiretti – sono costate all’agricoltura italiana oltre 14 miliardi di euro in un decennio tra perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne.
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