Via ai gemellaggi dei 25mila mercati contadini riconosciuti e strutturati presenti oggi in quasi cinquanta Paesi nel mondo, per un bacino di utenza stimato in oltre 300 milioni di consumatori. E’ l’iniziativa lanciata dalla World Farmers Markets Coalition, promossa da Coldiretti e Campagna Amica in occasione della Giornata mondiale della Biodiversità che si festeggia a Roma con l’organizzazione della prima mostra mercato “internazionale” a Palazzo Rospigliosi, con agricoltori e prodotti provenienti da tutto il mondo. Il primo atto sarà il gemellaggio della Fondazione Campagna Amica con l’associazione del mercato degli agricoltori della città ucraina di Kamianets-Podilskyi che è vicina alla linea di azione militare coinvolta nella guerra in corso. Il farmers market ucraino, aperto grazie all’iniziativa dei contadini della regione di Dnipropetrovs e dell’Istituto di Studi Socio-Economici Regionali, sta vivendo gravi difficoltà – rileva Coldiretti – poiché a causa del conflitto per le aziende agricole è diventato difficile continuare a produrre. Un segnale di vicinanza alla sofferenza degli agricoltori e dell’intera popolazione del martoriato Paese.
Ma a gemellarsi saranno anche le due realtà pioniere e livello mondiale del fenomeno farmers market, ovvero i mercati contadini di Roma con con quelli della rete GrowNYC di New York, con ben 66 punti vendita a km zero attivi nella Grande Mela. L’obiettivo del programma denominato “Sister Markets” è di favorire la promozione del consumo di prodotti agricoli freschi, stagionali e di provenienza locale il rafforzamento dell’amicizia, della pace e della protezione delle risorse naturali tra i popoli.
La World Farmers Markets Coalition è uno dei dieci programmi della Fao selezionati nell’ambito del progetto di Food Coalition. Le organizzazioni fondatrici sono per l’Italia Coldiretti e Fondazione Campagna Amica, Grønt Marked per la Danimarca, e Bondens Marked per la Norvegia. Tra i Paesi coinvolti e le cui associazioni con l’occasione aderiranno, ci sono gli Usa, l’Australia, il Giappone, il Canada, il Cile, il Ghana, l’Inghilterra, tanto per citarne solo alcuni. Una realtà che coinvolge 250 mila agricoltori e famiglie.
Fra gli obiettivi della World Farmers Markets Coalition c’è la diffusione di un modello di sviluppo economico ambientale e sociale sostenibile, tramite la filiera corta con il supporto all’agricoltura familiare, la promozione del cibo locale e l’emancipazione degli agricoltori, in particolare delle donne e dei giovani. Punto rilevante dell’azione associativa è la conservazione della biodiversità e la lotta ai cambiamenti climatici.
Supportata dalla Fao la coalizione è uno strumento per la diffusione dei mercati contadini nel mondo, con particolare riguardo ai Paesi in via di sviluppo, accompagnando da una parte i governi verso l’adozione di un quadro normativo specifico e dall’altra assistendo le associazioni locali degli agricoltori nello sviluppo di reti come quella di Campagna Amica in Italia, della Farmers Market Coalition negli Stati Uniti o in Canada, con supporto a livello tecnico-legale, di comunicazione e di formazione per manager e agricoltori.
L’obiettivo è sostenere un fenomeno che negli ultimi anni – rileva Coldiretti – hanno visto una crescita senza precedenti, divenendo un fenomeno sociale ed economico dio carattere mondiale. Non a caso la World Farmers Markets Coalition ha avanzato una formale richiesta alla Fao dell’organizzazione di una Giornata mondiale dei mercati contadini.
Dall’analisi del Centro Studi Divulga si evince che le aziende agricole che svolgono attività di vendita diretta hanno visto più che duplicare, ed in alcuni casi triplicare, il fatturato. Negli Stati Uniti negli ultimi 20 anni il numero dei farmers markets è passato dai 1.755 nel 1994 agli attuali 8.755, con un incremento di quasi il 400% e il fatturato che ha superato i 12 miliardi di dollari. Un successo che si accompagna ad una rapida diffusione in tutto il pianeta. Basti pensare ai ritmi di crescita registrati in alcuni Paesi europei, come quelli scandinavi. In Norvegia – spiega Coldiretti – i tassi di sviluppo sono pari al 20% annuo dal 2003 ad oggi, mentre in Estremo Oriente, come in Giappone, lo sviluppo delle filiere corte ha consentito agli agricoltori di registrare margini di redditività più elevati rispetto alle filiere convenzionali.
E poi ci sono la Danimarca, il Regno Unito, dove i mercati contadini – spiega Coldiretti – sono considerati complementari o alternativi ai sistemi di distribuzione alimentare tradizionali. Ma la realtà delle filiere corte inizia a prendere forma anche nei Paesi in via di sviluppo, come testimoniano diversi progetti che puntano proprio sulla riconnessione tra produttori e consumatori. In Ghana, partner del progetto di lancio della Coalizione mondiale dei Farmers Markets, sempre più agricoltori privilegiano strategie di vendita che puntano sul tradizionale rapporto diretto fra agricoltori e famiglie ma con uno sguardo rivolto al futuro.
COLDIRETTI – 335 8245417 – 06 4682487 – relazioniesterne@coldiretti.it