E’ finita una estate che si classifica dal punto di vista climatologico al primo posto tra le più calde mai registrati nel pianeta con la temperatura sulla superficie della terra e degli oceani addirittura superiore di 1,15 gradi rispetto alla media del ventesimo secolo. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti sulla base delle elaborazioni sulla banca dati Noaa, il National Climatic Data Centre che registra le temperature mondiali dal 1850, in riferimento all’equinozio di autunno delle ore 8,49 di sabato 23 settembre con trombe d’aria e i nubifragi al nord e gli incendi in Sicilia.
Il cambio di stagione ha portato il maltempo sull’Italia che – sottolinea la Coldiretti – si è abbattuto a macchia di leopardo con alberi divelti, frane, smottamenti, campi allagati e serre distrutte con l’allerta meteo “arancione” in Lombardia e “gialla” in 11 regioni. L’Italia è divisa in due con gli incendi divampati in Sicilia dove permangono temperature elevate con strade chiuse, evacuazioni forzate e purtroppo anche una vittima che cercava di salvare i cavalli dalle fiamme a Cefalù, per la quale la Coldiretti esprime il proprio cordoglio.
Una anomalia climatica che ha segnato l’intera estate che dal punto di vista climatologico in Italia ha fatto registrare una temperatura superiore di 1,04 gradi la media storica che la classifica tra le otto più calde dal 1800, secondo le analisi Coldiretti su dati Isac Cnr. Il caldo record lungo la Penisola nell’estate 2023 è stato accompagnato da una media di oltre 22 eventi estremi al giorno lungo la Penisola, tra grandinate, trombe d’aria, bombe d’acqua, ondate di calore e tempeste di vento che hanno provocato danni secondo l’analisi della Coldiretti sulla base dei dati dell’European Severe Weather Database (Eswd).
Siamo di fronte – sottolinea la Coldiretti – ad una evidente tendenza alla tropicalizzazione con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, maltempo, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal caldo al maltempo con effetti devastanti.
Un’annata nera per l’agricoltura italiana con danni che, tra coltivazioni e infrastrutture, supereranno i 6 miliardi dello scorso anno a causa dei cambiamenti climatici con un taglio del 10% della produzione di grano, del 60% per le ciliegie e del 63% delle pere mentre il raccolto di miele è sceso del 70% rispetto allo scorso anno, secondo l’analisi Coldiretti e si registrano un calo anche per il pomodoro e per la vendemmia (-12%). A beneficiare delle condizioni climatiche anomale con il caldo intervallato dalla pioggia è stata la nascita dei funghi in Italia con un’esplosione di porcini e aumenti del “raccolto” fino al +20% rispetto all’anno scorso, secondo il monitoraggio di Coldiretti sull’inizio delle attività di ricerca che sostiene il turismo di settembre lungo la Penisola: A fronte di una stagione dei funghi positiva anche se con profonde differenze da zona a zona, nelle attività di ricerca e raccolta è però necessario – ricorda la Coldiretti – rispettare alcune semplici ma fondamentali regole di sicurezza per evitare problemi e incidenti.
L’agricoltura è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici, ma è anche il settore più impegnato per contrastarli – continua la Coldiretti – si tratta di una nuova sfida per le imprese agricole che devono interpretare le novità segnalate dalla climatologia e gli effetti sui cicli delle colture, sulla gestione delle acque. Servono – conclude la Coldiretti – investimenti ance grazie al Pnrr per la manutenzione, risparmio, recupero e regimazione delle acque, un impegno per la diffusione di sistemi di irrigazione a basso consumo, ma anche ricerca e innovazione per lo sviluppo di coltivazioni resistenti.
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