Maltempo: serve un piano invasi nazionale

2 Marzo 2024
Maltempo: serve un piano invasi nazionale

Ettore Prandini, Presidente della Coldiretti, rivolge un appello al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, chiedendo un incontro urgente al fine di poter verificare come dare finalmente attuazione al progetto invasi: “L’Italia riesce a recuperare solo l’11% dei 300 miliardi di litri di acqua che ogni anno cadono sul territorio nazionale – dichiara Prandini – Uno spreco inaccettabile in un territorio a fortissimo rischio desertificazione e con cronica carenza di acqua per i cittadini in alcune aree. Intervenire si può e si deve non solo nell’emergenza ma in maniera strutturale e strategica”. Una richiesta, quella di Coldiretti, necessaria dopo che nelle ultime 48 ore alcune imprese agricole hanno allagato i campi per salvare città come Vicenza, mentre parallelamente centri urbani, campagne, industrie vivono periodi di siccità cronica.

Manca un grande Piano Invasi

Coldiretti fin dal 2015 ha studiato una strategia con progetti cantierabili e operativi per realizzare invasi su tutto il territorio nazionale che mettano in sicurezza i nostri territori, con l’acqua che diventa una fonte di accumulo di energia tra le più sostenibili in assoluto. Con l’avvio del grande piano nazionale per la realizzazione da nord a sud del Paese di invasi “si difende concretamente la sovranità alimentare ed energetica dell’Italia e, nello stesso tempo, si garantisce l’acqua ad aziende agricole, imprese e cittadinanza”, sottolinea aggiungendo che: “per valorizzare la risorsa irrigua e il suo uso multiplo si punti a costruire e mettere in connessione tra loro una rete di invasi sostenibili, fatti senza uso di cemento, che assicurino acqua per i cittadini, per le coltivazioni e per la produzione di energia rinnovabile che renderà migliore l’ambiente e attiverà anche le risorse occupazionali per la manutenzione degli invasi. Inoltre – conclude – sarà fondamentale anche recuperare, tramite un’opera di manutenzione, gli invasi già presenti sul territorio. Un’azione sistematica dove il ritardo è evidente”.

La siccità uccide le produzioni nazionali

La siccità, ormai diventata strutturale negli ultimi anni in Italia, ha infatti un impatto devastante sulle produzioni nazionali. Il risultato è che i danni nel 2023, tra coltivazioni e infrastrutture, hanno superato i 6 miliardi dell’anno precedente, complici anche gli altri effetti dei cambiamenti climatici, con un taglio del 10% della produzione di grano, del 60% per le ciliegie e del 63% delle pere mentre il raccolto di miele è sceso del 70% rispetto allo scorso anno, secondo l’analisi Coldiretti e si registrano un calo anche per il pomodoro e per la vendemmia (-12%).

 

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