Tra grassi trans e zuccheri: colpevoli i prodotti altamente trasformati

20 Luglio 2016
Tra grassi trans e zuccheri: colpevoli i prodotti altamente trasformati

La Commissione europea ha fatto cenno la settimana scorsa che potrebbe chiedere all’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) un aggiornamento circa la valutazione di sicurezza degli acidi grassi “trans”, in risposta alle preoccupazioni di salute pubblica che nascono anche da un loro consumo limitato. Si pensa che circa il 14% di tutte le morti, circa 660 000 decessi nell’UE, siano dovute ai grassi trans. Mentre la normativa europea, ancora, non prevede un obbligo di indicarli in etichetta e nemmeno è possibile al momento farlo su base volontaria.  Sebbene si potrà decidere in tal senso a norma del regolamento “Informazione Alimentare ai Consumatori” del 2011. E le ipotesi più accreditate sono: o stabilire una soglia massima su grassi trans industriali (da oli tropicali in prodotti da forno-pasticceria); o indicare in etichetta ma sempre e solo quelli industriali (non quelli da latticini e carne di ruminanti).

Con una mossa analoga, il Parlamento europeo ha chiesto ad Efsa di rivedere i risultati di una opinione del 2009 in cui si condannava il consumo di zuccheri artificialmente aggiunti non tanto per obesità e diabete, quanto solo per carie dentali.

Sono due sviluppi che potrebbero portare a differenziare meglio prodotti agricoli, in cui se presenti- zuccheri e grassi trans sono naturalmente in forme meno pericolose per la salute (fruttosio, grassi CLA…) rispetto a quelli aggiunti entro processi di trasformazione industriale (saccarosio, idrogenazione di grassi tropicali…).

Grassi trans

Nell’opinione del 2004 sui grassi trans, Efsa aveva dato un parere non chiarissimo mettendo sullo stesso banco grassi saturi e grassi trans. E senza differenziare tra grassi trans naturalmente presenti (come da latticini e carne di bovini) e quelli invece aggiunti artificialmente ed aggiunti tramite il processo industriale dell’idrogenazione di oli e grassi vegetali.  Da un punto di vista normativo invece le previsioni sono diverse: grassi trans sono solo quelli artificiali e derivanti ad processi di idrogenazione industriale. Altri grass presenti nei latticini, come l’Acido linoleico coniugato (CLA), presente in percentuali significative nel latte materno, non sarebbero pertanto considerati un grasso trans. Intanto il Parlamento europeo ha presentato due interrogazioni con richiesta di risposta scritta, in merito.

Il Parlamento UE

I giorni scorsi,la commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare del Parlamento europeo ha adottato all’unanimità due interrogazioni con richiesta di risposta orale (una diretta alla Commissione europea e l’altra al Consiglio) sulla questione degli Acidi grassi trans (TFA).

Nell’interrogazione rivolta alla Commissione europea si chiede se questa intenda proporre limiti per i TFA al fine di proteggere la salute pubblica e in quella al Consiglio, si chiede se questo sia pronto ad appoggiare proposte legislative finalizzate a eliminare a lungo termine i TFA dalla filiera alimentare dell’UE, tramite l’introduzione di un’etichettatura obbligatoria relativa al contenuto di TFA o tramite un limite giuridico imposto a livello dell’UE sul tenore di TFA industriali in tutti i prodotti alimentari.

L’articolo 30, paragrafo 7, del regolamento (UE) n. 1169/2011 relativo alla fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori prevede che la Commissione presenti una relazione al Parlamento europeo e al Consiglio "sulla presenza di grassi trans negli alimenti e nella dieta generale della popolazione dell’Unione. La relazione è tesa a valutare l’impatto di strumenti opportuni che potrebbero consentire ai consumatori di operare scelte più sane in merito agli alimenti e alla dieta generale o che potrebbero promuovere l’offerta di opzioni alimentari più sane ai consumatori, compresa, tra l’altro, la fornitura di informazioni sui grassi trans o restrizioni al loro uso."

Il Parlamento, sia nella domanda al Consiglio che alla Commissione, sottolinea il ruolo pericoloso degli acidi grassi trans nei prodotti industriali altamente trasformati, come appunto snack, dolci.

Ricordiamo che negli ultimi anni l’industria ha cercato di sopperire alle critiche sui grassi trans (leggi margarina) con la riformulazione di biscotti, prodotti da forno e snack…all’olio di palma. Che poi si è scoperto avere rischi di cancerogenicità e genotossicità assai preoccupanti.

Zuccheri aggiunti

Parimenti, circa gli zuccheri aggiunti negli alimenti di origine industriale Efsa aveva dichiarato nel 2010 la insufficienza di dati al consumo per dichiarare limiti di consumo giornaliero su tali zuccheri. E sottolineando come il principale problema degli zuccheri fosse… la carie dentale. Il parere aveva sollevato una levata di scudi, e la stessa Coldiretti aveva partecipato alla consultazione pubblica precisando la necessità di differenziare zuccheri aggiunti (portatori delle cosiddette “calorie vuote”) da zuccheri naturalmente presenti negli alimenti, come il fruttosio nella frutta. Tali zuccheri infatti oltre a un indice glicemico più basso, con meno impatto sulla produzione di insulina (fattore scatenante nel diabete), verrebbero assunti in matrici alimentari ricche di fibre, nonché di vitamine e sali minerali benefici.

A inizio luglio 2016, dopo la forte presa di posizione della Organizzazione Mondiale della sanità che aveva stabilito un tetto giornaliero di zuccheri assunti pari al 10% del monte calorie complessive – 5 paesi nordici hanno fatto pressione in Europa, chiedendo ad Efsa un nuovo parere sugli zuccheri aggiunti dopo quello del 2010, in cui si dichiarava appunto l’insufficienza di dati per fissare limiti a tutela della salute pubblica.

“A partire da studi recentemente pubblicati che correlano rischio cardiovascolare, di diabete di tipo due e di obesità al consumo eccessivo di zucchero, ci si chiede se Efsa non disponga oggi di dati sufficienti per stabilire valori di assunzione massima per gli “zuccheri aggiunti”.

E negli USA, la Food and Drug Administration ha rivisto, lo scorso 27 maggio, i Nutrition Facts, le etichette nutrizionali, obbligando la segnalazione proprio di eventuali zuccheri aggiunti ("added sugars").

 Sia grassi trans che zuccheri aggiunti segnalano quindi una rinnovata sensibilità in Europa a favore di alimenti naturali e agricoli, che non possono essere ingiustamente penalizzati.